Ogni secondo di ogni minuto di ogni giorno di ogni mese di ogni anno che passava, Eric Nidler non faceva altro che aumentare il ripudio di Vana nei suoi confronti. 

Erano passati anni eppure il suo disgusto verso di lui non  diminuiva, anzi il contrario, l'unico suo sollievo era che ormai aveva accettato il fatto che non aveva alcuna chance con lei e finalmente da qualche anno a lì, Kitty aveva potuto coronare il suo sogno, tanto che Vana era dovuta per forza andare al loro matrimonio - con suo disgusto - per fare la damigella. O meglio, era stato divertente il fatto che Trevor avesse insistito per avere a tutti i costi il suo vestito, tanto da avere un matrimonio piuttosto bizzarro con Trevor che indossava un grazioso abito lungo, una tiara e reggeva il bouquet della sposa, mentre lei indossava il suo smoking.

Già, stupido Trevor.

« Cosa hai deciso della tua vita? » gli aveva chiesto appoggiandosi al piccolo tavolo della stanza, già in smoking, mentre Trevor prese a spogliarsi senza vergognarsi minimamente e non pensando alla povera Vana che avrebbe potuto sentirsi avvampare dall'imbarazzo.

« Mh? » mugulò lui interrogativamente, cercando di infilarsi quel grazioso vestito rosa che lo faceva passare per una principessa.

Vana sospirò. « Dannazione Trevor, siamo cresciuti, abbiamo finito la scuola, tutti noi siamo diventati gli aiutanti di qualche supereroe, fra qualche anno potremo addirittura aspirare ad esserlo - almeno io » prese una pausa, notando che Trevor non aveva centrato il punto e stava parlando troppo velocemente per il suo piccolo cervello. « Insomma, vuoi rimanere a pulire pavimenti per tutta la vita? Perché diavolo non hai cercato ancora un lavoro da aiutante? Cosa c'è di sbagliato in te? » 

Il moro la faceva sempre esasperare.

« Oh... » si lasciò sfuggire. « Intendevi questo. »

Quasi non gli dava un pugno in faccia; ma Trevor fece spallucce, non gli importava al momento.

Ma questo successe anni prima.
 

* * *

 

Il telefono di Vana squillò ed una Kitty preoccupata squittiva dall'altra parte della cornetta.

« Dannazione, calmati! » urlò per far calmare l'asiatica, tant'è che doveva tenere la cornetta ad una certa distanza da lei per non rimanere sorda.

Kitty riprese fiato e cercò di scandire le parole. « Trevor » già l'inizio non prometteva bene e preoccupò la ragazza « è diventato cattivo. »

Quasi le attaccava la cornetta in faccia. « Ma dai? » commentò priva d'interesse, indecisa su quale smalto era meglio per quel giorno. 

« No, non hai capito! » protestò l'asiatica. « Ora è super cattivo! »

Neanche stavoltà badò alle sue parole. « Kitty, lo è sempre stato, sono felice anch'io che finalmente tu te ne sia accorta. Ora l'ultimo passo è convincerne anche quel rifiuto umano che tu chiami marito. »

Mise il vivavoce e lasciò il telefono sul letto, mentre prese a spazzolarsi i capelli. 

Si sentì un sospiro da parte della mora. « Vana, Trevor ha preso il controllo della parte buona della città congelando il sindaco. » la voce era roca e tremante. « Io sto cercando di scongelare Maxum Man ed Eric. »

Oramai era lontana, non l'ascoltava più, la sua mente si era fermata alla prima parte, che le fece congelare il sangue all'istante.

Sì, avrebbe optato per lo smalto lilla.

 

* * *
 

Un ultimo colpo in viso ed il corpo volò a terra, grodante di sangue. La ragazza ansimava nella sua tutina da aiutante, avvicinandosi al suo nemico.

« Cosa ti è successo? » domandò.

Trevor sorrise, coi muscoli che gli facevano male e le labbra spaccate. Dischiuse le labbra e rigettò un altro po' di sangue dalla bocca prima di parlare.

« Sono sempre stato così. » ammise, forse per la prima volta nella sua vita se ne stava veramente rendendo conto.

« No, non è vero. » controbatté l'altra.

La ragazza dai capelli color terra di siena si chinò su di lui, sfiorandogli una guancia piena di ferite e lividi. Lui sussultò al contatto, stringendo i denti su quelle povere labbra già massacrate, ma Vana non ritirò la mano, bensì la poggiò con più decisione sul viso del ragazzo - uomo, oramai.

L'aveva ridotto piuttosto malconcio, eh.

« Cosa ti è successo? » domandò di nuovo.

Trevor non rispose, continuò a guardare il cielo, non potendosi muovere da terra. Normalmente l'avrebbe ridotto ad uno straccio se si fosse permesso di non risponderle ad un'altra occasione, ma stavolta l'aveva già fatto.

Negli occhi di Trevor poteva vedere tutto ciò che vi celava dentro: il bisogno della presenza costante di un padre che non gli mentiva, una madre, la stupida maschera che portava ogni giorno, l'ultimo a venir a conoscenza della verità su suo padre, l'esser preso in giro da tutti, il suo animo malvagio che non poteva reprimere perché ce l'aveva nel sangue.

Vana tagliò le distanze dalle labbra di Trevor permendovi sopra le sue, che sapevano di lucidalabbra alla ciliegia, e cercando di non fargli troppo male urtando qualche ferita, posò la fronte su quella di Trevor, mentre lui si degnava di guardarla.

« Torniamo a casa. » quasi lo pregò.

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panda.
Spero che la one-shot vi sia piaciuta, così uso questo spazio per dirvi un po' di cose.
Il titolo deriva dalla canzone 'Kick Ass (We Are Young)' di Mika, sia perché il testo ci sta a pennello con la storia, sia per la frase di Vana che convince Trevor a capire che oramai sono diventati adulti, sia perché 'Fantaeroi' in inglese è 'Sidekick', ed infine perché Vana ha una A+ in calci.
Vorrei dedicare la fanfiction a @Mackycch, perché lei oramai è la mia anima gemella in tutto. Grazie per esserci sempre. ♥
Chiunque voglia contattarmi vada sul mio profilo, lì ci sono twitter, tumblr e quant'altro.
Bao!
Baci e panda, Mito.