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Autore: NightBlackBlue    01/09/2012    2 recensioni
Gli scaffali traboccavano di merendine invitanti, bevande ai gusti più disparati e grosse vaschette colme di frutta appena raccolta. Ma quello che aveva attirato l'attenzione del piccolo Tenma era stato tutt'altro: aveva la faccia premuta contro una grossa teca, che andava a coprire dei succulenti polletti allo spiedo, da mangiare sul momento. La liscia e spessa lastra di vetro era ormai completamente appannata dal respiro che emetteva il piccolo, che a momenti avrebbe iniziato a sbavarci sopra, tanto era invitante l'odore di quei piccoli bocconcini di carne.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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"...Mamma?" bisbigliò sottovoce il bambino, strattonando il vestito della madre.
"Sì?" rispose quella gentilmente, facendo ricadere lo sguardo sulle iridi grigio perla del figlio.
"Ho fame." annunciò timidamente quello. 
 
At the shopping center
Gli scaffali traboccavano di merendine invitanti, bevande ai gusti più disparati e grosse vaschette colme di frutta appena raccolta. Ma quello che aveva attirato l'attenzione del piccolo Tenma era stato tutt'altro: aveva la faccia premuta contro una grossa teca, che andava a coprire dei succulenti polletti allo spiedo, da mangiare sul momento. La liscia e spessa lastra di vetro era ormai completamente appannata dal respiro che emetteva il piccolo, che a momenti avrebbe iniziato a sbavarci sopra, tanto era invitante l'odore di quei piccoli bocconcini di carne.
"Voglio quello." annunciò. La madre si coprì il volto con la mano, disperata: ogni volta che il figlio trovava qualche alimento all'apparenza commestibile, persino sul marciapiede, iniziava a fissarlo con aria sognante, gettando quintali di saliva dalla bocca e mugugnando strane frasi, all'apparenza incomprensibili.
"Ti rovinerai l'appetito. E poi, non saresti capace di mangiarti un pollo intero!" si giustificò poi, afferrando Tenma per la mano e trascinandolo via.
"S-sì invece!" si oppose quello, scappando dalla presa della madre e tornando davanti al bancone, osservando la carne che rosolava. "Io voglio quello!". La donna sospirò, affranta: sapeva di non poter convincere il figlio a non comprarlo, ma non poteva nemmeno acquistare quel pollo, dato che sapeva che alla fine sarebbe stato gettato in un cassonetto. Fece quindi la cosa che le sembrava più logica: tentare di spostare l'attenzione di Matsukaze su qualcos'altro. E lei sapeva bene cosa.
Lasciò il figlio per qualche minuto solo, ancora a sbavare sull'invitante polletto, che ancora ruotava insieme allo spiedo di metallo, per andare a cercare un oggetto: il figlio non avrebbe potuto che saltarci addosso. Dopo poco, la madre tornò con una sfera bianca tra le mani, con delle chiazze nere: un pallone da calcio.
"Tenmaaa? Guarda cos'ho qui!" disse, sventolando all'aria l'oggetto. Il bambino posò lo sguardo su di esso, per poi realizzare il tutto dopo pochi secondi: gli si illuminarono gli occhi, mentre la bocca si allargò in un ampio sorriso. "La vuoi?" continuò quella. 
Il bambino annuì con un rapido movimento della testa, estasiato dalla vista del pallone. Tuttavia, la sua felicità sparì nell'udire la frase "Dovrai rinunciare al pollo però".
No, non poteva. Quel pollo era tutto per lui.
Doveva averlo. A tutti i costi. Ma non poteva certo lasciare quel pallone lì, da solo, alla mercé di tutti.
Tenma, così, se ne uscì con una frase che lasciò alquanto perplessa la madre. "Il calcio sta piangendo".
La donna inarcò un sopracciglio, fissando stranita il figlio. "Prego?".
"Il calcio sta piangendo" ribadì quello.
Tenma aveva iniziato letteralmente ad amare il calcio, da quando un misterioso figuro incappucciato gli aveva salvato la vita proprio grazie ad un pallone. A volte credeva che quello sport fosse proprio come una persona reale, capace di provare emozioni e sentimenti, e a volte anche in grado di salvare vite, come nel suo caso. 
E anche di piangere, come in quello, di caso. 
In fondo, era una cosa da tutti i giorni.
"Il calcio non può piangere." sibilò la donna, mentre il bambino portava le mani ai fianchi con fare quasi offeso.
"Certo che può." replicò.
"E sentiamo, perché lo starebbe facendo?".
"Perché ora lo lascerai solo." concluse, tirando su con il naso, lanciando un'occhiata malinconica al suo adorato polletto. Continuò "E lui si vendicherà. Io non ho mai lasciato solo il calcio, per questo mi ha salvato. Ma tu ora lo stai abbandonato per riempirmi la pancia".
La madre, dapprima divertita da quella conversazione, ora ne era quasi impaurita: sapeva che il calcio non si sarebbe "potuto vendicare", ma che suo figlio fosse ancora vivo proprio grazie a quello sport era un dato di fatto. Rimase in silenzio, mentre il piccolo Tenma aveva gettato la sua tristezza contro la teca -ormai completamente appannata- che copriva il polletto, mentre una commessa lo pregava di allontanarsi prima che la lastra di vetro cedesse.
"E-e tanto per curiosità, chi te lo avrebbe detto?" chiese la donna.
"Lui." 
"Lui chi?"
"Il calcio". La donna deglutì, ormai visibilmente terrorizzata dalle affermazioni del bambino.
 
Pochi minuti dopo...
 
"Mamma, questo pollo è squisito!" esclamò il piccolo, addentando con forza la grossa coscia di pollo, mentre la madre reggeva in mano il pallone. "Come mai hai cambiato idea?" aggiunse.
"M-mi dispiaceva vederti così." tentò di giustificarsi la madre, esitante, ma il figlio parve non darvi attenzione: era troppo impegnato nello sgranocchiare quella deliziosa carne.
 
Qualche giorno dopo, al telegiornale...
 
"Incidente sulla Statale A8", diceva il titolo. Dopo qualche secondo, si udì la voce di una telecronista:
"Ieri, sulla Statale A8, vi è stato un tragico incidente che ha visto come protagonisti un camion e una Volkswagen Lupo: il primo ha perso il controllo del veicolo, iniziando a sbandare vorticosamente per la strada, incrociando nella sua traiettoria una sfortunata famiglia, che ha subito gravi ferite dopo l'impatto. Nell'incidente sarebbe stata coinvolta anche una Lancia Ypsilon con madre e figlio a bordo, se non avesse rallentato precedentemente a causa dell'attraversamento della strada di un bambino che cercava di recuperare il suo pallone da calcio. L'autista del camion è in gravi cond...". La madre del piccolo Tenma, che ora stava facendo allegramente colazione con il suo nuovo pallone da calcio sulle mani, spense subito la televisione, pallida. Poi, si rivolse verso il figlio.
"Il calcio è uno sport stupendo, non trovi?". 
 
Angoletto neroazzurro dell'autrice
Okay, non è esattamente il tipo di prima fiction che vi aspettereste, ma non potevo non postarla: mi è venuta in mente oggi, al centro commerciale, quando ho visto prima un polletto invitante, poi un pallone dell'Inter. Non lo so, non chiedetemi perché l'ho scritta, lo dovevo fare e basta. Inoltre, ho finalmente trovato una spiegazione alla frase "Il calcio piange" di Tenma. La prima volta che l'ho sentita sono scoppiata a ridere, poi oggi però, quando mi è venuta in mente la fic e ho pensato di mettere Tenma come personaggio, ho pensato di aggiungerla.
Bene, alla prossima fic, sempre se ci sarà.
 
NightBlackBlue

P.S. Se ve lo state chiedendo, sì, tifo Inter, LoL.
  
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