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Autore: jjk    01/09/2012    0 recensioni
un nuovo caso per l squadra che si trova davanti a un si particolarmente crudele che sembra avercela a morte con i gemelli.....
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La A e la Z'
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Rideva,era bello il suo sorriso,quasi quanto era raro.
Quando lo aveva conosciuto egli era un genio. non che adesso non lo fosse,il suo quoziente intellettivo era rimasto altissimo,ma prima era solo quello perché aveva deciso,inconsciamente,di non svelare nulla di se stesso .
Nei primi tempi non l’aveva mai visto ridere né sorridere,non che fosse scontroso,non ne sarebbe stato capace,ma era chiuso e ciò non gli permetteva di essere molto allegro,tutta colpa della sua diffidenza..
Con il tempo egli si era aperto,aveva smesso di essere solo “il genio”e aveva finalmente rivelato il lato divertente di sé. aveva anche cominciato a mostrare agli altri le sue magie della fisica,che erano molto divertenti e da allora era andato tutto sempre meglio. era diventato davvero molto più facile relazionarsi con lui e lui riusciva a comunicare meglio con gli altri(anche se non ancora in maniera normale).sopratutto da quando conoscevano il suo passato erano riusciti a capirlo maglio,anche se non era l’unico ad avere un passato difficile;il suo non era il peggiore.
Dal timido genietto che era all’inizio,era molto cambiato:era riuscito a dimostrare a Morgan di essere qualcosa di più del”bambino” e quest’ultimo aveva smesso di prenderlo in giro ed erano diventato grandi amici. ma in fondo era molto amico di tutti,aveva un po’ abbassato quel suo scudo di genialità per rivelare un po’ le sue emozioni,che però continuava a nascondere,e per farsi emozionare da ciò che gli accadeva intorno. ma rimaneva un ragazzo molto fragile. infatti quando Gideon,che per lui era stato il padre che gli era mancato,se n’era andato aveva sofferto moltissimo e lo aveva superato dopo molto tempo;e aveva pianto amare lacrime quando gli avevano detto che Prentiss era morta. e vederlo piangere era una delle cose più brutte che avesse visto,parchè dimostrava la  sua immensa fragilità e la loro incapacità di proteggerlo dal dolore.
Era incredibile quanto fosse resistente:era stato preso in ostaggio più volte e in una di queste,per colpa del suo “rapitore”,aveva sviluppato una dipendenza da una droga deriva dall’eroina che egli gli aveva somministrava.
Ma lui ne era uscito,l’aveva superato,come aveva superato mille altre prov4e.la sua resilienza era impressionante.
Per questo era così bello vederlo ridere:perché non solo aveva superato la sue iniziali difficoltà,ma anche gli infiniti ostacoli che nel percorso gli si erano parati davanti. tutto questo senza mai lasciarsi andare.
E poi lui era una persona fantastica e lei era contenta di aver potuto conoscere la sua vera personalità,con tutto ciò che comportava.
Così lei si dilettava ad osservarlo mentre giocava con i suoi amici ridendo,senza accorgersi quanto fosse bello il suo sorriso e di quanto fosse bello lui stesso,dentro e fuori. non si poteva no volergli bene perché era di una dolcezza disarmante e inaspettata,era fornito di quella capacità che hanno i bambini di farsi amare da tutti e riusciva sempre a stupirli,anche con i suoi tagli di capelli sempre diversi.
Adesso che si era lasciato andare alla vera vita e si fidava degli altri,benché cercasse il più possibile di tenere per sé i suoi problemi,aveva trovato un amico molto prezioso in Morgan. era a lui che aveva chiesto consiglio quando si era “innamorato” di Lila,a lui,lui solo che aveva rivelato del terribile atto di bullismo che da bambino aveva subito(uno dei tanti),a lui parlava dei suoi atroci al di testa e della sua paura di aver ereditato la schizofrenia della madre. è a lui che diceva tutto ciò che lo tormentava,è a lui che chiedeva consiglio,come se fosse un fratello maggiore.
La squadra era diventata per lui la sua famiglia:Gideon era per lui un padre(anche se sen’era andato);Morgan un fratello;Hotch e Rossi due importanti punti di riferimento;JJ e Prentiss,soprattutto JJ,l sue amiche e confidenti.
Quando era piccolo il padre se n’era andato,lasciandolo solo con una madre schizofrenica e con i suoi problemi di genio bambino,e ancora non si perdonava di aver internato la madre in una clinica appena era divenuto maggiorenne perché sapeva di non potercela fare,non da solo,non se voleva vivere l sua vita. qualche volta andava a trovarla perché lui non aveva mai smesso di volerle bene e di  preoccuparsi per lei,era pur sempre suo figlio.
Sua madre della sua vita non sapeva nulla,non aveva saputo nulla di Lila, ne del fatto che era stato vittima di bullismo,ne dei suoi mal di testa ma,fino a poco tempo prima,era stata l’unica a sapere il perché il padre di Spencer li avesse abbandonati,ma non l’aveva mai detto a nessuno.
Così quel giorno,dopo aver chiuso un caso,s’incamminavano tutti verso casa,anche spencer quando fu preso da uno dei suoi terribili mal di testa,stavolta ancora più forte del solito. si strinse la testa fra le mani,ma ciò non fermò il dolore,si appoggiò al muro,sapendo che non sarebbe rimasto in piedi ancora per molto se si fosse affidato alle sue gambe.
Il resto della squadra continuò ad andare avanti ma dopo pochi passi si accorsero che spencer non li seguiva più. Morgan fu il primo ad accorgersene e il primo che corse a sorreggere il suo amico quando lo vide cominciare ad accasciarsi a terra.
-Reid cos’hai?- -niente,è solo un piccolo mal di testa,nulla di che. non ti preoccupare.-
Per dimostrare all’amico che stava bene ricominciò a camminare per raggiungere il resto del gruppo,ma dopo pochi passi sentì le gambe cedere e si aggrappò al braccio di Morgan.
-è questo il brutto  dei mal di testa,ti fiaccano in tutto il corpo-disse Reid con un sorriso-pensi di farcela ad arrivare a casa?Morgan non aveva mai visto l’amico durante uno dei suoi mal di testa e se erano tutti così allora c’era davvero di che preoccuparsi ma,visto che Reid era già preoccupato di suo non disse nulla ma aspettò che l’amico rispondesse.
-vorrei poterti dire di si,ma credo che in questo momento non ci arriverei anche se è a due passi. mi accompagneresti a casa per favore?-.Morgan ci pensò un po’ su;certo che avrebbe potuto ma avrebbe preferito poter controllare che Reid stesse bene,avrebbe voluto che,almeno per quella notte,Reid dormisse a casa sua. ma sapendo che lui odiava che si preoccupassero per lui come se fosse un bambino e che probabilmente era proprio per questo che non gli aveva parlato prima di questo problema.,accantonò l’idea.
-certo,ma a un patto-la faccia di Reid era particolarmente interrogativa.-quale?- -chiamami se hai bisogno. qualsiasi cosa chiamami ok?- -ok-.
 
Il mal di testa passò relativamente in fretta, lasciando una sensazione di stordimento e un’ipersensibilità ai rumori e alla luce. come sempre.
Spencer si chiuse la porta dietro le spalle e osservò il suo appartamento. rispecchiava completamente il suo essere:tutti i muri erano ricoperti di librerie pine di libri disposti ordinatamente sugli scaffali. li potevi trovare un po’ ovunque nel suo appartamento ma sempre disposti in maniera ordinata perché reid non voleva che si rovinassero,dato che nella sua vita  erano stati proprio loro a insegnargli ciò che sapeva.
Era stato un bambino solo tutta la vita,perché essere un genio è bello perché sai un sacco di cose e spesso riesci anche a intimidire molte persone, ma nessuno ti capisce perché il tuo modo di pensare è completamente diverso da quello degli altri. così sei solo,lui lo sapeva bene,e si era perciò circondato di libri che invece non lo abbandonavano mai e anzi continuavano a insegnargli tutto ciò che si poteva. era cresciuto fra un libro di Proust e i poemi valentiniani che sua madre gli leggeva. lei era l’unica che aveva sempre apprezzato il suo genio e lo aveva incoraggiato in tutto ciò che faceva;questo fino a che Gideon non lo aveva”reclutato”nel BAU.
Gideon aveva apprezzato la sua mente e lo aveva aiutato a abbattere i suoi schemi mentali,sia a scacchi che nei profili. adesso lì al BAU lo amavano tutti,erano la sua famiglia e lui l i amava,sapeva di poter contare su di loro.
Si stese sul letto e chiuse gli occhi;poco dopo si addormentò e cominciò a sognare….
Era in un ospedale,tutto bianco con gente che si aggirava in vestaglia,come nella clinica dove stava sua madre…un momento,quella era la clinica dove stava sua madre!
Lui camminava in un corridoio,poi entrò in un stanza e lì c’era Morgan.
-cosa ci fai qui,Morgan?- -mi dispiace Reid -di cosa ti dispiace?- -capirai che ho dovuto farlo- -fare cosa?-Reid cominciava a preoccuparsi
-per essere così intelligente fai domande davvero molto sciocche spencer- era stata sua madre a pronunciare quelle parole,lei stava dietro le spalle di Morgan - mamma cosa ci fai qui?- -io ci vivo,e ora anche tu- -no,non è possibile io vivo e lavoro a Quantico,al BAU.diglielo anche tu Morgan,io ho una casa lì- -mi dispiace Reid,ora la tua casa è questa. ho dovuto farlo tu hai bisogno di aiuto e io non te lo posso dare…- -sono stata io a dirgli di fare così spencer- -io non ho bisogno di aiuto mamma-reid stava cominciando a innervosirsi-anch’io ho detto così all’epoca,ma a te non è importato - nelle parole della madre il risentimento era evidente-così mi hai rinchiuso in questa prigione,ma anche tu farai la mia fine ora. io e te siamo uguali Spencer- .la faccia della madre si trasformò in quella di un mostro deforme e si avvicinava per mangiarlo…..
Drin-drin!!
il telefono squillava insistentemente e Reid si svegliò ansante e sudato.
pronto?- Reid,sono tre ore che ti chiamo!come mai sei ancora a casa?!sono le otto!!-era Morgan a chiamarlo- posso coprirti ancora per un po’ dato che Hotch è a portare a scuola Jack,ma tu corri!-
Reid si vestì in fretta e furia,o per meglio dire si cambiò gli abiti perché la sera prima non si era nemmeno svestito. aveva dormito più di 10 ore e adesso,benché ancora ansimante a causa del sogno di prima che gli aveva lasciato addosso un po’ di inquietudine,era fresco e riposato.
Erano mesi che non riusciva a dormire più di qualche ora e il suo cervello ne aveva chiaramente risentito,anche se aveva dato comunque un grande contributo alla risoluzione dei casi che avevano affrontato.
Era quindi abbastanza felice e fischiettava allegramente,mentre ascoltava Mozart,il suo musicista preferito,andando al lavoro.
Entrato vide Morgan andargli incontro.-ma che diavolo ti salta in mente?dormire fino a così tardi!fortuna che Hotch non è ancora arrivato e…guardò Reid e vide che,nonostante la sgridata,il brutto risveglio eccetera,lui era felice e rilassato.
-come mai così allegro?-Reid gli sorrise-ho dormito fino alle 8- -me ne sono accorto- -e mi sono addormentato ieri tornato dal lavoro. sono più di 10 ore- -lo so,ma non ci vedo nulla di eccezionale- -tu no,mas io sono mesi che non riesco a dormire come si deve e oggi invece ho dormito più di 10 ore!è eccezionale!il prezzo da pagare è stato il mal di testa di ieri e il sogno di stanotte,ma ne valeva la pena!- -che sogno?- -un incubo,ma non è così importante.-
Non fece in tempo a dire altro che Hotch entrò con un fascicolo in mano e indicò a tutti la sala riunioni:-abbiamo un nuovo caso-.


nota:scusate questo inizio terribile spero che i capitoli successivi vi piacciano di più
  
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