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Autore: Alessandra S    01/09/2012    4 recensioni
Caro Phil,
avevo solo sei anni quando mio fratello mi mise un coltello in mano per la prima volta e mi spiegò come lanciarlo.
E io lo lanciai, e feci centro e questa fu la mia condanna.
Genere: Guerra, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Miranda, la tigre del due.'
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Caro Phil, non ho avuto il coraggio di dirti che ti amo

 

Caro Phil,

 

avevo solo sei anni quando mio fratello mi mise un coltello in mano per la prima volta e mi spiegò come lanciarlo.

E io lo lanciai, e feci centro e questa fu la mia condanna.

Avevo sei anni quando entrai all'accademia di specializzazione ed ero solo una bambina, ma la mia famiglia decise di rubarmi l'infanzia.

All'inizio era tutto un gioco per me: i coltelli, l'arco, le pistole e le spade.

Era tutto un gioco, un gioco a cui io vincevo sempre e che, per questo, mi piaceva.

Ma dopo sei o sette mesi gli allenamenti si fecero sempre più intensi e io mi sentivo sempre meno adatta.

Non mi piaceva più quando il coltello si piantava esattamente al centro del bersaglio perché mi avevano spiegato che così avrei ucciso la gente, e allora incominciai a fare finta di sbagliare.

Incominciai a lanciare i coltelli storti, ad alcuni modificavo la punta per non fargli tagliare bene l'aria.

Ma dopo due o tre volte che sbagliavo iniziarono ad arrivare le punizioni.

Tu lo sai bene Phil, sai bene quanto sono crudeli gli istruttori.

Sai bene cosa fanno a un bambino che sbaglia mira per troppe volte di seguito.

All'inizio ti danno punizioni leggere, ore di allenamento in più o esercizi di potenziamento.

Ma se, anche dopo il potenziamento, continui a sbagliare arrivano le botte e le frustate.

Quante volte sono corsa da te con il sangue che mi usciva dal naso perché l'istruttore mi aveva picchiato troppo forte.

Quanti lividi mi hai dovuto curare ignorando i tuoi per alleviare il mio dolore.

Quante frustate mi sono presa per aver rovinato dei coltelli da lancio di prima qualità.

Me le ricordo ancora, Phil.

Me le ricordo tutte.

Dodici frustate a coltello e io avevo modificato cinque coltelli.

Mi hai dovuto portare di corsa da mia madre.

Piangevi.

E' stata l'unica volta che ti ho visto piangere.

Ho ancora le cicatrici Phil, crescono insieme a me, non fanno più male, ma non se ne vanno.

Ho una schiena martoriata e mutilata per colpa di quei bastardi.

E le sento ancora Phil, ogni volta che chiudo gli occhi quelle frustate schioccano nelle mie orecchie e ricordo il dolore.

E ogni volta che piangevo cercando rifugio tra le braccia di mio padre ricevevo altre botte.

Perché lui dava sempre ragione agli istruttori, e giù a menarmi di nuovo.

E poi tutte quelle storie sulla dieta.

Mi spronavano ad avere una linea perfetta per essere più agile.

Sapevano essere crudeli.

Mi dicevano che ero troppo grassa per stare in quell'accademia e mi toglievano la cena.

Io non ero grassa, Phil.

Io ero sana, era diverso, ma quei vermi sapevano come giocare con la psicologia di una povera bambina di dieci anni.

Così, piano piano, smisi di mangiare e iniziai a vomitare volontariamente.

Non passò molto tempo che iniziai a tagliarmi, e le lame divennero definitivamente le mie migliori amiche.

Pensavo che i coltelli potessero aiutarmi e il sangue potesse espellere un po' del buio che sentivo dentro, ma non era così.

Ogni volta che mi tagliavo invece di sentirmi più giusta mi sentivo ancora più sbagliata.

Per fortuna c'eri tu, Phil.

Tu che mi cullavi dolcemente la notte quando mi svegliavo in preda agli incubi.

Tu che curavi le mie ferite.

Tu che mi abbracciavi forte e mi sussurravi che ero bellissima.

Tu ch m'imboccavi piano piano e mi hai fatto ricominciare a mangiare.

Probabilmente se non ci fossi stato tu mi sarei uccisa.

Ammetto di averci pensato due o tre volte, ma poi pensavo ai tuoi occhi e al tuo sorriso e cambiavo idea.

Ti amo, Phil.

Ti ho sempre amato, dalla prima volta che ci siamo incontrati, o meglio ... scontrati !

Ti ho amato da quando mi hai detto che avevi voglia di panino all'anatra.

Ti amo.

Ma neanche l'amore riusciva ad alleviare il dolore delle frustate, delle botte e dei tagli, neanche ad amore riusciva ad alleviare il peso della vita, anzi lo amplificava, perché ad ogni cosa si aggiungeva la paura di perderti.

La paura di vederti partire e non vederti tornare come non è tornato Oryon, come non è tornata Omega, come non è tornata Ahalambra.

Sono stufa, Phil.

Sono stufa di venire frustata.

Sono stufa di essere picchiata.

Sono stufa di essere obbligata ad allenarmi per giorni quando tutto ciò che voglio è stare con te, stretta al tuo petto.

Ma mio padre non mi permetterebbe ma di uscire dall'accademia, quindi questa è l'unica cosa che posso fare.

L'unico modo che ho per salvarmi è partecipare ai giochi della fame.

Gli Hunger Games sono la mia salvezza, Philips, se muoio troverò una pace e una serenità altrimenti introvabili qui nel distretto e se vinco sono salva, sono libera, sono padrona di me stessa.

Se muoio, Phil, l'unica cosa che rimpiangerò di aver lasciato sulla terra sarai tu.

Se vinco potrò finalmente vivere a modo mio, io ho mani di guaritrice, Phil, come mia madre, come posso anche solo pensare di uccidere ?

E ora o muoio o vinco e in entrambi i casi sarò più felice e meno tormentata.

Mi dispiace solo di non averti dichiarato prima il mio amore.

Ma tu prometti di non dimenticarmi, mai, ti prego Philips.

Ti prego.

 

Per sempre tua,

Miranda, la tua tigre.

 

***

Questa è una lettera la scrive Miranda a Phil per fargli capire meglio la sua decisione di partecipare agli Hunger Games, quando leggevo di queste accademie e di tutto l'odio dei ragazzi favoriti pensavo che, in fondo, l'unico modo per crescere macchine da guerra è fargli patire una vita dura, un po' come le ginnaste cinesi (LOL) quidni mi sono immaginata un accademia piena di istruttori spietati pronti a fare tutto per farti odiare.

Spero di aver reso l'idea.

La lettera è un po' incasinata, ma, in fondo, anche i pensieri di Miranda lo sono, non so come mi sentirei io se avessi appena deciso di andare al macello.

Hahah.

Ok, spero vi sia piaciuta, io ho avuto dei momenti di cedimento mentre la scrivevo, mi giuro, mi sono asciugata delle lacrime :)

Con amore,

Emy McGray

   
 
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