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Autore: Electra_Gaunt    02/09/2012    3 recensioni
Ed ora non poteva più evitarle.
Erano accanto a sé, su di sé, dolci come miele.
Dio, salvami. Se ci sei, salvami.
Il sangue scorreva nelle vene così velocemente da stordirlo.
Fuoco puro.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chester Bennington, Mike Shinoda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lips, Red Lips
 

 “ Il piacere di amare senza osar dirlo ha le sue pene ma anche le sue dolcezze 
Blaise Pascal


 
Era sempre stato ossessionato da quelle labbra. Parevano invitarlo a violare il loro anfratto, come il peggiore dei labri, per rubarne la morbidezza.
Aveva tentato di evitarlo, in tutti i modi possibili. Davvero. Ma non c’era stato scampo.
Ogni volta che le vedeva, Chester sentiva dentro di sé quello strano languore risalire alla mente per poi infrangere ogni desiderio inespresso, ogni sospiro mancato, come una valanga.
Dio, avrebbe voluto morire su quelle labbra.
La sua curva era così perfetta, armoniosa con il resto del viso ovale e gli occhi a mandorla.
Si era trattenuto per anni, una lunga agonia che l’aveva stremato. Poteva sentire il fiatone dentro di sé, nascere dai propri polmoni ed invadergli la mente.
Ed ora non poteva più evitarle.
Erano accanto a sé, su di sé, dolci come miele.
Dio, salvami. Se ci sei, salvami.
Il sangue scorreva nelle vene così velocemente da stordirlo.
Fuoco puro.
“Chester tu hai la febbre. Ora che abbiamo finito di registrare, conviene che torni a casa. Sono certo che una dormita ti farà bene e Talinda saprà sicuramente come guarirti.” Mormorò Mike, mantenendo il tono di voce basso e delicato, tentando di non infastidirlo ulteriormente.
La mente di Chester era nel caos.
Da una parte, il mal di testa non gli dava pace, facendo pulsare fastidiosamente le sue meningi; dall’altra, il respiro caldo di Mike ( che era rimasto fermo, in piedi, tra le sue gambe, mentre Bennington non aveva la forza necessaria neppure di muovere un muscolo, ostinandosi a rimanere stravaccato sulla sedia girevole dello studio di registrazione) gli arrivava in viso, come un balsamo alla menta.
Intenso.
Vibrante.
Chester chiuse le palpebre, le strinse, e le riaprì, tentando di riacquistare la lucidità persa.
“N- non.. non ci riesco, a- adesso. Ho solo bisogno di.. riposare un attimo. La testa mi esplode.”
Mike annuì ma l’altro non vide il movimento. Sentì unicamente le mani di lui prenderlo per le spalle (fuggevoli, perché erano così fuggevoli?) e facendolo alzare in piedi, stringendolo per la vita sottile. Lo accompagnò fino al divanetto di pelle, poco lontano, aiutandolo a stendersi, coprendolo con le loro giacche di pelle.
“Non ci sono coperte.. ma se vuoi alzo i riscaldamenti.” Chiese allora Mike, con voce preoccupata.
Chester socchiuse un occhio, ricambiando lo sguardo.
“N- non preoccuparti. Va bene così. S- stai t- tranquillo.”
“Non sto tranquillo.. tu stai tremando!” sussurrò il moro, trattenendo la propria voce acuta.
“Ok, so io cosa fare. – esclamò tra sé e sé Shinoda – Chiamo il bar qui accanto e gli chiedo di preparare una tisana calda, per te. E magari qualcosa da mangiare. E poi io esco e..”
“No! – lo interruppe Chester, con tono accorato – Tu stai qua, per favore.” Implorò.
“Resta qui.”
Mike Shinoda abbassò lo sguardo, arrossendo lievemente.
“Va bene – gemette di riflesso – Allora manderò Brian a comprare le medicine.”
“Ma tu rimani qui, vero?” ribadì il biondo.
Pareva importargli solo quello, nient’altro.
Mike si sedette sul bordo del divano, accanto a lui. Gli accarezzò la fronte bollente, scendendo sulla guancia pallida, arrivando infine sulle labbra rosse fuoco.
“Certo che rimango qui, come sempre.”
Chester si sforzò di aprire entrambi gli occhi, puntandoli in quelli di Shinoda.
Si aprì anch’egli in un sorriso.
“Come sempre.”
Mike annuì, quasi ci fosse bisogno di ribadirlo nuovamente. Avvicinò il viso a quello dell’altro, poggiando le proprie labbra sulla pelle leggermente pungente della guancia di Bennington. Fece sfiorare i nasi, in un movimento lento e sensuale, senza alcuna fretta.
Accostò il labbro superiore a quello inferiore del malato, con leggerezza.
Chester fu scosso da un brivido di adrenalina che servì a ridestarlo dal torpore momentaneo.
Forse fu la febbre, forse fu il desiderio represso, forse il suo fottuto amore che lo stava facendo impazzire.
Forse fu anche la situazione in cui si erano ritrovati.
Ma accadde.
Il tocco fu inevitabile come l’incontro dell’iceberg per il Titanic.
Un cataclisma.
Chester alzò il mento, impossessandosi rudemente delle labbra tanto agognate di Mike. Il malessere fisico sembrava essersi dissolto, nebbia nella notte.
Le mani corsero ad abbracciare la vita di Shinoda, artigliandolo a sé.
Dio, grazie.
“Chester aspetta..ti prego. Aspetta.. – gesticolò il moro, dopo essersi scostato un poco – vado a sistemare.. a chiamare il bar ed ad avvisare B- brian..”
Sembrava impappinato, sconvolto.
Gesticolava.
Chester si godette la visione.
“Poi torni?”
Mike si fermò di botto, gelato nuovamente da quella domanda.
Lo smarrimento, tuttavia, durò pochi attimi.
“Io torno sempre da te”.
Chester sorrise, guardandolo allontanarsi.
Sono fottuto.




Note dell’autrice: Questo è solo uno sclero senza senso che è nato da un episodio della LinkinParkTV, che riguardava la registrazione di Victimized (inizia al minuto 1:10). Io mi sono solo spinta oltre.. e non credo di aver fatto bene xD
Nulla, mi fermo con i miei chiacchiericci inutili :)
E’ la mia prima fanfic in questo fandom.. siate clementi e spero vi piaccia.
Se qualcuno volesse seguirmi su twitter, io sono @ElectraGaunt :)
Bene, ho detto tutto… *scompare in una nuvoletta di fumo nero*
A presto,
_Electra_
  
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