Non avrei mai immaginato di fare quell'incontro.
Ormai tutti noi avevamo preso il diploma da mesi, e nessuno si era più rivisto.
Eccetto me e lui, in quel momento, in quella spiaggia.
Una volta finito l'allenamento con la mia nuova squadra, invece di andare con loro, avevo preferito fare due passi e restare ad osservare il tramonto.
Sentivo un'incredibile sensazione di vuoto, eppure non sapevo il perché.
Ed ora eccomi, ad osservare il mare seduto in questa spiaggia.
“ Akachin? ”
Mi giro e con sorpresa vedo la sua enorme figura, riconoscibile anche da lontano.

“Atsushi.”

Mi alzo in piedi, togliendomi un po' di sabbia dai pantaloni, e lo guardo. Quel momento, pensavo fosse un'eternità. I nostri sguardi si erano incontrati dopo ormai mesi e, ora, non smettevano di osservarsi fra loro.
Una voce interrompe quegli sguardi e quella piccola eternità.
“ Atsushi! ”
Il suo nome... Chi altri lo chiama così?
Si avvicina, velocemente, un ragazzo alto, dai capelli corvini con un ciuffo davanti agli occhi. Ha la pelle molto chiara ed ha un piccolo neo appena sotto l'occhio destro. Davvero bello.

“Ah, Murochin.”
Murochin?
Il ragazzo mette una mano sulla spalla di Atsushi, senza problemi, e gli sorride, amabilmente.
“ Atsushi, ricorda di non fare tardi stanott-...”
Si accorge di me, si gira e mi guarda, senza fare niente. Si rigira poi verso di lui, senza il minimo segno di esitazione.
“Ho interrotto qualcosa?”
“ No, no, Murochin. ”
Cos'è questa strana sensazione? E' davvero... Fastidiosa e insopportabile. Si è fatta avanti già quando ho sentito il suo nome pronunciato dal ragazzo, sino a farsi sempre più grandi ed ora a scoppiarmi dentro con la frase di Atsushi. N-non credo di poterla sopportare abbastanza.
Abbasso la testa e, senza dire niente, senza fare nessun tipo di segno, mi giro e vado via, ritorno dagli altri come se niente fosse. Maledizione, che fastidio insopportabile. Voglio che mi passi il prima possibile o potrei anche impazzire.
Non sento il mio nome, lui non mi ferma e non mi chiama. Sicuramente, non mi starà neppure guardando. Anche questo mi dà fastidio. Perché?

                                                                                                                         * * * * *

Alla fine sono finito nuovamente in questa spiaggia, anche a quest'ora.
Non riuscivo a stare lì con gli altri, né a rimanere da solo nella stanza. Avevo bisogno di aria e di nient altro. Mi fermo poco prima di una piccola costruzione di cemento sulla sabbia e mi ritrovo a riosservare il mare, sempre più nero. Però, ad interrompermi nuovamente, sento quella voce.
Mi giro, e come avevo capito già da prima, era lui.
“Akachin, sei venuto anche di notte?”
Mi chiede, avvicinandosi a me ed, istintivamente, anch'io faccio qualche passo verso di lui, trovandoci proprio davanti alla costruzione in cemento.
“Già. Avevo bisogno di... Aria. ”
Rispondo, riportando il mio sguardo all'orizzonte, e vedo che anche lui fa lo stesso. In mano, come sempre, ha delle merendine. Mfp, è sempre lo stesso, allora.

Tra noi regna il silenzio per qualche attimo, come lo è sempre stato. Ci siamo sempre fatti compagnia senza il bisogno di parlare di ogni cosa.
Ma ecco che anche questo viene interrotto, sempre dalla sua voce, bassa, ma dal tono di un bambino.

“Akachin, anche prima mi sei sembrato strano. E' successo qualcosa?”
Lo guardo un attimo, leggermente stupito. Aveva davvero capito che c'era qualcosa che mi preoccupava, al di là di quella strana sensazione che ormai si era dileguata da quando avevo risentito ancora una volta la sua voce.
“ Se devo essere sincero, sì. ”
In questi ultimi tempi sentivo come un vuoto dentro di me, un vuoto difficile da colmare. Mi chiedevo sempre il perché di questo, ma cercavo di dimenticarlo presto.
Sorrido leggermente con un tono nostalgico e mi metto una mano davanti al viso, quasi come se mi vergognassi, e poi dico, senza esitare.
“ Sai, Atsushi. Credo che voi mi manchiate. ”
Lui a quelle parole sgrana gli occhi, come sorpreso. Perché lo aveva fatto? Cosa c'era di così strano in me, ora?
D'un tratto mi sento attaccare alla parete di quell'edificio e mi ritrovo davanti il suo corpo, enorme, come sempre. Mi tiene imprigionato e attaccato al muro ed avvicina pian piano il viso.

“Atsushi, cos-!”
Succede in pochi secondi, senza che io me ne renda conto in tempo per poter agire, per poterlo bloccare, per potermi liberare da quella presa.
Mi ritrovo le sue labbra poggiate sulle mie, che cercano di rubarmi sempre più il fiato, non lasciandomi in pace per un bel po' di tempo.
Sgrano gli occhi, cercando una via d'uscita che, in quel momento di confusione non riesco a trovare.

Poi la sento. Sento la sua mano che mi scivola sul fianco, che scende pian piano, ed arriva lì, sulla vita dei pantaloni, cercando di insinuarsi dentro.
No. Cosa diamine stava succedendo?
La mia prima reazione, l'unica, è quella di tirargli un fortissimo pugno allo stomaco, liberandomi finalmente da quella presa, da quelle mani, da quella bocca. Lui cade a terra, seduto sulla sabbia.
Respiro a fatica, affannosamente. Si massaggia piano il punto in cui gli ho tirato il colpo e solleva la testa verso di me e mi guarda. Lo guardo con gli occhi sgranati, pieni di rabbia, con il pugno ancora stretto.
Cosa diavolo aveva fatto?!
Porto la mano del pugno sulla mia bocca e la sfrego, continuando a guardarlo severamente. Riabbassò il braccio ma non continuo. L'unica cosa che faccio è girarmi ed andare via.
Perché mi aveva baciato? Perché?  


 

Grazie a tutti per aver letto anche questa storia! 
Spero di non essere andata troppo OOC e di aver scritto bene ogni cosa, senza aver fatto errori!
Accetterò ogni recensione, positiva, negativa, neutra che sia, quindi scrivete pure tutto ciò che pensate! :) Per altre informazioni sulle mie storie potete contattarmi sulla mia pagina Facebook Gh595!