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Autore: alister_    02/09/2012    4 recensioni
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Sumika è così fragile.
Koshin, Sumika e Saeko, spettatrice silenziosa.
Seconda classificata al Summer Quote Contest di Gweiddi at Ecate.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Nota: Questa storia ha partecipato al Summer Quote Contest di Gweiddi at Ecate e si è classificata seconda o/ Sigh, ma sono la prima a scrivere su Partner? Non lo conosce nessunooooo? ;_;


Titolo: Stranger to beauty
Autore: Alister09 / alister_

Fandom: Partner
Personaggi/Pairing: Saeko Noguchi/Koshin Tojo/Sumika
Rating: Giallo
Quote:
La follia nei grandi ha da esser vigilata” – Amleto



Stranger to Beauty


"Senpai!"

Sumika è giovane. Sumika è bella.

Bella come lei non è mai stata, bella come mai potrà essere – perché, se già il suo viso è così scialbo in giovinezza, gli anni non potranno far altro che creparlo e deformarlo.

"Non devi più chiamarmi senpai, Sumika. Ormai ti sei diplomata anche tu".

Lei inclina il capo, i capelli chiari illuminati dal sole – luminosi come il sole.

"Ma sono sempre la tua kohai preferita, vero, Saeko?"

Sumika è speciale.


"Senpai, ho conosciuto una persona."

Sumika sorride, le guance arrossate. C'è una luce nei suoi occhi che Saeko non le ha mai visto, ma che riconosce subito: l'ha scorta tante volte nel proprio riflesso.

"Un uomo?"

L'assenso che segue è una pugnalata al suo cuore tumultuoso.

Sumika è innamorata.


"Te lo voglio far conoscere".

Non riesce ad immaginare qualcuno degno dell'amore di Sumika – la sua Sumika, che durante tutti gli anni di liceo l'ha sempre preferita ad ogni corteggiatore; eppure, Tojo è bello come lei, e altrettanto lontano dal mondo di forme semplici di Saeko.

Koshin, lo chiama lei, e quel nome sulle sue belle labbra ha un sapore così intimo da farla sentire un'intrusa.

Nel loro universo di bellezza e perfezione, non c'è spazio per lei: sarebbe solo uno sgorbio su un dipinto pregiato.

Sumika non è più sua.


"Senpai... Sento che qualcosa non va".

La voce di Sumika trema: la felicità si è incrinata.

"In Koshin. Sento che c'è qualcosa che non va in Koshin".

Saeko si infila silenziosamente nella crepa, si riprende lo spazio che le spetta.

"L'altra sera suo padre ha fatto uno strano commento a tavola... Io non...”

Le accarezza i capelli con una mano – quei capelli così morbidi e diversi dai suoi: appartengono a lei, prima che a Tojo.

“N-non so come interpretarlo".

Sumika è così fragile.


Senpai, la realtà mi è piombata addosso come un macigno all'improvviso e io non riesco a sopportarla...”

Comincia così la lettera che le ha lasciato – a lei, non a Tojo. Giace sul comodino della sua stanza, accanto a un vaso di fiori avvizziti.

Anche Sumika, il fiore più bello, è avvizzita.

Le sue guance hanno perso la consueta vivacità, gli occhi dolci sono innaturalmente chiusi, la pelle tiepida del suo braccio – che tante volte ha finto di sfiorare per caso – è ora fredda.

Sumika è morta.

La vita di Saeko non ha più senso.





Tojo è un assassino.

Glielo legge negli occhi spenti, cerchiati da ombre scure e profonde: è un assassino, e le ha portato via Sumika.

Ostenta il suo dolore in un'apatia irritante, tanto egoista da credere di essere l'unico a soffrire.

Saeko lo odia. E' così bello.

“Ho buone referenze nell'ambito scientifico”.

Lui la zittisce con un cenno assente, trincerato nello spazio inaccessibile dei suoi pensieri.

E' il suo modo di dirle che ora lavora per lui.


Tojo è solo.

Fissa il cielo azzurro oltre la finestra con sguardo perso. Anch'io penso a Sumika in ogni giornata così bella, vorrebbe dire Saeko, ma non lo fa, perché quell'uomo non merita alcun conforto. E' solo un bambino viziato che ha rovinato tutto con il suo egoismo.

“Ecco le sue carte, dottore”.

Non lo chiama mai Koshin; quel nome apparteneva a Sumika, alle sue labbra piene d'amore. Pronunciato dalla sua voce mascolina sarebbe solo una bestemmia.

“Grazie, Saeko”.


Tojo è pazzo.

“Se non mi spingo troppo oltre, non ci sono problemi. Lo faceva anche mio padre” 1, dice, davanti a un cadavere smembrato e ricomposto troppe volte.

Saeko si tappa il naso: ha imparato a tenere a freno il vomito. Quest'uomo, con la sua totale assenza d'etica, la disgusta di più ogni giorno che passa.

E' splendido anche mentre affonda le mani nella carne morta e s'imbratta il camice di sangue. Si chiede come quelle dita abbiano potuto toccare anche la pelle candida di Sumika; l'hanno macchiata irrimediabilmente con la loro immoralità.


Tojo è un genio.

Le sue labbra si increspano nel primo abbozzo di sorriso, dacché Sumika è morta, quando il corpo senza di vita di un bambino riprende a muoversi. Alza braccia e gambe a scatti, sbatte le palpebre troppo rapidamente: non c'è nulla di umano nei suoi movimenti, ma il dottore è felice.

Se fosse ancora in vita e lo vedesse sorridere di un spettacolo tanto grottesco, Sumika si ucciderebbe di nuovo; ma al suo fianco c'è Saeko, e Saeko è ormai abituata all'anormalità di quest'uomo.

Vuole fare quello che ha fatto a questo bambino anche a Sumika, lo sa – ha visto il suo corpo conservato in una teca come quello di una principessa, e le ha sussurrato scuse e preghiere nella speranza di un miracolo.

Non lascerà che la insozzi anche dopo la morte.


Tojo è irraggiungibile.

Lo guarda ogni giorno sprofondare nella sua solitudine di bellezza e pazzia, senza che nessuno dei suoi ammonimenti gli giunga alle orecchie.

Ed è bello, maledettamente bello, tanto bello che Saeko lo odia – lo ama.

E si odia, per il suo corpo grasso, per il suo viso cadente, per i suoi occhi piccoli e miopi; sa che anche lui prova disgusto ogni volta che posa lo sguardo su di lei. Tojo non ha mai avuto il buon cuore di Sumika; dal brutto non riesce a trarre nulla di buono. Non si accorge di quanto faccia per lui ogni giorno.

Saeko è l'unica a stargli accanto in quel suo viaggio solitario verso la distruzione, dove genialità e pazzia si confondono in una spirale di sangue. Veglia su di lui dal giorno in cui Sumika è morta, senza chiedere nulla in cambio.

Perché Sumika lo amava. Perché lei amava Sumika. E perché ama anche lui.

O forse Saeko ama soltanto – di un amore disperato e senza speranza – la bellezza che non ha.





N/A:

Il prompt è preso un po' alla lontana, ma è stata la citazione a innescare la storia: mi ha fatto pensare alla signora Noguchi, che vigila silenziosamente sul professor Tojo nonostante tutti i suoi crimini. L'idea era quella di parlare di questi personaggi, che ho sempre trovato molto affascinanti. Mi sono basata su quanto si dice di loro nelle pagine finali del terzo volume, e ci ho ricamato un po' sopra.

Ci sono diverse ripetizioni nel corso della storia, prima tra tutti quella dei nomi proprio; l'intento era quello di provare a rendere la morbosità della complessa dinamica che lega i tre.

E niente, non mi sarei mai aspettata di scrivere una storia dal punto di vista della Noguchi XDDD

1Frase tratta dal volume 3.

   
 
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