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Autore: raimbowcomet    02/09/2012    21 recensioni
La osservava da lontano, appoggiato alla colonna dell'ampio salone, incurante degli altri vampiri che gli stavano intorno.
La osservava fingere sorrisi verso sconosciuti, mascherando il proprio stato d'animo.
La osservava e non sembrava esserci nient'altro oltre lei.
Sapeva, dannazione lo sapeva!, che sarebbe dovuto essere più attento e riservato, ma non ce la faceva.
Ci aveva provato, ma i suoi occhi tornavano sempre a cercare la sua figura.
Anche lei se ne era accorta ma, al suo contrario, sapeva essere molto più discreta.
Non una sola volta aveva lasciato che il suo sguardo vagasse su di lui per più di un secondo.
Faceva finta di scandagliare annoiata la sala, quando Aro non le presenteva vampiri incuriositi dai suoi occhi ambrati, decisamente insoliti per una guardia dei Volturi.
Non era la prima festa a cui partecipava, ma c'erano sempre nuovi individui che facevano domande su domande ed il grande capo ovviamente, non perdeva tempo per esibire il suo gioiello. La sua punta di diamante.
Chissà cosa avrebbe fatto quando, il giorno dopo, gliel'avrebbe portata via.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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And then... you


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Ringrazio infinitamente quella pazzoide della Nichi, che si mette a fare copertine all'una di notte fangirlando.
Inutile dire quanto l' A D O R I infinitamente. Spero solo che la storia sia all'altezza e che vi piaccia.









La osservava da lontano, appoggiato alla colonna dell'ampio salone, incurante degli altri vampiri che gli stavano intorno.
La osservava fingere sorrisi verso sconosciuti, mascherando il proprio stato d'animo.
La osservava e non sembrava esserci nient'altro oltre lei.
Sapeva, dannazione lo sapeva!, che sarebbe dovuto essere più attento e riservato, ma non ce la faceva.
Ci aveva provato, ma i suoi occhi tornavano sempre a cercare la sua figura.
Anche lei se ne era accorta ma, al suo contrario, sapeva essere molto più discreta.
Non una sola volta aveva lasciato che il suo sguardo vagasse su di lui per più di un secondo.
Faceva finta di scandagliare annoiata la sala, quando Aro non le presenteva vampiri incuriositi dai suoi occhi ambrati, decisamente insoliti per una guardia dei Volturi.
Non era la prima festa a cui partecipava, ma c'erano sempre nuovi individui che facevano domande su domande ed il grande capo ovviamente, non perdeva tempo per esibire il suo gioiello. La sua punta di diamante.
Chissà cosa avrebbe fatto quando, il giorno dopo, gliel'avrebbe portata via.

**

L'aveva conosciuta ad una festa come quella, mesi prima.
Inizialmente non voleva andarci, ma si sapeva, quando i Volturi ti invitavano non potevi di certo rifiutare. Così, una volta ricevuto l'invito, avevano fatto i bagagli ed erano partiti per Volterra senza guardarsi indietro, con l'intenzione di togliersi il pensiero. Le sue sorelle erano felici di poter sfoggiare un bell'abito una volta tanto e i suoi fratelli di vedere le nuove entrate in scena della comunità, ma lui non aveva nessun tipo di desiderio.
Gli sarebbe bastato superare indenne quella serie di giorni e tutto sarebbe andato bene; invece il destino gli aveva riservato molto di più: gli aveva fatto conoscere la sua anima gemella.
In quasi cento anni di esistenza non aveva mai provato interessa per una donna, non che molte non fossero belle, ma era difficile trovare un'affinità, anche per la sua scelta di vita. Invece con lei era bastato uno sguardo, e il mondo era cambiato.
Erano entrati nella sala e non l'aveva notata subito in quel marasma di corpi, si era fatto attrarre per un secondo dall'odore si sangue umano sistemato al buffet. Mio dio, aveva pensato, come in un film dell'orrore.
Caraffe piene di sangue più disparato sistemate in fila, vicino a calici di cristallo, come se in qualsiasi momento ogni vampiro presente non avrebbe voluto scaraventare il tavolo dall'altra parte della sala per avventarsi sul ricco bottino. Volevano dare un'apparenza di civiltà quando erano solo mostri, ridicolo.
Aveva distolto lo sguardo, nauseato, e lo aveva fatto vagare per la sala, sperando di trovare un volto amico.
Quello che aveva trovato invece, era stato addirittura meglio.
Un'apparentemente giovane vampira- quanti anni avrebbe potuto avere in termini umani? Diciotto? Diciannove?- se ne stava accanto ad Aro, tutta occupata a stringere mani e a sorridere, anche se aveva l'aria annoiata. Era davvero stupenda, forse la donna- sia umana che vampira- più bella che avesse mai visto.
Non aveva nulla di speciale, non era particolarmente alta o formosa, nè tantomeno dal portamento regale o aria di superiorità, ma emanava un senso di... fragilità, che avrebbe voluto farla rifugiare tra le sue braccia e stringerla dolcemente per il resto della serata. Aveva i capelli color mogano, con riflessi rossastri, acconciati in morbide e naturali onde che le ricadevano oltre il seno rotondo e perfetto; la bocca leggermente sproporzionata, con il labbro superiore poco più pieno di quello inferiore che le conferiva un'aspetto più umano della maggior parte dei vampiri statuari nella sala, e il naso minuscolo e all'insù. La cosa che però lo colpirono- e colpirono anche la sua famiglia a giudicare dalla loro immobilità a causa della sorpresa- furono gli occhi.
Dei caldi occhi color dell'ambra, così esprissivi e dolci, così tristi e sconsolati che gli bloccarono il respiro in gola.
Si fissarono per quello che parve un minuti interminabile, mentre il capo parlava:
-Carlisle, mio buon amico, che piacere rivederti! Sono così contento che tu abbia accettato il mio invito! E la tua meravigliosa famiglia come sta? Tutto bene, vero?
-Aro, grazie a te, stiamo tutti bene e anche tu, sei in forma a quanto pare!- si strinsero le mani sorridendo.
-Lasciate che vi presenti l'incantevole Isabella, fa parte della nostra guardia da trent'anni ormai, ma non penso abbiate avuto l'onore di incontrarla.
A turno tutti le strinsero la mano ma fu soltanto quando Edward le sfiorò con la punta delle dita, che sua sorella Alice ebbe un tremito visibile e la vista le venne così vacua che dovette aggrapparsi al suo compagno per mantenere un minimo di contatto con la realtà. Era bastato un minimo tocco a dare vita alla visione che avrebbe cambiato le loro vite. Edward non perse un secondo, e focalizzando la sua attenzione, fu catapultato direttamente nel sogno premonitore. C'erano lui e Isabella che parlavano abbracciati, lei con la testa sulla sua spalla e con la mano, dove spiccava lucente una fede d'oro, gli carezzava una guancia. Lo sguardo della ragazza era davvero adorante, lui si portò alla bocca la mano con la fede, e baciò proprio l'anulare, sorridendo dolce.
La visione se ne andò con la stessa velocità con cui era apparsa e lasciò fratello e sorella senza fiato.
I Cullen ovviamente se ne erano accorti, ma i loro interlocutorni no, grazie al cielo.
Edward e Isabella si fissarono per qualche secondo, poi lui distolse lo sguardo, lasciando la ragazza a contemplarlo. La suddetta vampira non aveva mai visto nulla di più bello in tutta la sua vita, e ne aveva osservati molti di uomini, ma lui aveva i capelli rossi rame, una mascella squadrata e un paio di occhi ambrati, specchio dei suoi.
Prestò poca attenzione agli altri membri della famiglia, d'altronde un'occhiata era più che sufficiente per la sua mente infallibile, poichè occupava interamente il suo campo visivo. E che campo visivo.
Aveva un sorriso fresco e genuino il ragazzo, come pochi. Essendo nella guardia aveva potuto incontrare molti tipi di sorrisi, dal maligno, al menefreghista, al sanguinario e al bugiardo, ma nessuno era neanche lontanamente paragonabile a quel sorriso storto che le aveva rivolto: un angolo della bocca leggermente sollevato in una delicata smorfia. Sghembo, ecco come poteva definirlo.
Chissà se la sua pelle era realmente vellutata come appariva..., che sciocchezza no! Era un vampiro.
Desiderò ardentemente allungare la mano e sfiorare la sua con la propria, per testare in prima persona, ma ovviamente non poteva farlo, chissà cosa avrebbero pensato tutti, chissà come avrebbe reagito lui.
-Avete notato gli occhi vero? A quanto pare non siete gli unici che hanno preso questa decisione. La nostra Isabella si è subito adattata da sola, dopo qualche problema certo, e le ho concesso questa diversità. Credo vorrete parlare un po' dopo... ora dobbiamo interloquire con così tanti...- fece un gesto ampio con la mano e indicò la vastità della sala, colma di corpi in attesa di trovarsi di fronte al grande capo.
-Oh ma certo! Ora andiamo, avremo occasione di conversare più tardi, vecchio mio!- Carlisle salutò con una pacca sulla spalla e allontanò la sua famiglia, nonostante gli occhi di Edward e Isabella rimasero incollati.
Il ragazzo non la smetteva di pensare fino a farsi scoppiare il cervello: come avrebbe fatto? Si sarebbero innamorati? Loro... insieme?
-Edward.- iniziò Alice, la voce emozionata.
-No.- rispose fermo. Nessuno avrebbe dovuto saperlo.
-Cosa hai visto?- le domandò Jasper avvicinandosi, diventava così protettivo con sua moglie.
Già... sua moglie. Anche lui si sarebbe sposato? Dalla visione sembrava di sì, ma sapeva che non sempre la sorella indovinava, dipendeva dalle scelte che prendevano le persone.
-Sta' zitta.- le intimò il fratello con un ringhio.
-C'entri tu?- Emmett alzò un sopracciglio, curioso.
-E' ovvio che c'entra lui, altrimenti non sarebbe così interessato.- constatò Rosalie acida.
Stavano parlando tutti insieme, e iniziava davvero a innervosirsi.
-Fatevi gli affari vostri.- sibilò, e fece finta che non fossero affianco a lui.
Intanto la sua sorella preferita scuoteva la festa, felice.
-Te lo meriti.- gli sussurrò avvicinandosi.
-E' impossibile.- replicò duro. C'erano troppi problemi, troppe differenze...
-A quanto pare no.- sempre ottimista lei, facile, tanto non ci si trovava in prima persona.
Possibile che la sua vita fosse cambiata irreparabilmente in cinque minuti? Non aveva neanche tentato di leggerle nella mente per quanto era scioccato. E neanche la sua voce aveva sentito! Bhè, quella era colpa sua che non aveva parlato dopo tutto.
-Cosa?- chiese Carlisle spazientito- cosa hai visto Alice?- le chiese fissandola negli occhi.
Non avrebbe potuto mentire, non così a quello che considerava suo padre.
-Ho visto la ragazza, Isabella.
-E che c'entra con Edward?- domanò Emmett- oh... aspetta...- fece, intuendo finalmente qualcosa. Peccato che scoppiò a ridere sguaiatamente, facendo girare molti verso di loro.
-Mio Dio parlate piano, può sentirci chiunque qui.- li reguardì la piccola vampira.
-Ma... è fantastico caro!- Esme si era già fatta avanti, pronta ad abbracciare il suo figlio preferito, che era stato solo per troppo troppo tempo.- è bellissima e sembra proprio adatta a te!- partì subito in quarta, praticamente già l'adorava, ma l'avrebbe fatto anche se avesse avuto tre occhi o i piedi palmati. Avrebbe accolto chiunque avesse reso felice il suo dolce Edward a braccia aperte.
-Mamma... fa parte della guardia.
-E allora?
-Come e allora? Noi fra pochi giorni ripartiremo e lei è qui... neanche la conosco...
-Non preoccuparti tesoro, se lo vorrete veramente troveremo un modo.
Il vampiro sospirò inutilmente e lasciò vagare lo sguardo per tutta la sala, fino a trovare il suo. Lo stava guardando, perfetto. Anche lei aveva percepito la loro affinità?
Non seppe rispondere a quella domanda, fatto stava che, per tutto il resto della serata, avevano continuato a fissarsi indecentemente, sperando ardentemente che nessun altro se ne fosse accorto.

**

Fu alla fine di quel ballo che prese coraggio e l'avvicinò nel largo balcone del palazzo.
Non sapeva esattamente cosa aspettarsi, ma lo fece, era destino dopo tutto.
L'avvicinò e le chiese se si annoiava, e ricevendo un cenno affermativo, si sentì spronato ad andare avanti.
-Quanto?- le aveva domandato.
-Molto.- gli aveva risposto.
Finalmente poteva ricollegare quel magnifico volto ad un'altrettanto suadente voce. Sarebbe stato più facile captare i suoi pensieri ora. Si era concentrato ma... niente, il nulla campeggiava sovrano. Come mai?
Che il suo infallibile potere avesse fatto cilecca? Che stesse davvero invecchiando?
-Cosa stai facendo?- la voce armoniosa della vampira ruppe il silenzio.
-Sto cercando di leggere i tuoi pensieri, ma non ci riesco.- perfetto, ora l'avrebbe preso per uno stalker, era proprio un deficiente.
-Ah sì, è il tuo potere, l'avevo sentiro dire. Non penso ci riuscirai comunque, sono uno scudo.
Uno scudo? Wow, non ne aveva mai incontrati di così forti e capaci di respingerlo. C'era Gianna nella guardia, ma il suo da quanto poteva ricordare era solamente fisico.
-Non ho mai incontrato...
-Lo so, sono quasi unica, per questo mi hanno voluto nella guardia.- fece un sorriso triste- Aro me lo ripete ogni giorno.
-Ma... da come ne parli non ti piace qui, perchè hai accettato?- tentò di capire.
-Non ho propriamente accettato, diciamo che ero entrata nella cricca già da umana.- si stava scoprendo troppo, ma era così raro trovare qualcuno con cui parlare, interessato a lei e non al suo potere! Anzi, impossibile.
-Entrata nella guardia da mortale? E' impossibile!
-Non ero entrata nella guardia, ma avevano capito il mio enorme potenziale, così anzichè succhiarmi del tutto mi hanno trasformato.- la pessima ironia che stava facenda la faceva sorridere macabramente. Davvero gentili, sì.
-Davvero impressionante.
-Già.- convenne lei- comunque chiedimelo, avanti, so che vuoi farlo.
-Cosa?
-I miei occhi.
-Ah, si... volevo fare un po' il casuale, ma hai rovinato l'effetto.- Isabella sorrise, conscia di quanto le sarebbe costata quella confidenza, ma andò avanti lo stesso.
-Perchè hai fatto questa scelta? Voglio dire... ne sono felice ovviamente, è sempre un bene risparmiare vite, ma... insomma stando a stretto contatto con loro, come ti è venuta in mente una cosa del genere?
-E' difficile... è capitato per caso. Odiavo, ed odio, vedere quelle povere persone attirate con l'inganno che vengono a morire. Non volevo essere un mostro, cercavo di nutrirmi il meno possibile, finchè un giorno tanta la sete ero scappata in un bosco qui vicino e mi è capitato davanti un capriolo.- fece un gesto esplicativo con la mano.
-Domani mattina volevo andare a caccia, vieni con me?- azzardò.
Avrebbe dovuto lasciarla in pace, lo sapeva.
Avrebbe dovuto varcare quella porta e dimenticarla.
Avrebbe dovuto far finta che non fosse mai esistita.
Avrebbe dovuto fare molte cose, eppure non trovava il coraggio neanche per guardarla negli occhi.
Isabella voltò lo sguardo verso la sala gremita e subito si rattristò.
-Non ti lasciano uscire da sola?- le domando, temendo in una risposta affermativa. Forse sarebbe stato meglio così. Si sarebbe concluso tutto ancora prima di iniziare, prima di dargli tempo di sperare. Bhè no, i film mentali li aveva già fatti, troppo tardi. Aveva immaginato tutta la loro vita insieme quasi.
-No, no... non è questo, è che...
-Ho capito, non fa nulla. Scusa se sono stato impertinente, ma mi sarebbe piaciuto conoscerti di più magari. Dimentica quello che ho detto, e perdonami per la mia terribile insolenza.- il suo tono da gentiluomo di altri tempi tornò prepotente e la vampira si sentì soggiogata. Le sembrava di trovarsi in un film d'epoca.
Respirò a fondo e lo guardò negli occhi, perdendosi in quel mare d'ambra.
Mai nessuno l'aveva trattata così. Mai nessuno l'aveva avvicinata con dolcezza e aveva provato ad instaurare una conversazione diversa dal 'il tuo potere è strabiliante, staremmo bene insieme io e te', e dopo trent'anni invece, arrivava un ragazzo, con la sua stessa scelta di vita per giunta!, e la ammaliava. Ma cosa ne avrebbero pensato i suoi padroni? Sapeva che lo volevano nella guardia, lo aveva letto negli occhi di Aro non appena si erano soffermati su di lui e sulla piccola ragazza mora. Eppure, per questo futile motivo non avrebbe dovuto dargli una possibilità? Sembrava così diverso, così particolare...
-Stanotte, al muro est, davanti al masso circolare. Sarò lì se vorrai.- sussurrò e a velocità sovraumana ritornò nella stanza, facendo finta di aver perso tempo a parlare con gli ospiti. Aro però, non si era lasciato sfuggire una sola mossa.

**

Fu il loro primo incontro clandestino, quello. Il primo di moltri altri.
Erano stati dannatamente bene insieme e non avevano potuto fare a meno di incontrarsi di nuovo.
Nonostante lui abitasse in Alaska in quel periodo. Aveva sempre trovato del tempo per andare a trovarla, visto che lei non si poteva ancora muovere. Avevano discusso più volte sul fatto che Isabella lasciasse la guardia ma sapevano quanto fosse piuttosto limitata come idea. Sarebbero morti entrambi.
-Qui faccio parte di qualcosa- gli aveva detto, sdraiata nella radura vicino Volterra, mentre lo fissava, Il giorno prima c'era stata un'altra festa, ed avevano avuto la scusa per vedersi- fuori da qui non sono nulla, sono soltanto una vampira, una reietta in fuga senza niente. Nonostante siano crudeli, nonostante mi costringano ad uccidere, posso dire che siano la mia famiglia. Ogni cosa che voglio la ottengo, persino la mia dieta speciale, e fino ad ora non ho mai avuto motivo per volermene andare.
-Se venissi con me ne avresti una vera di famiglia, Bella! Avresti persone che ti amano per quello che sei, non per quello che sei in grado di fare! Avresti Alice, non ti sei forse trovata bene con lei quando è venuta con noi?, e avresti ME!
-Edward...- sospirò lei voltando il viso. Erano sdraiati sul prato, uno vicino l'altra. Passavano i rari momenti insieme così, semplicemente abbracciati, occhi negli occhi, quando la passione non prendeva il sopravvento.
-Non ti basto?- chiese angosciato.
-Si che mi basti, lo sai benissimo, ma non è semplice!
Sarebbe bastato così poco... Sarebbe bastato incontrarsi in un'altro luogo, in un'altro tempo, dove lei non facesse parte della Guardia, e sarebbe stato tutto più facile. Sarebbero stati insieme per sempre.
Se si fosse azzardata a dichiarare che se ne voleva andare, Aro avrebbe fatto di tutto per tenerla vicino a se', ed era terrorizzata per Edward. Ovviamente nessuno poteva obbligarla, alla luce del sole, ma i metodi subdoli erano all'ordine del giorno. Chissà cosa sarebbe potuto succedergli.
Di certo poi, non avrebbe mai obbligato il suo compagno- si perchè ormai lo era a tutti gli effetti- ad entrare in quel circolo vizioso, ma sapeva che l'avrebbe fatto per lei.
-So senza chi posso vivere per il resto della mia eternità- le aveva detto abbracciandola nella radura.
-Sarebbe duro senza la mia famiglia- aveva continuato- ma non potrei resistere senza di te, non ora che ti ho trovata.- premette il naso nei suoi capelli e respirò a fondo, conscio che ogni istante con lei era prezioso. Li avrebbero potuti separare in ogni momento.
-La mia vita era come una notte senza luna prima di incontrarti.- glielo ripeteva sempre, e lei ogni singola volta si ritrovava con un groppo in gola che non la faceva deglutire, il respiro mozzato tipico dei vampiri quando cercavano di piangere lacrime che non avevano più.
Si strinse di più e lui, e strofinò la sua guancia e infilò una gamba fra le sue.
Gli aveva promesso una risposta quel giorno, erano mesi che andavano avanti così, era ora di farla finita.
In quel momento però, l'unica cosa che voleva era aggrapparsi a lui come un'ancora di salvezza, immaginare che tutto sarebbe andato per il verso giusto e ne sarebbero usciti entrambi indenni. Un sogno impossibile.
Ognuno avrebbe fatto qualsiasi cosa per l'altro, ma chi si sarebbe dovuto sacrificare?
Sarebbero dovuti scappare di nascosto e far perdere le loro tracce? O Aro avrebbe insistito nel far entrare Edward nella guardia con qualche ricatto? Oppure, maledettamente impossibile, l'avrebbero lasciata andare, magari anche augurandole una vita felice?
Le venne da ridere: quando il capo dei Volturi aveva un giocattolo prezioso non lo regalava di certo al primo che passava, avrebbe fatto di tutto per tenerselo, anche a costo di ingannare e magare passare a cose più pesanti.
Avrebbe dovuto rinunciare a lui quando poteva, ora era troppo tardi.
Era stata un'egoista e qualcuno ne avrebbe dovuto pagare le conseguenze.
Eppure, incontri milioni di persone e nessuna di queste ti tocca veramente, poi incontri una persona e la tua vita cambia per sempre. Era successo a loro, e non poteva esserne più che felice, anche se sarebbe stata dura.
Anche se avrebbero sofferto, sarebbero stati insieme. Perchè quando due destini complementari si incrociavano nulla poteva dividerli.
Si alzò dal prato e lo prese per mano, sicura che qualunque scelta che avrebbero compiuto,  avrebbe implicato anche un 'noi'.




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Emh... che belli i finali aperti vero? *tenta di ironizzare*
No, va bene, anche io li odio, ma questa volta non potevo fare altrimenti.
Che dire? Sono ritornata dopo mesi e mesi di assenza nel mio 'fandom d'appartenenza' e bhè, so che sono arrugginita nello scrivere su E/B, ma diciamo che era un esperimento questo, quindi se è uno schifo non uccidetemi, l'ho scritto di getto dall'una alle quattro di questa notte e non ho avuto il coraggio di cancellarla.
L'ultima frase in corsivo è una citazione dal film 'Amore e altri rimedi', adoro quel film.
Ringrazio tutte coloro che hanno sopportato le mie ansie riguardo questa piccola storia e mi hanno rassicurata che fosse quantomeno decente per essere postata. Particolarmente a Ca' che lo ha letto in anteprima e mi ha spronata, altrimenti sarebbe rimasta in un file del mio pc a vita. Spero vi sia piaciuta almeno un pochino, ho tentato di rendere i personaggi e il resto molto simile alla saga :)

Comunque più o meno ho il finale in mente ma non credo di postarlo, vediamo cosa ne pensate voi!
Chi si 'sacrificherà' dei due? Cosa sceglieranno? E ce la faranno a stare insieme nonostante tutto?
Mh... quante domande. Ditemi le vostre ipotesi, vediamo chi indovina va.

Un bacione, e grazie ancora per aver letto questo piccolo scritto senza pretese, spero di essere migliorata dall'ultima volta che ho scritto in questo fandom e che questa pausa sia servita :)
Ps. se volete contattarmi, come sempre eccomi qui, Athena Efp su facebook, yay!
Arrivederci, Athena xx
   
 
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