Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ellynami    02/09/2012    2 recensioni
Maghi e Streghe affermavano con convinzione che Harry Potter morì il 7 Maggio 1998. Come li si poteva biasimare? Era trascritto ovunque: nei libri di Storia della Magia, addirittura dietro alla sua figurina nelle Cioccorane.
Eppure, se leggevi una piccola scritta, così microscopica da esser quasi invisibile al di sotto di quella data, scoprivi una cosa assai curiosa.
Il suo corpo non è stato ancora ritrovato.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Mangiamorte | Coppie: Draco/Harry
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Oltre Ogni Previsione"




Buona lettura!

I personaggi e i luoghi appartengono a J K Rowling. Il resto è tutto di mia invenzione.



Autrice: Io, Me stessa, e Me!
Rating: Facciamo Arancione, dai!
Pairing: Drarry!
Avvisi: Shounen-ai…
Presentazione: Maghi e Streghe affermavano con convinzione che Harry Potter morì il 7 Maggio 1998. Come li si poteva biasimare? Era trascritto ovunque: nei libri di Storia della Magia, addirittura dietro alla sua figurina nelle Cioccorane.
Eppure, se leggevi una piccola scritta, così microscopica da esser quasi invisibile al di sotto di quella data, scoprivi una cosa assai curiosa.
Il suo corpo non è stato ancora ritrovato.




Capitolo 1="Quando l'Amore uccide"

7 Maggio 1998



Il vento scompigliò i morbidi capelli di Harry Potter, sferzò impetuoso il suo volto, trascinando con sé le gocce che colavano sul viso pallido del giovane. La pioggia picchiettò allegramente sulle crine dei Centauri, sui volti assiepati nella Foresta Proibita, sulle mura bianche e spoglie della ormai scomparsa Hogwarts, sui tetti. Il tamburellare frenetico della pioggia era l' unico rumore udibile quella notte gelida. Tutto taceva, ogni cosa trasudava tensione e un'interminabile attesa per la battaglia imminente.BR>

L' unico pensiero che permeava la mente di Harry era opprimente e irraggiungibile: voleva che la guerra finisse subito. In modo indolore. Senza vittime.

Sapeva che ciò era assolutamente impossibile. Ma non poteva fare a meno di sperare. Così, con l' intento di non rendere vani i sacrifici fatti da tanta gente, cercò tra le schiere nemiche lo scintillio perfido di un paio di occhi rossi come braci ardenti, le narici ridotte a fessure del suo acerrimo nemico. Non trovandolo.

Sussultò a quella constatazione. Dov' era? Si nascondeva? Non era il comportamento che caratterizzava Voldemort. Allora perché non si mostrava? Non certamente per codardia…

Osservò gli alberi contorti e raggrinziti che sostavano dietro i Mangiamorte. La Foresta Proibita era silenziosa e tetra come sempre, nessuna figura emaciata anelava la sua morte, tra quei cespugli.

In breve tempo concluse che quella ricerca non avrebbe portato a nulla. Soprattutto se tentava di vedere Voldemort, mimetizzato, forse, in quella nebbia fitta che aleggiava attorno a loro. Così, alzò lo sguardo verde smeraldo per occhieggiare il cielo tempestoso e nero come la pece, la luna che faceva faticosamente capolino tra le nuvole selvagge, che le impedivano di beare gli occhi di Harry della sua bellezza. A quella involontaria constatazione un brivido gli scese lento lunga la schiena, facendolo rabbrividire e tremare. Remus probabilmente aveva preso la pozione Antilupo e stava accucciato nel salotto della sua nuova casa. Ma Greyback…

La luna piena, dopo una lotta feroce contro le accanite nubi, per un attimo riuscì a liberarsi di loro e fece mostra di sé nel cielo scuro, illuminando le rovine dell' amata scuola, i volti arcigni dei seguaci di Voldemort, che attendevano pazienti… Ma cosa aspettavano?

La pioggia continuò ad abbattersi su di loro impietosa ed Harry sentì il freddo perforargli le ossa, il mantello inzupparsi e appesantirsi. Rabbrividì nuovamente e inaspettato arrivò uno strano suono, un sibilo nell' aria, come se provenisse da molto lontano… Uno squillo di tromba. Quando Voldemort faceva qualcosa, lo faceva comunque con grande stile. Questo pensò Harry prima di venire travolto dalla battaglia.

Schivò e si destreggiò tra maghi, Centauri infuriati e lampi di luce rossa. Si rese immediatamente conto che Voldemort aveva ordinato come l' ultima volta di non ucciderlo.

Un sibilo.

Il ragazzo sussultò stupito e seguì quella voce acuta e strisciante, che lo invitava a raggiungerlo. Di colpo cessò.

Rimase dov' era, immobile, tentando di risentirlo. Invano.

Le urla, le esplosioni, i rantoli che provenivano dal groviglio di membra alle sue spalle, lo infastidivano…

Sentì una voce. La sua voce. Quella che tante volte aveva agognato durante la ricerca frenetica degli Horcrux.

Una ragazza.

Non una qualunque.

Ginny.

Però nella sua voce cristallina non traspariva più quella dolcezza innata che tante volte l' avevano ammaliato. Nella sua candida voce udiva solo odio e amarezza.

In mezzo agli uomini che lottavano l' uno contro l' altro, sostava le figura di una giovane dagli ardenti occhi rossi, come i suoi capelli amaranto. La veste di Hogwarts ondeggiava al vento. Osservò lo stemma impresso sul tessuto nero.

Che ironia. Quello stemma gli raccontava di una casa, la sua casa. E di una vita. Una vita che pareva così lontana…

Sentì la testa girargli vorticosamente, e si appoggiò spossato ad un tronco, il fiato corto e le lacrime che si mischiavano con le gocce d' acqua che colavano dai capelli inzuppati.

Voldemort gli aveva tolto tutto.

La ragazza si mosse con placidità verso di lui e Potter involontariamente indietreggiò, il viso stravolto rivolto verso Ginevra.

Lei puntò la bacchetta contro il fidanzato, mentre un sorriso vagamente folle stirava le labbra rosee della giovane. Vide le sue labbra aprirsi e rimase lì, come ipnotizzato.

La guardò, con un misto di disperazione e paura, e per un attimo fugace seppe che era finita.

"Morirai per mano di colei che ti ama… E che hai deluso."

" Avada Kedavra!"

Un lampo squarciò il cielo. Un'esplosione. Fumo che aleggiava nell' aria. Il combattimento, nonostante la polvere, continuò imperterrito.





Draco si aggirò tra i corpi ammassati al suolo. Non era finita. Nonostante Voldemort avesse creduto che quella sarebbe stata l' ultima e decisiva battaglia, con Greyback assetato di sangue e la presenza stessa dell' Oscuro, i Ribelli dell' Ordine ce l' avevano fatta. Erano riusciti a fuggire. Avevano avuto ingenti perdite, eppure erano riusciti a ritirarsi appena in tempo.

E a lui, Voldemort aveva affidato il compito di recuperare i corpi dei "trasgressori" e bruciarli davanti ad Hogwarts.... O, più precisamente, davanti a ciò che ne rimaneva. Non era la prima volta. Draco comprendeva il perché; Voldemort voleva uccidesse. Voleva che perdesse l'umanità che lo pervadeva. Ma nonostante ci provasse, e ci riprovasse, gli risultava sempre più orribile e ripugnante.

Tutte le volte però fortunatamente Bellatrix lo sollevava da quell'onere con un'allegria inquietante…

Perciò attese. Sapeva perfettamente che Bellatrix era stata incaricata di controllarlo: era un prigioniero di quel vortice di malvagità e atrocità.

Mentre si destreggiava tra corpi esanimi, gettò un'occhiata ad Hogwarts. Era solo un cumulo di macerie. Si vergognò quando si rese conto della nostalgia che provava.

Sono un Mangiamorte…

D'un tratto pestò qualcosa di scricchiolante ma al contempo morbido. Con orrore fece un balzo indietro. Aveva pestato una mano. Ne guardò i proprietario e cadde in ginocchio, pietrificato. Il viso mutilato, la gola squarciata, ma era comunque inconfondibile. Un singhiozzo gli mozzò il fiato mentre raccoglieva la macchina fotografica di fianco al corpo.

Colin Canon, il fotografo mancato. Che lui aveva umiliato un migliaio di volte…

…Ma mai per mia scelta.

Si guardò attorno nervosamente. Solo il canto malinconico della Fenice risuonava tetro.

Non c'era nessuno, si ripetè col fiato che gli mancava per la commozione. Si chinò sul corpo del giovane e abbassò le palpebre del povero malcapitato.

" Che Salazar ti scorti sulla via" sussurrò a fior di labbra, fissando coi suoi occhi argentei quel volto tanto familiare. Uno scalpiccio di passi lo riscosse. Si alzò immediatamente in piedi, sistemandosi frettolosamente la veste nera, il cuore in gola.

" Draco, sei ancora qui? Hai sentito gli ordini." Bellatrix Lestrange lo guardava con occhi fiammeggianti, a pochi passi da lui. Temette il peggio.

La compassione non viene tollerata, qui ad Hogwarts, sogghignava Voldemort.

" Si, io…" il suo sguardo si posò involontariamente sul cadavere ai suoi piedi, e chissà quale luce, chissà quale maledetta luce attraversò gli occhi di Draco. La mano di Bellatrix scattò e Dracò si ritrovò col volto sbattuto violentemente verso destra. Sua zia non era dolce, con gli schiaffi. Rimase impietrito, lo sguardo fisso al suolo.

La pietà non viene tollerata, qui ad Hogwarts, sogghignava Voldemort.

" In due anni al servizio dell'Oscuro, non hai fatto altro che deludere le aspettative di tutti. E provi pietà verso di loro, e ciò è davvero imperdonabile." Aggiunse, indicando Colin. Draco deglutì, ma il nodo che gli stringeva la gola e che gli impediva di parlare non accennò a svanire. Con lo sguardo basso, abbozzò un inchino.

" Si, zia. Sono solo una delusione." bisbigliò con tono incolore.

Un sassolino rotolò vicino ai piedi di Bellatrix. Un altro lo raggiunse poco dopo. Draco, sorpreso, alzò lo sguardo e ciò che vide lo raggelò.

Un bambino dai capelli d' ebano guardò freddamente la donna. Il viso di Bella si storse in un ghigno inquietante.

"Ciao marmocchio." Sussurò Bella. E c'era qualcosa, in quella voce, che lo spaventò.

" Le zie non si comportano così… Sei cattiva! E le persone cattive prendono botte!" dopo questa frase vagamente minacciosa, scese teso il silenzio. Draco deglutì. Il bambino aveva tentato di colpire Bellatrix con quei sassolini.

"Dobbiamo parlare io e te. Ora ho un piccolo compito da portare a termine. Un sudicio Babbano non è tollerato, nel nostro territorio." Bellatrix puntò la bacchetta verso il bambino e Draco gridò. Gridò, col pianto che sapeva sarebbe scoppiato di lì a poco.

"SCAPPA! SCAPPA! CORRI!" il bambino, spinto chissà da quale forza, comprese subito e urlò terrorizzato, fuggendo nei meandri della Foresta Proibita. Bellatrix fuggì dietro il bambino e lo stesso fece Draco, pentendosi di non averla afferrata e bloccata prima. La rincorse, mentre sentiva la sua risata folle, sottile e acuta, fremere di eccitazione. La caccia l'eccittava.

L'afferrò e, insieme, rotolarono nell'erba. Vide la piccola ombra del bambino, lontana, fermarsi.

"SCAPPA! IO CERCHERO' DI TERNERLA OCCUPATA!"

Il bambino si voltò verso di lui. Il volto inondato di lacrime, l'espressione più terrorizzata che avesse mai visto.

Con un grido stridulo si precipitò verso Draco, che lottava con Bellatrix, aggrovigliati e avvinghiati. Prese a dare pugni sulla schiena di Bellatrix, mentre Malfoy frustrato urlava.

Bellatrix diede un calcio violento al suo volto, in quel groviglio non comprese neppure come. E il mondo divenne improvvisamente nero.

I Babbani non sono tollerati, qui ad Hogwarts, sghignazzò Voldemort.





Severus Piton scese di casa quella sera, diretto ad Hogwarts.

Non sapeva neppure quanto aveva pianto sulla sua amara sconfitta. Aveva visto il figlio di Lily cadere come una foglia secca al suolo, con la grazia scomposta che soltanto un eroe poteva possedere.

Aveva fallito sull'unico obiettivo che si era posto in tutta la sua intera vita.

Proteggere il figlio di Lily.

Non aveva potuto far altro che vederlo morire, e vedere la sua promessa, il Mondo Magico, il Mondo Babbano e infine sé stesso, cadere miseramente in pezzi.

Era rimasto lì, a fissarlo, mentre gli occhi si rovesciavano, sentire la bacchetta del Prescelto scivolare dalla sua presa e Ginny Weasley ridere sguagliatamente, di una risata non sua.

Si chiese perché non porre fine a quella vita. Ma era un codardo, e lo sapeva. Non avrebbe mai avuto il coraggio necessario per togliersi la vita. Ne aveva abbastanza per uccidere colui che lo aveva aiutato e supportato più di tutti, ma non per mozzare quella vita monotona e ignobile.

Si smaterializzò di fronte alla Foresta Proibita, ai confini di Hogwarts. Morti, morti ovunque. Il campo ne era disseminato. Ascoltò Fanny cantare malinconicamente. Dannata Fenice.

Vide la Fenice che, nel cielo, volava in cerchio sul Lago Nero. La cosa gli parve parecchio curiosa e decise di controllare, quando sentì due figure lontane.

Non le distinse, e cercò di metterle a fuoco. Tranquillamente, le mani affondate nelle tasche, li tenne sottocchio mentre s'avvicinava. Sentì uno dei due gridare e ne riconobbe la voce: Draco.

Osservò con stupore le due figure rincorrersi.

Piton affrettò velocemente il passo, deciso a non perderli di vista.





ELLYNAMI: Spero che questa storia vi piaccia. L'avevo già postata, ma ho deciso di renderla migliore, modificando un po' tutto. Scrivetemi ovviamente se vi piace. Non lasciatemi sulle spine eh!

Penso che posterò presto in questo periodo, anche se non so sarà lo stesso durante il periodo scolastico… beh vedremo!



  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ellynami