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Autore: Lola Witherbottoms    18/03/2007    2 recensioni
**** Fiction ispirata ai libri di R.A. Salvatore. **** E se il bacio tra Innovindil e Drizzt avesse significato più di quanto lei aveva inizialmente pensato? WARNING: morte di un personaggio. TRADUZIONE
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Tutti i personaggi appartengono a R.A. Salvatore

**NdT: antefatto: leggendo l’inizio della storia posso supporre che si svolga dopo il libro “Le due lame”, quando Colon è scomparsa e Wulfgar e Catti-brie vanno a cercarla. **

Per chi volesse leggerla in inglese, si trova al sito www.fanfiction.net, il titolo è “More than simple friendship” e l'autore è Lola Witherbottoms (che non sono io. L'ho soltanto tradotta. Ma l'ho fatto con grande impegno ^^)

Capitolo 1 – Perdere l’amore

Drizzt sedeva sul bordo del letto che divideva con Catti-brie, incapace di credere a quello che Wulfgar gli stava dicendo. Scosse la testa, I capelli bianchi caddero davanti ai suoi occhi color lavanda, coprendo il suo viso sconvolto.

“E’ morta, Drizzt.” Il gigantesco barbaro davvero non sapeva come confortare il drow. Ancora più terribile era il fatto che, prima che lui e Catti-brie partissero, quattro mesi prima, aveva scoperto che Drizzt aveva nascosto un anello di fidanzamento nel suo armadio, progettando di proporlo alla ragazza quando fossero tornati, con Colon di nuovo tra le braccia di suo padre.

“Come?” La voce di Drizzt tremava violentemente e le sue mani si aprivano e si chiudevano sulle sue gambe.

“Uccisa dagli orchi,” rispose Wulfgar, la sua voce ora sul punto di spezzarsi. “Una morte da guerriera. Lei… lei mi ha chiesto di dirti che ti ama.” Smise di parlare quando Drizzt cominciò a piangere. Infine si sedette accanto a lui, e per un unico momento rimase sorpreso quando il drow si appoggiò a lui, soffocando i singhiozzi nella massiccia spalla di Wulfgar. L’uomo passò un braccio sulle sue spalle, cercando invano di confortarlo; temeva il momento in cui avrebbe dovuto affrontare un’altra spinosa questione: dire a Drizzt che Catti-brie era aspettava un figlio dal drow.

Drizzt si era lasciato le porte esterne Mithril Hall alle spalle. Dopo la morte di Catti-brie, si era sentito sempre peggio. Doveva lasciare Mithril Hall, almeno per un breve periodo; sapeva che sarebbe impazzito se non l’avesse fatto.

Cominciando a camminare lentamente, scoprì che I suoi passi lo stavano conducendo alla tomba di Catti-brie; Wulfgar aveva riportato indietro il suo corpo e si era svolto un solenne funerale. Drizzt non aveva avuto la forza di guardare mentre il corpo della sua amata veniva calato nel terreno, e aveva nascosto il viso nel mantello, soffocando i singhiozzi.

L’ultimo anno era stato difficile per Drizzt; ancora non aveva dormito un’intera notte, sentendo la mancanza del calore di Catti-brie accanto a lui, del suo respiro, delle sue braccia attorno alla sua vita, dei suoi morbidi baci sul collo. Non aveva più appetito e aveva perso molto peso. Sapeva che avrebbe dovuto andare avanti, dopo la sua morte, ma non poteva. Non ancora.

E inginocchiandosi accanto alla sua tomba, sentì lacrime famigliari salirgli agli occhi. “Catti-brie,” mormorò, soffocando un singhiozzo. “Avrei voluto darti questo…” Prese dallo zaino un anello, e scavò un piccolo foro nella terra. Le sue dita sottili tremavano. Guardò l’anello, il modo in cui la fascetta d’argento brillava nella debole luce del sole e lo zaffiro che pareva risplendere di una luce interna, quasi un incantesimo, simile a com’erano i suoi occhi. Baciò l’anello di fidanzamento. “Ti amo.” Seppellì l’anello insieme al suo amore, lasciando che tutte le sue lacrime cadessero.

Non lo sorprese scoprire che I suoi piedi lo stavano portando verso la distante Moonwood. S inoltrò tra gli alberi, cercando con gli occhi la figura famigliare di un’elfa dai capelli d’oro. Come rispondendo ai suoi pensieri, gli alberi alla sua destra si separarono e Innovindil venne verso di lui; immediatamente lei si accorse che qualcosa non andava. Si avvicinò a lui e lo strinse, senza una parola; Drizzt si appoggiò a lei, improvvisamente scoppiò a piangere. Lei gli accarezzò il viso e I capelli, gli baciò le guance, mormorandogli piano all’orecchio parole di conforto.

“Drizzt,” bisbigliò infine. “Che cos’è successo? Cosa c’è che non va?” Il drow nascose il viso nel collo di lei; i suoi singhiozzi diminuirono gradualmente fino a fermarsi, la guardò e si asciugò gli occhi e le guance.

“Catti-brie è morta,” annunciò con voce vibrante. Innovindil spalancò gli occhi, e premette Drizzt contro di sé in uno stretto abbraccio.

“Mi dispiace così tanto,” sospirò, ed era sincera, perchè sapeva bene quanto fosse profondo il suo amore per lei. “Drizzt…”

“Mi manca, Innovindil… E’ passato un anno, ma mi sento come se fosse ieri. Perfino Bruenor ha smesso di affliggersi, ma io non posso…lasciarla andare. Io…Io stavo per chiederle di sposarmi…e lei era…in gravidanza. Se fosse viva, ora sarei padre…”

“Oh, Drizzt.” L’elfa sentì le lacrime scaturire dai suoi stessi occhi, e strinse il drow ancora più vicino. Non c’era bisogno di parole, e Drizzt sapeva che solo lei avrebbe potuto offrirgli il conforto di cui aveva bisogno. Lasciò che lei lo conducesse alla sua casa, lasciò che lo guidasse a letto, e lasciò che gli rimboccasse le coperte e che lo baciasse sulla guancia per lenire il dolore. Seppellì la faccia nel cuscino, e lasciò che il suo dolore si dissolvesse rapidamente nel sonno.

La mattina dopo Drizzt fu svegliato da un delizioso profumo che gli pervadeva le narici. Si alzò e vide Innovindil seduta ad un tavolo di legno intagliato rozzamente, con due piatti davanti a sé. “Colazione?” chiese speranzosamente, sorridendo.

“Grazie,” bisbigliò, sedendosi di fronte a lei. Portò una forchettata di uova alla bocca, poi alzò gli occhi e vide che lei lo stava guardando molto attentamente. “C’è qualcosa di sbagliato?”

“No. Niente. Mangia. Sei dimagrito troppo dall’ultima volta che ti ho visto.” Innovindil si alzò e si ritirò in un’altra stanza. Si nascose il viso nelle mani, lasciandosi scappare un lieve sospiro. Ricordò di quando aveva baciato Drizzt, molto tempo prima; aveva pensato che fosse niente più che una semplice lezione, stava insegnandogli cosa significa essere un elfo. Ma quel bacio era rimasto impresso nei suoi pensieri, riusciva ancora a sentirlo. Solo recentemente si era costretta a realizzare che amava Drizzt. E anche se il suo dolore per la morte di Catti-brie era sincero, non poteva evitare di sperare che avrebbe potuto spartire qualcosa con il drow.

Tornò nell’altra stanza e sorrise dolcemente guardandolo mangiare. Un po’ di tempo a Moonwood gli avrebbe fatto bene, pensò.

Nei seguenti giorni, poi settimane, poi mesi, Drizzt sembrò liberarsi gradualmente del peso della morte di Catti-brie. Piangeva sempre meno, sorrideva sempre di più, e i sorrisi diventarono più sinceri e sentiti. Giocava con Alba e Tramonto, e i sorrisi si trasformarono in timide risa, che poi divennero risate.

Una notte, circa un anno dopo il suo viaggio fino a Moonwood, Drizzt e Innovindil stavano cenando, seduti al tavolo nella casa dell’elfa. Improvvisamente Drizzt poggiò la forchetta e guardò serio Innovindil; lei alzò la testa e notò la gravità del suo sguardo.

Cosa c’è?”

“Innovindil…grazie, per avermi preso con te. Non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi assistito nel mio dolore, per avermi mostrato che la vita può ancora essere vissuta.” Sembrava che stesse per dire qualcos’altro, ma poi scosse la testa e si chinò di nuovo. La sua treccia bianca cadde da sopra le sue spalle, finendo nel piatto. Innovindil si lasciò scappare un accenno di risata e andò a cercare un tovagliolo.

Quella notte, l’elfa strisciò nella stanza del drow. Sapeva che spesso rimaneva sveglio, ma da molto tempo Innovindil non udiva più i suoi deboli singulti. Sorrise, poi si fermò, pensando che quello che stava per fare era sbagliato, ma sapendo anche che doveva dirlo a Drizzt, e che ormai potere più aspettare.

Tremando leggermente, si sedette accanto al drow. “Innovindil?” chiese lui, incredulo, i suoi occhi spalancati alla luce della luna.

“Ciao,” disse l’elfa, timidamente, muovendo le dita verso di lui. Drizzt indossava solo un paio di calzoncini, che cadevano seducentemente bassi sui suoi fianchi. Guardandolo, notò che aveva recuperato il peso che aveva perso, e notò anche il suo corpo piuttosto attraente. Gemette ad alta voce, sentendo il sangue salirle alle guance.

“Cosa c’è?” Drizzt la guardava con curiosità, inarcando un candido sopracciglio.

“Questo è sbagliato, Drizzt, ma…ma io devo dirtelo. Io t amo.” Lo raggiunse e premette le labbra contro le sue, poggiando le mani sul suo forte torace. Tuttavia, il drow interruppe il bacio quasi immediatamente, e la guardò.

“Io…C’era qualcos’altro che volevo dirti, a cena” ammise, con voce un po’ tremula. “Io volevo dirti…grazie per avermi fatto capire che posso…posso ancora amare.” Prese l’elfa tra le braccia e la tenne stretta a sé, baciandola teneramente, poi più passionalmente e con insistenza. Gemette morbidamente, abbracciando il drow, felice di quello che sarebbe avvenuto quella notte. La sensazione delle labbra di Drizzt contro le sue era la stessa che ricordava.

“Drizzt…” senza preavviso Innovindil lo spinse via e lo guardò. “Sei sicuro?”

“Si. Io…Io amavo Catti-brie, ma… Innovindil, grazie a te so che sono ancora capace di amare…e chiedo soltanto di essere ricambiato…” I suoi occhi lavanda la guardavano quasi supplichevoli, e Innovindil sentì il cuore batterle più forte.

Naturale che ti ricambio.” L’elfa poggiò la testa al torace del drow e sorrise quando Drizzt scese ad accarezzare le sue gambe, i suoi occhi chiusi e sul volto un’espressione di completa beatitudine, quindi alzò le mani per spogliarla gentilmente della camicia da notte. Si sedette sul letto, tenendola tra le braccia, scendendo lungo il suo corpo con una scia di baci.

Il mattino dopo, Innovindil stava osservando Drizzt, mordendosi il labbro; era stata una notte meravigliosa, ma l’elfa si chiedeva se questo non gli avesse riportato alla mente Catti-brie. Poi però ricordò a sé stessa che lui avrebbe sempre sentito la mancanza di Catti-brie; quello che la preoccupava, piuttosto, era che lui regredisse a quello stato di dolore e isolamento. Lasciò vagare lo sguardo su di lui, dalle spalle al torso nudo, lungo i fianchi, fino al piede color dell’ebano che spuntava da sotto le coperte. La sua mano sottile riposava sul materasso accanto a lei, come se stesse cercando di arrivare a lei. Si rigirò nel letto, ritrovandosi più vicina a lui, pregando che stesse bene, quando si fosse finalmente svegliato.

Accarezzò suo il petto con la punta delle dita, sentendo i suoi muscoli lisci e compatti, ascoltando il battito del suo cuore. Passò le dita tra I suoi capelli bianchi e ammirò il suo volto incantevole, poi andò a stuzzicare le sue orecchie a punta. Sfregò le labbra contro la sua spalla, e lui si mosse, finalmente sveglio; passò le braccia attorno alla vita di lei e sospirò.

“Ben svegliata, amore mio.” La salutò Drizzt con un sorrisino. Innovindil gli buttò le braccia al collo quando lui la tirò su di sé senza sforzo, e gli sussurrò all’orecchio:

“Devo dire,” bisbigliò dolcemente, il suo respiro caldo contro la sua pelle, “che non ho davvero voglia di alzarmi dal letto, adesso.”

“Nemmeno io,” ammise Drizzt, sorridendo lievemente, le sua mani le accarezzavano la schiena in piccoli cerchi. “Rimaniamo qui ancora un po’.”

“Sai…mi hai letto nel pensiero.”

****

NdA: Io non avrei mai, mai, MAI ucciso Catti-brie in circostanze normali, quindi vi prego perdonatemi. E’ soltanto un’idea che mi è venuta un giorno e volevo vedere dove mi avrebbe portato, e…beh, mi ha ucciso doverla uccidere. (NdT: io si che l’avrei fatto. Che problema c’è?? ^_^)

  
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