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Autore: emme30    03/09/2012    7 recensioni
Piccolo Missing Moment di City of Bones.
Isabelle lo guardò confusa, senza lasciare la mano di Alec neanche per un attimo. “Tu... cosa ci fai qui?”
Magnus non le rispose e lasciò cadere lo sguardo sul corpo del ragazzo disteso sul letto. “Ho bisogno di rimanere solo con lui.”
La ragazza strinse più forte il palmo del fratello sbattendo le palpebre confusa. “Io... no!”
“Se vuoi che sopravviva,” mormorò Magnus ignorando la sua protesta. “Devi lasciarmi solo con lui.”
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un sussurro, una parola, un nome.

 

Era ufficiale: Isabelle non sapeva più cosa fare.

Lei, che era sempre stata così sicura di sé e delle persone che le stavano intorno, guardava il volto del fratello in pena e non aveva la minima idea di cosa fare per salvarlo, per vedere di nuovo il suo sorriso imbarazzato o il broncio che aveva quando c'era qualcosa che non andava.

Gli passò una mano sulla fronte prima di adagiarci sopra una benda bagnata, cercando di scacciare tutte le preoccupazioni che aveva per la mente. Jace, Clary, la Coppa, tutto il casino che era successo a casa della strega, e chissà cosa avrebbe detto sua madre quando sarebbe tornata.

Cercò di pensare solo al viso di Alec, a scostargli i capelli scuri dalla fronte e ad accarezzargli la guancia, protettiva.

Rimaneva un mistero perchè il fratello si fosse comportato in quel modo quel pomeriggio, perchè avesse voluto fare l'eroe. Alec non era uno che agiva a quel modo, di solito era quello che salvava tutti standosene in disparte. Jace era l'eroe della situazione, non lui.

Sospirò, cercando di non lasciarsi prendere dal panico per il pallido colorito di Alec o per la smorfia di dolore sulle sue labbra; tentò di essere forte anche per lui. Gli strinse delicatamente la mano e provò a chiamarlo, ma lui rimase immobile, pallido, quasi senza vita.

Isabelle si morse il labbro e deglutì tesa. Era talmente concentrata sul viso del ragazzo che non sentì la porta dell'infermeria scricchiolare e un paio di passi raggiungerla da dietro.

Una mano calda le si posò sulla spalla; lei si voltò, pensando fosse Hodge con qualche infuso da applicare sulle ferite di Alec, o magari Jace, preoccupato almeno quanto lei.

Invece, gli occhi che incontrò non appena voltò la testa non erano quelli che si aspettava. Erano gialli, simili a quelli di un felino, innaturali quasi.

Riconobbe quel viso, eppure il nome dello stregone ci mise un po' a trovare le sue labbra.

Magnus Bane?”

L'uomo sorrise gentile. “Vedo che ti ricordi di me.”

Isabelle lo guardò confusa, senza lasciare la mano di Alec neanche per un attimo. “Tu... cosa ci fai qui?”

Magnus non le rispose e lasciò cadere lo sguardo sul corpo del ragazzo disteso sul letto. “Ho bisogno di rimanere solo con lui.”

La ragazza strinse più forte il palmo del fratello, sbattendo le palpebre confusa. “Io... no!”

Se vuoi che sopravviva,” mormorò Magnus, ignorando la sua protesta. “Devi lasciarmi solo con lui.”

Isabelle non riuscì a rispondere: fece vagare lo sguardo tra lo stregone e Alec, che continuava a rimanere immobile con sempre la stessa espressione sul viso. I suoi occhi si impuntarono in quelli felini di Magnus quando lui le appoggiò una mano sulla spalla.

Sono qui per salvarlo, Isabelle Lightwood. Fidati di me.”

Forse fu per lo sguardo gentile, per la stretta che ebbe sulla sua spalla, o, forse perchè Izzy non sapeva davvero più cosa fare.

Lasciò andare le dita del fratello, si chinò sopra di lui per baciargli la fronte e uscì dall'infermeria, chiudendosi la grossa porta bianca alle spalle.

Finalmente rimasto solo nel grande vano in penombra, Magnus prese il posto di Isabelle al fianco di Alec. Si concentrò, chiuse le palpebre e mormorò un paio di parole in latino; non a voce troppo alta, ma a volume abbastanza alto affinchè facessero effetto.

Quando udì un grugnito, aprì di nuovo gli occhi e vide che Alec si stava contorcendo tra le lenzuola, in modo impercettibile quasi, ma capì che l'incantesimo stava funzionando.

Con la coda dell'occhio, notò che la sua mano sinistra non faceva altro che aprirsi e chiudersi, come se cercasse qualcosa a cui aggrapparsi. Agì d'istinto, senza pensarci su neanche un attimo.

La strinse nella sua, lasciò che Alec si aggrappasse a lui con tutta la forza che gli rimaneva nei muscoli mentre continuava a mormorare formule in latino che, piano piano, creavano piccole scintille blu e rosse intorno a loro.

Tutto a un tratto, Alec inarcò la schiena e aprì la bocca come per urlare, ma non uscì nessun suono. Solo un sussurro, una parola, un nome.

Jace...

Magnus corrugò le sopracciglia quando lo sentì pronunciare quel nome e, all'improvviso, ricordò il ragazzo con Clarissa, quello che era tornato a casa sua dopo la festa in cui lo aveva conosciuto. Beh, l'aveva capito subito dal modo in cui Alec osservava Jace che qualcosa c'era, e aveva fatto bene a immaginare che fosse non corrisposto.

Il modo in cui Alec guardava quel Jace era lo stesso in cui il biondino fissava Clarissa, quindi non era stato difficile quindi capire le dinamiche del gioco.

Jace...” sussurrò di nuovo Alec, in preda al delirio che la guarigione gli stava causando.

Magnus gli accarezzò la fronte e, per un attimo, desiderò vedere quegli occhi blu che tanto lo avevano rapito la prima volta che lo aveva incontrato.

Così giovane, così fragile, così bello.

Alexander,” provò a chiamarlo. “Non sono Jace, sono Magnus.”

Alec inarcò di nuovo la schiena, afferrando con forza la mano dello stregone, mentre le scintille si spandevano intorno a loro, creando una luce blu che colorava i letti bianchi dell'infermeria.

Poi, Alec si abbandonò sul letto, come sfinito, segno che il veleno del demone era praticamente scomparso dal suo organismo, e dalle sue labbra di nuovo solo un sussurro, una parola, un nome.

Magnus.”

Lo stregone sorrise, mordendosi il labbro, e fece per lasciare andare la mano del ragazzo, ma Alec non gliela mollò: continuò a stringerla forte, come se ci fosse un qualche tipo di energia estranea a irrigidirgli i muscoli.

Ma a Magnus non dispiacque. Si mise comodo sulla sedia e allacciò le dita a quelle di Alec, pronto a vegliare su di lui per assicurarsi che stesse bene e che l'incantesimo per curarlo fosse andato a buon fine.

Quella notte non lasciò la sua mano neanche per un attimo.

 

 

 


E' la prima fanfiction che scrivo per questo fandom, quindi non so, spero di aver fatto tutto giusto e di non aver cannato i personaggi perchè ancora non li conosco bene e ho una paura tremenda che non siano IC o che siano totalmente fuori.

Grazie a chi è arrivato a leggere fino in fondo, grazie alla mia metà che mi ha corretto tutto e grazie alla Fede per avermi fatto conoscere questa saga stupenda ♥

Marti

   
 
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