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Autore: aladoni    03/09/2012    4 recensioni
Una serata limpida e ventilata.
Una musica leggera in sottofondo.
Il dolce suono delle onde che si infrangono sulla scogliera.
Un cuore spezzato.
"Quando è stata l’ultima volta che abbiamo fatto l’amore, Marta?" chiede il giovane Marco, la voce incrinata da un sentimento a lui sconosciuto.
"Ieri"
"No, ieri abbiamo fatto sesso. E anche l’altro ieri e i giorni prima" dice piano, il suo timbro roco smorzato dalla tensione. Marta non è più la stessa, se ne è reso conto.
Lei sbuffa piano, giocando con il colletto della camicia di lui e poi sorride.
"E dove sarebbe la differenza, amore mio?" dice colpendolo nel profondo.
Una stilettata al cuore avrebbe fatto meno male
Marco cammina a piedi scalzi sulla sabbia, non è l’unico, eppure è come se lo fosse.
"Marco, amore della nonna, perché non vai a ballare con qualche bella ragazza?"
"Non sono in vena oggi, nonna."
"Tutti uguali, voi uomini di casa Bastoggi. Fate i duri ma basta una donna per uccidervi. Non vale la pena soffrire per chi non ci merita"
"Tu sei Marco, nipote della signora Tina?" sente una voce squillante, alle sue spalle.
Apre piano gli occhi e si gira, un po’ scocciato, un po' sorpreso.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Una serata limpida e ventilata.
Una musica leggera in sottofondo.
Il dolce suono delle onde che si infrangono sulla scogliera.
Un cuore spezzato.
 
 
<< Quando è stata l’ultima volta che abbiamo fatto l’amore, Marta? >> chiede il giovane Marco, la voce incrinata da un sentimento a lui sconosciuto. Sofferenza, rabbia, pietà?
Marta si guarda distrattamente le unghie appena fatte, di un rosso brillante, ignorando il ragazzo davanti a sé. Si aggiusta la chioma bionda perfettamente liscia con le sue dita affusolate e, solo alla fine, concede un fugace sguardo al suo fidanzato.
<< Qual è il tuo problema, Marcuccio? >> chiede con quella sua voce soave e melodiosa.
Si alza dalla poltrona e si sistema davanti a lui, sorridendo dolce. Marco è seduto sul divano di casa loro, le spalle rigide e la mascella tesa.
<< Ieri >> continua tranquilla, rispondendo alla domanda e sedendosi a cavalcioni su di lui. Il vestito di pelle, cortissimo, si alza fin sopra alla coscia, lasciando esposte delle gambe affusolate e bellissime.
Marco scuote la testa e si passa una mano tra i capelli biondi, cercando di dare un senso alla sua vita. Chiude gli occhi con forza per qualche secondo, inspirando.
<< No, ieri abbiamo fatto sesso. E anche l’altro ieri e i giorni prima. >> dice piano, il suo timbro roco smorzato dalla tensione. Marta non è più la stessa, se ne è reso conto.
Lei sbuffa piano, giocando con il colletto della camicia di lui e poi sorride.
<< E quale sarebbe la differenza, amore mio? >> dice colpendolo nel profondo.
Una stilettata al cuore avrebbe fatto meno male.
Marco guarda gli occhi di lei, quegli occhi che un anno prima lo avevano fatto innamorare e non ci trova più niente. Niente. Quell’azzurro limpido e innocente non è più lo stesso.
Chiude gli occhi ripensando a quando l’aveva conosciuta e a come l’avesse impressionato.
La sua postura elegante sotto ai vestiti larghi e di seconda mano, la sua chioma distrattamente legata in una pessima treccia, le guance arrossate dal freddo.
Lo sguardo di una ragazza semplice e bellissima.
Ora Marta si senteuna donna – perché donna non lo è–, con l’atteggiamento superiore di chi la sa lunga sulla vita. Il viso perfettamente truccato, i capelli perfettamente tinti e le mani perfettamente curate.
Perfetta.
Finta.
La loro dolce storia d’amore è naufragata insieme a quella parte di Lei che è stata schiacciata dal mondo moderno.  Non c’è più niente da fare.
Marco lo sa bene ed è per questo che si alza dal divano, facendola spostare con delicatezza, prende dal tavolino di cristallo le sue chiavi della macchina e se ne va, chiudendo piano la porta di casa. Per non tornare più.
 
 
Marco cammina a piedi scalzi sulla sabbia, la camicia azzurra aperta e i capelli ancora bagnati, ripensando a come è finita qualche sera fa con la sua fidanzata, Marta.
“È giusto così”, si dice. “Fa male, però.”,  ammette.
Non è l’unico a passeggiare sulla spiaggia, a quest’ora tarda della notte, eppure è come se lo fosse. Un gruppo di ragazzi e ragazze gli va incontro, allegro. Le ragazze ballano sulle note della canzone che si sente in lontananza e i ragazzi fanno commenti un po’ rudi, colpa dell’alcool. Le ragazze lo salutano tutte, gioviali e carine. I ragazzi, invidiosi, lo mandano a quel paese senza tante cerimonie.
Marco sorride e continua a camminare.
Si siede poco più avanti, su un sasso bello grosso e, vista mare, affoga il suo dispiacere bevendo qualche sorso di vino bianco dalla bottiglia che ha preso a quella festa, su in paese. Una bella festa, ora che ci ripensa.
Bella musica, bell’atmosfera, belle ragazze. “Soprattutto belle ragazze”.
Se ne ricorda una, per bene. L’ha notata in mezzo alla folla e l’ha osservata, silenzioso e per nulla invadente.
Ballava con le amiche, con i bambini, con gli anziani del paese.
Sempre sorridente. Un vestito rosso leggero, per niente volgare.
Dei capelli ricci e indomabili, di un semplice e alquanto banale castano scuro.
Belle labbra, quelle sì.
Ride piano al pensiero, colpa dell’alcool.
 
<< Marco, amore della nonna, perché non vai a ballare con qualche bella ragazza? >> gli ha chiesto la nonna Tina, nella piazza del paese.
Una anziana signora parecchio sveglia, per la sua età.
<< Non sono in vena oggi, nonna. >> risponde facendole una dolce carezza su quella guancia rugosa che da bambino adorava baciare.
<< Sei così giovane Marco per lasciarti buttare già da una donna. Da quando in qua il mio bellissimo nipote è succube di qualcosa o qualcuno? >> continua la nonna, cercando di inculcargli qualcosa in quella zuccaccia che ha per testa, come direbbe lei.
<< Da quando mi sono innamorato della donna sbagliata >> risponde francamente lui.
La nonna gli dà uno scappellotto leggero sulla nuca, ma d’altronde non ha più tutte queste forze. Lo costringe a guardarla negli occhi, perché sta per dire qualcosa di importante.
<< Ascoltami bene, giovanotto. Primo, hai venticinque anni. Tuo padre a venticinque anni era uno scapestrato che cambiava ragazza ogni settimana e, quando si innamorò veramente di una ragazza, questa lo lasciò dopo poco più di tre mesi. Sai perché? “Non sei più il ragazzo facile e senza legami che piaceva a me. Non voglio mica un uomo” gli ha detto lei. Bella batosta ragazzo mio, credimi. Avete lo stesso cuore fragile, voi uomini di casa Bastoggi. Fate tanto i duri e poi basta una donna per uccidervi.
Secondo, sai quante ne troverai ancora? Di quante crederai di essertene innamorato e di quante invece non ti importerà nulla?
Oppure potresti trovare subito quella giusta, chissà.

Tuo padre ci mise un bel po’ a trovare tua madre. Tanti cuori spezzati e tante volte gli si è spezzato il suo, di cuore. Eppure è ancora qua, a ballare la tarantella con tua madre. >> dice con la voce seria, sorridendo solo all’ultima frase. Gli fa una carezza sulla guancia e come ultimo monito gli dice << Non vale la pena soffrire per chi non ci merita, nipote mio >>, prima di sparire in mezzo alla folla, forse alla ricerca del signor Bruni, un anziano signore molto gentile con lei. “Sono tutti e due soli, chissà…” pensa Marco, leggermente più felice.
 
 
Beve un altro sorso dalla bottiglia di vino e, in lontananza, scorge una figura sola.
Una ragazza, forse. “Che ci fa una ragazza sola?” si chiede, premuroso.
Cammina nella sua direzione, barcollando appena.
Colpa dell’alcool o dei sandali che affondano nella sabbia? Chissà.
Marco riporta lo sguardo sul mare, i suoi occhi profondi e verdi nascosti dietro alle palpebre un po’ più pesanti di prima. Respira profondamente, assaporando l’odore di salsedine e il vento fresco che gli fa venire dei leggeri brividi sul torace lasciato scoperto dalla camicia umida.
Si rilassa, pensando alle parole della nonna, alle parole degli amici che ha qui in paese.
Si era dimenticato di quanto fosse bello il paese dove abitava la nonna. Erano quasi due anni che non ci veniva più.
<< Tu sei Marco, il nipote della signora Tina? >> sente una voce squillante, alle sue spalle.
Apre piano gli occhi e si gira, un po’ scocciato, un po’ sorpreso dall’interruzione.
<< Sì >> dice solo, guardando distrattamente la ragazza appostata vicino a lui.
<< Posso? >> chiede, indicando la parte di roccia libera. Marco annuisce appena, continuando a guardare avanti a sé. La ragazza si siede accanto a lui e il vestito leggero svolazza un po’ tutto intorno, nonostante lei cerchi di fermarlo.
Marco guarda la stoffa sollevarsi grazie al vento. È rossa. E leggera.
Non guarda la ragazza, non gli interessa. Continua a bere e, solo dopo qualche minuto, le offre la bottiglia, spezzando il silenzio. << Vuoi? >> chiede piano, con il suo timbro di voce basso e caldo. Un po’ troppo caldo, ma è colpa dell’alcool.
Forse la ragazza sorride, non lo sa per certo.
<< Grazie, Marco >> dice lei con voce dolce e, prendendo la bottiglia, gli sfiora appena la mano. “Ha le mani piccole” pensa lui.
<< Era da un po’ che non ti si vedeva, qui in paese >> dice lei poco dopo.
<< Ho avuto da fare >> replica lui, gli occhi sempre fissi sul mare.
<< Capisco. A tua nonna sei mancato molto >> continua la ragazza, concentrata in quella parvenza di conversazione.
<< Lo so, mi dispiace >> dice piano Marco.
<< Avrai avuto delle ottime ragioni, sicuramente >> dice la giovane ragazza con voce dolce, fidandosi del buon carattere di lui.
<< Ne sei sicura? >> chiede lui, divertito. Ha passato più di un anno ad accontentare una ragazza nei suoi capricci e a mandare avanti i suoi, di capricci.
Lavorare costantemente per avere l’auto nuova, visitare con gli amici i locali più in della città… “ottime ragioni davvero”
<< Sicura >> conferma lei.
Marco scuote la testa divertito e, per la prima volta da qualche giorno, si rende conto davvero di quello che ha fatto.
<< Ho lasciato la mia fidanzata, la settimana scorsa >> le dice e non sa neanche perché.
<< È stata la decisione giusta? >> chiede piano lei, con tatto e delicatezza.
Come se parlasse ad un bambino piccolo.
<< Sì >> si sorprende a rispondere Marco. << Sì, ho fatto bene >> ripete.
<< Sono contenta >> dice e questa volta Marco capisce che sta sorridendo.
<< Perché? >> chiede curioso. La ragazza seduta vicino a lui lo intriga, nonostante continui a guardare davanti a sé.
<< Perché tua nonna mi dice sempre che sei un ragazzo speciale >> risponde dolcemente.
Marco aggrotta le sopracciglia, confuso. Nonna Tina parla di lui? Ne parla con lei?
<< E questo che cosa centra? >> chiede, forse un po’ brusco.
<< Centra perché io le credo. Sono contenta che tu abbia preso la decisione giusta e che sia qui >> dice lei, nonostante il modo brusco.
Marco non capisce più niente e si gira, per guardarla in faccia.
Capelli di un banalissimo castano ma belle labbra, quelle sì.
È lei.
Si ritrova a sorridere come un bambino, scuotendo la testa.
Lei è lì che gli sorride, calma e gentile.
“Ha pure degli occhi di un bel castano, così caldi”
Inizia a sentire caldo, nonostante la brezza fresca e i capelli ancora bagnati.
Colpa dell’alcool.
<< Marco >> si presenta, anche se lei già lo conosce.
Lei gli stringe piano la mano e si vede che è contenta. Le brillano gli occhi.
<< Aida >> dice e ride dell’espressione buffa di lui.
Ha una bella risata.
<< Balli bene, Aida >> dice lui sempre con la mano stretta a quella di lei.
<< Come lo sai? >> chiede curiosa.
<< Ti ho osservato mentre ballavi, prima. Balli molto bene >> dice di getto, sincero.
Ma farebbe di tutto pur di rivedere gli occhi di lei brillare.
<< Grazie >> risponde lei, distendendo le labbra in un dolce sorriso.
Marco si concentra sulle note della canzone che hanno messo, su in paese.
<< Mi insegni a ballare? >> le chiede, alzandosi in piedi e porgendole la mano.
La leggera musica di un lento si sente appena, coperta dal suono delle onde.
Ma va bene così, per Marco. Sarà colpa dell’alcool, ma non gli interessa.
<< Con piacere >> risponde lei, lasciandosi tirare su da questo giovane ragazzo.
 
Una serata limpida e ventilata.
Una musica leggera in sottofondo.
Il dolce suono delle onde che si infrangono sulla scogliera.
Due persone che un po’ maldestramente ballano sulla sabbia.
Un cuore un po’ meno spezzato.
 
 
############################## Mi piacerebbe sentire il vostro parere, oh esimie lettrici. ve lo dico da lettrice che, non sempre, recensisce. okay inizio a sentirmi in colpa... Ops... Pareri, consigli, critiche... mi aiutereste molto, dato che ho scritto un libro che hanno pubblicato *_* e vorrei migliorare!! :) Mi sono appena segnata come "Autrice" dopo 3 anni da "lettrice" e quindi questa e' la prima cosa che pubblico. posso fare di meglio, se mi aiutate :)  Ma grazie anche a chi legge solo, sperando che vi sia piaciuta, un minimo. un bacio, Chiara
   
 
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