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Autore: Bethesda    03/09/2012    5 recensioni
«Cosa ne pensi, Holmes?»
«Penso che questo tuo bisogno di comprare continuamente nuovi oggetti – specialmente quelli tanto moderni – sia dovuto ad una certa crisi di mezza età».
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Holmes abbassò il Chronicle in un fruscio di carta e probabilmente mi fissò con cipiglio corrucciato. Dico probabilmente dal momento che la mia visuale era oscurata dall’oggetto che stavo tenendo in mano.
Arrancai verso il tavolo della colazione, posandovi sopra l’ingombrate grammofono ed allontanandomi subito dopo per osservarlo come avrebbe fatto un pittore con una sua opera appena conclusa.
 
«Watson, credo che tu mi debba delle spiegazioni».
 
Sorrisi al mio amico e strofinai le mani con soddisfazione.
 
«Cosa ne pensi, Holmes?»
 
«Penso che questo tuo bisogno di comprare continuamente nuovi oggetti – specialmente quelli tanto moderni – sia dovuto ad una certa crisi di mezza età».
 
Ignorai le sue parole e contemplai il mio nuovo acquisto, ricordandomi che una parte di questo fosse rimasta all’ingresso, insieme ad una sgomenta Signora Hudson, che ebbe la gentilezza di raggiungermi per portarmela.
 
Quando se ne fu andata vidi Holmes in piedi vicino allo strumento, intento a scrutarlo con un sopracciglio alzato e la pipa fra i denti. Con un brivido mi accorsi che si trattava di quella di legno di ciliegio.
 
«Non ritieni sia magnifico?»
 
«Superfluo è il termine che cerco».
 
Lo ammonii con un dito, imponendogli di tacere mentre completavo l’opera mettendo ciò che mi aveva portato la Signora Hudson su quello che potrei definire un piatto rotante. Girai per qualche istante una manovella e quando ritenni che fosse tutto pronto spostai la puntina sul disco, come il commesso mi aveva mostrato.
 
La musica invase subito la stanza e non potei trattenermi dal sorridere.
 
« Rosen aus dem Süden, Strauss», sentenziòHolmes sin dalleprime note.
 
«Vuoi forse continuare ad accusarmi di avere fatto un cattivo acquisto?»
 
«John Watson», cominciò, minacciandomi con il bocchino della pipa che teneva stretta per il fornello, «se non ti conoscessi bene penserei che il tuo sia un tentativo di rimpiazzare il sottoscritto ed il suo violino».
 
Ruotai gli occhi e mi misi davanti a lui, sfidando il suo sguardo arcigno.
 
«Ne farei a meno unicamente quando lo utilizzi in modo molesto. Ma questo oggetto è senza ombra di dubbio gradevole!»
 
«Ma a differenza del violino non mi aiuta a risolvere i casi che mi si propongono».
 
«Fino a prova contraria non tutti ciò che ci circonda è creato unicamente a tuo uso e consumo, Holmes», replicai stizzito.
«Inoltre», continuai con maggiore dolcezza, «non ti si addice questo comportamento da conservatore. Potremmo trarre giovamento da questo grammofono».
 
«Illuminami su come possa fare qualcosa che non sia unicamente occupare spazio».
 
Tacqui qualche istante per racimolare le idee, per poi riprendere a parlare, il valzer sempre come piacevole sottofondo.
 
«Potresti confrontarti con certi spartiti. Goderti l’opera senza dover necessariamente andare a Covent Garden».
 
«Trovo un grande diletto nel frequentare il teatro».
 
Avrei voluto alzare il volume per impedire di udire le sue lamentele ma decisi di persistere.
 
«Holmes, la vecchiaia ti rende petulante».
 
Mi fulminò con lo sguardo, liberandosi della pipa e stringendosi in vita la vestaglia.
 
«Hai già terminato, Dottore? Pensavo che questo marchingegno sarebbe stato in grado di prepararci del tè e potare le piante dell’ingresso», ironizzò.
 
Giusto Cielo, la mancanza di casi avrebbe spinto uno dei due a compiere un insano gesto, ed ero sempre più sicuro che quel qualcuno sarebbe stato il sottoscritto. Un giudice, conoscendo Holmes di fama, mi avrebbe dato le attenuanti e perlomeno avrei evitato la forca.
 
Poi ebbi un’idea e non riuscii a reprimere un sorriso. Holmes mi fissò con sguardo indagatore.
 
«Dunque?»
 
«Possiamo danzare».
 
Non credevo che un sopracciglio potesse inarcarsi così tanto, ma l’espressività di Holmes tornò presto piuttosto gelida, anche se riuscii a udire una certa nota divertita nel suo tono di voce.
 
«Potremmo farlo anche sulle note del mio violino».
 
«In quel caso vi sarebbe un solo ballerino e il tutto potrebbe rivelarsi parecchio imbarazzante per il sottoscritto. Inoltre, anche se volessimo farlo in una sala da ballo, credo che sarebbe impossibile passare inosservati».
 
Holmes mi fissò come se avessi appena detto chissà quale scempiaggine e scosse un poco il capo.
 
«Cielo, non pretenderai che--»
 
«Oh, taci».
 
Allungai la mano, afferrandolo per un fianco e cogliendolo di sorpresa, portandoci petto contro petto. Presi una delle sue mani e me la portai la spalla, impossessandomi subito dopo dell’altra per poterle così intrecciare e tendere.
 
«Non capisco perché debba essere tu a condurre».
 
«In venti anni non ti ho mai visto ballare mentre io sono certo delle mie abilità – per quanto ristrette».
 
«Sono più alto di te».
 
«E io più massiccio. Ora taci e segui i miei passi».
 
Se qualcuno fosse entrato nella stanza avrebbe visto due uomini prossimi alla sessantina avvinghiati in quello che avrebbe dovuto essere un ballo elegante, ma sembravamo non poter essere più distanti da tale risultato. Entrambi ci pestavamo i piedi a vicenda, perdendo più volte il ritmo e rischiando di crollare a terra da un momento all’altro.
Eppure, nonostante ciò, mi divertii a condurre quel ballo sconclusionato e goffo, e Holmes stesso – sempre così restio ad abbandonare la propria freddezza – non lesinava risate genuine e ordini su come dovessi muovermi.
Riuscimmo addirittura a raggiungere una certa bravura e ne rimasi piuttosto colpito, sollevando lo sguardo verso il mio compagno che, finalmente, dopo dieci giorni di inattività, era uscito dal suo tipico grigiore causato dalla mancanza di lavoro. Costui mi sorrise, e per il semplice gusto di provocarmi, mi diede un leggero baciò sulle labbra, solleticandomi i baffi con il proprio respiro.
 
Una distrazione piacevole ma estremamente fatale, dacché mi fece inciampare sulla pelle d’orso e finimmo entrambi a terra, gementi per la caduta e affannati. Tuttavia scoppiammo a ridere, rimanendo inermi a fissare il soffitto, mentre il grammofono continuava a diffondere nell’aria piacevoli note.
 
«Son riuscito a convincerti», domandai.
 
«Non cantare vittoria. Sei un pessimo insegnante».
 
«Forse ho semplicemente un pessimo studente».
 
«Il tutto andava alla perfezione finché non ti sei distratto; ergo, la colpa è tua».
 
Risi di cuore, alzandomi poco dopo in piedi ed aiutando il mio amico ad sollevarsi. Questo, inaspettatamente, mi prese il fianco, riassumendo le posizioni di poco prima con qualche leggera modifica.
 
«Adesso tocca a me condurre».





Note: Lo so, è una sciocchezza ma rileggevo "The Adventure of the Mazarin Stone" e mi sono chiesta dove Holmes avesse potuto prendere un grammofono, così ho buttato giù questa cosina. Non è il massimo ma io li trovo pucciosi. Non so nulla di valzer, grammofoni e musica classica, così mi sono un po' informata ma se ci fossero incongruenze o errori sengalateli, grazie :D
Non ho messo una data specifica. Io mi immaginavo il 1900 :D
Baci,
Beth
   
 
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