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Autore: aoko_90    03/09/2012    5 recensioni
La storia è ambientata in un periodo post- organizzazione, un possibile futuro.
In più Shot leggo di Shin e Ran, sposati, con un bambino ed il primo nome a cui pensiamo è Conan.
Ma chi ci dice che avranno un bambino? e se avessero un destino diverso? Ebbene si io ho immaginato un futuro diverso! xD Vi ho incuriositi almeno un po? Spero la shot vi piaccia, aspetto vostri commenti :)
Dedicata a Pad che l'ha ispirata :)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E se domani?
♦Dedicata a Pad che l'ha ispirata♦

Una lieve brezza estiva, di quelle che ristorano dal caldo delle ore di punta le andò a scompigliare i lunghi capelli castani. La spiaggia era adornata da file di ombrelloni, era popolata, ma non affollata, la giornata ideale. La quiete del luogo era ottima per distendere i nervi, scacciare lo stress e rilassarsi. I metereologi qualche giorno prima avevano annunciato una prematura settimana di caldo intenso causata da un anticiclone di provenienza occidentale.
Le due figure di fronte ai suoi occhi entusiaste l’avevano supplicata di portarle al mare e così era stato.
Era distesa sulla sdraio a prendere i primi raggi solari della stagione, ma vigilava attentamente sui suoi preziosi tesori.
Si divertiva ad osservarle, imparava ogni giorno qualcosa, erano così diverse tra loro eppure in perfetta armonia. Sembravano fossero nate da un disegno prestabilito, la mano che le aveva create doveva avere un animo alquanto sbarazzino.
La prima delle due figure,quella alla sua destra era stata concepita con dei lunghi capelli dorati, degli incredibili occhi azzurri che tanto le ricordavano i suoi. Più cresceva e più  sembrava essere la copia originale e rimpicciolita della nonna paterna, se solo non avesse avuto quel caratterino avrebbe  scommesso essere Yukiko. Infondo ormai l’aveva imparato e sapeva bene che dietro ad una ragazzina o ad un ragazzino delle elementari potrebbe nascondersi un liceale, e perché no? Poteva nascondersi sua suocera dentro quel piccolo corpo, forse aveva voluto provare il tanto innovativo farmaco, l’APTX4869.

La piccola guardò con sguardo serio la sorella e corse tra le braccia della madre lagnandosi.

“Mamma ma perché fa così? Io mi vergogno.. si avvicina a tutti! Scappa di qua e di la..”

No, quella bambina non poteva essere sua suocera, la mano che sembrava averla disegnata aveva unito la fisicità della donna  al carattere serio e posato della nonna materna, Eri. Aveva i suoi modi, i suoi atteggiamenti e sembrava già interessarsi al suo lavoro. Più volte aveva dimostrato una memoria impeccabile, ricordava con precisione tutte le cause a cui aveva assistito grazie al nonno Kogoro. Sorrise, sembrava che persino suo padre avesse notato l’affinità di carattere e l’avesse colpito nel profondo, più volte quell’uomo tutto d’un pezzo era crollato di fronte agli occhi della nipote che supplichevole chiedeva di andare a trovare Eri. Quella bambina sembrava riavvicinarli a poco a poco, li legava attraverso un filo invisibile.

“Dai Yukiko, lo sai che è fatta così.. perché non fai un castello di sabbia vicino a me?”

La bambina sorrise dolcemente alla madre per poi sedersi ubbidientemente accanto ed iniziare quello che di li a poco sarebbe stato un bellissimo castello.
Sorrise pensando che quella volta Shinichi aveva proprio sbagliato, quella forse era stata la deduzione più errata della sua vita.

Le acque si erano rotte con due settimane di anticipo, era stata portata in ospedale da Sonoko, perché nonostante ormai avesse un marito, in quel frangente si trovava a risolvere un caso per l’ispettore Megure, ignaro che la sua prole stesse per venire alla luce. Ricordava le parole e le maledizioni che l’ereditiera aveva lanciato nell’ambulanza, nel tragitto lungo l’ospedale, verso il detective. Sorrise ricordando l’ espressione sbigottita del paramedico che domandò mestamente alla neo mamma:

“Ma è del padre che sta parlando?”

Come poteva dimenticare un momento simile? Era in balia delle doglie, le contrazioni aumentavano e la sua migliore amica litigava contro l’incauto paramedico che aveva osato definire Shinichi con il termine padre.

“Padre? Lei chiama padre un maniaco dei misteri che piuttosto che accompagnare la moglie incinta di due gemelle è a risolvere un caso per Megure? E’ un cretino..ecco cos’è.. non un padre..”

Le parole dell’amica erano rimaste impresse nella sua mente ed erano riuscita a distrarla da quel dolore lancinante che preannunciava l’arrivo delle piccole.

La ragazza non l’aveva abbandonata nemmeno nella sala operatoria, aveva provato più volte a chiamare “l’idiota”, ormai era quello il suo nome di battesimo, ma nulla.. e alla fine pur di non lasciarla sola al suo destino era entrata contro il  volere di infermieri e dottori.

Il parto fu più semplice del previsto, non ci fu bisogno del cesareo. Il neo papà si presentò con un ritardo di ben 3 ore, per rintracciarlo c’era voluto il detective di Osaka, che dopo essersi subito la strimpellata della neo mogliettina Kazuha si era visto costretto a cercare in lungo e largo Shinichi.

Rivedeva la ragazza del Kansai parlare al telefono:

“Hattori Heiji.. a meno che tu non voglia trasferirti sul divano per un intero mese trova quell’imbecille!”

Il tono dell’amica non aveva lasciato spazio a repliche.

Finalmente dopo quel lungo calvario, Shinichi si era presentato, giusto in tempo per vedere le sue bambine. Non avrebbe mai scordato il suo sguardo, entrò nella stanza con la testa calata..

“Ran..scusami.. io..voglio dire.. mancavano due settimane..come potevo immaginare..”

Nel frattempo la neo mamma aveva pensato di presentare al marito lo stesso comportamento dell’amica.. avrebbe dormito sul divano per almeno un mese..ma il fluire dei suoi pensieri fu bloccato dai piccoli angeli che l’infermiera portò.

“Piccole, ecco la vostra mamma ed il vostro papà”

Gli occhi di Shinichi brillarono di una luce nuova, facendo crollare tutti i buoni propositi di vendetta.

“ Ran quella sulla destra si chiamerà Yukiko è identica a lei..mentre quella sulla sinistra..”

“Eri” aveva completato la frase per lui.
 
Sicuramente l’occhio attento e sveglio del marito non aveva errato sulla somiglianza fisica, ma non è quella a rappresentarci, a renderci quello che siamo..è la nostra anima, quindi quei nomi non potevano essere più errati.

La piccola Eri solare giocava sul bagnoasciuga, si avvicinava ai passanti curiosa, tendeva a socializzare con ogni persona incontrasse sul suo cammino. L’aveva scoperta a spiare nei cassetti della sorella, origliare le conversazioni della madre e tendere piccoli tranelli al padre per poi ridere insieme alla nonna materna. Come dimenticare la scenetta comica  di qualche sera prima..

La piccola Eri aveva visto la pubblicità di uno spettacolo di magia di un noto mago e dopo varie insistenze aveva convinto di malavoglia il padre ad andarci. Giunti al teatro avevano scoperto con non poca sorpresa che lo stesso Shinichi conosceva bene il mago in questione..che per di più aveva riservato loro dei posti in prima fila. Yukiko soccombendo ai capricci della sorella era seduta in mezzo tra il figlio del prestigiatore e la madre, mentre Eri si era piazzata in mezzo ai genitori, ignara che il tutto le si sarebbe ritorto contro. Come si suol dire a volte, giustizia divina. Yukiko aveva osservato con occhi sognanti lo spettacolo rimanendo colpita non tanto dall’illusionista, quanto dal figlio che sembrava averla incantata, cosa che aveva indispettito non poco Shinichi. Eri invece si era subita le noiose spiegazioni del padre che aveva rovinato ogni magia svelando il trucco che la celava. Risentita la piccola appena giunta a casa decise di prendersi una piccola rivincita, la fantasia di certo non le mancava. Era andata silenziosamente nell’ufficio del padre, aveva preso la chiave del cassetto dove Shinichi riponeva gli archivi più importanti arrampicandosi sulla sedia e l’aveva nascosta in un posto segreto, in un posto tutto suo, dove il padre non poteva trovarla. Quando dopo cena il padre, ignaro, si era diretto nella stanza per mettersi a lavoro aveva scoperto il furto. Era pur sempre un detective e sapeva bene chi era “il colpevole” di turno. La bambina lo attendeva sul letto con le gambe a cavalcioni, lasciando interdetto il padre non appena entrato.

“Eri dove hai messo le chiavi? Devo lavorare..”

“Visto che ti piace così tanto svelare i trucchi.. perché ora non risolvi questo enigma?”

Così dicendo l’aveva abbandonato solo nella stanza, permettendogli l’ispezione. Quella sera non ci fu verso, la chiave non comparve e Shinichi non lavorò. Il mattino seguente, quando Ran si era diretta a cambiare le lenzuola, aveva trovato il piccolo oggetto sotto il materasso.
 
La piccola peste in quel momento si stava avvicinando ad un bambino seduto in riva al mare, che sembrava non adorare l’acqua, forse più che l’oceano..erano i suoi abitanti ad infastidirlo. Eri sembrava essere giunta alla stessa conclusione della madre e come sempre non si smentì. Giunta alle spalle del poveretto gli sussurrò.

“Hai visto come è bello quel pesce?”

Il bambino in questione lanciò un urlo e scappò sotto l’ombrellone della madre, lasciando Eri a ridersela di gusto. Ran Sbuffò.

“Yukiko per favore, va a chiamare tua sorella..”

Dopo qualche minuto furono di ritorno, Ran sgridò vistosamente la bambina, tentando di farle capire che certi scherzi non andavano fatti, non era carino nei confronti delle persone, non erano modi di fare di una brava bambina.
Ma tanto già lo sapeva, era tutto inutile, dopo qualche giorno avrebbe dimenticato il rimprovero e avrebbe fatto di testa sua, come sempre.
Finalmente le due piccole si sedettero sulla sdraio accanto alla madre mentre mangiavano silenziosamente un gelato, Yukiko sembrava aver portato la sua attenzione al bambino qualche ombrellone più in la, lo stesso a cui Eri aveva rischiato di provocare un infarto, e Ran avrebbe scommesso che il bambino in questione osservasse la figlia sorridente. Eri ancora visibilmente risentita per la sgridata fissava la sabbia.
Sarebbe stato un quadretto idilliaco se solo non fosse stata su una bellissima spiaggia, in una bellissima giornata, con delle bellissime bambine, un bellissimo costume..ma sola.
Eh si, Shinichi, poco prima di partire era stato chiamato per un caso, ovviamente urgentissimo, e le aveva incitate ad andare sole, promettendo di raggiungerle, peccato che il sole stesse calando, ma di lui non vi era ombra. Un bellissimo tramonto, Ran sconsolata decise di tornare a casa, quando finalmente all’orizzonte lo vide, il suo bellissimo sorriso. Ora poteva finalmente definirla così, una bellissima giornata.
  
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