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Autore: IrishBreeze    19/03/2007    4 recensioni
Dovevano essere le 4 o le 5 del mattino. L si alzò senza il minimo ricordo dei fatti avvenuti quella notte. Piccola One shot Shonen Ai (senza pretese ^^'') L/Raito. Caasomai ci fossero commenti risponderò alla fine della storia!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E dopo mesi e mesi di (ingiustificata) assenza torno con una One Shot sul mio nuovo amore (leggi: ossessione T.T)
Sinceramente Mi sembra abbastanza banale come FF e nemmeno troppo introspettiva, malgrado lo abbia segnato come genere della FF, ma vabbè... Ah, il titolo, messo in modo assolutamente casuale (questa potevo risparmiarmela) è una canzone di David Bowie
Speriamo a qualcuno piaccia U.U
IrishBreeze

 

MoonAge Day-Dream

"E' troppo facile"

Erano mesi che Light aveva perso la spontaneità. Lui lo sapeva meglio di altri: ad ogni azione corrisponde una conseguenza. Il pieno possesso della vita, è semplicemente saper servirsi delle conseguenze, utilizzarle e manovrarle a piacere. Per questo ci vuole una mente matematica, ed alquanto fredda. Light possedeva tutto ciò, ed aveva pure qualche ideale, sapeva cosa voleva a sapeva come arrivarci.

E per arrivare dove era arrivato, aveva dovuto giocarsi bene le sue occasioni. Ormai erano poche le situazioni che lo mettevano in difficoltà. Poche, ma così penose da farlo letteralmente nuotare nel sudore. Per un motivo o per l'altro. Come stava succedendo ora.

Per qualche assurdo motivo che non sapeva spiegarsi, L, che fino a quel momento era rimasto sprofondato e assorto nella sua poltrona gli era piombato sulle ginocchia e lo fissava con quello sguardo allucinato che aveva ben imparato a non sottovalutare. Ecco, erano queste azioni inconsulte e impensabili che lo mettevano a disagio. Sono difficili da prevedere. Quasi impossibili da immaginare.

Che L si sedesse in quella maniera assurda era un dato di fatto; ma che lo facesse sulle sue ginocchia...

Il peso di L, malgrado non fosse per niente eccessivo, cominciava a farsi sentire. Light cercò di concentrarsi meglio per avere il pieno controllo dei suoi muscoli facciali. Non doveva assolutamente far capire che effettivamente stava provando dolore. Dominò l'istinto di aprire le gambe e far cadere L. Riuscì a far apparire una smorfia come un sorrisetto di sfida. E tutto questo senza levarsi la maschera impassibile che si era costruito addosso. Una maschera impassibile da bravo ragazzo, chiaramente. La maschera impassibile da assassino la conservava per altri momenti.

La sua presenza in quella stanza d'albergo, in via ufficiale, era giustificata dal fatto che L aveva bisogno di un consulto e di fare quattro chiacchere con Light. In via ufficiosa, Light sapeva benissimo (ma probabilmente lo immaginavano anche suo padre e gli altri) che L lo stava semplicemente testando, come ormai faceva spesso. Tentava ad ogni costo di farlo cadere, il bastardo. Ma Light aveva un innegabile vantaggio: lui sapeva di essere Kira, L lo sospettava solo. Ed un certezza supera di gran lunga un sospetto o peggio un dubbio.

Può darsi fosse nata anche una certa sfida implicita fra i due. Da parte di Light la sfida era praticamente imposta. Ma L... Sembrava quasi che lo sapesse. Light strinse gli occhi osservando la testa del ragazzo che si era appollaiato sulle sue gambe. Era impossibile. Non poteva di cero sapere. La palla la teneva in mano ancora lui.

Le gambe gli si stavano indolenzendo; ancora qualche minuto, e non le avrebbe sentite più.

Ed ecco che quella assurda situazione si era trasformata in una sfida, l'ennesima sfida. Light non avrebbe di certo permesso che fosse stato L a vincerla. Strinse i denti senza farlo notare. Tra l'altro, pareva che L fosse vivamente interessato alla tappezzeria della stanza. “A che gioco sta giocando?”

Non era la prima volta che lo metteva in una situazione del genere. L sapeva che Kira avrebbe di certo voluto vincere ad ogni costo. E ad ogni occasione cercava di sfidare Light in modo da studiarne le reazioni. Spesso queste sfide si risolvevano un un vicolo cieco. Ma forse era solo la sua mente ad aver interpretato questa situazione come una sfida. Probabilmente era stata solo una bizzarria dell'ancora più bizzarro delle sue azioni detective. Forse era proprio qua che voleva farlo cadere... Sì. Avrebbe parlato. L doveva sapere che lui non era così.. assurdo da accettare cose del genere. Doveva perdere.

Spostò di un millimetro le ginocchia e fece per aprire la bocca e domandare ad L, con un sorriso incerto sulla bocca, cosa stesse facendo (oh, come sapeva mentire. Chissà perchè il mentire non veniva quasi mai contato come un abilità o un pregio.)ma il girarsi improvviso della testa di L verso la sua lo bloccò.

Cosa fai?”

Cosa.... fai? Light cercò di contenersi. Lui era nella posizione di fare una domanda del genere. Non L. Non ebbe neppure bisogno di chiamarlo l'autocontrollo. Ormai lo possedeva, intrinseco a se stesso. Abozzò un mezzo sorriso.

Non avrebbe mai permesso che qualcuno lo interrompesse per ben due volte. DUE volte. Ma come si era detto, ogni azione inconsulta lo spiazzava. Perchè aveva le netta sensazione, che la sensazione di bruciore che provava sul collo fosse data dalla lingua e dalle labbra di L, chinato su di lui. Inghiottì la saliva, cercando di mantenere un certo distacco. Il che non gli veniva per niente facile. Che cosa. Stava. Facendo? Sgominò l'impulso di scrollarselo di dosso e fuggire. Doveva solo sapere perchè. Perchè? Era un'altra trappola?

Se avesse acconsentito... L avrebbe benissimo potuto pensare che Kira lo avrebbe fatto ben volentieri. Kira avrebbe fatto di tutto per allontanare i sospetti di L da lui. Qualsiasi cosa. E se avesse detto di no... Se avesse detto di no... Cercò di ignorare un brivido che gli scosse la spalla. L aveva scostato la sua maglia quel tanto da fargli venire un brivido di freddo (di freddo?). Allontanò i pensieri molesti. Ora come mai aveva bisogno di pensare, e pensare velocemente. Se avesse detto di no. Pro e contro. Ma per quanto si sfrozasse, non riusciva a trovare nessun contro.

Era un po'... come dire... Deluso?

Sapeva cosa doveva fare quindi. Anche se aveva la netta sensazione di non averci ragionato poi così tanto. Appoggiò le braccia ai braccioli della poltrona per fare leva e poi andarsene. Quantomeno, ci provò. Non appena L intuì cosa volesse fare (e non ci volle molto), gli mise le mani intorno ai fianchi e lo spinse verso lo schienale della poltrona.

Stai qua....”

Light avrebbe voluto gridare, in quel momento più di ogni altra volta in cui si era tovato solo con L. Perchè quel ragazzo pareva che sapesse esattamente ciò che lui voleva? Certe cose non le ammetteva nemmeno a se stesso. Perchè lui le sapeva? Non poteva... braccarlo così.... Era immorale... Era barare.... Era...

E' troppo facile”

L teneva ancora le sue mani attorno ai fianchi di Light.

Non sto... Non sto facendo nulla. Nessun.... doppio fine.”

Ancora una volta sapeva ciò che avrebbe voluto sapere. Ma ci aveva pensato. Doveva dire di no. Quindi...

Si sporse in avanti, raggiunse il volto di L e lo baciò come.... lo baciò.

Rapidamente cercò di togliere la maglia a L, che lo prese per mano e con una camminata alquanto scimmiesca lo trascinò in camera da letto.


La camera era tornata silenziosa. Sapeva per certo che L non stava dormendo. Aveva cominciato a credere, e ne era ragionevolmente convinto, che dormisse due ore a settimana. Gli stava dando le spalle. Un irragionevole moto di odio prese il sopravvento in lui. Con un gesto alquanto sgarbato, girò violentemente L verso di lui prendendolo per un braccio. Omrai era troppo tardi quando si rese conto di aver fatto la mossa sbagliata. Light non era un ragazzo violento. Era un ragazzo calmo e pacifico, che sapeva pensare. Ritirò in fretta il braccio e mise su una faccia spaesata e spossata. Avrebbe potuto recitare la parte del ragazzo scosso dalle ultime esperienze avute. Poteva giocarsela bene questa.

Puoi smettere di fingere”

Le improvvise parole di L lo distolsero dai suoi pensieri. Mmmh?

L alzò un braccio e con la mano prese a fargli il solletico sul collo. Light affondò la testa nel cuscino.

Ho capito come Kira uccide le sue vittime”

Con le unghie stava giocando sulla spalla di Light, dove si stavano formando tanti graziosi graffi rossi.

Ho capito dove si trova.”

Cominciò a giocherellare con l'attaccattura dei capelli sulla nuca di Light.

So anche cosa sta facendo in questo momento”

L alzò la testa dal cuscino, e si mise a sedere sul materasso. Light aveva ancora il viso sprofondato nel cuscino. L si sedette sulla schiena e gli prese le mani.

In fondo, mi dispiace.”

Obbedendo ad un impulso improvviso, Light si voltò verso destra quel tanto da notare sul comodino un quadernetto nero che non avrebbe dovuto essere lì. Subito dopo, sentì il corpo di L disteso sulla sua schiena, e due freddi braccialetti di metallo che gli bloccavano le mani.


Probabilmente furono gli uccellini che in quella stagione cominciavano a cantare molto presto. Dovevano essere le 4 o le 5 del mattino. L si alzò senza il minimo ricordo dei fatti avvenuti quella notte. Chissà con quale criterio gli esseri umani ricordano o meno i sogni. Perchè della notte appena passata, L aveva giusto ricavato un insensata voglia di mele.

  
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