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Autore: Senul    03/09/2012    1 recensioni
Salve a tutti! ^w^
Sono Luna e in questa storia di Inazuma Eleven ho aggiunto il MIO personaggio. u.u
Ebbene sì, ci sono io! Un mio grande desiderio sarebbe entrare nel mondo di quest'anime fantastico e ho pensato varie volte a come potrei incontrare i miei amati personaggi preferiti, a che rapporti avrei con loro e che storie potrebbero nascere. *-*
Ci ho pensato così tanto che mi sono venute delle idee e, beh vorrei raccontare la storia di Inazuma Eleven dal mio piccolo punto di vista. :3
Racconterò ciò che vorrei fosse la realtà.
Un trasloco. Una nuova scuola. Nuovi amici, prima cotta. Ero felice, sì. Ma la felicità è destinata a non durare. L'arrivo di un grande amico mi farà ritrovare la luce della speranza. Ma in un Giappone dominato dalla paura e distruzione degli Alieni, che succederà?
Quale sarà il destino dell'amore di una dolce fanciulla?
Forse non sarà originale, ma l'ho scritta con il cuore, anzi la sto scrivendo, perchè non è ancora finita.
Spero tanto che vi piaccia, grazie infinite. ^w^
Luna. :3
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Shawn/Shirou, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La mamma entrò dalla porta e spalancò la finestra. La luce di prima mattina invase la mia cameretta raggiungendo i miei occhi e costringendoli ad aprirsi.
-E’ ora di alzarsi, oggi cominci la scuola tesoro.-.
Appena sentii quelle parole balzai giù dal letto e corsi a fare colazione.
Finalmente!
Trangugiai velocemente qualche biscotto pucciato nel latte.
-Mamma mi hai fatto la merenda??- chiesi in preda all’eccitazione.
-Certo. E ti ho messo dentro lo zaino un paio di quaderni e l’astuccio. Ora andiamo.-.
Corsi fuori e balzai in macchina pronta per andare alla mia nuova scuola, l’Alpine Jr. High. Fu un viaggio breve, dopo 5 minuti ero davanti al portone.
Miriadi di bambini erano lì come me, alcuni felici, alcuni timorosi, alcuni addirittura in lacrime. Appena sentii suonare la campanella diedi un bacio alla mamma e corsi insieme agli altri all’interno dell’edificio. La mia classe era la prima A.
Mi sedetti a uno dei banchi in penultima fila e ascoltai attentamente il benvenuto della maestra seguito da alcune rapide raccomandazioni.
Non facemmo quasi lezione, passammo il tempo a conoscerci. Io in realtà mi misi a disegnare. Era una passione che avevo sin da piccola piccola. Appena completai gli occhioni del mio gattino, un paio di bambine si avvicinarono e con aria d’ammirazione iniziarono a farmi molti complimenti.
-Wow! Sei troppo brava a disegnare!! Come fai?!-
-Cavoli, me ne disegni uno anche a me?? Ti preego!-
-Com’è che ti chiami? Luna, vero? Sei super brava!!-
Ero un po’ imbarazzata, ma estremamente felice. Iniziai a sorridere senza nemmeno accorgermene e insegnai a quelle bambine come fare la testa di un bel micino.
Fu in quel momento che lo vidi per la prima volta.
Un bambino dai capelli argentati, lunghi sino alle spalle, apparve dietro di me.
-Ehi Luna, sei davvero bravissima!-
Mi voltai. Aveva gli occhi verdi scuro, uno sguardo gentile.
Mi sorrise.
E io mi innamorai di quel sorriso.
 
-Oh, grazie mille!- farfugliai arrossendo. Era la mia prima cotta.
Dopo qualche secondo arrivò un altro bambino, capelli rossi, occhi verdi-grigiastri e una sciarpa al collo.
-Ma piantala Shawn! Un disegno così lo sanno fare tutti!-.
Mi sentii offesa. Shawn però lo inquadrò con aria di sfida.
-Provaci allora, Aiden.-
Una bimba mi disse all’orecchio che erano fratelli e in effetti notai una certa somiglianza. Però il carattere era completamente diverso!
Aiden guardò il fratello, accettando la sfida. Prese un foglio e cominciò il suo disegno.
Quello che ne uscì tradì di molto le mie ingenue aspettative. Più che un gatto, sembrava un maiale.
Tutti scoppiarono a ridere e Aiden arrossì.
-SMETTETELA!-
Non so come, mi fece pietà.
-Aiden, se vuoi ti insegno.-
Gli sorrisi. In fondo forse si era sentito agitato come me per i nuovi compagni e avrebbe voluto apparire al meglio.
Mi sedetti accanto a lui e gli feci vedere come fare.
Mi guardò sorpreso e poi abbassando la voce mi chiese scusa.
Era bravo anche lui in fondo!
Gli sorrisi, -Non è niente-.
  
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