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Autore: weitwegvonhier    04/09/2012    3 recensioni
Quella giornata tanto disastrosa aveva portato con se un dono speciale.
Pierre non poteva crederci, guardava Lachelle e continuava a ripetere –Papà, Mamma. Saremo genitori!- Rideva, rideva e piangeva di felicità, di amore, di allegria.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Pierre Bouvier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stava tornando a casa infuriato, dopo una giornata di lavoro, in studio, che era risultata pesante sotto ogni punto di vista.
Quel giorno si era svegliato male, aveva un terribile mal di schiena, era arrivato tardi a lavoro a causa del traffico e per di più, non riusciva a cantare quella maledetta canzone come doveva.
Odiava le giornate così, avrebbe voluto prendere a calci tutto quello che gli capitava davanti, urlare, sfogarsi.
Era stato costretto a tornare a casa a piedi perché l’auto si era bloccata, quale fosse il guasto, ancora non erano riusciti a capirlo.
Ci mancava soltanto che tornando a casa un’auto gli passasse sopra due o tre volte per finire in bellezza.
I suoi pensieri erano indescrivibili, se la prendeva con il mondo ad ogni passo che faceva.
Che cosa mai avrò fatto poi di male? Si chiedeva mentre inciampava in una lattina lasciata per terra da qualche persona che a Pierre piaceva definire incivile contro natura
Lo consolava il pensiero di una buona cena però, una volta tornato, della sua ragazza che lo aspettava sul divano e lo baciava quando entrava.
Amava quella donna come mai aveva potuto pensare di amare nessuno, nella sua vita.
C’era il mondo nei suoi occhi, quando la guardava.
Quando facevano l’amore era come se la Terra fosse in pace, come se tutto nel mondo andasse bene.
Ma mentre pensava ai bellissimi capelli biondi di Lachelle, a come li avrebbe accarezzati sul divano aspettando che lei si addormentasse, un palo gli si piazzò davanti al naso, provocandogli, oltre alle bestemmie fuoriuscite dalla sua bocca, un certo dolore.
Quando cavolo ce l’hanno messo un palo lì? Non è possibile!
In 32 anni di vita non gli era mai capitata una giornata più storta di quella, e per di più era Maggio efaceva ancora freddo da morire.
Lanciò con il piede un sassolino che si era intromesso nel suo cammino e, frugando nelle tasche dei suoi pantaloni si accorse che, non essendoci mai fine al peggio, aveva dimenticato le chiavi in macchina. E la macchina era allo studio.
Suonò il campanello, pregando che Lachelle non stesse come al suo solito ascoltando la musica in cuffia a tutto volume e che gli aprisse prima del mattino dopo.
Ma, anche se la giornata era andata male da l’inizio alla fine, niente dura per sempre.
Si dice che quando le cose ti vanno male, sei predisposto ad apprezzare con maggiore entusiasmo quelle che ti vanno bene.
Salì le scale per arrivare al suo appartamento perché, ovviamente, l’ascensore da quella mattina aveva deciso di non funzionare più, ed entrò in casa con l’aria affranta di chi vorrebbe buttarsi di sotto.
Lachelle, andandogli incontro chiede a Pierre com’è andata la sua giornata, al che, per tutta risposta, lui la fulmina con lo sguardo.
La ragazza, che aveva intuito il suo malumore allora lo invita a tavola, dove riposa una candela appena accesa, che divide due piatti e due bicchieri.
Uno con il vino, l’altro senza.
-Pierre, devo parlarti di una cosa…-
Pierre si siede a tavola, per dirla tutta, si lascia letteralmente cadere sulla sedia, sprofondando nel cuscino morbido.
-Non hai preparato la cena e dobbiamo aspettare che arrivi il ragazzo delle consegne? In tal caso, parlando per esperienza ispirandomi alla meravigliosa giornata che ho avuto oggi, ti posso assicurare che il ragazzo delle consegne non arriverà e che noi…-
-Aspetto un bambino.-
-…non ceneremo fino a cosa?-
Pierre lasciò cadere la forchetta con la quale gesticolava animatamente fino a poco prima.
Non era sicuro di aver capito bene che cosa gli avesse detto Lachelle, ma vedendo il luccichio nei suoi occhi mentre cercava a tutti i costi ti trattenere un sorriso, intuì di aver capito.
Non riuscì a muoversi per qualcosa che, sia a lui che alla sua ragazza, sembrò un’eternità.
Poi balbetto un qualche cosa come – Sei…sei davvero sicura?- e restò a bocca aperta come un pesce lesso mentre lei annuiva, e le prime lacrime iniziavano a rigarle il volto.
A quel punto Pierre si alzò di scatto dalla sedia, che volò all’indietro, si avvicinò a lei, le mise una mano all’altezza della pancia e sussurrò –Ciao, ciao tesoro mio.-
Guardò Lachelle negl’occhi e la baciò, la baciò con una passione che non credeva gli sarebbe mai appartenuta, la baciò come se fosse l’ultimo giorno prima della fine del mondo.
La baciò sussurrandole –Ti amo, ti amo- perché non riusciva a staccare le labbra dalle sue.
Le loro lacrime si mescolarono.
L’abbracciò, la baciò di nuovo e mai come in quel momento fu tanto sicuro di quanto potesse amarla.
Quella giornata divenne la più bella della sua vita, ogni cosa sembrava aver trovato un senso, il suo posto nel mondo.
Tutto ciò che era andato storto non esisteva più alla consapevolezza che una creatura faceva parte di quella bellissima donna con la quale lui aveva scelto di condividere la vita.
Si inginocchiò sotto lo sguardo felice e innamorato della ragazza, e baciò la sua pancia, sentendo che quella era la sua creatura. Sarebbe stato il suo bambino, o la sua bambina. Una parte di lui, quella più importante, sarebbe nata.
Sarebbe stato un uomo completo.
Avrebbe formato una famiglia.
Avrebbe avuto un piccolo Bouvier.
-Ti amo, piccola creatura. Chiunque tu sia, il tuo papà ti ama.- Sussurrava baciando la pancia di Lachelle, che accarezzava i capelli al suo ragazzo con fare materno.
Quella giornata tanto disastrosa aveva portato con se un dono speciale.
Pierre non poteva crederci, guardava Lachelle e continuava a ripetere –Papà, Mamma. Saremo genitori!- Rideva, rideva e piangeva di felicità, di amore, di allegria.
-Ti amo!- Gridò.
Voleva che il mondo intero lo sentisse, amava la vita in quel momento. La sua, quella di Lachelle e quella che le stava crescendo dentro. Semplicemente la vita.
-Il tuo papà ti ama- Ripeté guardando il cielo dalla finestra, immaginando che quella meravigliosa creatura, potesse sentirlo.




P.s. In realtà questa è la prima cosa che io abbia mai pubblicato qui, e non so se nessuno mai la leggerà o se a nessuno mai piacerà Hahah Ma ho riniziato a scrivere dopo molto tempo, e, dopo aver visto una foto di Pierre con la bambina mi sono...emozionata Hahaha Se non vi piace vi chiedo scusa c.c Altrimenti....grazie per averla letta (?) O anche solo guardata Hahah :3
   
 
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