Il sole sorse in fretta a Lima, illuminando una finestra, la finestra di Casa Berry.  Lì ormai la mattinata era cominciata da un bel pò, Rachel era già vestita, pronta per fare colazione. Aprì la porta del bagno, ancora con la spazzola in mano, continuando a spazzolarsi. « Ecco ora ho finito..» la voce della ragazzina ebrea era bassissima, quasi inpercettibile, era una spece di autoconversazione, che andava avanti da almeno sette anni. Ecco, questa era una delle stranezze di Rachel Berry, a parte il fatto di mettere una stellina dopo la sua firma. O del fatto di voler portare il suo fidanzato a New York insieme al suo amico gay. Ma ecco cosa stava cambiando..Finn, il  giocatore di football, stupido quanto alto, non soddisfava più Rachel, lei non provava le stesse sensazioni che provava una volta. I loro baci erano spenti, senza emozioni, freddi. La sveglia suonò attirando l'attenzione dell'ebrea, segnava le otto, ora di andare a scuola.
Rachel prese la sua cartella e la mise a tracolla, scendendo velocemente le scale, scoccando un bacio ai suoi papà. Apenna varcò la porta, ebbe una sensazione di freddo e vide tutto bianco. Una palla di neve. Lei già sapeva il nome del colpevole , prese due dita e levò il ghiaccio dai suoi occhi. «Smettila Noah! Già le granite, e ora anche questo.»  poi guardò bene Puckerman, alto, muscoloso con una cresta, oggi vigorosamente trattata bene, alta, senza un capello fuori posto. Rachel scosse la testa starnutendo, e corse verso la scuola, se avesse preso un raffreddore la sua voce ne avrebbe risentito, lei non poteva permetterselo.
La porta del McKinley era sempre più vicina..ed ecco, l'aveva aperta entrando ed assaporando il calore della scuola. Dicembre lì dentro non esisteva, il tiepido caldo faceva soridere tutti, entusiasti del Natale, ormai vicino. Come quarto anno, Rachel andava piuttosto bene, ottimi voti, fidanzata con il quarterback..ma mancava sempre qualcosa. Qualcosa che lei non capiva. «Rachel, stai bloccando il passaggio. » Kurt spuntò dal nulla, con il suo ciuffo e la sua portata da primadonna, in effetti era vero, Rachel si era fermata davanti al bagno dei maschi, ora se ne accorse di tutti i ragazzi che continuavano a guardarla, lei ricambiò con uno sguardo imbarazzato, schizzando tra le braccia di Kurt.  «Kurt, meno male che ci sei tu. Dai andiamo al Glee, Schuester sarà fuoribondo. » Rachel suggerì con uno squittio, Kurt acconsentì e camminarono entrambi verso il glee. Si udiva una voce femminile, soave, ma chi era? 
Aprirono la porta piano, non disturbando nessuno, cercando di non interrompere quella canzone, era Santana. Rachel la osservò bene, mentre era trascinata dalla mano di Kurt, da quando era così carina?