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Autore: Trich    04/09/2012    4 recensioni
Essere un Mezzosangue è figo. Hai i poteri del tuo genitore divino, per quanto in minoranza. Se sei figlio di Poseidone, l'acqua esegue i tuoi ordini; se sei figlio di Atena, probabilmente sei molto intelligente; se sei figlio di Ares, avrai un talento per il combattimento, insomma, cose così. Questo sì che fa di te una persona forte. Essere un Mezzosangue è figo.
Essere figlio di due mezzosangue non lo è.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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24 giugno 2031


 

Essere un Mezzosangue è figo. Hai i poteri del tuo genitore divino, per quanto in minoranza. Se sei figlio di Poseidone, l'acqua esegue i tuoi ordini; se sei figlio di Atena, probabilmente sei molto intelligente; se sei figlio di Ares, avrai un talento per il combattimento, insomma, cose così. Questo sì che fa di te una persona forte. Essere un Mezzosangue è figo. Essere figlio di due mezzosangue non lo è.

Mi chiamo Lily Jackson, e sono la figlia di Percy Jackson e Annabeth Chase.

Non ho né l'intelligenza di mia madre, né la forza nell'acqua di mio padre.

Essere figlio di due mezzosangue è una fregatura.

Tutti -ogni riferimento a Chirone è puramente casuale- si aspettano che io sia una forza in entrambi i cambi, una super genia che controlla l'acqua. Sì, sarebbe una figata. Purtroppo, il massimo che riesco a fare in acqua sono scie di bollicine, vortici che durano dai cinque ai tredici secondi cronometrati, e, be', respiro. Per ora non riesco a vedere niente in me di una nipote di Atena.

Ogni estate sono costretta ad andare al Campo Mezzosangue, sebbene io non sia una di loro. Cosa sono? Una quarto-sangue? Un ibrido di seconda mano? Ancora non l'ho capito.

Comunque, mia madre mi stava accompagnando a Long Island, di nuovo. Chiacchierava, senza nessun ascoltatore, su quanto fosse divertente, e, soprattutto, utile, allenarsi al Campo. Certo, sarebbe molto divertente e utile se fossi un super genio, ne sono certa. Non sarei mai riuscita a cavarmela da sola fuori dal Campo, nemmeno dopo mille allenamenti, quindi uno in più non mi avrebbe fatto assolutamente niente. Poi, anche se fossi diventata un genio del combattimento, non sarebbe stato utile. Non ero abbastanza potente per attirare mostri: ero una nullità pure per loro.

II miei genitori, invece, da bravi semidei, li attirano. Dopo aver visto mio padre polverizzare un mostro con un turbine d'acqua, la stima di me stessa si era abbassata ancora di più. Mi aveva donato Vortice, la sua spada, probabilmente nella speranza che io diventassi un asso del combattimento. Speranze mai realizzate. Cioè, me la cavavo, ma non credevo di poter resistere più di cinque minuti in un vero combattimento. Nell'acqua andava meglio: forse sarei resistita addirittura sette minuti.

E pensare che mia nonna è la dea delle arti della guerra. Nutrivo la speranza che le mie doti -ben- nascoste si sarebbero mostrate durante la mia prima vera battaglia.

«... non è male come dici tu! Oh, guarda, siamo arrivate.»

Risvegliata dai miei pensieri, e ignorando cosa non fosse male come io descrivevo, scesi dalla macchina. Il Campo si estendeva davanti a me. L'avrei considerato bellissimo, se non l'avessi già associato a fatica e umiliazione.

Mia madre si guardò attorno, controllando che non ci fossero mostri nelle vicinanze. Li avevamo incontrati solo due volte, nell'arco di cinque anni di tortura. La prima volta, a dieci anni, quando entrambi i miei genitori mi avevano accompagnata a Long Island. Allora nutrivo grandi speranze per tutto ciò che avrei potuto fare al fantomatico Campo: già mi vedevo scalare la parete di arrampicata in cinque secondi netti, senza neppure un graffio, o battere il record di velocità a prendere la Bandiera nella Caccia. Inutile dire che mio padre si era lanciato in un attacco in solitaria, seguito da mia madre, contro nientemeno che una Chimera. Be', una figlia di Atena e un figlio di Poseidone insieme devono fare davvero un grande puzzo, per questi mostri.

Ma quella volta non c'era nessun mostro mitologico ad attenderci, quindi salutai mia madre e mi avviai. Al Campo ero l'unica non-Mezzosangue, dato che gli altri vecchi eroi che ci andavano con mia madre e mio padre avevano probabilmente avuto il buonsenso di non costringere i propri figli a quell'umiliazione. Dopotutto, non eravamo che dei mortali con un minimo di sangue divino che i mostri ignoravano. Per fortuna nessuno, a parte qualche figlia di Eris o di Ares aveva mai avuto molto da commentare.

Almeno, non davanti a me.

Raggiunsi le capanne, arrivando alla tre, quella di Poseidone.

Quando vengo qui, l'estate, sto in quella di mio nonno, dato che stare in quella di Atena probabilmente avrebbe risaltato la mia inferiorità tra quei cervelloni. A mia mamma avevo detto che è per il sovraffollamento, ma non apprezza comunque. Mio padre, quando l'aveva saputo, aveva riso e scompigliandomi i capelli, come se avessero avito bisogno di diventare crespi ancora di più: per mia sfortuna, uno strano incrocio di DNA ha tramutato i biondi boccoli di mia mamma in crespi riccioli. Che fregatura.

Appoggiai la valigia blu -un regalo dei miei genitori per il compleanno- in terra, accanto al letto, per non sporcare il letto con il fango della Collina Mezzosangue. Ovviamente, penso, ho trovato proprio l'unica pozzanghera nel raggio di tutta Long Island.

Un inizio come un altro di un'orribile, imbarazzante e infinita estate.



Ave, semidèi!
Allora, sto pubblicando storie rimaste lì a marcire sul computer, un po' modificate.
Questa doveva essere il primo capitolo di una long, ma si sa, io non sono una persona molto costante. Ho già una long in corso, sui One Direction, e non credo proprio di potermene permettere un'altra, dato che sto inziando a zoppicare pure su quella. Quindi ho preferito terminare con questo finale-non finale. Quindi non so, un giorno potrei decisere di continuare -dato che ci sono già dei pezzi di possibile storia futura- o lasciarla così. Non so.
Comunque, ho letto storie della figlia/figlio di Percy e Annabeth, o, comunque, di semidei. Solo che il protagonista, è quasi sempre altrettanto potente degli altri, se non di più. Boh, Riordan non ci da nessuna spiegazione, anche perché i Mezzosangue non hanno una vita lunghissima. O forse non sono ancora arrivata al momento in cui ne parlerà. Comunque, la mia teoria è questa. i figli dei mezzosangue hanno dei poteri, minimi.
E, boh, Annabeth e Percy sono dei genitori che magari vogliono solo che la figlia sia allenata, ma non si rendono conto quanto questo può dar fastidio ad un'adolescente.
Ah, la figlia è una figlia e non un figlio perché, essendo io una ragazza, riesco a scrivere meglio storie con protagoniste femminili. Lo so. Mi sono ripromessa di scrivere une bella storia per un ragazzo. Un mezzosangue, un mago. O un tributo. Boh, ci penserò.
Bene, credo di aver finito. 
Arrivata alle note, a questo punto, non ho ancora deciso il titolo. Quindi quello che sceglierò sarà probabilmente orribile.
Ave atque vale,
Marti.

P.S. Alla fine mi sono decisa per la data che avevo messo in cima al foglio, come titolo. E' la data in cui si svolge il tutto. Non ho rifatto i calcoli, quindi può darsi che sia sbagliata. Boh.

   
 
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