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Autore: sun and moon    04/09/2012    1 recensioni
"Jane li guardò e li salutò con un sorriso, in mezzo a loro notò subito un ragazzo che non conosceva e che le stava sorridendo; per un attimo il mondo si fermò, era affascinata da quel ragazzo"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quella mattina il sole era coperto da grandi nuvoloni, aveva piovuto tutta la notte e probabilmente avrebbe continuato anche durante il giorno.
Erano le 06:30 la madre di Jane urlava, non riusciva a trovare i degli importanti documenti e, ovviamente, dovendo sfogare la sua rabbia verso qualcuno aveva scelto la figlia. Jane era abituata a certe cose, a certe scenate insensata, ormai non ci faceva neanche più caso.
Jene guardo fuori dalla finestra, non era la giornata ideale per fare una corsa campestre, tutti contavano su di lei per far arrivare la scuola alle finali nazionali, ma lei non si sentiva proprio di correre in mezzo al fango e alle pietre quel giorno ma, doveva. Cominciò a prepararsi molto lentamente, sperando che arrivare in ritardo potesse salvarla da quella tortura.  Doveva essere al campo alle 08:00 , erano le 07:30 e sfortunatamente per Jane suo padre si era offerto di accompagnarla!
Erano le 08:01 era già lì al campo, indossava dei pantaloncini troppo corti per quelle temperature e una canottiera che la stava facendo gelare, avrebbe voluto mettersi un cappotto, ma quello era il completino della scuola e discutere con la professoressa non era proprio l’ideale in quella giornata.  C’erano centinai di ragazzi da tutta la regione venuti per fare quella stupida gara che ormai Jane faceva e vinceva da tre anni, tutti contavano su di lei, non poteva deluderli ma allo stesso tempo gareggiare era l’ultima cosa che voleva.
C’erano un sacco di suoi amici venuti a sostenerla, odiava essere guardata dalla gente mentre correva la faceva sentire molto a disagio. Avevano tutti marinato la scuola per  venirla a guardare e si erano portati dietro anche qualche amico che quel giorno non aveva voglia di studiare. 
Stava per cominciare la gara. Jane stava andando alla partenza, quando vide i suoi amici che si stavo sbracciando nel tentativo di essere visti e salutati, Jane li guardò e li salutò con un sorriso, in mezzo a loro notò subito un ragazzo che non conosceva e che le stava sorridendo; per un attimo il mondo si fermò, era affascinata da quel ragazzo, che senza dubbio aveva qualche anno in più di lei, non era un ragazzo particolarmente bello ma era stata stregato da lui e senza rendersene conto si ea bloccata e lo stava fissando, lui ricambiava lo sguardo, si rese conto che sarebbe rimasta lì per ore ma fu riportata alla realtà dalle sue compagne di squadra che la stavano chiamando a squarciagola “JANE, JANE, VIENII!! FORZA, STIAMO PER PARTIRE, MA COSA STAI FISSANDO?? SBRIGATII!! ”. Jane tornò alla realtà, la gara, doveva vincere, correre, c’era LUI non poteva sfigurare, doveva far vedere di cosa era capace.
Il giudice stava elencando le varie regole della corsa e mostrava il percorso, Jane non prestata attenzione lo conosceva a memoria, avrebbe potuto farlo anche bendata. Doveva vincere, al contrario di sta mattina adesso aveva voglia di vincere quella competizione per il quarto anno di fila, stava aspettando soltanto lo sparo che segnasse il la “Via” e le sue gambe sarebbero andate da sole, erano pronte, lei lo era.
Il giudice aveva terminato le raccomandazioni. Si partiva. “Ai vostri posti.. Pronte.. ” si senti un boato provocato dallo sparo e circa cento ragazze cominciarono a correre e a spingersi per prendere i primi posti, Jane era già avanti a tutte, come se le altre non ci fossero .Correva. Si sentivano in sottofondo le urla e le incitazioni degli spettatori. Era già arrivata a metà del tragitto, aveva le scarpe piene di fango e le sue gambe erano diventate marroni, percorreva salite e discese senza rendersi conto di quanto veloce stesse andando o di quanti metri stesse percorrendo.  Aveva delle ragazze dietro che se la cavano piuttosto bene, ma lei questa gara doveva vincerla. Mancavano 100 metri. Era in testa, ma non le bastava, doveva fare vedere cosa era in grado di fare, tutti la stavano guardando, LUI la stava guardando, doveva dare il meglio di se.  Accelerò in modo impressionante, come non aveva mai fatto prima. Tutti esultavano, era arrivata prima. Le consegnarono una grande coppa, la sua insegnate stava saltando dalla gioia andava urlando “Quella è una mia alunna, è una mia alunna”, Jane rise nel vederla così esaltata. Aveva tanta gente intorno che si complimenta con lei, ma Jane cercava solo di farsi strada in mezzo alla folla e raggiungere i suoi amici, raggiungere lui.  Arrivò da loro, l’abbracciarono tutti, venne anche lui “Complimenti, sei stata bravissima.. piace Marco!” le strinse la mano mostrandole un sorriso  che l’affascinò subito, “Piacere Jane, grazie mille! ”. Si stavano fissando. Cominciò a piovere e solo in quel momento Jane ricordò di essere in pantaloncini, doveva coprirsi. Andò a prendere lo zaino e cercò di fretta i vestiti, se li mise senza far caso alle sue gambe tutte sporche di fango, si rifece la coda e tornò da lui. Erano all’aperto e la pioggia stava diventando sempre più forte, doveva avere un ombrello dentro il suo zaino, lo posò per terra e cominciò a rovistarvi dentro. Eccolo! Non si sarebbe inzuppata tanto. C’era qualcuno dietro di lei, Marco, le prese lo zaino “Io ti tengo lo zaino e l’ombrello, ma tu devi farmi riparare, bagnarmi non è nei miei programmi” disse sorridendo, “Certo” rispose Jane.  Sorrisero entrambi. Qualcuno la prese e la sollevò, era Luck, il suo migliore amico, “Brava, brava, brava!! La mia piccola campionessa” e le stampò un bacio in fronte, poi guardò Marco e capì di aver interrotto qualcosa “Vedo che vi siete già presentati voi due. Jane, Marco è un mio compagno di scuola. Fratello.. trattala bene, potresti vedertela con me. ” Jane lo fulminò con lo sguardo. Marco rise “Tranquillo fratello è in buone mani ” e gli schiacciò l’occhio. Risero tutti e tre.  Luck si allontanò e tutti cominciarono a camminare verso l’uscita del campo. Jane e Marco cominciarono a parlare, un po’ più lontani dal gruppo, cominciarono a scherzare, poi vi fu un minuto di silenzio in cui si fissarono. Jane gir lo sguardo per evitare di sembrare sfacciata, lui si fermò e le disse “Jane, credi nel colpo di fulmine?”, “Si, senza alcun dubbio.” Rispose Jane. Lui sembrava sollevato da quella risposta le prese la mano cercando di capire se la cosa la disturbasse e le stampò un bacio sulla guancia.  
Ora, quella giornata che era cominciata tanto male, Jane non avrebbe più potuto dimenticarla. L’aveva trovato, aveva trovato la sua metà.
  
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