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Autore: megciambellins    04/09/2012    0 recensioni
Lily trovò tutta la fiducia che cercava. Forse stava sbagliando, forse non doveva neanche parlarci, infondo lui non era nessuno, no non era vero perchè lui era tutto. Uno sconosciuto che si era intromesso nella sua vita, senza neanche chiederle il permesso. Uno sconosciuto che le stava riempendo la vita. Era da tanto che Lily aveva bisogno di rifugiarsi in qualcuno, e ora tra le braccia di Brian si sentiva al sicuro. Lui con quel suo sorriso particolare, con quelle labbra carnose, con i suoi tratti delicati e i capelli neri spettinati. Lui con quei suoi gesti, con quello sguardo profondo, con quella voce sicura, con quel nonsochè che lo rendeva unico.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Lily torna a casa, fuori si congela! - Judit urlò a sua figlia. Lily fece finta di non sentirla, come sempre ormai, e rimase immobile. Davanti a lei il mare infinito sembrava volesse risucchiare il mondo e forse non le sarebbe dispiaciuto. Cosa le era rimasto su questa terra? Era seduta sulla spiaggia, sulla fredda spiaggia di un inverno appena iniziato. Faceva freddo, quel freddo che entra dentro le ossa, ma a lei non importava. Si teneva stretta le ginocchia contro il petto. - Perchè mi hai abbandonata? Perchè? Perchè cavolo.. - Lily urlava al cielo con tutta la rabbia e il dolore che aveva dentro. Stava impazzendo e nessuno poteva aiutarla. Judit la guardava dal vetro della finestra della cucina, cosa poteva fare lei? La guardava, ma niente. Non c'era niente da fare. Lily non parlava più con nessuno, non mangiava quasi più, si limitava a fissare gli oggetti e le persone. Sembrava più morta che viva. I suoi splendidi occhi verdi avevano perso la loro luce in quei mesi. Aveva le occhiaie, dormiva poco ed era tormentata dagli incubi. I suoi lunghi capelli neri facevano contrasto contro quel viso troppo bianco. Iniziò a scendere il buio. Iniziò a scendere qualche goccia di pioggia. Lily amava stare sotto la pioggia e chiudeva gli occhi e ascoltava il rumore delle dolci goccie che cadendo si mescolavano con l'acqua salata. Si alzò in piedi e iniziò a correre. Poi si fermò e alzò la testa e le braccia al cielo. Il suo trucco nero colava e le macchiava il viso. La pioggia la capiva, la pioggia versava le sue stesse lacrime. Per lei il mondo si era fermato e le lancette dell'orologio segnavano un tempo che non esisteva. Tutto era niente, tutto era niente senza di lei. Lei che le pettinava i capelli, lei che la accarezzava con dolcezza, lei che l'ascoltava quando qualcosa non andava, lei era lei. Poi quel giorno, quel maledetto giorno sua nonna chiuse gli occhi e anche Lily lasciò il suo cuore in quel freddo cimitero. Tutto ha una fine,persone,animali,cose,momenti eppure Lily la credeva immortale. All'improvviso si sentì osservata. Si girò di scatto, c'era una figura nel buio, non aveva paura. Si avvicinò piano, fino ad andargli di fronte. Era un ragazzo. Si fissarono negli occhi, nessuno dei due parlò. Lily sentì un freddo insolito addosso. Lui non c'era più. Era la sua immaginazione o c'era davvero qualcuno? Lei rimase lì, pensava di esser diventata pazza. Infondo il dolore trasforma in pazzi. Ma lei lo aveva guardato negli occhi, aveva sentito il suo respiro, com'era possibile? Decise di tornare a casa, era stanca, aveva la stanchezza tipica dei malati. Fece una corsa verso quella piccola casa illuminata. Suonò più volte il campanello e la madre andò ad aprirle. - Come stai? - Lily era tutta bagnata, i suoi vestiti gocciolavano sul pavimento. Per un attimo guardò la madre negli occhi e poi salì le scale per andare in camera sua.Madre e figlia erano due sconosciute che abitavano sotto lo stesso tetto. 'Dove cavolo sei stata fin ora? Ero piccola, avevo bisogno della mia mamma. Quanto desideravo conoscerti, ricevere una tua telefonata! E ora sei tornata e fai finta di essere mia madre. Mia madre è morta!Tu non sei nessuno, nessuno!' Mentre saliva velocemente le scale, erano queste le parole che aveva in testa. Parole crude, fredde, ma vere. Si chiuse la porta alla spalle e si buttò sul letto. La sua camera era insolita, un po' come lei. Era piena di cose sparse ovunque. Al centro un letto rotondo con lenzuola e coperta leopardate. Le pareti erano viola. Viola era il suo colore preferito. C'erano specchi ovunque, sul soffito, sul mobile, sulle pareti. Non lo sapeva neanche lei perchè ne aveva così tanti, ma l'effetto le piaceva. Ogni parete aveva la sua particolarità. Quella di fronte al letto, aveva un enorme armadio rosa a puà neri, naturalmente disegnati da lei. Ripeteva sempre che quell'armadio era una vera opera d'arte, ci credeva a tal punto che ad un lato in fondo aveva messo la sua firma. Su un'altra parete si apriva una piccola finestra e intorno c'erano tantissime foto. Tantissimi pezzi di vita: i suoi amici, i suoi genitori, sua nonna oppure semplicemente lei con quel sorriso che ora non aveva più. Le altre due pareti erano piene di scritte e disegni. Quando quel giorno sua nonna era rientrata in casa e l'aveva trovata su in camera a disegnare su una parete, non ci aveva visto più e aveva messo Lily in punizione. Ovviamente Lily continuò a disegnarci, amava disegnare ma ancora di più amava fare quello che le proibivano di fare. La camera era piena di libri che non erano raccolti in una libreria, ma messi in fila o semplicemente sparsi sulla soffice moquette lilla. Non aveva una televisione, anche perchè prima non le serviva, era sempre fuori casa. Non aveva un computer, lo definiva inutile e non riusciva a capire quelle persone che sprecavano il loro tempo su siti come facebook. Non aveva neanche un cellulare e questo la faceva sentire libera, era felice all'idea di non essere raggiungibile. Ora fissava il soffitto, pieno di quelle stelle che al buio si illuminano. Sentiva la testa vuota. Chiuse gli occhi e in un attimo la sua mente si riempì di pensieri,o meglio di ricordi. Era il 21 settembre, quanto avrebbe voluto cancellare quel giorno. Come può un giorno, cancellare una vita, svuotarla fino a farle perdere senso? - Nonna sono tornata a casa! Oggi a scuola è successo un casino, non ti dico! - In casa nessuno rispose, allora Lily urlò più forte - Nonna sono a casa!- Pensò che forse stava guardando la tv e non sentiva. Salì le scale. - Nonna?- Entrò in camera. Pensò di essere nel peggiore dei suoi incubi, le si era fermato il cuore:sua nonna era per terra. - Nonna! Nonna!- Si precipitò addosso a lei, si avvicinò al suo cuore, non batteva. Si avvicinò alla bocca, non respirava. Lily fece un urlo. No non poteva essere vero. Iniziò a scuotere il corpo - Nonna! Nonna svegliati! Nonna come faccio senza di te! - Quel giorno era morta anche Lily, quel giorno che sulla lapide veniva inciso il nome 'Maria Fulviani'.
  
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