Carissime
amiche e amici di Hyperversum IV,
Tornati
dalle vacanze, non mancano le novità. La più
succosa al momento è questo
spin-off: Hyper-Stele, nato dall’intreccio delle storie e dei
personaggi di
Hyperversum IV e del mio romanzo inedito (spero di prossima
pubblicazione) La
Stele dei Sogni, che alcuni di voi hanno già avuto modo di
apprezzare in anteprima.
Mi sono
così
affezionato a entrambi i gruppi di personaggi dei due romanzi che mi
è venuta l’idea
bizzarra di farli incontrare e… dopo qualche bozza,
così per gioco, ho scoperto
che la cosa non solo funzionava, ma addirittura il finale
svelerà nientedimeno
che il segreto di Hyperversum che nel mio IV volume era solo accennato.
Ecco a voi,
per iniziare, l’incipit della trama che cercherò
di aggiornare ogni settimana.
Fatemi sapere se vi piace ovviamente, ci tengo moltissimo ai vostri
commenti.
A presto,
Dino
HYPER-STELE
Monika
guardò con preoccupazione la clessidra che scandiva
il tempo di caricamento sul visore a LED.
Configuring game
Please wait_
L’ultimo
carattere lampeggiava a intermittenza.
Nonostante
l’addestramento militare e la sua proverbiale
freddezza quell’attesa la rendeva nervosa.
L’intero
pianeta apparve sul visore, come in una foto via
satellite, mentre ruotava lentamente su se stesso. Le cifre del
contatore della
data ruotarono impazzite e si arrestarono all’improvviso.
Monika lesse il
numero e sbarrò gli occhi.
L’ultima
cosa che pensò prima di perdere la percezione del
proprio corpo fu che doveva smetterla di giocare ai videogame.
***
Monika si
guardò attonita le braccia e le
gambe. Jeans aderenti e maglietta erano spariti e al loro posto
indossava un
lungo mantello grigio di lino grezzo.
Una folata di
vento caldo le scompigliò i
capelli biondo platino davanti agli occhi.
«Tirati
su il cappuccio!» la sgridò Ian.
«E’
troppo pericoloso! Ti ho già detto che nessuno deve vederci
in volto!»
«Nessuno
tranne loro» aggiunse la
donna.
«Certo,
certo... se mai troveremo il modo
di farci ricevere» replicò preoccupato Ian.
Monika si
tastò i fianchi e roteò gli occhi.
«Ovviamente la mia Beretta calibro 9 è sparita e
siamo tutti senza un’arma.
Grandioso!»
«E qui
si muore di caldo» aggiunse Ty.
Ho una notizia
ancora peggiore» sibilò lei.
«Guardate a ore nove.»
Ian si
voltò di scatto e vide i temibili ankh
che scintillavano tra le mani di
due Delicate.
Deglutì.
Il solito
Hyperversum.
Davanti ai suoi
occhi, le case di fango e
argilla dei nemeh di Giza
tremolavano
come un miraggio nell’aria rovente.
Ian scosse il
capo, sconsolato. Erano
appena arrivati nell’antico Egitto e i guai li avevano
seguiti come un’ombra.
***