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Autore: Edelvais    05/09/2012    2 recensioni
Durante tutto il tempo che mi fu concesso dal destino di convivere con Sherlock Holmes e di collaborare con lui nei suoi casi, non vidi mai il suo viso incresparsi in una smorfia di disperazione. Neppure l'odore di morte e desolazione che trasudava dalla brughiera di casa Baskerville e dalla palude di Grimpen riuscirono ad estorcere dal suo volto perennemente impassibile e assorto anche solo un accenno di angoscia.
Tuttavia ricordo come fosse ieri il bizzarro e comico fatto che accadde alcuni anni addietro, quando ancora convivevo con Holmes nella casa di Baker Street.

Uno Sherlock Holmes alle prese con una disperata perdita.
Un John Watson che dovrà provvedere a consolare l'animo dell'amico.
A buon intenditor, poche parole!
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stradivari 


 
 
 
 
 



Durante tutto il tempo che mi fu concesso dal destino di convivere con Sherlock Holmes e di collaborare con lui nei suoi casi, non vidi mai il suo viso incresparsi in una smorfia di disperazione. Neppure l'odore di morte e desolazione che trasudava dalla brughiera di casa Baskerville e dalla palude di Grimpen riuscirono ad estorcere dal suo volto perennemente impassibile e assorto anche solo un accenno di angoscia.
Tuttavia ricordo come fosse ieri il bizzarro e comico fatto che accadde alcuni anni addietro, quando ancora convivevo con Holmes nella casa di Baker Street.
Quando uscii di casa per dirigermi verso il mio studio medico, l'investigatore era comodamente appisolato sulla sua poltrona, con le gambe accavallate. In realtà non pensavo stesse riposando, dato che il suo cervello in quel periodo era in continua attività per scovare la soluzione ad un caso a cui stava lavorando. Comunque non feci in tempo ad uscire di casa che udii un gran fracasso provenire dall'appartamento, seguito da un gridolino soffocato, e quasi stentai a credere che quella voce appartenesse al mio amico.
Scambiai una rapida e fugace occhiata con la signora Hudson e, terrorizzato, mi precipitai al piano di sopra facendo i gradini a due a due. Bussai alla porta e pregai Holmes di aprirmi, ma non avvertii che un misero e inquietante rantolio. Così fui costretto a buttare giù la porta con un calcio e non appena fui all'interno dell'appartamento cercai istintivamente con lo sguardo l'investigatore, e lo trovai inginocchiato a terra con la carcassa frantumata del suo amato violino in mano.
Tirai un sospiro di sollievo, avendo temuto il peggio e mi avvicinai parecchio irritato.
<< Holmes, ma che diamine sta facendo? Mi ha fatto spaventare! >>
Il mio coinquilino si alzò, voltandosi. In quel momento notai sul suo viso l'espressione cupa mista ad un pizzico di disperazione che non avevo mai visto prima in lui.
<< Mi perdoni, mio caro Watson, ma sentivo di avere la soluzione in pugno! >>
<< Come dice? >>
<< Ho risolto il caso, amico mio. >>
<< Dunque il caso dell'americano Johnson è da considerarsi chiuso? >> Chiesi per nulla sorpreso dalle sue capacità deduttive.
<< Esattamente, ma mi è costato il mio caro violino… >> Disse chinando il capo sul violino ormai inutilizzabile. Rimase in questa posizione per parecchi minuti, e potrei giurare di aver visto almeno una lacrima rigare il suo volto. Ne fui talmente sorpreso che temetti di aver sognato tutto, ma non appena provai a darmi un pizzicotto nel braccio ebbi la certezza di essere veramente dinanzi ad un esemplare di Sherlock Holmes colto dalla disperazione. Evidentemente quello strumento gli era particolarmente caro.
<< È sicuro di stare bene? Quando ho sentito tutto quel baccano ho temuto che qualche suo nemico l'avesse assalita o quant'altro. >> Domandai posando una mano sulla sua spalla. Lui sussultò come riscosso da un sonno profondo.
<< Sto bene, si, sto bene. Mi spiace averla disturbata e di aver… messo a soqquadro la stanza. >> Notai solo in quel momento che i mobili della stanza, eccetto la poltrona di Holmes, erano tutti rovesciati a terra. Probabilmente il violino era rimasto schiacciato sotto uno dei mobili caduti, e Holmes non aveva fatto in tempo a salvarlo. << Ma stavo studiando il modo in cui si svolse l'omicidio. Se può farle piacere ho scoperto che grazie ad in intricato ma astuto sistema di invisibili fili da pesca, l'assassino è riuscito a mettere a soqquadro la stanza dall'esterno e a compiere l'omicidio facendolo sembrare una rapina! Avrei dovuto pensarci prima. >>
In nemmeno due minuti ritornò ad essere lo Sherlock Holmes di sempre, ma era visibilmente scosso dalla perdita.
Sorrisi, stringendo lievemente la sua spalla.
<< Non si preoccupi, poi metteremo in ordine. O, almeno, metterà  in ordine, voglio sperare. Ma mi tolga una terribile curiosità: cosa c'era di tanto importante in quel violino per arrivare a far versare lacrime a lei, Holmes? >>
Il detective inarcò un sopracciglio, accennando ad un lieve sorriso.
<< Watson, quello era un preziosissimo Stradivari regalatomi da un famoso violinista in cambio di aver risolto un caso che da tempo tormentava la sua famiglia. Inoltre l'avevo inaugurato proprio oggi, prima di impiegare il mio ingegno per risolvere questo mistero. Che triste sventura! >> Il mio amico si lasciò cadere nella poltrona.
 Non avevo mai visto Holmes così affranto, perciò rimasi lievemente scosso e preoccupato dall'espressione malinconica del suo volto.
<< Mi spiace molto. >> Risposi osservando lo strumento in pezzi. << E l'altro Stradivari che aveva acquistato per pochi scellini al mercato? Non avrà distrutto anche quello! >>
<< L'ho venduto non appena mi fu regalato questo che tengo ora in mano. >>
Proprio in quel momento ci raggiunse la signora Hudson, la quale esaminò con sguardo truce la stanza sottosopra, con il respiro affannato.
<< Holmes! Ma che cosa diamine è successo qui?! >> Sbottò confusa e persino seccata.
<< Oh, nulla di grave Mrs Hudson, venga con me, ora l'accompagno di sotto. >> Le risposi io lanciando un ultima occhiata di incoraggiamento al mio coinquilino.
Una volta scese le scale mi chiese cos'era mai accaduto per ridurre così l'appartamento.
<< Ebbene, sono lieto di annunciarle che per almeno un bel po' di giorni non saremo destati dal suono di violino alle tre di notte! >> Affermai ridendo.







Nota dell'autrice

Premetto che avevo pubblicato questa One shot tempo fa, e poi è stata cancellata perchè avevo intenzione di riscriverla per bene e modificare un paio di cosette, quindi se per caso aveste già letto questa fic in precedenza, l'autrice sono sempre io e non accusatemi di plagio ;)
Spero che vi sia piaciuta e che non sia risultata banale come invece sembra a me.
Grazie per aver letto, e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! :)


Ed.

 

   
 
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