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Autore: a Nap in the Cave    05/09/2012    1 recensioni
"Haymitch aveva chiamato i senza-voce traditori. Poteva trattarsi solo di Capitol City. Ma qui avevano tutto. Che ragioni avevano di ribellarsi?" S. Collins, Hunger Games.
Cosa ha spinto Lavinia e altri a ribellarsi a Capitol City dall'interno? E' possibile che anche chi non era costretto a vivere gli Hunger Games sulla propria pelle non capisse cosa implicassero?
Quattro giovani protagonisti (Lavinia, Siderus, Jay e Nina) vivono Capitol da cittadini... e da 'ribelli'.
Capire la loro storia è capire come quella più famosa di Katniss ha preso la piega che conosciamo.
Dalla storia:
"Jay si sveglia di soprassalto. Nina è ancora accanto a lui, ma dorme. Ha il visto rigato da lacrime. Vorrebbe poterle dire che anche lui ha fatto pensieri sbagliati; o meglio, sogni sbagliati. Capitol non vorrebbe che li facesse. E che ha capito il problema.
Ma l'urlo è ancora vivo e urgente in lui, mentre gli sorge il pensiero più proibito e allo stesso tempo più scontato. Lo sa da tempo, tutti lo sanno. Ma questa volta ne ha capito il significato... E ha la sensazione di essere precipitato da uno dei grattacieli della sua Capitol City.
"Quei ragazzi si uccidono."

POSSIBILI SPOILER
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Annie Cresta si è separata dal resto dei Favoriti da un paio di giorni ormai. Come tutti loro, e proveniendo dal Distretto 4, si è allenata per tutta la sua infanzia e gran parte della sua adolescenza per questo. Ma, in realtà, non si aspettava di entrare davvero nei Giochi. Nel Distretto 4 non ci sono volontari. Ci si allena per precauzione, per avere più possibilità di sopravvivere; e perchè no, per provvedere meglio alla pesca. Ciònonostante, si cresce abbastanza in salute e il cibo non manca. Quando le razioni non bastano, i più affamati si intrufolano di nascosto nei pescherecci da alto mare per poi essere accuditi dai pescatori, abituati a 'ospiti' in più. I controlli delle merci sono impossibili così lontano dalla terraferma. Il pesce viene servito a tutti senza scrupoli, e se si ha la fortuna di imbararsi per spedizioni più lunghe, si può essere certi di tornare a casa con un buon numero di chili in più.
Annie è la figlia di un pescatore, come molti nel Distretto. Suo padre, però, possiede uno dei pescherecci da alto mare che tanto fanno gola agli altri. Annie ha preso parte a molti lunghi viaggi a bordo della barca, crescendo forse più sana anche della maggior parte dei ragazzi di uno dei distretti più fortunati di Panem. Sia sulla barca che su sulla terraferma, il padre e lo zio hanno provveduto ad allenarla duramente per dei possibili Hunger Games. Annie sa usare la spada, i coltelli, le lancie, anche se ha ancora qualche problema con il tridente.
Annie sa gestire il dolore fisico meglio della maggior parte delle altre ragazze della sua età.

Il sangue denso e scuro delle vene si confonde con quello più liquido delle arterie, nella pozza rosso vermiglio davanti a lei. Scorre ancora. Mentre tutto in lei è immobile. Il ragazzo del 7 sta per ucciderla, così come ha appena massacrato il suo compagno di distretto, e lei non farà niente per impedirlo. Lo vede avvicinarsi con un sogghigno soddisfatto stampato sul volto. L'ascia ancora coperta di sangue.
Non è lei a comandare le sue gambe. Si sente correre lontano, sente gli rami degli alberi sferzarle il viso, sente il  proprio sangue sulle labbra ed il suo tra le mani. Sente il rumore dei propri passi, e quelli del ragazzo che la insegue. Ma tutto questo non ha senso. Lei è ancora china sul corpo senza vita... gli stringe le mani...lo sta vedendo proprio ora. Contemporaneamente, percepisce l'acqua che all'improvviso le lambisce le gambe. Il ragazzo del 7 le sta mutilando le braccia con l'ascia mentre le getta in avanti per tuffarsi nel bacino della diga.
Sembrerebbe un'allucinazione, ma è tutto così... reale. Sangue. L'acqua diventa sangue tutto attorno a lei. Sente un urlo nascere dalle vicinanze. Galleggia in cerca di un altro morto sul pelo dell'acqua, perchè è sa che la sua gola è già stata tranciata dall'ascia. Nessuno. Annie non capisce, e l'urlo stesso non l'aiuta a pensare. Cosa è reale e cosa no? E' già morta? E allora perchè si sente ancora legata al suo corpo? Grida e dolore e paura e ricordi di un passato mai avvenuto le riempiono la testa. Sta per scoppiare, e Annie non vuole. Cerca di impedire a i pezzi di spargersi lontano chiudendo la testa fra le mani, in una morsa. Non è sicura che funzioni del tutto, perchè sa che qualcosa è già sfuggito. L'urlo continua.

Ogni tanto l'urlo si spegne, senza preavviso, per poi ricominciare altrettanto inaspettatamente. Continua anche di notte. Annie è tentata di andare a cercare l'origine, prova pena per quella ragazza... non ricorda quali altre ragazze siano ancora vive, ma la voce le è familiare. Perchè non la uccidono? Perchè la vogliono fare soffrire? Ma lei è ancora al centro del bacino, dopo giorni, a morire di fame. Non di sete, di certo. Non si attenta a tornare a riva, non con i tributi morti che le galleggiano attorno. A volte spariscono, si nascondono, poi li sente aggrapparsi alle sue caviglie e se li scrolla di dosso. Il cannone spara un paio di volte. L'inno suona ogni notte. Al chiaro di luna i cadaveri sembrano sorridere, e l'urlo attenuarsi.

La terza notte non appaiono volti nel cielo. In compenso, dopo l'inno, parte un conto alla rovescia. Qualcosa di buffo succede quando arriva il numero 12: i cadaveri dei due tributi del Distretto 12, galleggianti vicino a lei, si rianimano. Uno ad uno, con lo scorrere dei secondi, accade lo stesso con gli altri cadaveri. Alcuni a coppie, altri da soli, come il suo compagno. Allora lei è ancora viva. Quando ragazzo del Distretto 1 si è appena alzato in piedi sull'acqua, accade.
Scompaiono tutti contemporaneamente, al rumore di una frana. Annie si sente trascinare di lato da una corrente all'inizio debole, poi travolgente. Si accorge troppo tardi che la diga è crollata. Ormai è impossibile per lei sottrarsi al trimestio delle acque. Viene sbalzata da tronchi, mulinando con il corpo debole sott'acqua, scorgendo a tratti i tributi morti che le sorridono, camminano sul fondo del bacino, danzano in coppia. Vede anche il ragazzo del 7, l'ascia ancora in mano, sguainata contro di lei. Nel frattempo, l'urlo continua... anche se Annie suppone sia solo nella sua testa.
Non vorrebbe lottare. Lottare singnificherebbe restare in vita, restare circondata da cadaveri nel lago artificiale che è la sua mente, per anni, anni, anni. Ma le sue gambe, oh, le sue gambe. Le sue gambe si rifiutano ancora una volta di dare retta alla ragione. Che le sue gambe non siano l'unica parte di ragione rimasta in lei? Le sente sferzare l'acqua con i movimenti fluidi che le sono ormai automatici. Le braccia si uniscono alla rivolta del suo corpo contro la mente, e lo aiutano ad affiorare dalle onde. Annie assiste come spettatrice mentre la vita prende il sopravvento su di lei.
Un cannone spara. Annie pensa di aver vinto la battaglia con la vita per un soffio. Poi ancora, e un'altra volta ancora. Inno. Visi. Inno. Voce.
- Signore e Signori, sono lieto di presentarvi la vincitrice dei Settantesimi Hunger Games, Annie Cresta! Ecco a voi... il tributo femmina del Ditretto 4! -
Ed eccolo di nuovo. L'urlo.
-Oh. ero io.-




La diretta si interrompe sulle immagini della ragazza urlante che si stringe le tempie fra le mani. Jay non ha mai visto un vincitore così ben in salute... di solito la vittoria si raggiunge dopo uno scontro finale, uno contro uno, due tributi quasi a pari merito. Perchè intervenire all'ultimo momento? Ha reso il finale dei Giochi di quest'anno il più noioso da quando ha memoria. Fosse solo per lui, in realtà, non vorrebbe dire molto... ha solo 19 anni, poca cosa rispetto alle edizioni degli Hunger Games. Ma il malcontento sembra generale. Le grida di festa della gente, le stesse che in questo momento vengono trasmesse nell'arena, sono meno entusiaste del solito. I suoi genitori sbuffano lasciandosi cadere sul divano di broccato davanti alla TV, dopo aver atteso uno scontro protesi in avanti in un modo quasi caricaturale. Nina, sua sorella minore, si tortura l'orlo del vestito.
-Via, non è stato così noioso, Nina- le mente sottovoce, con poca convinzione -E' colpa del poco tempo, le ultime morti erano poco chiare e sovrapposte fra di loro. Fra qualche giorno il montaggio speciale renderà tutto più divertente!
Nina fa una smorfia a metà fra un sorriso forzato e uno sguardo ferito.
I genitori li mandano a letto. Stanotte ci sarà solo un breve riepilogo, in previsione delle intere giornate di revival che verranno. Devono cogliere l'occasione per riposare, altrimenti si addormeneranno davanti alla TV e si perderranno i momenti migliori.
Jay si è appena appisolato quando sente la sua porta aprirsi e poi richiudersi velocemente. Non fa in tempo a voltarsi per guardare chi è entrato; Nina è già sotto le coperte con lui. Non lo fa da quando ha compiuto 10 anni, 3 anni fa.
-Era da un po' che non avevi incubi.- le sussurra sorridendo, accarezzando la testa che la ragazzina ha nascosto nel suo petto.
Nina non risponde. Jay si accorge in ritardo che lei sta singhiozzando violentemente.
-Ehi, ehi! Cos'è successo??- le bacia la fronte.
-Ho fatto dei pensieri sbagliati- mugola lei, ancora sommersa nell'abbraccio -La signora Doobrey dice che non devo. L'ultima volta che ne ho parlato mi ha punito.
-Non ascoltare la tua insegnante. A me puoi dire tutto, lo sai.
Un momento di esitazione. Ma la voglia di sfogarsi sembra prevalere.
-Pensavo... nelle interviste hanno detto che quella ragazza, Annie... lei aveva un fratello più grande. E' morto in mare. Me ne sono ricordata adesso. Dimmi... io cosa farei se tu morissi?- Nina alza la testa per fissarlo negli occhi. La sua stessa tonalità di verde.
Jay si lascia andare in un sorriso. -E di cosa dovrei morire? Di eccessivo volerti bene?- lei fa per parlare, ma Jay la interrompe. -Sul serio. Non ho in programma di morire. Ma se succedesse - e non succederà! - suppongo dovresti impegnarti a disegnare meglio. Sai, per farlo al posto mio, nel caso non ci riuscissi da morto!
Nina si costringe a tenere nascosto il sorriso che sente sulla punta delle labbra. -Vuoi dire che dovrei fare le cose anche per te?
-Hai capito. Anche vivere insomma.
Nina annuisce, pensierosa. Si accuccia di nuovo contro il petto di Jay.
Dopo qualche minuto prende coraggio e sussurra, come fosse un segreto.
-Annie Cresta allora non voleva bene a suo fratello.
-Ne dubito. Sembra una brava ragazza; perchè non avrebbe dovuto?- dice di rimando.
La voce di Nina è talmente flebile e dubbiosa che Jay a malapena può distinguere la frase successiva.
-Stava gridando. Stava gridando di voler morire.

La verità colpisce Jay durante la notte, in sogno.
Nel sogno, lui è nell'arena e sta inseguendo una ragazza. Si ritrova una lancia in mano. Appena la ragazza inciampa, la sferra. La oltrepassa da parte a parte.
Jay si china su di lei per prenderle le armi, come ha visto fare a tanti tributi nel corso degli anni. E poi lo vede. E' una strana divisa per degli Hunger Games. Un vestito leggero, corto e color panna. Un orlo un po' rovinato, come se si fosse impigliato in un ramo.
O come se fosse stato tormentato.
Un flash-back. Manine bianche, ancora da bambina, agitate su quello stesso orlo. Sente un urlo nascergli in gola.
Ma la voce è quella di Annie Cresta.

Jay si sveglia di soprassalto. Nina è ancora accanto a lui, ma dorme. Ha il visto rigato da lacrime. Vorrebbe poterle dire che anche lui ha fatto pensieri sbagliati; o meglio, sogni sbagliati. Capitol non vorrebbe che li facesse. E che ha capito il problema.
Ma l'urlo è ancora vivo e urgente in lui, mentre gli sorge il pensiero più proibito e allo stesso tempo più scontato. Lo sa da tempo, tutti lo sanno. Ma questa volta ne ha capito il significato... E ha la sensazione di essere precipitato da uno dei grattacieli della sua Capitol City.

"Quei ragazzi si uccidono."




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'Sera // 'Giorno a tutti :) Se state leggendo qui vuol dire che siete riusciti a passare sopra i miei eventuali errori di stesura; abbiate pietà, magari avete notato qualche cambiamento dall'inizio alla fine del capitolo... se sì, avete ragione! La scrittura di questo prologo è stata molto dilatata nei tempi, causa vacanze, poco tempo, insomma, qualsiasi cosa :P

Nella storia (che suppongo prenderà vita pian piano, viso che non tutti i particolari mi sono ben chiari) troverete personaggi conosciuti come Lavinia e il ragazzo che è scappato con lei (Siderus). Jay e Nina sono personaggi non presenti nei libri, ma sono fondamentali per la storia... forse anche più di Lavinia. Non aggiungo niente, se non che capirete perchè -indovinate quando!- nell'ultimissimo capitolo!! :P

A proposito di questo; non riesco a garantirvi un aggiornamento regolare. Le vacanze sono ormai finite e dovrò cominciare l'ultimo anno di liceo.. insomma, non sono la persona più studiosa del mondo (eufemismo....) ma capitemi! :P

Se avete letto questo prologo e la storia vi interessa lasciate un commento, così so che qualcuno sta leggendo! :D Saluti e buona lettura // notte // giornata!! :)

P.S.: Nelle scene che raffigurano Annie e la sua 'pazzia' ho usato lo stile grafico presente in un libro molto carino che ho letto di recente: Scheggie di me (o Shatter me). Le parti barrate servono a voi per distinguere cosa è reale o no, e cosa Annie pensa.... anche se più che per questo, è perchè l'impostazione grafica rende bene l'idea della 'pazzia' :)
  
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