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Autore: Gogetass4    05/09/2012    4 recensioni
Ciao a tutti! Eccomi con la mia seconda one-shot. Dopo la prima, che parlava della mia coppia preferita, ovvero la 18/Vegeta, ho deciso che questa avrebbe trattato un altro aspetto di questa famiglia. Un pomeriggio padre e figlia, cioè Vegeta e la piccola e dolce Marron.
Estratto: "Si abbandonó sul divano del grande salotto e accese la televisione, abbassando il volume per non svegliare la piccola che dormiva nella stanza di fianco.
La sua bambina.
La sua Marron."
Ogni commento è ben accetto, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate di questa mia piccola opera :)
Gogetass4-C18
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marron, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era stanco, anzi, sfinito. Gli intensi allenamenti ai quali continuava a sottoporsi giornalmente però davano i loro risultati e allora, al solo pensiero di migliorare e diventare ancora più forte di prima, la stanchezza sembrava svanire. Scese a terra e raccolse la bottiglietta d'acqua, dalla quale bevve un lungo sorso, poi si diresse verso il bagno che si trovava all'interno della palestra per gli allenamenti.
Dopo una lunga e rigenerante doccia, Vegeta decise di riposarsi un po' e approfittare di quella giornata di quiete in cui la casa era quasi vuota.
Trunks era andato a casa di Goten insieme a C18, che avrebbe passato il pomeriggio con Chichi per fare quello che fanno tutte le donne quando sono insieme.
"Un mucchio di cose inutili." questo era stato il pensiero del saiyan quando la moglie, interrompendo la sua doccia, gli aveva detto che sarebbe andata dai Son insieme al figlio. A quanto pareva quelle due avevano qualcosa di urgente di cui parlare. Non chiese spiegazioni, e la bionda di certo non sentì il bisogno di dilungarsi dicendogliele.
Dopo la doccia si vestì, indossando una canottiera e dei pantaloni neri, si mise un piccolo asciugamano bianco attorno al collo ed uscì dall'enorme palestra.
Si abbandonó sul divano del grande salotto e accese la televisione, abbassando il volume per non svegliare la piccola che dormiva nella stanza di fianco.
La sua bambina.
La sua Marron.
Era già passato quasi un anno dal giorno in cui quel frugolino era nato. Per lui era stata un'esperienza del tutto nuova. Con Trunks, essendo un maschietto, sentiva di potersi comportare anche in maniera più rigida e severa...ma con lei? Non riusciva, per quanto ci provasse, a comportarsi ugualmente. Quando l'aveva vista la prima volta, in ospedale, in braccio alla sua 18, qualcosa dentro di lui si era smosso. Era stato diverso dalla prima volta, anche se altrettanto strano.
Fino a qualche anno prima non avrebbe mai pensato di avere una famiglia, e di amarla. Perchè in fondo dietro tutti i suoi freddi comportamenti si nascondeva una grande paura. Paura di qualcosa a lui ignoto. Lui che aveva conosciuto in tutta la sua vita solo la morte, il dolore, la distruzione. Guidato da un orgoglio che mai si sarebbe spento.
L'idea di avere una moglie, dei figli...una famiglia...lo aveva spaventato sempre e forse in un certo senso lo spaventava ancora. Perchè non era sicuro di sapere come comportarsi.  Ma ogni volta che incrociava i suoi occhi neri come la notte con quelli azzurri di lei, ogni paura, ogni insicurezza, sembrava allontanarsi e una sensazione di benessere lo pervadeva, indicandogli che la decisione presa anni prima era la migliore che avesse mai fatto.
Da quando stavano insieme la sua vita era si cambiata, ma mai radicalmente. La donna aveva sempre assecondato il suo modo di vivere, senza mai costringerlo in niente; non gli impediva di allenarsi, o di allenare Trunks, anzi, lo faceva insieme a lui. E non appena anche Marron avesse raggiunto la giusta età, sarebbero stati entrambi d'accordo sul far allenare anche lei.
Del resto, erano due guerrieri, avevano da sempre avuto molto in comune, sia per la loro vita che per i loro caratteri. Si capivano a vicenda, si comprendevano, si completavano, senza bisogno di parole. Seguivano i loro istinti, e senza restrizioni o costrizioni erano cambiati, adattandosi meglio alla società terrestre, ad entrambi sconosciuta.
Sorrise impercettibilmente ripensando a come erano cambiate le cose, non lo avrebbe mai ammesso, davanti a nessuno, ma era felice con la sua famiglia.
Ad un tratto un pianto molto familiare lo riportó alla realtà. A quanto pareva la piccola si era svegliata.
Sbuffò sonoramente gettando la testa all'indietro sullo schienale del divano. Odiava ritrovarsi da solo in quelle situazioni. Non sapeva come doveva comportarsi.
Si alzò dirigendosi nella camera della bambina. La porta era socchiusa. Tutto al suo interno era ordinato e pulito. Era entrato così poche volte in quella stanza che ogni volta gli sembrava quasi un posto nuovo.
Lei era li, nel suo lettino, avvolta in una leggera copertina rosa che la copriva fino a metà pancino.
"E' bellissima", questo il suo pensiero ogni volta che vedeva quei grandi occhi azzurri, come quelli della madre e del primogenito, che lo guardavano curiosi.
Non appena i loro occhi si incrociarono la bambina smise di piangere. Il suo visino paffuto cambiò espressione: lo osservava, con la testolina inclinata da una parte. Un sorriso le si dipinse sul volto e battè le manine felice di vedere il suo papà. Vegeta la osservava, un sopracciglio alzato: scrutava ogni minimo movimento della figlia, come se la stesse studiando, in ogni aspetto.
E lo stesso sembrava stesse facendo lei.
Ora rideva.
Una risata da bambina, mentre si stropicciava un occhietto ancora arrossato e gonfio dalle lacrime.
Le sorrise, gli capitava spesso con la sua bambina.
Guardarla gli faceva capire quanto la amasse. Quanto lo rendesse fiero e orgoglioso sapere che quella era la sua bambina. Una bambina speciale. Una piccola saiyan. Sentiva la sua aura, la controllava da sempre, da prima che nascesse, ed era sempre stata incredibilmente sviluppata per la sua età.
Un sorrisetto increspó le labbra dell'uomo al pensiero che dentro quel piccolo corpicino c'erano anche i geni di C18. E si facevano vedere e sentire tutti.
Le braccine di Marron si allungarono verso il papà, voleva essere presa in braccio.
L'aveva fatto così poche volte che ora aveva quasi paura di farle male. La vedeva così piccola e fragile tra le sue grandi e forti mani.
Timoroso si allungò verso di lei e la prese in braccio, cercando di pensare a come faceva sempre 18, ma si accorse che poi gli venne così, spontaneamente, come se in tutta la sua vita avesse fatto solo quello. 
Gli era capitato anche con Trunks, ora lo ricordava, e anche quella volta come ora si era piacevolmente stupito del suo lato paterno.
La cullò dolcemente, rimanendo in silenzio, nemmeno lui sapeva per quanto tempo. La osservava, sentiva il suo respiro regolare, vedeva il pancino alzarsi e abbassarsi ritmicamente avvolto in quella tutina rosa chiaro.
Si, era davvero bella. Come la sua mamma.
Il suo profumo gli riempiva le narici. La portò più vicino al suo viso, sempre così duro, che ora invece era rilassato. La guardó ancora, e ancora. Non si stancava mai di perdersi in quelle iridi azzurre che vedeva ormai ovunque in quella casa.
Avrebbe voluto che quel momento non finisse mai.
Solo dopo un bel po' di minuti si accorse che la piccola si era nuovamente addormentata.
Si avvicinó piano al lettino e con la massima delicatezza che riuscì a far emergere da lui, cercò di adagiarla sotto la copertina, ma sentendo che il papà la stava mettendo di nuovo giù Marron si risveglió, accennando un nuovo pianto. Vegeta allora la ritirò a se, tenendola in braccio ancora un po' e decise, visto che questa volta non sembrava volersi addormentare così facilmente, di passeggiare per la casa, sperando che questo aiutasse a farle prendere sonno. Vedeva spesso 18 fare così e provó ad imitarla, sentendosi davvero molto stupido ed impacciato nel girare a vuoto per la casa con lei in braccio che lo osservava più sveglia che mai.
Passeggiò per qualche minuto in cucina, poi in camera sua e della moglie, poi in quella di Trunks. Andò persino nella palestra, la stanza dove si era allenato poco prima. Tornò anche nella cameretta della bambina, sperando che il buio creato dalla tapparella chiusa nella stanza la aiutasse a chiudere gli occhi per fare la nanna. Ma niente. Marron sembrava non volerne proprio sapere questa volta. Provò lo stesso a rimetterla nel lettino sperando che, seppur rimanendo sveglia, la bambina sarebbe rimasta buona lo stesso.
Ma per la seconda volta, appena Marron sentì le mani del papà che la lasciavano, ricominciò a piangere.
"Marron, perchè non fai la brava bambina ora?!" disse Vegeta prendendo di nuovo in braccio la piccola e guardandola con aria severa di rimprovero.
Ma non ottenne l'effetto sperato, dal momento che la bimba iniziò a ridere, allungando le manine e appoggiandole al viso del padre.
A quel contatto il saiyan si irrigidì un po', schiudendo leggermente la bocca e guardandola con un sopracciglio alzato, stupito da quel gesto.
La portò ancora più vicino al suo viso, per permettergli di arrivare meglio a lui con le mani: sembrava che stesse esplorando ogni angolo del volto del suo papà. Gli sorrideva, un sorriso bello, che gli riempì il cuore di nuovo e lo fece sorridere leggermente. Se qualcuno fosse stato nella casa in quel momento, di certo non si sarebbe mai lasciato così andare. In quell'istante si maledisse per questo suo orgoglio, ma non riusciva a contrastarlo. Forse in realtà neanche voleva, faceva parte di se, e lo accettava. Gli serviva. Per difendersi in qualche modo da ciò che sentiva ancora estraneo a lui. Ma che in realtà poi, così estraneo non era. Si stava rendendo conto di quante cose non si sarebbe perso se il suo carattere non fosse stato quello. E un po' gli dispiacque. Ma lui era quello: freddo, duro, severo, orgoglioso, fiero, testardo...il Principe Dei Saiyan.
Sbuffando sconsolato si diresse verso la sala, sempre cullandola leggermente. Se doveva essere sincero si sentiva davvero stanco, avrebbe volentieri dormito lui al posto di sua figlia, ma non appena la lasciava per un attimo lei ricominciava a fare i capricci; così dopo il terzo tentativo decise di arrendersi e la tenne in braccio per tutto il tempo.
Dopo circa un'ora peró, non riusciva davvero più a trovare la forza di muoversi.
Aveva fatto il giro della casa un centinaio di volte e nessun cambiamento, nessun segno di stanchezza...se non il suo.
Provó allora a sedersi sul divano, sperando che alla piccola andasse bene anche stare ferma, purché in braccio. Non si era mai seduto così lentamente in vita sua, e mentre scendeva, centimetro dopo centimetro, continuava a guardare Marron, che per sua fortuna era tranquilla e felice...e sveglia.
La televisione era ancora accesa, ma non gli interessava nessuno di quegli stupidi canali e programmi terrestri. Voleva solo riposarsi qualche istante.
Si accasciò, appoggiando la testa e la schiena al morbido schienale del divano di pelle nera, lasciando la bambina sdraiata a pancia in giù sul suo petto ampio e muscoloso. Sembrava che non le dispiacesse stare così, anche se era sdraiata sentiva il calore del suo papà, che le stava vicino e la teneva stretta a se. Cullata dal respiro di Vegeta poco a poco la piccola iniziò a chiudere gli occhietti azzurri e nel giro di pochi minuti si addormentó.
Il saiyan l'aveva osservata per tutto il tempo e quando aveva visto che finalmente dormiva aveva gettato la testa indietro, sfinito, ma soddisfatto.
"Se lo avessi saputo prima..." pensò tra se.
Poi alzó nuovamente la testa quando sentì la bambina muoversi, pregando che non si fosse svegliata di nuovo. Ma Marron dormiva beatamente, proprio come prima, si era solo posizionata più vicino al viso del padre.
Lui la osservò, quel pomeriggio in fondo non era stato poi così vuoto come avrebbe pensato, e nemmeno così rilassante, come avrebbe sperato. Ma gli era piaciuto. Passare del tempo con lei era stato bello e altrettanto bello era stato scoprirsi anche un uomo diverso dal solito. Un padre diverso dal solito.
Avvicinó piano le labbra alla piccola e profumata testolina di Marron, ricoperta da fini capelli dorati, e le diede un bacio. Piccolo, delicato, impercettibile, ma carico di amore e significato.
Si appoggió nuovamente con la testa e rilassó ogni muscolo del suo corpo.
Quella bambina...tutta la sua famiglia, l'avrebbe protetta per sempre, anche a costo della vita, perchè era l'unica cosa che davvero gli importava al mondo. Quello che non aveva mai avuto, ora era proprio lì, attorno a lui, e solo uno sciocco non avrebbe capito che quello era il suo posto. Con 18, i suoi figli... Quella era la sua vita, la sua nuova vita...e nonostante per certi aspetti la sua vecchia vita gli mancasse, non avrebbe mai fatto a cambio. Sapeva che con la sua donna a fianco, le sue due vite avrebbero trovato un perfetto equilibrio, come era stato fino ad ora. Regalandogli quello che in fondo, nel suo cuore, aveva sempre voluto.

  
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