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Autore: Shecanhaveyou    05/09/2012    2 recensioni
Taylor ride ancora, scostandosi da lui e prendendo gli ingredienti dal frigo. Adrian sofferma il suo sguardo sulle gambe di lei. Ah, quelle gambe. Così lunghe e così candide. E calde. La osserva con attenzione. Quella camicia, seppure larghissima, le sta divinamente. Probabilmente sotto non indossa niente. I capelli scompigliati le ricadono dolcemente sulle spalle, cosa che lui adora.
Taylor prende del succo alla pesca (il suo preferito), le uova e il bacon.
dice, rimproverandolo, chiudendo il frigorifero, senza alzare lo sguardo verso il criminale.
Adrian accenna una piccola risata, pensando che riesce sempre a sgamarlo, in ogni modo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Taylor dorme profondamente sul loro letto. I pochi raggi del sole che riescono ad arrivare al suo corpo, accarezzano la sua pelle candida. Il lenzuolo azzurro copre il suo esile corpicino fino a metà schiena, le braccia sono sotto il cuscino e i capelli mossi di un biondo-castano tagliati da poco sparsi su quest'ultimo; gli splendidi occhi azzurro-verde acqua chiusi.

Il viso angelico girato verso Adrian, la sua dolce metà.

Adrian spegne la sigaretta appena finita nel posa cenere sulla finestra senza distogliere lo sguardo da lei e si dirige in cucina per preparare la colazione, con passo lento e ciondolante.

Prende la caffettiera ed il caffè e la mette sul fornello.

Pochi minuti dopo la dolce e assonnata Taylor scende le scale con passi molto lenti. Ammirando la sua ragazza che scende le scale Adrian nota che indossa una delle sue camicie e sorride.

-Buongiorno mattiniero- dice, cercando di reprimere uno sbadiglio e stropicciandosi gli occhi.

Raggiunge ai fornelli il suo uomo e si appoggia al suo petto, circondandogli la vita con le braccia.

-Ciao, piccola- dice Adrian lasciandole un leggero bacio sui capelli, inspirando il buon odore che emanano, -Amo il tuo odore. Fiore di loto, mandorla, Midnight Rose e … Taylor- dice, baciandola dietro il lobo dell'orecchio.

A questo tocco la ragazza rabbrividisce. Adrian sa bene che quello è il suo punto debole, uno dei punti dove le piace essere baciata.

-Mh... come mai sveglio a quest'ora?- chiede, baciandogli il petto sopra la canottiera. -Lo stomaco reclamava cibo- risponde, dandole l'ennesimo bacio sulla testa.

-E questa colazione è pronta?- chiede la dormigliona alzando il viso e fondendo i suoi occhi quasi di ghiaccio con quelli color nocciola, quasi dorati, di Adrian. -Signorina, fino a pochi minuti fa, quando mi sono alzato io, come può essere pronta la colazione?!- Taylor ride sul petto di lui.

Adrian non si stancherà mai di sentire questo meraviglioso suono cristallino.

-Ok, ti perdono, ma solo la colazione è buona- dice Taylor con ironia, sapendo benissimo che toccherà a lei -come al solito- a cucinare, perché lui è negato.

L'unica cosa che è capace di fare è il caffè. Quello proprio come piace a lei: macchiato con una spolverata di cioccolato in polvere sopra quella schiuma perfetta, che solo lui è capace di fare.

-Credi che non sia abbastanza bravo da non saper cucinare un paio di uova strapazzate e rosolare un po' di bacon?! Cara mia, viviamo insieme da un anno, dovresti saperlo che avrò sempre bisogno dell'aiuto della mia Taylor in cucina!- Taylor ride ancora, scostandosi da lui e prendendo gli ingredienti dal frigo. Adrian sofferma il suo sguardo sulle gambe di lei. Ah, quelle gambe. Così lunghe e così candide. E calde. La osserva con attenzione. Quella camicia, seppure larghissima, le sta divinamente. Probabilmente sotto non indossa niente. I capelli scompigliati le ricadono dolcemente sulle spalle, cosa che lui adora.

Taylor prende del succo alla pesca (il suo preferito), le uova e il bacon.

-Smettila di fissarmi- dice, rimproverandolo, chiudendo il frigorifero, senza alzare lo sguardo verso il criminale.

Adrian accenna una piccola risata, pensando che riesce sempre a sgamarlo, in ogni modo.

Il caffè è pronto, Adrian si alza dalla sedia e spegne il fornello, andando verso la credenza per prendere due tazze.

-Amore, sono già qui sulla tavola le tazze- dice Taylor, passandosi una mano tra i capelli biondi-castani.

Lui si gira verso di lei, trovandola con le esili braccia color latte incrociate al petto e un sorrisino sulle labbra.

La guarda con uno sguardo ironico di rimprovero mentre porta la caffettiera sulla tavola.

-La colazione vera e propria quando la prepari, Ad?- chiede, con disinvoltura.

La guarda ancora da sotto le ciglia lunghe e le porge la tazza.

<> dice lui, senza pensare alle conseguenze delle sue parole.

-"Le cose si fanno in due”. Mh... questa frase mi fa pensare parecchio- nel mentre dice queste parole, Taylor scosta gli ingredienti e si siede sulla tavola, avvicinando Adrian tra le sue gambe, avvolgendole intorno alla sua vita.

-Sono sei anni che facciamo una sola cosa in due e un anno solo che facciamo insieme tutto il resto... ma a cucinare qui sono sempre io! Solo perché sono donna, non vuol dire che la mia occupazione sarà per tutta la vita “cucina-letto-letto-cucina”- dice lei, con un tono di voce tra il divertito ed il triste.

È vero. Taylor ripensa ai cinque anni passati insieme, prima che trovassero la casa adatta a loro e andassero a viverci. Sono stati cinque anni fantastici, e l'ultimo passato ancora meglio, ma di certo non sono mancate le litigate per quasi qualsiasi cosa: cominciavano a litigare per chi doveva pulire questo o quello, o per chi doveva lavare i piatti o rifare il letto; si urlavano contro, correggo, LUI urlava contro di lei. Cosa che Taylor ha odiato a morte sin da piccola. Odia le persone che le urlano contro. Perché lo fanno? Che gusto c'è?

Però queste litigate hanno anche un buon lato positivo: finivano quasi sempre per fare l'amore.

Si sentiva così viva quando facevano l'amore. Quando la sfiorava... anche prima, quando lui l'ha baciata dietro l'orecchio ha sentito l'ennesimo brivido di piacere percorrerle la schiena. E stanotte. Wow.

Adrian interrompe i suoi pensieri intensi verso il loro “fare pace”.

-Ma piccola... lo sai che io sono sempre stato un disastro a cucinare!..- ride Adrian.

-Fai silenzio, o li sveglierai...- sussurra lei.

Detto fatto, piccoli passi assonnati provengono dal piano superiore e due faccine furbe si affacciano dalla ringhiera di legno del corridoio sovrastante il salotto.

Due visini uguali come due gocce d'acqua, se non fosse per le lentiggini di Lee e il colore dei capelli di entrambi. Uno moro ed una castana, ma entrambi con gli occhi azzurro-verde acqua.

-Mami, papi, cos'è tutto questo baccano?- dice la piccola.

-Oh, Nathalee, tesoro, scusa!- Taylor scende dalla tavola e corre verso il suo angelo.

Adrian guarda la scena con sguardo dolce, e vede il piccolo Christopher guardarlo con due occhi grandi e azzurri che dicono “Papà mi abbracci?”. Ed è proprio quello che fa.

Si smuove da quella trans e raggiunge la sua compagna che nel frattempo a raggiunto i suoi bimbi sedendosi sul pavimento del corridoio.

-Vieni, Chris, vieni da papà-.

Il piccolo, muovendo velocemnente le sue gambette cicciotte, corre e si butta in braccio ad Adrian.

Taylor intanto ha preso in braccio la piccola Lee e ha cominciato a baciarle quelle guanciotte da cricetino.

-Bellina la mia bambina. Muah, muah, muah!-.

Nathalee ride e Adrian pensa che non ci sia suono migliore, insieme a quello della sua Taylor.

Adora le sue donne e il suo piccolo ometto.

All'inizio, il primo anno, avevano paura che Christopher fosse muto, perché era sempre Nathalee a parlare e Chris le andava dietro annuendo come un cagnolino, ma successivamente ha sussurrato un “no” e ha urlato un “papà” e “mamma” come se fosse un grido di aiuto e hanno capito che non era asslutamente muto.

È solo semplicemente un po' timido.

-Allora, qualcuno a fame? Papà stava per mettere in mostra le sue doti culinarie inesistenti- dice Taylor, facendogli la linguaccia.

-Guarda che te la mangio quella lingua. Bambini, mamma sta dicendo una bugia, e sapete che le bugie non si dicono, vero? Che dite, uno schiaffetto sul braccio?- scherza Adrian.

-No, mamma è dolce e gentile e sincera, non dice mai le bugie- dice Lee difendendo la sua regina, allacciando le piccole braccia attorno al collo della sua mamma e appoggiando la testina sulla spalla.

-Ma...ma.. Christopher, avanti, di qualcosa. Difendiamo il nostro potere maschilista!- ma il piccolo, timido com'è, nasconde il visino da angelo nel collo del suo papà.

-Aah, Chris, è ora che cominci a fare l'uomo. Hai già quattro anni, per la miseria!-.

-Adrian. Non si dicono certe cose davanti ai bambini- lo rimprovera Taylor.

-Ma che ho detto?!-.

-Solo... non voglio che imprechi così davanti a loro-.

Taylor, sistemandosi meglio Lee in braccio, comincia a scendere le scale.

-Dai, Christopher, avanti ometto, giù per terra. Oggi impariamo a fare le scale- e piano piano, tenendo il bimbo per le manine, scendono le scale insieme.

-Papà, sono completamente capace di scendere le scale da solo, lasciami!- dice Chris.

-Scusa, ragazzone. Però muoviti, che ho fame- dice Adrian, lasciandolo andare.

Lei intanto appoggia la bimba sulla tavola e mette a scaldare il latte sui fornelli, poi si gira e osserva Adrian e il suo Christopher.

Taylor, quando rimase incinta, ha pensato per un bel po' di tempo che Adrian l'abbandonasse se avesse saputo. Invece, eccoli lì, tutti e quattro insieme: Adrian è davvero un bravo papà, con entrambi. Non fa differenze. Li tratta alla pari: sta cercando di insegnare ad entrambi come giocare a baseball e Lee comincia ad amare l'equitazione come Taylor. E odia i vestitini. Il che forse si può anche capire, dato che ha una madre tutta jeans-magliette-e-sneakers.

-Mamma, ho famee!- urla Lee.

-Ho capito signorina, arrivo. Stavo solo aspettando che il latte bollisse, sta calma!-.

Taylor sbuffa, “è tutta suo padre” , pensa.

Fanno colazione tutti insieme e Taylor pensa che non poteva avere vita migliore.

Ha un uomo che ama, due figli fantastici e un lavoro che adora.

Si, la sua vita non potrebbe andare meglio.

O forse si?

   
 
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