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Autore: pocchanpu    05/09/2012    1 recensioni
Faceva caldo, troppo caldo.
Provando ad ignorare quei pensieri, lanciò un'occhiata alla finestra spalancata. Il cielo era ormai buio. Doveva essere molto tardi e questo voleva dire che era rimasto a letto per un tempo lunghissimo. Non riusciva a vedere nulla all'interno della stanza e forse avrebbe dovuto accendere la lampada posta sul comodino. Non lo fece. Accenderla sarebbe stato come creare un secondo Sole, una seconda stella che avrebbe scaldato ancora la piccola camera con i suoi raggi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ron Weasley, Viktor Krum
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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mu Fanfiction scritta quasi 3 mesi fa durante la prima ondata di caldo. Il pairing non è stato scelto da me u_u anche se sono una sostenitrice della coppia *crack pairing yay* Non volevo pubblicarla a causa di un certo utente che mi ha perseguitata con messaggi privati offensivi...
I personaggi di questo drabble appartengono a J.K.Rowling.

It was too hot

Faceva caldo, troppo caldo.

Mentre sospirava per l'ennesima volta, Ronald Weasley rotolò sul grande materasso della propria camera sperando con tutto il cuore di trovare una posizione adatta per riuscire a riposare. Sapeva benissimo che si stava solo illudendo.
Era la prima estate che affrontava nel monolocale che aveva comprato nei pressi di Londra, in un quartiere abitato solo da Babbani, e se ne stava pentendo amaramente. Rimpiangeva i mesi caldi passati alla Tana, in quella radura dove soffiava sempre un venticello e non vi era bisogno di magia o ventilacosi. Oh, certo! La magia!
Cercò la bacchetta magica sotto il cuscino, dove la nascondeva di solito, e non vi trovò nulla. Imprecò ricordando di averla lasciata sul tavolo in cucina. Avrebbe dovuto alzarsi per recuperarla e ...

Faceva caldo, troppo caldo per alzarsi.

Sospirò ancora. Sentiva il lenzuolo attaccarsi alla propria schiena grondante di sudore. Non appena era tornato dal lavoro, si era liberato dall'opprimente camicia e dai pantaloni scuri troppo pesanti ma non era servito a nulla. Il calore si era avventato su di lui e non sembrava volerlo lasciare. Lo schiacciava come un piede con una formica e gli impediva di muoversi.
Tentava di muoversi ma non ce la faceva proprio. Persino quando sentì che il cellular...telefon...insomma, quell'aggeggio che Hermione gli aveva regalato stava suonando. Allungò il braccio per afferrarlo ma l'arto ricadde senza forze sul materasso.

Faceva caldo, troppo caldo per rispondere al telefono.

E aveva sete. Sete e fame. La bocca era impastata e teneva le labbra dischiuse per cercare di respirare con più facilità, inutilmente. Forse ... avrebbe potuto provare ad alzarsi e andare a prendere un ghiacciolo nel freezer. Al solo pensiero di quello spuntino dolce quanto rinfrescante, fece per mettersi seduto ma trattenne un lamento quando si ricordò di un piccolo particolare. Subito dopo essersi spogliato, aveva infatti mangiato l'ultimo ghiacciolo cercando in esso un pò di ristoro. Si passò una mano fra i capelli cremisi fradici e si lasciò cadere nuovamente sul materasso, questa volta sistemandosi in una posizione fetale. Chiuse gli occhi e pregò di entrare nel mondo dei sogni il prima possibile ma ...

Faceva caldo, troppo caldo per dormire.

Li riaprì dopo pochi minuti. Frustrato, cambiò ancora posizione. Si sentiva appiccicoso e puzzava come l'abito per il Ballo del Ceppo, come la sua defunta prozia Tessie insomma. Ma forse era solo una sua impressione ... o forse no. Quello era uno dei tanti motivi per cui odiava il caldo. Si sentiva a disagio persino in casa propria!
Avrebbe voluto abbandonare quel giaciglio e andare a farsi una doccia fredda, la quarta della giornata. Avrebbe voluto rimanere sotto il getto d'acqua gelido per ore ed ore. Cercò di cancellare subito quel desiderio. Dopotutto, le bollette erano già alte senza le sue docce senza fine e, cosa più importante, non aveva la forza di raggiungere il vano doccia.

Faceva caldo, troppo caldo per spostarsi fino al bagno.

Provando ad ignorare quei pensieri, lanciò un'occhiata alla finestra spalancata. Il cielo era ormai buio. Doveva essere molto tardi e questo voleva dire che era rimasto a letto per un tempo lunghissimo. Non riusciva a vedere nulla all'interno della stanza e forse avrebbe dovuto accendere la lampada posta sul comodino. Non lo fece. Accenderla sarebbe stato come creare un secondo Sole, una seconda stella che avrebbe scaldato ancora la piccola camera con i suoi raggi.

Faceva caldo, troppo caldo per accendere una luce.

Faceva troppo caldo per fare qualsiasi cosa, ne era ormai consapevole. Si stava ormai arrendendo all'idea che sarebbe morto lì, sul letto, in mutande. Il caldo l'avrebbe portato allo stremo, la fame e la sete gli avrebbero dato il colpo di grazia. Immaginava già sua madre in lacrime. Suo padre che lo descriveva come un bravo ragazzo e...
Un forte e familiare CRACK attirò la sua attenzione. Il rumore era provenuto dal minuscolo salotto, attaccato alla propria camera. Sentì il suono di alcuni passi avvicinarsi ma non si mosse. Sapeva chi era la persona che stava avanzando nel buio.

Faceva caldo, troppo caldo per andare incontro a chiunque.

Sussultò quando percepì le sue dita fredde sfiorare le proprie spalle e si ritrovò a ringraziare mentalmente l'inventore della Smaterializzazione. Solo con quel mezzo di trasporto, Viktor Krum poteva abbandonare il campo d'allenamento nelle fredde regioni nordiche dell'Europa e raggiungerlo prima di perdere il gelo che lo attorniava.
Ron si lasciò sfuggire un sorrisetto mentre le labbra del Cercatore iniziavano a vagare lungo il suo corpo. Poteva sentire i suoi vestiti bagnati da quella che sembrava neve contro la propria pelle bollente. Quando quelle labbra gelide si posarono sulle sue, gli parve che quell'inferno di camera congelasse. Il respiro glaciale del ragazzo soffiò via il pesante calore che lo aveva oppresso per tutte quelle ore e Ron pensò di essere arrivato in paradiso.

Cento ghiaccioli. Cento docce fredde. Viktor batteva tutti quei rimedi. Viktor era la soluzione perfetta contro il calore estivo.


FIN.
   
 
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