A casa dei suoi
Dopo
aver elencato alla mia dolce metà
almeno un miliardo di validissimi motivi per cui il sottoscritto non dovrebbe
assolutamente uscire di casa stasera, mi ritrovo seduto sul letto della
nostra camera a schivare vestiti che volano da ogni
parte; naturalmente tutti lanciati con spaventosa
mira verso la mia bellissima faccia.
“Maledizione. Non ho niente da
mettermi” piagnucola Hermione, guardando verso di me come se fosse mia la colpa.
“Niente? Sono praticamente seppellito vivo
e tu dici niente?” mi libero dell’ennesimo vestito che mi è finito in testa.
Lei mi ignora bellamente, tornando a provarsi altri vestiti; mi chiede ogni due minuti come sta, io le
rispondo che lei sarebbe divina anche con un sacco addosso, ma se ne
frega altamente di quello che penso e arriva sempre alla conclusione che non
si piace. Allora che me lo chiede a fare?
“Granger, visto che non hai nulla da metterti, perché non restiamo a casa?Così
non devi indossare nulla e intendo letteralmente”
alito sul suo orecchio con tono malizioso, prendendo a tracciare dei lievi baci
sul suo collo.
Non l’avessi mai fatto.
“Draco, quante volte ti ho detto che noi dobbiamo
andare dai miei?Loro ti vogliono conoscere da secoli, e, prima per un impegno,
poi per un altro, abbiamo sempre rimandato. Perciò è inutile che cerchi di
corrompermi. Tu ci verrai, a costo che ti ci trascino io stessa!” mi scansa in
malo modo, severa.
San Salazar ,è da un anno che aspettano di conoscermi; sbuffo sonoramente al
pensiero che, probabilmente, subirò un interrogatorio da parte dei suoi
genitori.
Almeno
fosse stata solo una cena intima tra noi, invece no! Ci saranno anche amici di famiglia babbani. E Hermione sa quanto io sia scorbutico e a disagio con
persone che non sconosco; forse, se fingo di sentirmi male, dovrei riuscire a
cavarmela.
“Che ne pensi di questo?”
Mi giro verso di lei, per poco non mi sento davvero
male; è avvolta in un vestito
nero lungo fino al ginocchio, il corpetto, ricamato da alcune rose, aderisce
perfettamente al seno non molto prosperoso, la pelle vellutata della schiena
nuda è visibile attraverso una serie di lacci incrociati.
Mi ordino di non prenderla di peso e buttarla sul letto per strapparle il
vestito di dosso, perché altrimenti non riusciremmo mai ad arrivare in un orario decente a casa Granger.
“Divino” mi sorride radiosa, catturandomi
le labbra in un bacio che non ha nulla di casto. Io cerco in tutti i modi di
non saltarle addosso, e lei mi bacia così?
“Oh, ma è tardissimo! Sono già le sei e
mezza! Vai subito a farti la doccia, Malfoy!” mi ordina categorica, dopo aver
dato un’occhiata all’orologio.
Sospiro
rassegnato, faccio per dirigermi in bagno, quando, guardando nuovamente
Hermione che si sfila quel vestito-ti prego- saltami addosso, mi sorge un dubbio: questi amici di famiglia, quanti anni avrebbero esattamente?
“Hermione, che età hanno questi amici di famiglia?” domando con cautela,
cominciando a sfilarmi la maglietta e la cintura.
“Sono coetanei dei miei genitori, perché?”mi guarda confusa.
“Così, chiedevo” alzo le spalle, ora, più tranquillo, raggiungo il bagno con
addosso solo un asciugamano intorno alla vita.
“Poi ci sarebbe loro figlio, Nick” mi
dice come se niente fosse.
Mi blocco con la mano a mezz’aria sulla maniglia della porta; Nick? Nome proprio di persona maschile? E lei ha intenzione di andare
là con quel vestito-saltami addosso,
dove c’è Nick, nome proprio di
persona maschile?
“Nick?” sibilo lentamente, tornando
in camera.
“Ci conosciamo fin da bambini” risponde con tono vago, facendomi presagire che
non abbia detto proprio tutto quel che
c’è da sapere.
“E..?”incalzo a continuare con lo sguardo.
“Siamo stati insieme per poco tempo, mentre frequentavo il sesto anno” confessa
finalmente, minimizzando la cosa.
Il suo ex?
“Scegli un altro vestito” sentenzio
irremovibile.
“Cosa? Che ti prende?” spalanca la
bocca stupefatta.
“Ho detto di sceglierne un altro. Non
farmelo ripetere” insisto ancor più irritato.
Di che era di fronte a me con gli occhi spalancati dalla sorpresa, la vedo
gettarsi sul letto con la mano sulla pancia, scossa da risate sguaiate.
“Che diavolo hai da ridere?” ringhio, sollevando un sopracciglio.
“Malfoy
è geloso, Malfoy è geloso!” inizia a canticchiare tra una risata e l’altra.
Geloso? Tsk. Un Malfoy non è mai
geloso.
“Non
essere ridicola” ribatto, mantenendo una calma forzata.
Lei continua a ridere, rotolandosi di tanto in tanto sul materasso.
Non aggiungo nient’altro, eccetto un grugnito animalesco, dopodichè mi dirigo ,deciso, verso il bagno.
“Draco, dai, scherzavo” mi raggiunge in bagno, accostandosi alla porta della
doccia, dove io sono già occupato a lavarmi.
Cerco di
ignorare il suo corpo mezzo nudo, coperto solo dalla biancheria intima,
limitandomi a massaggiare i capelli con lo shampo.
“Mi fa ridere il fatto che tu possa essere geloso. Dio, ti sei visto?” si morde
le labbra, incapace di resistere alla tentazione di accarezzarmi il torace
insaponato.
Acceso
da un’irrefrenabile voglia, che mi ha scatenato la sua carezza, la sollevo per
i fianchi e la chiudo dentro con me.
***
Scruto
con occhio critico il mio riflesso allo specchio; giacca nera, camicia bianca
perfettamente stirata, capelli ancora umidi spettinati, mento sbarbato.
Hermione,
intanto, esce dal bagno, vestita e
truccata di tutto punto; i capelli sono raccolti in un grazioso chignon, lasciando
nuda la pelle del collo, dove un leggero rossore segna il punto in cui lui
l’ho morsa, durante l’impeto dell’amplesso dentro la doccia.
Contemplo
la cravatta che ho in mano, indeciso se indossarla o meno; Hermione si accosta
di fianco a me, ci guardiamo intensamente attraverso il riflesso dello
specchio.
“Non essere
nervoso. Gli piacerai sicuramente” mi accarezza il collo delicatamente, per poi
sostituire le dita con le labbra, posandomi un bacio all’altezza della
giugulare.
***
“Loro sanno che noi non… eravamo molto amici a scuola?” chiedo, fissando con
ansia la porta in legno della casa di Hermione.
Prende a mordicchiarsi le labbra con fare nervoso, evitando di guardarmi.
“Ti prego, dimmi che non gli hai detto che ero uno stronzo, il figlio di un
Mangiamorte, che mi odiavi…e tutto il resto” arruffo i miei capelli, agitato.
“Sì. Purtroppo”
Cazzo. Mi detestano.
Hermione suona il campanello; ogni possibilità di fuga va a farsi benedire.
Dopo pochi secondi, il signor Granger,
un uomo abbastanza alto, sulla quarantina, con capelli scuri e profondi occhi
castani, apre la porta.
“Tesoro! Fatti abbracciare!” esclama raggiante, soffocando la figlia in un
tenero in abbraccio.
“Non così stretto, papà. Mi soffochi” soffia con difficoltà, liberandosi dalle
sue braccia.
“Oh, sì.
Scusami, cara” sembra non essersi ancora accorto della mia presenza, talmente
concentrato sulla figliola che non vedeva da tempo.
“Papà, ti
presento Draco” con un sorriso mi invita a fare un passo in avanti.
Il sorriso che l’uomo ostentava poco innanzi, svanisce di colpo; mi guarda in
tralice di sottecchi, mantenendosi a distanza.
“Piacere di conoscerla” farfuglio educatamente, porgendogli la mano.
“Il famoso Draco, eh” commenta impettito, stringendomi un po’ troppo
vigorosamente la mano.
Merda. Mi odia.
Resto in silenzio, lo stomaco inizia a vorticare come se all’interno ci fossero
delle api; Hermione mantiene un sorriso tirato stampato in viso, cercando di
ignorare la strana tensione che si è creata.
“Dov’è la mamma?” la sua voce esce stranamente acuta.
“In cucina. Sta ancora trafficando ai fornelli. Perché non vai ad aiutarla?
Così io e Draco facciamo due chiacchiere” le propone, senza distogliere gli
occhi dal sottoscritto.
La supplico con un’occhiata disperata di non lasciarmi nelle sue grinfie, ma
Hermione solleva le spalle e abbozza un sorriso divertito, lavandosene le mani.
“Accomodati, figliolo”” mi indica il
divano in pelle rossa al centro del salone.
Hermione scompare in fondo al corridoio fischiettando allegramente.
Maledetta donna.
Il signor Granger si accomoda su una poltrona posta esattamente di fronte a me;
Grattastinchi, il gatto di Hermione, si arrampica sulle sue gambe e si
acciambella sulle cosce.
Mugola
di apprezzamento quando inizia ad accarezzargli la schiena; tra il pelo
fiammeggiante dell’animale, spicca il grosso anello che l’uomo indossa nel
mignolo destro.
Non so
perché, ma le scena sembra ricordarmi terribilmente un film babbano che
Hermione mi ha costretto a vedere: forse si chiamava il Padrino?
“Allora, Draco. Che intenzioni hai
con mia figlia?” domanda apparentemente distratto, continuando ad accarezzare
la bestiola.
Vuole sapere se intendo sposarla?
Ingoio a
vuoto, con le mani sulla nuca pronte ad spettinare i capelli; gesto che faccio
sempre quando sono nervoso.
“Non
abbiamo ancora parlato del nostro futuro,
è un po’ presto, ecco. Ma le assicuro che ho intenzioni serie”
“Mmm. Da come mia figlia ci parlava
di te, in passato, sembrava ad dir poco fantasiosa una vostra relazione ” perché
la sua voce si è abbassata di almeno tre toni? Sembra proprio che l’abbia
modulata nello stesso modo dell’attore di quel film.
“Lo so. Stento ancora a crederci anche io. Ma sono cambiate molte cose, ecco” accenno
un sorriso malinconino, ripensando agli anni trascorsi ad Hogwarts.
“Lo
spero. Non ci siamo fatti una buona opinione di te, figliolo”
“Hermione mi odiava, e a buon ragione anche. Il mio comportamento era provocato
da cose che non sto neanche a spiegarle, è una storia complicata” spiego
amaramente.
“Mmm, ti credo. Figliolo, che religione
pratichi?” socchiude gli occhi, sporgendosi verso di me.
Che razza di domanda è?
“Ehm, protestante. Anche se non sono molto praticante, a esser sincero”
l’uomo si sporge ulteriormente, il suo sguardo ha un non so che di minaccioso.
“Noi siamo cattolici e molto praticanti. Come ben sai, mia figlia deve arrivare pura al matrimonio. So che è ardua la tentazione, ma voi non avete fatto
niente, giusto?” ora è a due spanne dal mio viso.
Lui vuole sapere se sono andato a
letto con sua figlia?!
Cioè, crede che Hermione, stando col
sottoscritto, possa essere ancora vergine?!
Inizio a
tossire, cercando di scacciare il ricordo di me ed Hermione avvinghiati e nudi
sotto la doccia.
“Draco, ti farò un’offerta che non potrai rifiutare” ma cos’è, un imitatore sfegatato di quell’attore?
“Se tu non tocchi mia figlia, io lascerò la tua virilità intatta”
Sbarro
gli occhi, allarmato porto d’istinto una mano all’altezza del cavallo dei
pantaloni; Hermione compare nel salone, il suo sguardo perplesso vaga da me a
suo padre, infine esplode in una
fragorosa risata.
L’uomo la segue a ruota, cosa che mi
preoccupa ancora di più; mi stanno
prendendo in giro?
Quell’uomo ha minacciato di castrarmi, san Salazar! Cosa c’è da ridere?!
“Non ci posso credere che tu abbia di nuovo recitato il padrino!” sghignazza
incredula, asciugandosi le lacrime dagli occhi.
“Sai che
non riesco a resistere, tesoro!” ridacchia anche lui, allo stremo delle forze,
sfilandosi l’anello di prima.
Mi ha preso per il culo.
“Ha sempre recitato la parte del padre all’antica con i ragazzi che frequentavo!”
spiega sorridente.
Magari, se ne fossi stato informato prima,
non avrei fatto figure di merda.
“Draco, scusami se ti ho spaventato” mi sorride rassicurante; tiro un sospiro
di sollievo a pieni polmoni, abbandono la posizione tesa e rigida che avevo
assunto per rilassarmi completamente contro la spalliera del divano.
Continuiamo
a chiacchierare ancora un po’, finché la madre di Hermione fa la sua comparsa
in salotto con un largo sorriso.
Hermione
le assomiglia in modo impressionante: stessi capelli, stesso colore di occhi, perfino
lo stesso identico nasino arricciato. “Draco, che piacere conoscerti, finalmente! Hermione ci ha parlato tanto di
te!” la donna mi stringe affettuosamente la mano.
“Il piacere è mio, signora Granger”
“Chiamami
Jane, caro! Sapessi quante cose meravigliose ci ha detto Hermione su di te”
esclama entusiasta, lanciando un’occhiata piena di complicità alla figlia.
Fulmino
Hermione con uno sguardo, offeso di esser stato ingiustamente ingannato; lei mi
ritorna un sorriso divertito.
“Ne sono lieto” mormoro, mantenendo gli occhi fissi su Hermione.
“A
proposito, non mi avevi detto che era un così bel ragazzo” la signora Granger fa
l’occhiolino alla figlia, la quale si gode il mio viso imporporato
dall’imbarazzo.
Jane si congeda per andare ad aprire la porta, gli altri ospiti devono essere
arrivati; mi irrigidisco come un manico di scopa.
Un ragazzo alto, non tanto quanto me,
dai capelli castani e gli occhi celesti, fa capolino dal corridoio.
“Hermione!
Quanto tempo!” esclama felice il fantomatico Nick, correndo ad abbracciarla, sotto
gli occhi irrequieti del sottoscritto.
“Nick, come stai?” finalmente la lascia
andare.
“Bene. Anche tu, vedo. Cavoli, sembra che siano passati secoli dall’ultima volta che ti ho
visto” il tizio la fissa dalla testa ai piedi con ammirazione.
Speriamo che ne passino almeno
altri cinquanta di secoli.
Tossisco sonoramente con lo scopo di interromperli; Nick si volta infastidito
verso di me, mal celando il suo dispiacere nel vedermi.
“Draco, Nick. Nick, Draco” fa le presentazioni un’allegra, troppo allegra, per i miei gusti, Hermione.
“Il ragazzo di Hermione” stritolo la sua mano in una morsa letale.
“Piacere di conoscerti” accenna
un sorriso finto, ricambiando con medesimo vigore la stretta.
“I tuoi genitori?” domanda confuso il signor Granger, dopo averlo saluto
calorosamente come un figlio.
“Purtroppo c’è stato un imprevisto. Sono fuori per lavoro”
“Toh, guarda” commento ironico a tono basso, in modo tale che il tizio non possa
sentirmi.
“Hai detto qualcosa, Draco ?” pronuncia il mio nome arricciando le
labbra come se fosse una cosa disgustosa.
“No. Ti
sbagli”.
La
situazione è comica; io sono di fronte al tizio, che mi guarda con
disprezzo, ricambiato da me, ovviamente, ed Hermione, posizionata al centro tra
noi due, sovrastata dalla nostra altezza, ci guarda entrambi con apprensione.
“La cena
è pronta!” annuncia soddisfatta Jane, ponendo fine a quella lotta di sguardi.
***
Casualmente, Nick ha deciso di sedersi
accanto ad Hermione, così lei è imprigionata
al centro tra me e lui.
“Draco, sono curioso di sapere come vi
siete innamorati tu ed Hermione ” si rivolge a me, tagliente, sorseggiando il
suo bicchiere di vino.
“E’ stata una cosa graduale” rispondo freddamente.
“Strano, sai. Lei non mi ha mai
parlato bene di te”
“Lei non mi ha proprio parlato di te, invece” ribatto con un ghigno.
Nick serra sia la mascella che la mano stretta intorno al bicchiere.
“Ti odiava” mi informa di qualcosa che so già perfettamente.
Che essere inutile.
“Chi
disprezza compra, caro” prendo il coltello
per tagliare la carne, avendo voglia di usarlo per fare ben altro.
“Oh no, vi prego! Raccontateci come è scoppiato il colpo di fulmine!” ci
supplica la madre di Hermione, curiosissima, facendoci andare l’acqua di
traverso.
“Non mi
sembra il caso, mamma…” protesta Hermione imbarazzata, ricordando come era scoppiato.
Ero stato solo un ragazzino viziato in passato, non avevo ancora capito quanto
potesse essere terribile diventare quello che i miei genitori volevano che
diventassi, fino a quel momento.
Quel giorno, feci quello che di
solito facevo quando volevo liberarmi dai pensieri: volare sotto la pioggia,
farmi investire da quel getto gelido e sfidare il vento.
La pioggia, che fino a quel
momento era solo fitta, si tramutò in una vera e propria tempesta; la forza del
vento mi fece perdere il controllo della scopa e caddi.
Non seppi mai cosa successe esattamente, ma, mentre precipitavo, rassegnato al
mio destino, sentì il mio corpo arrestarsi di colpo.
Mi ritrovai sdraiato sull’erba
del campo di Quidditch con tutte le ossa integre, ancora vivo;non misi subito a fuoco la figura chinata su di me.
“Malfoy, stai bene? Sei precipitato da più di
L’immagine divenne finalmente nitida; quasi mi venne un colpo quando vidi
“Credo di sì” sussurrai intontito.
Nel frattempo, la tempesta
peggiorava di secondo in secondo; sarebbe stato impossibile ritornare al castello in quelle condizioni, a mala
pena riuscivamo a reggerci in piedi senza esser trasportati via dal vento.
Ci mettemmo al riparo all’interno
degli spogliatoi, in attesa che la tempesta cessasse.
“Che ci facevi fuori, Granger?” le domandai con quella tipica “gentilezza” che
riservavo solo a lei.
“Potrei farti la stessa domanda. Solo un idiota come te poteva avere la bellissima
idea di farsi un giro sulla scopa durante una tempesta” rimbrottò acida,
strizzandosi i capelli bagnati.
“Fatti i cazzi tuoi” esordii, non curandomi minimamente della mia maleducazione.
“Oh, figurati, non mi devi ringraziare, Malfoy. Ti ho solo salvato la vita, che
vuoi che sia” commentò sarcastica.
“Nessuno te lo ha chiesto” un sorriso amaro scappò dal mio controllo, quando
andai a sedermi su una panca.
Hermione notò quel mezzo sorriso
e stranamente rimase in silenzio.
“E’ meglio restare qui finché non smette” propose, controllando le condizioni
del tempo attraverso la finestra..
Feci un debole cenno d’assenso col capo; mi afferrai la testa tra le mani,
gemetti di dolore quando mi accorsi di avere un grosso taglio sulla fronte e
diversi altri sul viso, che dovevo essermi procurato durante la caduta, andando
a infilzarmi contro qualche ramo.
“Ma tu sei ferito” Hermione mi venne subito vicino, appena se ne accorse; fece apparire un piccolo kit di pronto soccorso con un semplice movimento della
bacchetta.
Poi, fece qualcosa di assolutamente imprevedibile, si sedette sulle mie gambe,
facendomi sussultare di sorpresa e non solo; sentii una carica elettrica tale
che dovetti premere i palmi sulla panca per sorreggermi.
“Granger, che diavolo stai facendo?” grugnii perplesso.
“Ti curo le ferite, ingrato” mi
rinfacciò stizzita, premendo un batuffolo di cotone pieno di disinfettante
contro il mio labbro, che sfiorò involontariamente con le dita.
Cominciai a sentirmi accaldato,
eppure sapevo bene che fuori c’erano solo 2 gradi.
“Seduta su di me? Granger, non immaginavo fossi attratta dal sottoscritto”
sorrisi sprezzante.
“Non dire sciocchezze, Malfoy. E’ il modo migliore per farti curare,
impedendoti di ribellarti. E poi, solo una sordo-cieca potrebbe trovarti
attraente” arrossì leggermente.
“Quindi, l’intera popolazione femminile di Hogwarts è sordo-cieca” conclusi
ironico.
“Beh. Sì” balbettò, si trovava in difficoltà.
“Se fossero davvero solo le sordo-cieche a trovarmi attraente, sarei sicuro che
mi amano davvero per quello che sono. Non perché sono bello e ricco. Sono
contento di non piacerti, vuol dire che non sei una che bada all’apparenza” di
nuovo quel sorriso amaro che sfuggiva al mio controllo.
Ci fissammo negli occhi per un
tempo indefinito, studiando i nostri visi, notando anche particolari fisici di
cui non ci eravamo mai accorti, visto che in tutti quegli anni ci eravamo
limitati solo a vederci e non a guardarci;
il contatto visivo si spezzò solo quando lei mi sfiorò il taglio che avevo sul
labbro, tracciandone le curve con le dita.
Chiusi gli occhi di scatto, la
sua pelle contro la mia ebbe lo stesso effetto dell’acqua fresca dopo giorni
interi di disidratazione.
Senza rendercene conto, le nostre labbra,
dapprima, iniziarono ad accarezzarsi lentamente, sfregandosi languide, poi, si morsero con impeto, cercando di esplorarsi
sempre di più, agognandosi sempre di più.
Non mi ero mai sentito in quel modo prima d’allora, così elettrizzato, vivo,
eccitato in modo quasi doloroso; mi chiesi come avessi fatto a vivere per tutto
quel tempo senza averla mai baciata.
Invasi da quell’improvvisa e
violenta passione, ci ritrovammo stesi sulla panca, uno sopra l’altra; le artigliai la cosce con possessione,
accarezzandole in modo lascivo, lei, sospirò di piacere contro mia bocca,
tuffando le mani nei miei capelli ancora bagnati.
Saremmo stati capaci di andare
oltre se,
Solo in seguito seppi perché Hermione si trovava nel campo di Quidditch quel
giorno: adorava stare sotto la pioggia, proprio come me.
Ricordo quel giorno con un sorriso ebete a solcarmi il viso; no, non è proprio
il caso di raccontarlo ai Granger.
“Stavo
volando sotto la pioggia, ho perso il controllo della scopa e sono caduto. Lei si
trovava lì e mi ha salvato in tempo. E poi…si è presa cura di me” spiego su due
piedi, tralasciando i dettagli e sanando la curiosità dei suoi genitori.
“Hermione è sempre stata fatta così!” concorda orgogliosa la madre.
“Vado un
attimo in camera mia, torno subito”ci informa Hermione con uno strano luccichio
negli occhi; la seguo con lo sguardo uscire dalla sala da pranzo, attento a non
perdermi nemmeno un dettaglio della sua andatura elegante.
“Oh, ho
dimenticato di prendere la torta di mirtilli!” si ricorda improvvisamente Jane,
alzandosi.
“Non si preoccupi, vado a prenderla io” si offre volontario Nick, già in piedi.
“Grazie caro, sei molto gentile”
Gentile un cazzo. Vuole raggiungere
Hermione.
Aspetto
che esca dalla stanza, poi mi rivolgo ai Granger.
“Scusate, dov’è il bagno?”
“Al piano di sopra, in fondo al corridoio a destra” mi risponde il signor
Granger con uno strano sorriso, come se
avesse capito tutto.
Mi
materializzo direttamente davanti la porta della camera di Hermione, accostando
l’orecchio.
“Cosa stai facendo?” come avevo
previsto, Nick è lì dentro.
“Nick, perché sei qui?”.
“Volevo parlarti. In privato”
“Di cosa?”
“Non puoi stare con lui. Sono io quello
giusto per te”
“Draco è l’uomo più giusto per me che
esista” si altera lei.
“Herm, per me è come se questi anni non
fossero mai passati, ti amo ancora, lo capisci?”
“E’ un problema tuo”
“ Non sai per quanto tempo ho pensato a
te in questi anni, poi, ti rivedo adesso più bella che mai. Dio, Hermione, quel
vestito mi sta pregando di saltarti addosso”
Apro la porta con una spallata, assisto in tempo allo schiaffo che Hermione
stampa con violenza sulla guancia dell’altro, con mio sommo piacere.
“La cucina è di sotto, Nick” gli
ricordo, scoccandogli un’occhiata per niente amichevole.
Il tizio si avvicina a me con fare
spocchioso.
“Lo so” sibila a tono di sfida.
Ghigno beffardo, avvicinandomi ulteriormente per sovrastarlo con la mia altezza.
“Granger, hai detto al tuo amico che sono un ex Mangiamorte, ovvero, un ex pazzo
furioso assassino?” estraggo la
bacchetta dalla tasca, facendola volteggiare pericolosamente tra le mie dita.
“Devo averlo dimenticato” Hermione finge un tono dispiaciuto, reggendo il gioco.
“Un M-Mangiamorte? Q-quelli che erano sudditi di Volde qualcosa?” balbetta Nick
in preda al panico.
Hermione cerca di trattenere il sorriso che tenta di uscire fuori; scatto in
avanti verso di lui, che cade a terra da solo, nonostante io non l’abbia
sfiorato nemmeno con un dito. Goffamente riesce a rialzarsi e correre via dalla
stanza; rimasti soli, scoppiamo a ridere come matti, fino a farci venire le
lacrime.
“Hai visto che avevo ragione io? Non dovevi metterti questo vestito. E, visto
che siamo in tema, non metterlo mai più” la attirò a me, usando quel tono
intimidatorio che a lei piace tanto.
“Farò
tutto quello che desideri, mio padrone” mugola al mio orecchio, colmandolo col
suo alito caldo.
“Tutto?” la spingo sul muro, facendo
pressione sul suo corpo col mio; si aggrappa al mio collo in modo che io la
sollevi in braccio, le imprigiono la bocca, solleticandole la lingua con la
mia, finché non è lei stessa a renderlo ancora più impetuoso, spingendomi di
più contro di lei. Preso dalla foga, abbasso la cerniera del suo vestito per
intrufolarle una mano sui fianchi nudi, e poi giocare con l’elastico degli
slip.
La mia giacca finisce per terra, lo stesso la mia camicia,
che lei ha sbottonando velocemente; un gemito roco esce dalle mia labbra,
provocato dalle carezze languide che mi percorrono la schiena.
Sovraeccitato,
porto entrambe le sue mani a slacciarmi la cintura, una volta tolta, le abbasso
il vestito, scoprendole il seno, su cui concentro tutte le mie attenzioni,
carezzandolo con le labbra.
“Cosa
eri venuta a cercare?” le domando col fiato pesante, preso dalla lussuria.
“La
camicia che mi hai prestato la prima volta che abbiamo fatto l’amore” smette,
momentaneamente,di baciarmi per indicarmi con un cenno del capo una camicia
bianca piegata sulla sedia della scrivania.
La
camicia della mia vecchia divisa di Serpeverde.
Riporto
il mio viso alla stessa altezza del suo, le afferro il viso con le mani,
baciandola con ancora più impeto di prima, se possibile, urlandole silenziosamente quanto la amo.
“Hermione,
per caso, sai dirm-” il Signor Granger entra nella stanza, per poi arrestarsi
impietrito.
Merda. Merda. Merda.
Mi scanso immediatamente da Hermione, la quale cerca di coprirsi col vestito
che le sta miracolosamente in piedi, guardando l’uomo con il terrore puro
dipinto negli occhi.
Non l’avessi mai fatto.
Il suo viso
sembra parlare, e quello che dice è piuttosto palese: leva quelle zampe da mia figlia.
“Signore mi scusi i-io non v-volevo…” farfuglio cercando in tutti i modi il
coraggio per guardarlo negli occhi.
“Ehm. Tranquilli, continuate pure, ehm, cioè volevo dire, fate finta che non
sia successo nulla” l’uomo si precipita ad uscire dalla camera, imbarazzato più
che mai, ma Hermione lo arresta.
“Papà, cosa dovevi dirmi?” come diavolo fa ad essere così calma?
Ci ha quasi beccati a scopare,
cazzo.
“Nick è andato via di fretta, blaterando di un’emergenza, tu ne sai qualcosa?”
“Assolutamente no” fa spallucce, fingendo
perfettamente di esserne all’oscuro.
“Mah. Strano ragazzo” commenta confuso.
Forse non
l’ha presa poi così male come credevo, sembra sereno; peccato che, l’occhiata omicida che
mi lancia prima di chiudersi la porta alle spalle, smentisce la mia tesi.
Da appuntare nell’agenda: mai toccare Hermione quando ti trovi sotto lo stesso
tetto dei suoi genitori.
Hermione prende a ridacchiare sotto i baffi, beccandosi il mio totale sguardo
di dissenso.
“Smettila
di ridere, Granger. Tuo padre me lo taglia,
adesso, se non l’hai capito” le faccio presente con tono grave e sconsolato.
“Ma smettila!Mio padre avrà già dimenticato tutto!”