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Autore: p a n d o r a    06/09/2012    4 recensioni
Correva. Sotto la pioggia, completamente bagnato e zoppicante. In quel momento il suo aspetto era tutto tranne che simmetrico. Ma, effettivamente, la simmetria era l’ultima cosa di cui gli importava al momento. Correva per salvarsi la vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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It's alright,I'm so much better with you.



«Amare non vuol dire impossessarsi di un altro per arricchire se stesso, bensì donarsi ad un altro per arricchirlo.»
M. Quoist.

 



Correva. Sotto la pioggia, completamente bagnato e zoppicante. In quel momento il suo aspetto era tutto tranne che simmetrico. Ma, effettivamente, la simmetria era l’ultima cosa di cui gli importava al momento. Correva per salvarsi la vita. Ogni tanto inciampava, ma era comprensibile. Aveva una ferita di circa 12 cm al polpaccio destro che pulsava maledettamente ogni volta che il piede toccava terra. E a peggiorare la situazione c’era quell’ orrendo, ma allo stesso tempo perfetto, mostro che lo seguiva.  Se fosse stato per lui si sarebbe addirittura fatto uccidere pur di non sparare a quell’essere così perfettamente simmetrico, ma non poteva.
No che non poteva. Non poteva permettere che succedesse qualcosa alle sue armi, in particolare a una. Non che dell’altra non gli importasse, ma avere tra le mani la vita della persona che ami, non è una piacevole sensazione. Se li sarebbe accaduto qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Finalmente, dopo una lunga e straziante corsa, un’ ancora di speranza, un vicolo. Lui ci si infilò subito e trattenne il respiro finché quel maledetto mostro non se ne fu andato, dopodiché si accasciò a terra ormai privo di forze. Non appena sentirono l’impatto con il suolo, le due pistole tornarono in forma umana. La maggiore corse subito verso il meister con le lacrime agli occhi, seguita dalla più piccola. “Kid, apri gli occhi! Kid, per favore. Non fare questi scherzi!” Patty lo picchiettò sulla guancia mentre cercava di farlo riprendere, nel frattempo Liz strappò una parte della sua camicia e fece un bel nodo nella zona alta del polpaccio, dopodiché si alzò in cerca di un vetro dove poter chiamare la camera della morte. “Dannazione!” sibilò quando vide in un angolo della strettoia una finestra rotta.
Le si avvicinò “Ci accontenteremo di questo.” Fece un sospiro, alitò sul vetro facendolo appannare, compose il numero e aspetto impaziente una risposta. “Oh! Ciao, ciao, ciao Liz! Come poss-” la ragazza non diede il tempo allo Shinigami di parlare “Kid è ferito. Abbiamo bisogno di aiuto. Per favore, sommo Shinigami - la ragazza aveva praticamente le lacrime agli occhi - Dobbiamo fare qualcosa, prima che - si portò una mano al viso per trattenere i singhiozzi – Sia troppo tardi..” Lo Shinigami, che aveva intravisto il figlio da dietro le spalle della ragazza e si era reso conto che non era molto grave, sorrise teneramente “Vi mando subito qualcuno.” Da dietro le spalle della bionda si sentì la sorella urlare un “Grazie!” e la chiamata si concluse. Non passo molto tempo all’arrivo dei soccorsi e portarono via Kid in ambulanza.
Il dottore che si era occupato delle prime cure sul posto si avvicinò alle due buki “Non c’è bisogno che veniate in ospedale, il ragazzo sta bene, niente di grave. – a quelle parole Patty sorrise mentre la sorella tirò un sospiro si sollievo - Lo svenimento è stato dovuto al forte stress che ha dovuto subire. Molto probabilmente era preoccupato perché non vi succedesse niente, per caso una di voi due è la sua ragazza?” Liz abbasso lo sguardo e la piccola guardò verso di lei con sguardo di compassione. Notando l’aria che si era venuta a creare il dottore cambiò argomento “Comunque sia, potete tornare a casa e rilassarvi.” Disse alla fine prima di salire sulla sua BMW nera e sgommare via.
Liz aspetto che il silenzio fu tornato su Death City dopodiché scoppiò a piangere, la sorella le si avvicinò la abbracciò e le sorrise “Vedrai che tornerà tutto intero.” L’altra le sorrise e così si avviarono verso casa.
Verso le dieci di sera, mentre Liz stava sul divano a leggere Shakespeare e Patty era sulla poltrona a limarsi le unghie, sentirono una chiave che si infilava nella serratura. Il ragazzo entrò, lasciò tutto all’ingresso, ovviamente simmetricamente sistemato, e si diresse verso il soggiorno, ma lungo il tragitto si scontro con Liz che, appena aveva sentito il rumore della porta che si apriva, aveva chiuso il libro e si era alzata per di reggersi al piano di sopra. Non lo salutò nemmeno e passò tenendo la testa bassa. La minore guardò tristemente la sorella e poi rivolse lo sguardo al giovane shinigami. “Come ti senti?” sforzò un sorriso tanto per sembrare naturale. “Bene, mi hanno messo una fascia al polpaccio e questo mi rende dannatamente asimmetrico - a quelle parole Patty tornò a limarsi le unghie delusa - Ma il dottore ha detto che se la levo la ferita potrebbe prendere infezione, perciò…” Il moro si sedette sul divano senza però appoggiare la schiena, ma posizionando i gomiti sulle cosce intrecciando le dita delle mani. “Credo che sia meglio che vada a parlarle.” La bionda disse tutto questo senza distogliere gli occhi dalla propria lima.
Kid rimase alquanto stupito di quanto era maturata la piccola Patricia, alla fine prese un bel respiro e corse verso le scale. Arrivato al piano superiore, si precipitò nella stanza delle ragazze, ma non trovò nessuno, quindi si avviò verso la sua camera e vide Liz seduta sul letto. Entrò silenziosamente e chiuse la porta dietro di sé a chiave, facendo finta di schiarirsi la voce per capire il rumore della serratura. La vide sobbalzare per la sorpresa e le si avvicinò. “Perché sei scappata?” Lei si alzò dal letto gridando “Perché sei uno stupido!”
I due si ritrovarono uno a destra e l’altra a sinistra, come in una disputa solo con il letto a fare da intermezzo. “Ehi, calma! Perché sarei uno stupido?” il moro alzò un sopracciglio. “Perché potevi morire!” La ragazza aveva alato la voce sempre di più. “Ma non è successo!” Kid cercava di giustificarsi. “E se fosse successo? E tutto per la tua stupida simmetria?” - “Credi davvero che sia per questo?” - “E per cosa se no?” - “Perché forse volevo che non vi accadesse niente?” Avevano iniziato a gridare entrambi e ogni volta che uno ribatteva l’altro si avvicinavano sempre di più, fino a salire con le ginocchia sul letto. “Tu ti preoccupi di noi solo perché siamo le tue armi!” - “Non è vero. E poi, perché? Tu ti preoccupi di me per qualche altro motivo?” - “Si!” - “E qual è?” si ritrovarono ormai faccia a faccia. “Perché ti amo!” Il silenzio cadde fra i due. I loro cuori si sfidavano, si volevano e battevano allo stesso ritmo. Lui guardava lei e lei guardava lui. Avevano entrambi uno sguardo deciso e determinato. Nelle loro anime parti un suono di batteria che reggeva i loro sguardi.
Lei.
Lui.
Lui.
Lei.
Stettero così per svariati secondi e poi, all’improvviso, si lanciarono l’uno verso l’altra all’uniscono baciandosi selvaggiamente, quasi disperatamente. Lei affondò le mani nei capelli di lui, mentre il moro passo direttamente a sbottonarle la camicia, sfilandogliela e facendola rimanere in reggiseno. Si affrettò, poi, a togliersi anche la sua senza smettere di baciarla, dopodiché passò a lenti e strazianti baci facendole chinare la testa all’indietro. Dopo aver finito quella tortura, la fece scivolare sotto di lui iniziando ad accarezzarle i fianchi. “Non provare mai più a preoccuparti per me, chiaro? Sono uno Shinigami, Dio cane!” disse sorridendole sulle labbra, lei ricambiò il sorriso e lo provocò iniziando a infilargli le mani nei pantaloni “Okay, basta che non mi uccida, signor Shinigami!” Lui, per vendetta, le slacciò il reggiseno ma prima di toglierlo le segnò il confine leccandole il seno. “Cercate di non fare troppo rumore!” la voce divertita di Patty proveniente da dietro la porta fece sorridere entrambi, in seguito Kid iniziò a mordere e leccare il basso ventre della ragazza facendola gemere. Finita l’opera tornò a guardarla negli occhi. “Elizabeth Thompson, hai fatto innamorare di te uno Shinigami.” Fece lui con fare teatrale prima di fiondarsi su di lei con un ghigno come un leone sulla sua preda. Passarono una notte piena d’amore, di passione e di affanno.
La mattina, Liz si svegliò prima del ragazzo, che dormiva come un bambino. Non voleva svegliarlo, così, dopo aver indossato la biancheria intima, prese una vestaglia, la indossò e scese in cucina. Kid, intanto, si era accorto che la bionda si era alzata e decise di seguirla. Raccolse i pantaloni a terra e se li infilò, per poi precipitarsi giù per le scale. Trovò la ragazza scalza, solo con una vestaglia addosso, che sbirciava nel frigo. L’abbracciò da dietro facendola sobbalzare leggermente. “Pensavo stessi dormendo!” Sussurrò lei. “Era così, fin quando c’era il tuo profumo a cullarmi.” Kid appoggiò il mento nell’incavo della spalla di lei, nel frattempo lei prese , da dentro una ciotola, una fragola e la bagnò nella panna che era in un altro recipiente. Si girò su se stessa per ritrovarsi faccia a faccia con il ragazzo e gli porse la fragola.
Lui la morse e subito dopo si avventò sulle sue labbra, le circondò la vita con le braccia e la alzò facendola sedere sul bancone alle sue spalle. Lei gli agganciò le braccia al collo e le gambe al bacino, iniziando a esplorarli la bocca con la lingua. Quando all’improvviso, vennero interrotti da una voce “Non qui per favore!” la piccola Thompson assonnata li fece sorridere entrambi. I due si guardarono e Liz gli diede un timido bacio. “Ti amo.” Lui sorride e prima di ricambiare il bacio le rispose “Anche io.” “Ho detto non qui!” risero entrambi nel vedere la povera Patty che cercava di prepararsi la colazione, versandosi tutto il latte sui piedi. “ ‘ccidenti! Vedete? Tutta colpa vostra” Troppo amore in questa stanza e troppe poche giraffe!”


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