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Autore: Gaia Bessie    06/09/2012    3 recensioni
Uno strano suono risuonò nelle sue orecchie, il rumore del vetro che si rompe. Si costrinse a non guardare le sue mani, troppo rabbiose per essere innocue. Schegge di vetro che volavano sul pavimento, insieme a quel che rimaneva del bicchiere. Acqua fredda che colava lungo le dita. Sorrise.
Goditi il momento, si disse.
Il bicchiere si schiantò sul pavimento, esplose in un milione di frammenti. Il suo sguardo venne catturato da una vecchia foto. Il sorriso svanì, mentre i suoi occhi assorbivano la delicata figura di lei in camicia di notte, una foto che le aveva rubato quando lei non poteva accorgersene.
Metti le mani avanti, recitò, così ti farai meno male.
Perché finisci sempre per ferirti da solo, quando cerchi di proteggerti?
[Dawn/Scott | Future fic! | Possibile OOC | What if? | One shot | Incompiuta]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Scott
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale
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Goditi il momento, prima di cadere



Ecco cosa succede, pensò, quando inizi a fidarti delle persone. Finisci sempre per imprecare in solitudine, contro un destino che ti è estraneo. Come se tutti conoscessero il destino, tranne lui. Ma, in effetti, ignorare il destino era una cosa da idioti. Una delle cose che non devi mai fare, per sopravvivere nella metropoli.
Si era imposto di ignorarla, quasi lei fosse l’unica persona in grado di fargli dimenticare cosa il destino aveva in serbo per lui. Ovviamente, aveva miseramente fallito.
Uno strano suono risuonò nelle sue orecchie, il rumore del vetro che si rompe. Si costrinse a non guardare le sue mani, troppo rabbiose per essere innocue. Schegge di vetro che volavano sul pavimento, insieme a quel che rimaneva del bicchiere. Acqua fredda che colava lungo le dita. Sorrise.
Goditi il momento, si disse.
Il bicchiere si schiantò sul pavimento, esplose in un milione di frammenti. Il suo sguardo venne catturato da una vecchia foto. Il sorriso svanì, mentre i suoi occhi assorbivano la delicata figura di lei in camicia di notte, una foto che le aveva rubato quando lei non poteva accorgersene.
Metti le mani avanti, recitò, così ti farai meno male.
Perché finisci sempre per ferirti da solo, quando cerchi di proteggerti?




Il dolore al ginocchio lo investì all’improvviso, come un’ondata di lava incandescente. S’inginocchiò per un momento, stringendo i denti, le mani che  andavano a controllare l’entità della ferita. Era caduto sulle ginocchia, come un bambino, le mani che sostenevano la testa. Una voce esplodeva, nella sua testa, rompeva tutte le barriere.
Accanto a lui giaceva una foto strappata a metà: un ragazzo e una ragazza separati per colpa delle sue mani troppo forti. Aveva strappato quella foto in un impeto di collera, l’aveva strappata per fare del male a lei. Per un momento si era lasciato trasportare dalla sensazioni ed aveva pensato che, magari, strappando quella foto avrebbe fatto del male anche a lei. E si era sbagliato, come al solito. Anche se, per un attimo, aveva creduto di strappare lei.
Goditi il momento.
In quel momento, il sorriso di Dawn giaceva sul pavimento, il suo corpo esile separato da quello più massiccio di Beverly. Separazione forzata, indotta dalle mani rabbiose di Scott. Si chiese, quando riuscì a ritrovare la lucidità, se non fosse mai cambiato niente, in fondo. Lei lo inseguiva per un po’, si stancava ed improvvisamente s’innamorava di un altro. Quello buono. E proprio in quel momento, Scott iniziava ad interessarsi a lei, quasi per caso. E doveva arrendersi, perché lei non era incline al tradimento.
In quel momento, Scott si diede dello sciocco: era sempre stato difficile, con Dawn. Non solo alla fine, non solo all’inizio. Aveva sempre pensato di non aver bisogno di comprendere le persone. Poi era arrivata lei, con i suoi comportamenti privi di logica. E Scott, da stupido qual’era, aveva veramente provato a comprenderla.
Potrebbe funzionare, si era detto. E magari ci aveva anche provato davvero, prima di rinunciare. Perché, in fondo, Scott si era sempre chiesto a cosa servisse amare. Era solo un trofeo, lei: quella che nessuno pensava che avrebbe mai potuto avere. L’unica che non l’aveva rifiutato.
Scott si fermò a raccogliere la parte della foto dove c’era lei che sorrideva, con la sua solita aria pacifica. Da santarellina, diceva lui. Che tanto santarellina non era, poi. Esistono cortigiane somiglianti ad angeli, ma esistono angeli somigliantii a cortigiane?
Quando l’aveva vista sotto le lenzuola, fragile nonostante tutto, Scott aveva deciso che lei doveva appartenere ad entrambe le categorie: angelo e sgualdrina. Incantatrice e principessa.
Scott mormorò sottovoce qualche imprecazione contro quella dannata incantatrice, mentre cercava di liberarsi da quei pensieri molesti.
Si chinò a raccogliere un vecchio amuleto che lei gli aveva dato. Una catenina ed uno strano ciondolo che somigliava ad una piuma. Significa equilibrio, aveva spiegato lei. Poi se n’era andata. Per non tornare più.
Scott aveva fatto tante cose, quando lei se n’era andato: aveva messo via le foto, qualunque cosa potesse ricordargli lei. La piuma l’aveva tenuta. Per trovare l’equilibrio.
Strinse il ciondolo nelle mani piene di lividi. Per tutte le volte che era caduto.
Metti le mani avanti e ti farai meno male, quando cadrai.



La città sembrava quasi più grigia, vista da Scott. Più disperata. Camminava ogni giorno, passando per i vicoli più grigi, evitando qualunque altro colore. Evitanto lei, che sicuramente era lì, che camminava con il suo sguardo perso a contemplare qualcosa che Scott non vedeva. Più volte si era chiesto cosa vedeva lei, quando si guardava intorno. Mai aveva trovato la risposta, come succedeva ogni volta che si poneva una domanda. Che cercava di capire il complicato universo in cui viveva Dawn.
Le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere quando Scott era troppo lontano per tornare indietro. Come sempre, si disse dandosi mentalmente dello stupido. Perché ti ostini ad allontanarti dal mondo, se sai che finirai sempre per tornare indietro?
Strinse i pugni. Un dolore gli attraversò la colonna vertebrale, facendolo sobbalzare. Lentamente, aprì le mani, lasciando che la pioggia ne baciasse ogni singolo centimetro di pelle.
Goditi il momento.
Il telefono iniziò a squillare, costringendo Scott ad uscire dalla bolla di silenzio in cui si era rifugiato. La piuma tremò sul suo petto, seguendo il ritmo del suo stesso respiro. Scott non guardò nemmeno il numero sul display. Rifiutò la chiamata e la piuma tornò al suo posto, placida come sempre. Scott non avrebbe più permesso che Dawn turbasse il suo equilibrio.
Portò una mano al petto, le dita che sfioravano il ciondolo che continuava a portare, nonostante tutto. Perché continui a versare acido sulle ferite?
Scott sospirò, riprendendo a camminare,  una chiamata persa sul telefono. Un nome sul display che lui non voleva guardare. Lo conosceva già. Dawn.
Le sue mani tornarono alla piuma, involontariamente, per controllare che fosse ancora lì. Non perderla mai, aveva detto lei, trova sempre il tuo equilibrio.
Il telefono tornò a squillare.
Sciocco, si rimproverò Scott. Non lo sai che se continui a pensare ad una persona, quella finirà sempre per tornare?
Evidentemente, Scott non lo sapeva. Altrimenti si sarebbe costretto a smettere di pensare a lei.
Metti le mani avanti e ti farai meno male, quando cadrai.



C’erano rumori e odori che assalivano le  orecchie di Scott, quando si fermava per ricordare.  Erano una corrente di tristezza a cui era impossibile opporsi. Il “beep” metallico delle macchine dell’ospedale, la disperazione di cui era pregna l’aria, i sospiri di Dawn.
Il ciondolo finì nelle sue mani, prima che Scott potesse fermarsi. La porta si aprì, lentamente. Una testa bionda fece capolino dalla porta socchiusa.
Goditi il momento.
Aveva aspettato quel momento con tutto sé stesso, quando lei sarebbe tornata. “Sono tornata per restare” avrebbe detto. E lui l’avrebbe accolta a braccia aperte, semplicemente. Gli mancava troppo il profumo della sua pelle, tutto.
-Sono tornata per restare- mormorò Dawn, come lui aveva previsto.
-Finalmente hai imparato a mentire- rispose Scott, calmo. –Era ora-
Lei non disse niente. Scott aveva sempre odiato i suoi silenzi troppo innocenti.
Dawn abbassò il capo, i capelli biondi che nascondevano il viso. Andò via, per la seconda volta.
Metti le mani avanti e ti farai meno male, quando cadrai.



Hai visto cosa succede, si disse Scott, guardando la porta chiusa, quando capisci davvero le persone?
Finisci comunque per imprecare per il destino che ti è estraneo. Perché, in verità, nessuno conosce il destino. Nemmeno lei lo conosceva veramente.
Un rumore risuonò nelle sue orecchie, uno sospiro di una ragazza. Sorrise.
Goditi il momento, si disse.
Dawn si voltò, la sorpresa mal celata nei suoi occhi chiari. Il sorriso di Scott  si fece più ampio.
-Se continui a mettere le mani avanti, prima di cadere,  finirai per farti male durante quell’unica, maledetta volta in cui dimenticherai di proteggerti- disse, tranquillo.
Lei sorrise.
Non può fare così, pensò Scott. Non farmi cadere.
Mise le mani avanti, come sempre. Si diede dello sciocco.
Perché continuiamo a ferirci da soli?




Bessie's Corner:
Questa storia è la dimostrazione che io non riesco a mantenere le promesse che faccio a me stessa. Quando mi sono presa una pausa dal Fandom, a giugno (tornando di tanto in tanto con qualche shot), avevo detto che non avrei più scritto Dott.
Perché?
Ultimamente, il Pairing ha perso fascino. E' stato bisastrato in tutti i modi possibili e, sinceramente, non me la sentivo di scrivere su un Pairing abusato come questo. Non volevo cadere nel banale, non so se mi spiego.
Ma, dopo la mia ultima shot (Nizzy :3) ho deciso di provare a tornare definitivamente. Così ho aperto word ed ho iniziato a scrivere. All'inizio volevo scrivere una DxC, se devo essere sincera. Poi... puf! Ispirazione. Volevo scrivere una Dott.
Ammetto di aver litigato un po' con me stessa. Ma solo un po'. Poi è intervenuta la mia cara mogliA FaDiesis a dirmi di stare zitta e scrivere questa Dott. E l'ho scritta.
Non mi sento di dire niente su questa shot, come faccio di solito quando posto qualcosa. Lascio a voi i commenti. Nel frattempo ne approfitto per ringraziare tutti quanti. E' sempre un piacere, tornare qui.
Bess



   
 
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