Hit the lights: prologo
Mandy Dawn Cornett guardò il suo riflesso nello specchio del suo camerino: lunghi e lisci capelli scuri, degli occhi dolci e un giovane sorridente viso dalla pelle chiara.
Si sistemò per l'ultima volta i capelli nascosti sotto un cappello gigante beige prima di entrare in scena in un teatro per poveri e operai che erano stanchi dopo una lunga giornata di lavoro.
Attraverso quel riflesso guardò anche la giacca coordinata con il cappello e poi rivolse lo sguardo alla sua cara bambina Selena Marie, che se ne stava sul tavolino da trucco mentre guardava con degli occhi scintillani sua madre mentre si stava preparando per la serata.
"Sei bellissima mamma." disse la bambina continuando a guardarla a bocca aperta; era una specie di idolo per quella dolce fanciulla.
Suo padre si chiamava Ricardo Joel Gomez ed era messicano anche se non lo vedeva molto perché i suoi si erano appena separati ed i mesi senza di lui stavano diventando insopportabili: a volte non si riusciva ad arrivare a fine mese per lo stipendio della povera Mandy, spesso quest'ultima ritornava a casa distrutta senza degnare sua figlia di uno sguardo anche se non era sua intenzione.
Selena Marie Gomez era italoamericana e senza un amico con cui giocare.
Non c'erano molti bambini educati nel suo quartiere, preferiva starsene sola a giocare con delle vecchie bambole piuttosto che rubare ad anziane innocenti e in futuro far parte di qualche clan pericoloso e temuto.
A lei piaceva recitare e cantare, con tutta se stessa.
"Grazie tesoro mio." disse Mandy accarezzandole le dolci guanciotte rosee e attorcigliandole i corti capelli neri che le cadevano proprio sulle piccole orecchie, come un semplice caschetto.
Proprio in quel momento la donna dal corpo esile si alzò con tutte le sue forze: un ultimo sforzo, era la sua ultima serata e poi ci sarebbero stata una settimana di vacanza per lei e avrebbe potuto stare di più con la sua piccolina dato che erano sole, anche se qualche volta venivano aiutate dalle loro vicine di casa.
Si avvicinò vicino alle quinte, pronta per recitare un'ultima volta la sua parte e poi tornarsene col sorriso a casa sua quando Selena, goffamente, scese dal tavolo da trucco se si poteva definire in quel modo e corse verso la madre, immergendo il suo piccolo viso nella gonna della donna; quest'ultima rimase senza parole e l'abbracciò forte: era la cosa più preziosa che aveva, un gioiello avrebbe fatto brutta figura addosso a quella bambina.
Mandy si abbassò per guardarla nei suoi occhi di uno scuro intenso e le regalò uno dei sorrisi più veri.
Le sue mani accarezzarono la nuca di Selena che stava piangendo (detestava allontanarsi dalla madre, anche solo per pochi minuti, figuramoci delle ore) fino ad arrivare alla guancia destra che era bagnata dalle lacrime.
"M-mamma - iniziò a balbettare un po' - un giorno voglio essere proprio c-come te!" disse la fanciulla guardando verso il basso mentre la madre la strinse di nuovo a sé, solo questa volta più forte così lei poggiò la sua piccola mano sulla schiena della mamma e la testa sulla sua spalla sinistra.
Rimasero in quella posizione per un'eternità, almeno a loro parere, mentre chi lavorava cercava di dare segnali a Dawn per l'entrata in scena, ma quest'ultima se ne fregò altamente e continuò a sentire il calore della pelle della bambina e il suo battito del cuore.
Poi, dolcemente, si stacco dalla stretta di sua figlia e la guardò ancora nei suoi occhi.
"Selena - disse dando uno sguardo alle persone dall'altra parte della quinta per poi ritornare a guardare la sua piccola - ascoltami, é il mio turno adesso. Ma tu farai grande cose, io lo so, tu mi renderai fiera di te e riscatterai ogni male che ci é stato fatto. Ora vado!" e scoccò un piccolo bacio sulla sua guancia e si alzò, sistemandosi la lunga gonna che le arrivava alle caviglie.
Si diresse verso la quinta ma guardò per un'ultima volta sua figlia e le fece l'occhiolino così quest'ultima ci provò ma con scarsi risultati.
Mandy si mise la mano davanti alla bocca e rise di gusto ma senza farsi sentire dagli spettatori e dagli attori ormai in scena da qualche minuto.
La vide entrare in scena come se fosse una nuova attrice e volesse farsi notare da tutti per la sua bravura e bellezza ma lei era così umile, gentile, almeno questo vedeva nella sua anima la piccola Marie.
Si avvicinò alle tende dell'ultima quinta e rimase a guardare la madre per ore e ore, affascinata da ogni suo minimo gesto o parola senza curarsi degli applausi o delle altre persone: notava solo ed unicamente sua mamma.
"Sarò come te mamma." ripeté fra sé e sé mentre cercava di memorizzare ogni sua battuta.
Mandy le diceva che era bravissima (spesso conosceva meglio Selena le battute della madre) e che un giorno avrebbe lavorato con lei in quel teatrino un po' vecchiotto e mal tenuto ma forse... era troppo piccola per puntare a qualcosa di più immenso, di più alto.