BABILON
Inspirai
l’aria fredda ed umida, complice la nebbia che come un sudario bianco avvolge
tutta la città, rendendola quasi, un mondo parallelo, illusorio.
Questa è
Praga, magica, incantata, come quei reami delle favole, rinchiusi dentro sfere
di vetro e immutati per secoli.
Da tempo
immemorabile a Praga la comunità magica e quella babbana vivevano insieme,
collaborando, quindi nemmeno i quartieri erano divisi.
Stavo
camminando per una delle pittoresche viuzze della città vecchia, senza
guardarmi intorno, senza apprezzare quella magia che appena ero arrivato qui mi
aveva catturato il cuore, sia perché ormai sono anni che percorro queste strade
sia perché oggi è proprio QUEL giorno.
Erano
passati 20 anni dalla sua morte, ed il mio cuore ancora non lo dimenticava, io voglio dimenticarlo, devo dimenticarlo, ma non ce la faccio,
non ci riesco.
Erano 20
anni che scappavo, che mi nascondevo al mondo ed a me stesso.
Mi fermai
su uno dei tanti ponticelli che ci sono qui e, in uno dei rari spazi vuoti
lasciati dalla onnipresente nebbia guardai il mio riflesso nell’acqua nera, il
mio viso mortalmente pallido e magro, ora scavato e cadaverico, solo i miei
capelli biondi avevano mantenuto lo steso identico splendore di sempre.
Perché tu
mi hai sempre detto di amare i miei capelli, di amare passarci le dita prima di
fare l’amore con me, di amare aggrappartici mentre affondavo in te, di amare
vedere il contrasto tra la tua testa color notte e la mia più splendente del
sole.
Solo per
questo li avevo tenuti così, lunghi com’erano, perfetti.
Mi staccai
e ricominciai a camminare disgustato, mentre la mia mente vagava a briglie
sciolte, all’improvviso mi venne in mente quello che mi dicesti una volta, te
lo aveva raccontato quella giovane barista pensando di far colpo su di te con
delle vecchie leggende del posto, su un antico teatro.
Il Teatro
dei Passi Perduti, un antico teatro invisibile, di cui nessuno conosce
l’ubicazione, un teatro che può essere trovato e visto solo dalle persone che
hanno perso il loro vero amore.
Ho girato
tutta Praga Harry, da sempre, ma non l’ho mai visto questo teatro, forse il
nostro non era vero amore?
No non può
essere, a fanculo il teatro!
Tu sei
stato il mio vero amore, e se non lo capiscono sono cazzi loro.
Continuai
a camminare fino a che alzando gli occhi vidi un enorme palazzo in marmo bianco
che li non doveva esserci, la strada doveva continuare per un centinaio di
metri e poi curvare a destra.
Assottigliando
gli occhi seccato mi avvicinai per leggere la targa in oro che era posta sulla facciata.
Quando la
lessi fece un salto indietro per la sorpresa, gli occhi spalancati, il respiro
mozzo, c’era scritto: Teatro dei Passi Perduti.
Ero
indeciso, una parte di me se ne voleva andare, mentre l’altra voleva solo
trovare un modo per rivederti.
A
risolvere questo enigma ci pensò uno strano ragazzo dai capelli argentati e gli
occhi violetti che mi prese per un braccio e mi portò dentro.
Mi
accompagnò nella galleria più bassa e mi fece accomodare sul palchetto che dava
sul palco centrale.
Solo una volta
seduto mi guardai bene intorno, era tutto buio, o, al massimo, in penombra,
stavo per chiedere una cosa al ragazzo ma mi accorsi che era sparito.
All’improvviso,
sentii un chiacchiericcio sommesso e, con un po’ di timore mi girai per
guardare la platea.
Aprii la
bocca ma nessun suono ne uscì, non solo, ma la platea, ma l’intero teatro era
pieno di fantasmi, alcuni in coppia, altri soli, che chiacchieravano tra loro
aspettando l’inizio dell’opera.
Una voce
dentro la mia testa mi urlava di andarmene ma non l’ascoltai, anche perché il
sipario rosso fuoco si aprì per lasciar vedere la figura di un fantasma,
vestito con eleganti abiti antichi ed un lungo cappello a cilindro, il
presentatore.
Il
fantasma si inchinò al pubblico che si zittì immediatamente e annunciò.
-Signori e
signore, questa sera il Teatro dei Passi Perduti vi presenterà in anteprima
l’opera Babilon, prego un applauso per la nostra orchestra-
A quelle
parole sul palco apparvero tutti gli strumenti di un’orchestra, il presentatore
aspettò che gli strumenti si accordassero poi disse.
-Il primo
atto: La giovinezza-
Dagli
strumenti partì una musica allegra e vivace, le note sembravano avvolgermi e
riportarono la mia mente ai tempi della mia giovinezza, a Hogwarts e ad Harry.
Aprii gli
occhi solo per vedere che sul palco erano apparse delle immagini: dei
ragazzi con le uniformi che ridevano e scherzavano, che volavano su manici di
scopa.
Presto,
troppo presto, però la musica smise e con essa le immagini, solo allora un faro
si accese e illuminò il presentatore che, dall’angolo annunciò.
-
Il secondo atto: La guerra-
La
musica partì subito con note rotte, taglienti più di pezzi di vetro, alte e
ruvide, sembrava quasi che potessero ferirti.
Sul
palco apparve un cielo nero e sotto quel cielo un ragazzo, tutto sporco di
sangue, il viso irriconoscibile per sangue non suo, versato per una guerra, per
la libertà, pieno di graffi, gli occhi, l’unica cosa visibile, erano quelli di
un ragazzo cresciuto troppo presto, di chi aveva sofferto troppo.
Il
ragazzo alzò il viso al cielo e gridò con tutto il fiato che aveva in gola il
suo dolore e la sua disperazione.
All’improvviso
un’altra figura, stavolta nera ed incappucciata, comparve e un raggio verde
partì verso il ragazzo, che rimase fermo, ad aspettare la morte, ormai amica,
compagna, amante, agognata, ma, come uscito dal nulla, un altro ragazzo si
intromise tra lui e l’amata morte.
Deviò
l’incantesimo e uccise l’uomo incappucciato, si voltò verso il ragazzo biondo,
che era rimasto fermo per tutto il tempo, che ora guardava il mondo con occhi
vuoti, che non vedevano, che non volevano vedere, occhi di chi ormai ha perso
tutte le speranze.
Il
salvatore dai capelli neri e gli occhi di giada gli si avvicinò e lo scosse, lo
schiaffeggiò, senza risultato, alla fine, piangente, lo baciò, quelle labbra
sporche di sangue, terra e lacrime riuscirono a riportare indietro il biondo
che si buttò tra le braccia del ragazzo-uomo dagli occhi di giada per potersi
salvare.
Perché
aveva trovato ancora una volta una ragione per cui valeva restare vivi per
vedere l’alba seguente.
Ancora una
volta gli strumenti si fermarono, sentii qualcosa di caldo e umido bagnarmi le
guance e la bocca, portai tremante una mano al viso, e dopo tanti anni sentii
nuovamente le lacrime, stavo piangendo!
Il
presentatore annunciò il terzo ed ultimo atto: Babilon.
Le
note questa volta furono dolci, romantiche, languide.
Due
uomini camminava, mano nella mano, lungo i ponticelli inconfondibili di Praga,
il sorriso sulle labbra, si fermarono e si baciarono, un bacio che sapeva di
libertà e vittoria.
Quella
era Babilon.
Non
la città reale, ma quella che avevano creato loro, la città di tutti i piaceri,
il mondo dei sensi, il mondo intorno a loro non contava, non esisteva, le leggi
e le convenzioni, le parole, non potevano raggiungerli, nel loro mondo perfetto
potevano essere chi volevano, quando volevano, solo lì potevano dimenticare e
cancellare il ruolo che gli altri avevano scelto per loro.
I
due ragazzi continuarono a passeggiare tranquilli e felici, sotto un cielo dal
sole primaverile, ridenti, felici, uniti.
Aspettai
di vedere Harry ammalarsi e soffrire, perché, ormai avevo capito che quella era
la nostra storia.
Aspettai
di vedere l’uomo che amavo, l’eroe del Mondo Magico, chiedermi di ucciderlo, di
porre fine a quelle sofferenze che tanto lo piegavano, proprio lui che non si
era mai piegato.
Aspettai
di vedere me stesso piangente, alzare la bacchetta e pronunciare
quell’incantesimo che avrebbe liberato Harry e distrutto me.
Ma non
successe nulla di tutto questo, le note si spensero dolcemente e le immagini
scomparvero, tutte tranne quella di Harry che mi guardava sorridendo.
Non ci
capivo più nulla, l’unica cosa che volevo era andare ad abbracciare l’uomo che
amavo, feci per alzarmi ma venni fermato da innumerevoli spettri che mi
trattennero sul posto.
Il
presentatore uscì dall’angolo scuro e si avvicinò al mio palco, togliendosi il
cappello e rivolgendosi a me disse.
-Non
ancora vivente, pazienta, prima devi compiere una scelta: il tuo amore è abbastanza
profondo da rinunciare alla tua vita e passare l’eternità in questo teatro con
la persona che ami?-
Qualche
giorno prima, persino qualche ora prima avrei avuto dei dubbi ma ora no.
-Voglio
rimanere con Harry!-
Quasi lo
gridai agitandomi, il presentatore fece un cenno e io venni liberato dalla
presa dei fantasmi, scavalcai il muretto e mi fiondai nelle braccia di Harry.
Sentendomi
bene per la prima volta da anni, finalmente ero tornato a casa, a Babilon.
GAZZETTA DEL PROFETA
Questa
mattina è stato ritrovato il corpo senza vita di uno degli eroi della Guerra,
Draco Lucius Malfoy, in uno dei canali della vecchia Praga, si pensa ad un
suicidio.