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Autore: Sai Sama    22/03/2007    7 recensioni
Un Draco distrutto dal dolore, una città incanta, una legenda antica, un Teatro che possono vedere solo le persone che hanno perso chi amano. L'amore può veramente essere per sempre? Vi prego lasciatemi un commentinoinoino....mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensano i lettori^^
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BABILON

BABILON

 

 

Inspirai l’aria fredda ed umida, complice la nebbia che come un sudario bianco avvolge tutta la città, rendendola quasi, un mondo parallelo, illusorio.

Questa è Praga, magica, incantata, come quei reami delle favole, rinchiusi dentro sfere di vetro e immutati per secoli.

Da tempo immemorabile a Praga la comunità magica e quella babbana vivevano insieme, collaborando, quindi nemmeno i quartieri erano divisi.

Stavo camminando per una delle pittoresche viuzze della città vecchia, senza guardarmi intorno, senza apprezzare quella magia che appena ero arrivato qui mi aveva catturato il cuore, sia perché ormai sono anni che percorro queste strade sia perché oggi è proprio QUEL giorno.

Erano passati 20 anni dalla sua morte, ed il mio cuore ancora non lo dimenticava, io voglio dimenticarlo, devo dimenticarlo, ma non ce la faccio, non ci riesco.

Erano 20 anni che scappavo, che mi nascondevo al mondo ed a me stesso.

Mi fermai su uno dei tanti ponticelli che ci sono qui e, in uno dei rari spazi vuoti lasciati dalla onnipresente nebbia guardai il mio riflesso nell’acqua nera, il mio viso mortalmente pallido e magro, ora scavato e cadaverico, solo i miei capelli biondi avevano mantenuto lo steso identico splendore di sempre.

Perché tu mi hai sempre detto di amare i miei capelli, di amare passarci le dita prima di fare l’amore con me, di amare aggrappartici mentre affondavo in te, di amare vedere il contrasto tra la tua testa color notte e la mia più splendente del sole.

Solo per questo li avevo tenuti così, lunghi com’erano, perfetti.

Mi staccai e ricominciai a camminare disgustato, mentre la mia mente vagava a briglie sciolte, all’improvviso mi venne in mente quello che mi dicesti una volta, te lo aveva raccontato quella giovane barista pensando di far colpo su di te con delle vecchie leggende del posto, su un antico teatro.

Il Teatro dei Passi Perduti, un antico teatro invisibile, di cui nessuno conosce l’ubicazione, un teatro che può essere trovato e visto solo dalle persone che hanno perso il loro vero amore.

Ho girato tutta Praga Harry, da sempre, ma non l’ho mai visto questo teatro, forse il nostro non era vero amore?

No non può essere, a fanculo il teatro!

Tu sei stato il mio vero amore, e se non lo capiscono sono cazzi loro.

Continuai a camminare fino a che alzando gli occhi vidi un enorme palazzo in marmo bianco che li non doveva esserci, la strada doveva continuare per un centinaio di metri e poi curvare a destra.

Assottigliando gli occhi seccato mi avvicinai per leggere la targa in oro che era posta sulla facciata.

Quando la lessi fece un salto indietro per la sorpresa, gli occhi spalancati, il respiro mozzo, c’era scritto: Teatro dei Passi Perduti.

Ero indeciso, una parte di me se ne voleva andare, mentre l’altra voleva solo trovare un modo per rivederti.

A risolvere questo enigma ci pensò uno strano ragazzo dai capelli argentati e gli occhi violetti che mi prese per un braccio e mi portò dentro.

Mi accompagnò nella galleria più bassa e mi fece accomodare sul palchetto che dava sul palco centrale.

Solo una volta seduto mi guardai bene intorno, era tutto buio, o, al massimo, in penombra, stavo per chiedere una cosa al ragazzo ma mi accorsi che era sparito.

All’improvviso, sentii un chiacchiericcio sommesso e, con un po’ di timore mi girai per guardare la platea.

Aprii la bocca ma nessun suono ne uscì, non solo, ma la platea, ma l’intero teatro era pieno di fantasmi, alcuni in coppia, altri soli, che chiacchieravano tra loro aspettando l’inizio dell’opera.

Una voce dentro la mia testa mi urlava di andarmene ma non l’ascoltai, anche perché il sipario rosso fuoco si aprì per lasciar vedere la figura di un fantasma, vestito con eleganti abiti antichi ed un lungo cappello a cilindro, il presentatore.

Il fantasma si inchinò al pubblico che si zittì immediatamente e annunciò.

-Signori e signore, questa sera il Teatro dei Passi Perduti vi presenterà in anteprima l’opera Babilon, prego un applauso per la nostra orchestra-

A quelle parole sul palco apparvero tutti gli strumenti di un’orchestra, il presentatore aspettò che gli strumenti si accordassero poi disse.

-Il primo atto: La giovinezza-

Dagli strumenti partì una musica allegra e vivace, le note sembravano avvolgermi e riportarono la mia mente ai tempi della mia giovinezza, a Hogwarts e ad Harry.

Aprii gli occhi solo per vedere che sul palco erano apparse delle immagini: dei ragazzi con le uniformi che ridevano e scherzavano, che volavano su manici di scopa.

Presto, troppo presto, però la musica smise e con essa le immagini, solo allora un faro si accese e illuminò il presentatore che, dall’angolo annunciò.

-        Il secondo atto: La guerra-

 

La musica partì subito con note rotte, taglienti più di pezzi di vetro, alte e ruvide, sembrava quasi che potessero ferirti.

Sul palco apparve un cielo nero e sotto quel cielo un ragazzo, tutto sporco di sangue, il viso irriconoscibile per sangue non suo, versato per una guerra, per la libertà, pieno di graffi, gli occhi, l’unica cosa visibile, erano quelli di un ragazzo cresciuto troppo presto, di chi aveva sofferto troppo.

Il ragazzo alzò il viso al cielo e gridò con tutto il fiato che aveva in gola il suo dolore e la sua disperazione.

All’improvviso un’altra figura, stavolta nera ed incappucciata, comparve e un raggio verde partì verso il ragazzo, che rimase fermo, ad aspettare la morte, ormai amica, compagna, amante, agognata, ma, come uscito dal nulla, un altro ragazzo si intromise tra lui e l’amata morte.

Deviò l’incantesimo e uccise l’uomo incappucciato, si voltò verso il ragazzo biondo, che era rimasto fermo per tutto il tempo, che ora guardava il mondo con occhi vuoti, che non vedevano, che non volevano vedere, occhi di chi ormai ha perso tutte le speranze.

Il salvatore dai capelli neri e gli occhi di giada gli si avvicinò e lo scosse, lo schiaffeggiò, senza risultato, alla fine, piangente, lo baciò, quelle labbra sporche di sangue, terra e lacrime riuscirono a riportare indietro il biondo che si buttò tra le braccia del ragazzo-uomo dagli occhi di giada per potersi salvare.

Perché aveva trovato ancora una volta una ragione per cui valeva restare vivi per vedere l’alba seguente.

 

Ancora una volta gli strumenti si fermarono, sentii qualcosa di caldo e umido bagnarmi le guance e la bocca, portai tremante una mano al viso, e dopo tanti anni sentii nuovamente le lacrime, stavo piangendo!

Il presentatore annunciò il terzo ed ultimo atto: Babilon.

 

Le note questa volta furono dolci, romantiche, languide.

Due uomini camminava, mano nella mano, lungo i ponticelli inconfondibili di Praga, il sorriso sulle labbra, si fermarono e si baciarono, un bacio che sapeva di libertà e vittoria.

Quella era Babilon.

Non la città reale, ma quella che avevano creato loro, la città di tutti i piaceri, il mondo dei sensi, il mondo intorno a loro non contava, non esisteva, le leggi e le convenzioni, le parole, non potevano raggiungerli, nel loro mondo perfetto potevano essere chi volevano, quando volevano, solo lì potevano dimenticare e cancellare il ruolo che gli altri avevano scelto per loro.

I due ragazzi continuarono a passeggiare tranquilli e felici, sotto un cielo dal sole primaverile, ridenti, felici, uniti.

 

Aspettai di vedere Harry ammalarsi e soffrire, perché, ormai avevo capito che quella era la nostra storia.

Aspettai di vedere l’uomo che amavo, l’eroe del Mondo Magico, chiedermi di ucciderlo, di porre fine a quelle sofferenze che tanto lo piegavano, proprio lui che non si era mai piegato.

Aspettai di vedere me stesso piangente, alzare la bacchetta e pronunciare quell’incantesimo che avrebbe liberato Harry e distrutto me.

Ma non successe nulla di tutto questo, le note si spensero dolcemente e le immagini scomparvero, tutte tranne quella di Harry che mi guardava sorridendo.

Non ci capivo più nulla, l’unica cosa che volevo era andare ad abbracciare l’uomo che amavo, feci per alzarmi ma venni fermato da innumerevoli spettri che mi trattennero sul posto.

Il presentatore uscì dall’angolo scuro e si avvicinò al mio palco, togliendosi il cappello e rivolgendosi a me disse.

-Non ancora vivente, pazienta, prima devi compiere una scelta: il tuo amore è abbastanza profondo da rinunciare alla tua vita e passare l’eternità in questo teatro con la persona che ami?-

Qualche giorno prima, persino qualche ora prima avrei avuto dei dubbi ma ora no.

-Voglio rimanere con Harry!-

Quasi lo gridai agitandomi, il presentatore fece un cenno e io venni liberato dalla presa dei fantasmi, scavalcai il muretto e mi fiondai nelle braccia di Harry.

Sentendomi bene per la prima volta da anni, finalmente ero tornato a casa, a Babilon.

 

GAZZETTA DEL PROFETA

 

Questa mattina è stato ritrovato il corpo senza vita di uno degli eroi della Guerra, Draco Lucius Malfoy, in uno dei canali della vecchia Praga, si pensa ad un suicidio.

 

   
 
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