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Autore: Amy1DLover    06/09/2012    6 recensioni
“Nulla…è solo che…mi sei mancato…” sussurro. “Davvero?!?” mi chiede lui con la faccia da finto tonto. “Forse solo un pochino, pochino” dico strizzando gli occhi e mimando il gesto di “poco” con le dita. Ridiamo insieme; lui butta indietro la testa continuando a mostrare la sua dentatura perfetta e io gli lascio un veloce bacio sul collo. “Forse, e sottolineo forse, anche tu mi sei mancata un po’!”
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse non avrei dovuto essere lì. "Chi cavolo me lo ha fatto fare?!?!". Eleanor, è sempre lei che, con il suo faccino da cucciolo, riesce a farmi fare qualsiasi cosa; poi ci si è messa anche Danielle: “Andiamo a prendere i ragazzi all’aeroporto, sarà divertente vedere le loro facce quando ci vedranno lì! Gli faremo una mega sorpresa!. Oramai sono qui, seduta su una di quelle sedie in metallo dell’aeroporto di Gatwick, ad aspettare il riccio. Non amavo mostrarmi in pubblico, soprattutto perché i flash dei fotografi mi imbarazzavano e, devo ammetterlo, tutte quelle ragazzine urlanti che volevano foto mi stressavano un po’. Però non vedevo l’ora di rivedere il mio riccio, di abbracciarlo, di accarezzargli il viso e di respirare il suo profumo. Sono tre settimane che non lo vedo, da quando loro sono partiti per andare in America per promuovere il loro nuovo album; ci siamo sentiti su skype tutti i giorni ma non è lo stesso. Mi manca da morire. Voglio il mio Hazza qui e subito.

La voce di Danielle interrompe i miei pensieri: “Hey, l’aereo sta atterrando, stanno arrivando!” esclama sorridente saltellando sul posto per la gioia. Che ragazza dolce, è emozionatissima, si vede che ama da impazzire il “suo Liam”, come lo chiama lei. Eleanor invece  è seduta accanto a me e mi tiene la mano; anche lei è agitata, sebbene non voglia darlo a vedere. Non vede l’ora di abbracciare il ragazzo che l’ha resa felice nell’ultimo anno.  E io, beh, anche io non sto più nella pelle; sono seduta e non riesco a tenere ferma la mia gamba destra che continua a muoversi velocemente .

“ Tampa, 13.15,Landed” compare sul televisore posto nella sala d’aspetto dell’aeroporto. L’adrenalina, la pura adrenalina, quella che ti scorre nelle vene prima di un esame, prima della prima volta, prima di entrare allo stadio o varcare i cancelli ad un concerto, entra in circolo. Sembra che tutto si sia fermato, anche il respiro delle persone accanto a te, e ti senti scoppiare. Vuoi solo rivederlo. Rivederlo e basta.

Le porte scorrevoli si aprono ed escono un po’ di persone: famiglie con bambini, uomini d’affari, gruppi di ragazze e ragazzi giovani, signori anziani, ma l’unica cosa che mi interessa è vedere Lui. Alle mie spalle sento le fan che già urlano i loro nomi, che piangono anche solo all’idea di poterli vedere e tengono strette in mano le macchine fotografiche. Sorrido.  Anche io tempo fa ero una di loro, poi però il mio desino si è scontrato con quello del ragazzo dagli occhi verde prato e tutto è cambiato. Mi sono sentita amata veramente per la prima volta e non avevo più paura di mostrarmi per quello che ero, o meglio, per quello che sono.

Le porte si richiudono e nessuno esce. “E loro?!” domando con aria sperduta dopo qualche minuto. Danielle mi guarda scrollando le spalle e allargando le braccia mentre  Eleanor continua a fisare la porta indicandola con un dito. Non ci sono. Dove sono?. Panico. E adesso?. Perché non lo sto abbracciando?. Perché non sorrido come un’ebete come faccio ogni volta che lo vedo?. Perché fisso una porta chiusa e non i suoi occhi?. E’ successo qualcosa?. Non può essere. Esce Paul dalla porta. Corro verso di lui.

“E i ragazzi?” si affretta a dire Danielle. “Li facciamo uscire dalla porta sul retro, qui c’è troppa gente. Ma voi che ci fate qui?” chiede lui ancora intontito dal viaggio. “Come?” domando io ancora abbastanza turbata. “Escono dal retro, andate lì se volete vederli” ripete lui. Io guardo Danielle. Danielle guarda me. Io guardo Eleanor. Eleanor guarda Danielle. Incominciamo a correre. Le fan incominciano a seguirci ma la sicurezza, uscita insieme a Paul, le ferma.

Ho il fiato corto ma non mi interessa, correrei altri diecimila chilometri per vederlo. Finalmente raggiungiamo l’uscita sul retro e notiamo un gruppo di persone intorno a un grosso fuoristrada nero con i vetri oscurati.

“Liam!” sento Danielle che urla e il dolce ragazzo dagli occhi nocciola girarsi verso di lei. Lei gli corre incontro e gli salta in braccio. Che carini. Louis sta già abbracciando Eleanor che non tocca più con i piedi per terra: lui la sta sollevando e ridono tutti e due come dei bambini. Ma Harry? Dov’è? Impossibile, deve essere qui. Mi guardo attorno. Nulla. I miei occhi incominciano a riempirsi di lacrime. “Dov’è?” continuo a chiedermi. Una lacrima riga il mio volto e io rimango immobile. Lascio che mi bagni la guancia e raggiunga il mento. Non c’è. Altre lacrime. Ma perché non è qui?.

Le porte si aprono. Lo vedo comparire. Rimango immobile. Smetto di piangere di botto. Sgrano gli occhi. Lui si gira e mi vede. Spalanca la bocca e si blocca. Poggia a terra la custodia della chitarra che stava portando. Sorride e spalanca gli occhi. Mi corre incontro. Io sono immobile, come pietrificata.

Sento le sue forti braccia cingermi le spalle e scoppio in un pianto liberatorio.

Piango perché mi è mancato. Piango perché mi è mancato il suo sorriso. Piango perché mi è mancato il suo accento e la sua parlata lenta. Piango perché mi sono mancati i suoi ricci. Piango perché mi sono mancati i suoi occhi e quella luce che li illumina. Piango perché mi sono mancati il suo sorriso e le sue fossette. Piango perché mi sono mancate le sue labbra, le sue mani grandi e il suo naso. Piango perché mi mancava il suo “Buongiorno, babe” al mattino. Piango perché la casa senza le sue cazzate era vuota. Piango perché mi mancava urlargli “Muoviti che devo usare il bagno!” quando lui era sotto la doccia. Piango perché mi mancavano le sue cenette fatte in casa. Piango perché nessuno mi diceva più “Sexy italiana” prima di fare l’amore. Piango perché mi mancava il mio Harry e il suo continuo cantare per casa. Piango perché mi è mancato Lui.

Mi aggrappo alla sua maglietta bianca e sollevo il volto che era appoggiato al suo petto; lui con un pollice mi asciuga una lacrima e sorride. “Perché piangi, piccola?” mi domanda sottovoce guardandomi negli occhi. Scuoto la testa  egli sorrido “Nulla…è solo che…mi sei mancato…” sussurro. “Davvero?!?” mi chiede lui con la faccia da finto tonto. “Forse solo un pochino, pochino” dico strizzando gli occhi e mimando il gesto di “poco” con le dita. Ridiamo insieme; lui butta indietro la testa continuando a mostrare la sua dentatura perfetta e io gli lascio un veloce bacio sul collo. “Forse, e sottolineo forse, anche tu mi sei mancata un po’!” dice lui tornando a guardarmi negli occhi e poggiando le sue mani sui miei fianchi. Ci guardiamo per un po’ e io gli poggio le mani sul viso. Dio, quanto mi era mancato quel visino dolce. Con un dito gli accarezzo il naso, la guancia e poi gli accarezzo un orecchio; lui socchiude gli occhi e sorride a bocca chiusa. Mi mordo il labbro inferiore “Quanto vorrei baciarlo!” penso. Mi alzo sulle punte e gli lascio un leggero bacio a stampo sul sorriso. Lui apre gli occhi e, dopo avermi sorriso, mi bacia  poggiando le sue mani calde sulle mie guance, accarezzandomele con i pollici. Dio, che buon sapore che ha. Le sue labbra sanno di menta, colpa di tutte quelle cicce che mangia. Sorrido a questo pensiero e apro gli occhi. Vedo i suoi chiusi mentre è ancora impegnato a baciarmi. Li richiudo e assaporo ancora per qualche secondo le sue labbra. Harry si stacca da me, mi prende per mano facendo intrecciare le nostre dita e mi trascina in mezzo agli altri.

“Ciaaaaaooo!” saluto tutti con un sorriso a 32 denti. Louis, di tutta risposta, strilla un “Buongiorno!” con voce effemminata e mi abbraccia. dopo aver sciolto l'abbraccio con con Lou, saluto  Liam che mi dice “Ciao e grazie per la bella sorpresa!”, io mi allontano da lui e gli faccio l’occhiolino ridendo. Ora è il turno di Zayn che mi saluta ed abbraccia  dicendo solamente “Hey!” e infine è il momento del dolce irlandese: allargo le braccia nella sua direzione e sorrido, lui fa la faccia da cucciolo prima di abbracciarmi e salutarmi con un “Buondì, signorina!”. Che bello essere finalmente con loro e poterli riabbracciare. A rompere questa scenetta  piena di sorrisi e abbracci, arriva Paul: “ Ragazzi, dobbiamo andare, la security non riesce più a tenere le ragazze lontano da questa uscita! Ragazze scusa, li vedrete dopo!”  esclama serio spingendo i ragazzi dentro la macchina e richiudendo la porta. Noi ragazze rimaniamo lì, a fissare i vetri oscurati sorridendo e tenendoci per mano. Il motore della macchina si accende e il finestrino dietro si abbassa. Si sporge un Harry sorridente che ci fa la linguaccia e saluta con la manina. Io, Danielle ed Eleanor ridiamo sonoramente e io gli rispondo alla linguaccia. “18 anni buttati nel cesso!” dico guardando le due ragazze che erano con me. “Già!” esclama Danielle ancora ridendo. Ci incamminiamo verso il parcheggio dove Danielle aveva lasciato a sua auto, saliamo in macchina e, dopo aver guidato per  2ore, raggiungiamo il mio piccolo appartamento a Londra. “I ragazzi sono stanchi, vorranno dormire un po’…che ne dite se ci facciamo un giretto nei negozi di Oxford Circus?” propone Danielle scendendo dall’auto parcheggiata fuori da casa mia. “Ci sto!” esclamo io alzando la mano in segno di approvazione. “Siiiiii!” urla Eleanor agitando i pugni in aria.

Timbriamo i biglietti e saliamo sulla metro dirette ad Oxford Circus. Trascorriamo più o meno tre ore a fare batture, ridere, fare foto e  provare vestiti,  scarpe e ogni altro tipo di accessorio. Quando oramai ognuna di noi ha una cosa come 4 sacchetti pieni di vestiti in mano, decidiamo di tornare a casa. Il viaggio in metro è stressante: immaginatevi tre ragazze con 10 sacchetti pieni di vestiti, la metro piena, i posti a sedere tutti occupati e anche quelli in piedi essendo che è l’ora di punta. Il delirio. Scendiamo dal vagone distrutte e ci dirigiamo a casa mia.

“Ciao Italiana!” mi urlano El e Dany dalla macchina. Io sono in piedi fuori dalla porta e le saluto agitando la mano. “Pazze!” penso dentro di me sorridendo e infilando le chiavi della porta nella serratura. “Perché non gira?” mi chiedo. “Oddio è aperta! I ladri, oddio, no!” mi porto un amano alla fronte preoccupata. “E adesso? Cavolo! Merda!”  continuo a ripetere nella mia testa.
Apro piano la porta e sporgo la testa all’interno. Sembra non ci sia nessuno. Entro e mi dirigo in sala. Anche qui nulla, sembra tutto ordinato. Poggio i sacchetti e la borsa sul divano e mi dirigo in cucina.

“Oh santo cielo!” esclamo spalancando la bocca. Davanti a me c’è un tavola apparecchiata per due con due candele al centro e una rosa rossa su uno dei due piatti. Accanto ai fornelli c’è lui, Harry. Indossa un paio di pantaloni beiges e una camicia bianca e sopra porta un grembiule da cucina rosso. Lo guardo e rido, porto tutte e due le mani sula mia bocca e lo fisso negli occhi. “Hai fatto tutto questo per me?” chiedo io sbalordita. Lui si incammina verso di me, mi cinge i fianchi con le mani, mi avvicina al suo corpo ed annuisce con la testa “Mhmh!” mormora. Poggio le mie mani sul suo petto. “Non avresti dovuto. Insomma, hai appena fatto 15ore di volo, dovresti riposarti e dorm…” le parole mi muoiono in gola. Harry ha appoggiato le sue labbra sulle mie e non sembra volersene andare; rispondo al bacio e immergo le mie dita nei suoi ricci. Dopo qualche minuto ci stacchiamo e Harry mi accompagna al tavolino. Mi fa sedere di fronte al piatto sul quale c’era posata la rosa. “I’ll go to the ends of the earth for you….to make you feel my love” recitava così il bigliettino accanto alla rosa , Mi commossi, erano le parole della nostra canzone, della canzone che gli avevo dedicato dopo 5mesi di relazione. L’avevo sentita in radio e avevo subito pensato a lui, il ragazzo che mi aveva rubato il cuore così, per caso. “Grazie, è…è bellissima!” dissi annusando la rosa mentre Harry mi dava un bacio tra i capelli.

“Ecco a lei, signorina!” esclama Styles, mettendomi davanti un piatto di pasta alla carbonara. “L’ho fatta come mi hai insegnato tu! Spero sia anche buona come la tua!” continua sedendosi al suo posto. “Che profumino!” dico annusando a pieni polmoni l’odore della pancetta che proveniva da quel piatto. “Buon appetito, salsiccia!” gli dico. “Buon appetito, amore!” mi risponde lui. Mangiamo parlando del più e del meno, di come era andato il viaggio in America e lui mi chiede dell’università. La serata scorre in fretta tanto che, quando ci alziamo dal tavolo, sono già le 11pm.

“Film?” propongo mentre mi accoccolo ancora meglio tra le sue braccia. Siamo seduti sul divano, lui mi cinge le spalle con un braccio e io ho la testa appoggiata al suo petto. “Certo! Titanic?” mi risponde sorridendo. Io alzo la mia testa dal suo petto e gli do una schiaffo in pancia. “Basta con questo film strappalacrime! Sei un uomo, Styles, comportati come tale! Dovrebbero piacerti i film di paura, non questi film tutti sdolcinati!” gli dico mentre lui non riesce a smettere di ridere. “Sei proprio una femminuccia!” gli dico con aria da finta schifata alzandomi dal divano ed andando ad inserire nel lettore DVD il disco di “The Avengers”. “Guardiamo questo!” affermo sicura riaccomodandomi tra le sue braccia. Ci mettiamo a guardare il film e Harry, di tanto in tanto, mi lascia dei baci tra i capelli.

“Harry?” domando sottovoce a nemmeno metà film. “Harry, ma stai dormendo?!?” domando al mio ragazzo che dorme beato come un bambino. “Che disastro che sei, Styles” dico ad alta voce accarezzandogli il viso. Mi alzo dal divano cercando di fare il minor rumore possibile, mi dirigo in camera e prendo una coperta che stendo sul suo corpo. Gli do un bacio in fronte e mi fermo a contemplarlo per qualche secondo. Sorrido e prendo un foglietto di carta. “Sei tenerissimo quando dormi. Se, caso mai, dovessi svegliarti e sentirti solo, raggiungimi pure, sono in camera mia! Xx” scrivo e gli lascio il biglietto sulla pancia.

Dopo essermi lavata e preparata mi infilo sotto le coperte e lascio che morfeo si impadronisca di me.

Sento il letto muoversi e le coperte alzarsi. Apro gli occhi e capisco che Harry aveva deciso di farmi compagnia. Si avvicina al mio corpo poggiando il suo braccio sul mio fianco e la testa nell’incavo tra la mia e la mia spalla. Io mi muovo per mettermi più comoda e faccio intrecciare le nostre dita. “Buonanotte, piccola!” mi sussurra nell’orecchio. “’Notte, ricciolo” gli rispondo. Ci addormentiamo così, stretti uno all’altro, con le mani intrecciate e i nostri respiri che si fondono in uno solo.





Spazio Autrice
Buonasera belle donne! Allora ho scritto questa os in solo 1 ora, mi è venuta l'ispirazione e l'ho buttata giù senza pensarci troppo. Spero non faccia schifo! Come sempre vi SUPPLICO, SCONGIURO, IMPLORO di lasciare una recensione! Anche piccola, piccola! Magari anche solo "bella" o " na merda!" *fa la faccia da cucciolo*
Grazie per aver letto e scusate per gli eventuali errori! xx
  
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