Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: Edelvais    06/09/2012    4 recensioni
Tra esattamente una settimana si sarebbe svolto il ballo di fine anno, e dato che questo era il mio ultimo anno di college fui costretta a partecipare.
Odiavo questo genere di cose. Non ero mai stata la solita ragazza perfettina, come lo era la maggior parte delle ragazze della mia scuola.
Non ero mai stata ad un ballo simile, gli anni prima non avevo mai partecipato ad eventi del genere sapendo cosa avrebbe significato: abiti eleganti, tacchi alti - meglio conosciuti come trampoli - e due dita di trucco.
Mia madre era entusiasta del fatto che finalmente vi avrei partecipato, non vedeva l'ora di girare per tutti i negozi della città in cerca del vestito perfetto.

Prendete Duncan e Gwen, un odioso ballo scolastico alle porte e leggete il tutto!
Enjoy!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
School Ballet













Domenica 1 Giugno
 
Tra esattamente una settimana si sarebbe svolto il ballo di fine anno, e dato che questo era il mio ultimo anno di college fui costretta a partecipare.
Odiavo questo genere di cose. Non ero mai stata la solita ragazza perfettina, come lo era la maggior parte delle ragazze della mia scuola.
Non ero mai stata ad un ballo simile, gli anni prima non avevo mai partecipato ad eventi del genere sapendo cosa avrebbe significato: abiti eleganti, tacchi alti - meglio conosciuti come trampoli - e due dita di trucco.
Mia madre era entusiasta del fatto che finalmente vi avrei partecipato, non vedeva l'ora di girare per tutti i negozi della città in cerca del vestito perfetto.
Ma non lo vuole capire che io odio indossarli? Non sono una principessina e non lo sarò mai.
Per giunta non sapevo chi sarebbe stato il mio cavaliere; nessuno infatti sapeva che avrei partecipato al ballo di quest'anno, quindi nessun ragazzo osò invitarmi. Del resto a chi può interessare una gotica asociale?
 
Ero terrorizzata dall'idea di dovermi sorbire un'intera settimana infernale di preparativi, ma soprattutto dal ballo stesso.
 
 
Mia madre mi costrinse a sorbirmi tre ore di macchina solo per entrare in uno stupidissimo negozio di stupidissimi abiti da sera pieni di stupidissime paillettes e brillantini, fiocchi, lustrini ovunque. Vomitevole.
Il più sobrio e accettabile era un vestito color verde petrolio, che per fortuna s'intonava con le mie meches, lungo fino al ginocchio e senza spalline. In più delle scarpe col tacco del medesimo colore.
<< Gwen, proprio il più semplice dovevi scegliere? Per una volta che puoi spendere quello che vuoi per dei vestiti mi vai a prendere quello più scarno? >> Protestò  mia madre una volta in macchina.
<< Senti mamma, se ti aspettavi che scegliessi quello rosa confetto pieno zeppo di brillantini, allora non mi conosci per niente. >>
<< Oh tesoro, per una sera soltanto avresti anche potuto farmi contenta. >>
<< Non ci penso nemmeno a farmi vedere con un vestito del genere! È già molto che abbia acconsentito ad andare a quello stupido ballo! >>
Lei sospirò e si concentrò sulla strada, lasciando perdere il discorso consapevole del fatto che non mi avrebbe mai e poi mai fatto cambiare idea.
 
Durante quella settimana mia madre cercava in tutti i modi di far uscire il mio lato femminile, correggendomi nella postura e persino nel linguaggio, ma con scarsi risultati. Intanto io non vedevo l'ora che quellafottutissima settimana passasse, e in fretta anche. Non avevo la più pallida idea del motivo per il quale mia madre si desse tanta pena per quel semplice ballo tra studenti…
 
 
Sabato 8 Giugno
 
Cavolo, ci siamo. Questi sette giorni erano stati i peggiori in assoluto della mia insulsa vita, tutto per cosa? Per un ballo di fine anno in cui parteciperanno tutte le ragazze più oche della scuola vestite come delle bamboline di porcellana, che strazio. Mancavano circa quarantacinque minuti alle nove e mezza, l'ora prefissata per l'inizio della festa e Sophie, mia madre, correva da tutte le parti in cerca della sua dannatissima macchina fotografica ed io ero pronta per l'ennesima, sperando che fosse l'ultima, giornata infernale.
<< Gwen! Ma come ti sei conciata? Non ti metti un po' di trucco? >> Domandò una volta trovato quell'aggeggio.
<< Ho messo un velo di matita e mi va bene così! >>
<< Ma non si vede nemmeno! Vieni con me, ti sistemo per benino il trucco e anche il vestito. >>
Mi prese per un braccio e mi trascinò in bagno, nonostante le mie proteste. Dall'esterno della stanza si potevano sentire le mie acute lamentele.
<< No! Il rossetto no! >> Gridai cercando di allontanare la mano di mia madre con il rossetto cremisi tra le dita dalla mia faccia.
<< Scegli: o il rossetto o il mascara. >> Si impose autoritaria incrociando le braccia.
Roteai gli occhi scocciata << vada per il mascara >>.
 
Uscii dal bagno con un forte bruciore agli occhi a causa di quel maledettissimo mascara, riempiendo mentalmente mia madre di insulti. Tuttavia non potevo non ammettere di stare leggermente meglio esteticamente grazie alla sua rassettata.
 
Prima di uscire di casa fui costretta a fare la foto con Sophie, come era usanza della nostra famiglia.
Evviva! Un inizio di serata davvero entusiasmante!
 
Ore 9.30
 
"Bene, eccoci qui", pensai riluttante mentre entravo nella spaziosa palestra della scuola.
Per fortuna ero una delle prime arrivate, quindi non diedi molto nell'occhio, ma quando la sala cominciò a riempirsi molte persone presero a guardarmi con aria stupita. Odio la gente che mi fissa. Quindi cominciai a rispondere con delle occhiatacce inceneritrici. "Cominciamo bene!" il mio secondo pensiero della serata.
 
<< Avanti Gwen, vai a cercare i tuoi amici, io vado! >> Esordì mia madre alle mie spalle.
<< Si, certo. Ciao mamma! >> La salutai io con un cenno della mano.
Dei miei pochi amici non avevo visto ancora nessuno, quindi rimasi sola - che novità! - a fissare l'orologio per altri dieci minuti. Per fortuna ecco arrivare Bridgette e Geoff, ovviamente mano nella mano, che mi salutarono raggianti.
<< Ciao Gwen! Che bello, finalmente ti sei decisa a partecipare ad un ballo organizzato dalla scuola! >> Trillò Bridgette.
<< Già, sai che bello… >> Borbottai.
<< Gwen, so che vi siete lasciati solo un anno fa, ma siccome non hai un cavaliere ho proposto a Trent di farti compagnia, che ne pensi? >>
Sgranai gli occhi. Che cosa aveva appena insinuato quel deficiente di Geoff?!
<< Che cosa hai fatto?! >> Gridai al limite della pazienza, ma mi dovetti trattenere poiché da dietro le spalle del biondo fece capolino la figura di Trent che ci salutava sorridente.
"Ci mancava solo questa!" Pensai inorridendo. Io e Trent ci eravamo lasciati da quasi un anno e ci parlavamo raramente, giusto per scambiarci i compiti dato che eravamo in classe insieme, ma era un capitolo chiuso e non avevo intenzione di riaprirlo.
<< Ciao Gwen! Ehm… Geoff mi aveva chiesto se potevo farti da cavaliere e così ho accettato dato che non avevo un'accompagnatrice. >> Si portò una mano alla nuca, sorridendo timidamente.
<< Lo sapevo già. >> Sospirai.
<< Ehm… vuoi andare a prendere qualcosa da bere? >>
Annuii, cercando di essere il più gentile possibile.
<< Geoff, sappi che me la pagherai! >> Sibilai prima di andarmene.
 
Passammo metà serata a discutere di cose noiose, seduti osservando gli altri scatenarsi. Trent mi esortò più di una volta a scendere in pista con lui, ma inutilmente. Non avevo la minima intenzione di ballare con lui.
<< Trent, mi faresti il piacere di portarmi un bicchiere di punch? >> Chiesi nel pieno di una soporifera conversazione riguardante la sua amata chitarra.
<< Certo, arrivo subito! >> Rispose dirigendosi verso il banco con le bevande dall'altra parte della sala.
"Almeno me lo sono levata di torno per un po'." Pensai sapendo che il punch era finito e che ci sarebbe voluto del tempo prima che riempissero il recipiente.
Sospirai puntellando i gomiti sulle ginocchia e appoggiando la testa sulle mani. Che serata terribile, oltre al fatto di dover partecipare forzatamente al ballo ero anche in coppia con Trent. Destino crudele!
Dopo alcuni minuti mi si sedette di fianco qualcuno. Alzai il capo un momento per vedere chi fosse e il mio sguardo mutò in un espressione di sorpresa. Duncan Evans, il ribelle, la pecora nera della scuola, detto anche il "galeotto" seduto vicino a me? Ci conoscevamo già, avevo parlato con lui in diverse occasioni, ma niente di che.
<< Ehi dolcezza, cosa fai qui tutta sola? >> Mi fissò con sguardo provocatorio.
Mi sono dimenticata di aggiungere "maniaco" alla lista. Vita, perché mi odi così tanto?
<< Non sono fatti tuoi. >> Bofonchiai.
Lui sorrise malizioso. << Il tuo cavaliere è scappato? >>
<< E la tua principessa ti ha rifiutato? >> Replicai parecchio irritata dalla sua presenza.
<< Ehi ehi, d'accordo hai vinto tu. >>
Rimase in silenzio per una manciata di secondi, per poi tornare all'attacco.
<< Per caso il tuo cavaliere è quello laggiù con il taglio alla Elvis? >> Mi indicò Trent dall'altro lato della palestra che ballava con Courtney, la perfettina per eccellenza della scuola. A quel punto mi ribollì il sangue nelle vene.
<< Ma cosa… >>
<< Eh si, il tuo fidanzatino è proprio scappato… da un'altra! >>
Mi voltai, furente.
<< Prima cosa non è il mio fidanzatino, seconda cosa mi sembra che quella con cui sta ballando sia la tua principessina. >> Si, Courtney era la sua ragazza.
<< Be', sappi che Mr Elvis tornerà a casa con un occhio nero, stasera. E Miss Perfezione a piedi, dato che l'ho accompagnata io in macchina. >> Ghignò, per nulla turbato dal fatto che la sua ragazza stesse flirtando con il primo tipo carino che le era capitato sotto il naso.
Fece per alzarsi intento a dare una bella lezione a Trent ma lo bloccai afferrandogli saldamente il polso.
<< Per favore lascia in pace quel ragazzo, stanno solo ballando! >> Lo difesi seppur con riluttanza.
<< Non me ne importa! Quello merita un bel pugno sul naso! >>
<< Insomma, ti stai comportando come un bambino di sei anni! Per una volta lascia perdere la violenza, e se davvero vuoi vendicarti su entrambi lasciamoli lì a flirtare, e vedrai che dopo un po' si stuferanno uno dell'altra, e fidati succederà, e quando ci cercheranno capiranno che è troppo tardi… O almeno, quando Courtney cercherà te… >>
Trent non sarebbe di certo corso a cercarmi, mi conosceva bene e sapeva che sarei stata benissimo capace di tornarmene a casa, inoltre non era più il mio fidanzato.
Mollai la presa al suo polso e lo fissai con occhi imploranti.
<< D'accordo, mi hai convinto. >>
Tirai un sospiro di sollievo; non volevo certo vedere Trent con un occhio nero, per quanto mi scocciasse averlo fra i piedi per tutta la serata.
<< Non picchierò quel cretino ad una condizione. >> La sua espressione maliziosa mi turbò non poco.
<< Sentiamo. >>
<< Vieni con me. >> Mi fece cenno di seguirlo fuori dalla palestra, nel giardino sul retro della scuola. Nelle gradinate dell'ingresso si potevano scorgere alcune coppiette che si scambiavano vomitevoli effusioni.
Duncan mi trascinò fino al gazebo situato appena dietro la sala della palestra, che ogni anno fungeva da sfondo per la recita del gruppo di teatro. Da lì si riusciva a sentire la musica che rimbalzava tra i muri della sala da ballo, e devo ammettere si era creata una magica atmosfera.
<< Okay, ora mi spieghi perché mi hai portata qui? >>
Lui sorrise, prendendomi la mano tra le sue e inginocchiandosi.
<< Posso avere questo ballo, madame? >>
Cercai invano di trattenere una risata.
<< Oh, ma certo mio cavalier servente! Ma solo per questa volta, sia chiaro. >>
Così mi cinse la vita con un braccio e cominciammo a seguire le note della musica ballando lentamente, assaporando ogni istante. Mi faceva uno strano effetto stare vicino a Duncan, pur conoscendolo già non avevo mai provato una sensazione simile standogli accanto, mi sentivo come… attratta da lui.
<< Allora Elvis non è il tuo ragazzo. >> Mi sussurrò all'orecchio.
<< No, ci siamo lasciati un anno fa, ed è stato traumatizzante ritrovarmelo ancora tra i piedi. >>
Lui rise stringendomi a sé. << Raggio di Luna, sei splendida. >>
Il mio cuore perse un battito.
<< Be' ti ringrazio ma mi vedrai solo questa sera e, se mai mi sposerò, il giorno del mio matrimonio con questi vestiti addosso. >>
<< Allora spero proprio di essere presente il giorno del tuo matrimonio, magari accanto a te. >>
Ecco un pregio di Duncan: essere imprevedibile in ogni cosa; quella sua affermazione mi fece arrossire vistosamente.
Mi prese il mento tra le mani e puntò le sue iridi chiare contro le mie, scure. Rimasi per alcuni minuti a scavare nei suoi pensieri, ipnotizzata dai suoi occhi, poi lui sorrise, annullando la distanza che si era creata tra i nostri volti appoggiando le sue labbra sulle mie.
Chiusi gli occhi, ricambiando quel magico contatto.
Rimasi fra le sue braccia per alcuni minuti, poi il cellulare mi destò da quel bellissimo sogno.
"Mamma" lessi sul display. Merda, lo sapevo! Ora che finalmente stavo cominciando a divertirmi eccola a rovinare tutto.
<< Devi andare? >>
<< Si, e credo anche tu. La festa è finita da un quarto d'ora e sono andati via quasi tutti. >> Risposi guardando la gente uscire dalla palestra. Scrutando nel parcheggio di fianco all'edificio scolastico intravidi anche la figura di mia madre che cercava di localizzarmi tra la folla.
<< Vieni, andiamo. >>
<< Aspetta! >> Lo tirai per la manica della camicia.
<< Cosa? >>
<< I-insomma, n-noi siamo entrambi dell'ultimo anno e… be' non avremmo occasione di rivederci a scuola… >>
Lo guardai con sguardo imbarazzato.
Lui sorrise per poi porgermi un foglietto di carta.
<< Il mio numero e il mio indirizzo. Chiamami quando torni a casa, così saprò qual è il tuo. >> Mi fece l'occhiolino per poi appoggiare le labbra sulla mia fronte. << Ci vediamo, Raggio di Luna. >>
Si voltò ed uscì dalla palestra, scomparendo nel buio della notte.
<< Allora, Gwen! Ti vuoi muovere? Non ti trovavo più dov'eri finita? >> Mi raggiunse Sophie.
<< Oh, ciao mamma, scusami sono uscita un attimo a prendere una boccata d'aria. >>
<< Dai vieni, torniamo a casa. Ti sei divertita? >>
Io annuii, ripensando al bacio con Duncan.
In effetti quella serata aveva preso una piega che non mi sarei mai aspettata, una bella piega a pensarci bene.
Dopo tutto, non sono così orribili i balli studenteschi!









Nota dell'autrice

Buoonasera a tutti miei carissimi lettori! Eccomi di nuovo all'attacco con una Duncan/Gwen!
Spero vi sia piaicuta :)


Ed.





   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Edelvais