Abbracciato alle tue proprie ginocchia
stringi la stoffa dei jeans come l'ultimo appiglio,
la fune che ti trarrà in salvo dal vuoto.

Solo,
solo nella tua stanza,
solo nei pensieri,
solo tra la folla.

Tu, Solo, con tanta fermezza convinto
d'esser l'unico fuor dalla norma,
l'unico incompreso da un mondo che non ti rispecchia.

Se invece di volger lo sguardo
su miti da passerella,
icone d'una bellezza vuota ed irraggiungibile,
volgessi lo sguardo a terra
t'accorgeresti che anch'io soffro,
anch'io, presa di una rabbia cieca
in lotta contro il mondo.

Noi sempre certi d'esser diversi e sbagliati,
chissà che l'unica dimora sicura
non sia l'uno accantro all'altra.



Note dell'Autrice: So benissimo che è una poesiola stupida, senza capo né coda, ma l'ho scritta, l'ho pubblicata, forse mi pentirò d'averlo fatto, ormai qui c'è e... no, niente, se lasciaste una recensione, anche solo per dirmi che pare scritta da un tredicenne bimbominkia, mi fareste felice lo stesso, perché significa che non era così brutta da non arrivare a leggere sin qui.