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Autore: Roxanne Potter    06/09/2012    2 recensioni
Prima di partire per gli Hunger Games, Haymitch promette a Karlene, la sua ragazza, che tornerà per lei. Sembra una promessa vana, ma lui ci è riuscito davvero: ha vinto i Giochi, ha potuto rincontrarla. Ma nessuno dei due sa che vincere non significa essere lasciati in pace da Capitol City. Non sanno che non potranno mai essere felici. Non sanno che Karlene verrà uccisa per punire il gesto di Haymitch. (Il nome della ragazza è stato inventato da me.)
Mani che si cercano e si stringono, dita che accarezzano la pelle, labbra che si incontrano. L'idillio di due innamorati che si ritrovano per la prima volta dopo essere scampati da quella che sembrava la promessa di una morte dolorosa e inevitabile.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ti prego, Haymitch, non andare...
Le braccia di Karlene lo stringono forte come non hanno mai fatto, mentre le lacrime che scorrono lungo le guance della ragazza finiscono per bagnarli il viso.
Anche Haymitch vorrebbe piangere, ma non può. Non ora che è iniziata la silenziosa sfida tra la sua vita e la morte, ora che dimostrarsi forti è la cosa fondamentale. Dimostrarlo all'intera Panem, ai suoi cari e soprattutto a se stesso. Perché lui non è sicuro di essere così forte.
-Devo farlo.- mormora, sollevando lo sguardo e incrociando gli occhi grigi di Karlene, ancora brillanti per le lacrime. -Ti prometto che tornerò.
Ma quale Tributo del Distretto 12, in cinquant'anni, è mai tornato dagli Hunger Games?
Hanno avuto un unico Vincitore molto tempo fa, durante le prime edizioni dei Giochi, e Karlene lo sa. È per questo motivo che Haymitch legge nel suo sguardo solo paura, sconforto, la muta rassegnazione di chi vede la persona che ama andare a morire.
-Vinci per me, ti prego...- mormora, la voce strozzata, ma dal suo tono sembra che non creda davvero a ciò che dice.
-Lo farò per te.
Haymitch la bacia, cerca di godere della pressione morbida delle labbra di Karlene che si muovono disperate, come se levassero l'ardente, vana implorazione di rimanere lì con lei, di non lasciarla mai più. Potrebbe essere l'ultima volta che si baciano.
Poi la porta si spalanca, e Haymitch ha solo il tempo di scostarsi piano, di forzare un sorriso e mormorare: -Tornerò, dolcezza. Non devi preoccuparti.
-Il vostro tempo è scaduto.
Karlene si alza, il viso ancora bagnato di lacrime. A differenza di come farebbero altre ragazze, ora che le ordinano di andarsene non scoppia più in singhiozzi, non urla e non chiede di restare. Semplicemente lo fissa ancora per un secondo, con un solenne dolore nell'espressione disperata ma ora più ferma.
Non parla più mentre si volta ed esce dalla stanza, scortata da un Pacificatore. Haymitch sa che, una volta passato quello sfogo iniziale, ha accettato l'inevitabile. Sa che da oggi lo sguardo di Karlene si volgerà al televisore ogni volta possibile. Sa che lei ha paura, ma che continuerà a sperare con tutte le sue forze, ad attendere che lui torni a casa e che la riabbracci.
Perché dietro quel viso dolce Karlene è una delle persone più decise che lui abbia mai incontrato, ed è soprattutto per questo che Haymitch, nonostante tutte le ragazze che gli puntano gli occhi addosso e che lui potrebbe avere, ha iniziato ad innamorarsi proprio di lei.
È per questo che, nonostante la paura, non vuole permettere che la crudeltà di Panem spezzi la sua vita.

Karlene ha sbagliato nel temere. Perché lui è davvero tornato.
Karlene ha sperato, ma non poteva davvero sapere che, tra Haymitch e una Favorita del Distretto 1, sarebbe stato lui a sopravvivere.
Karlene non poteva davvero sapere che il suo ragazzo sarebbe stato più astuto di tutti gli altri.
Karlene non può sapere la gioia che sta godendo è effimera.
Perché non è stato in quella stanza nel Palazzo di Giustizia che ha potuto baciare Haymitch per l'ultima volta. L'ultima volta è arrivata molto prima di quanto lei sospetti, ma Karlene non può saperlo. Ride con le lacrime agli occhi mentre lo abbraccia, e non può sapere che non sentirà mai più quella solida presa intorno al suo corpo. Non può sapere che Haymitch non le sfiorerà più i capelli e non si rivolgerà più a lei con il suo sorriso, chiamandola “dolcezza.” Non può sapere che il bacio che si stanno scambiando non è solo l'ultimo tra di loro, ma anche l'ultimo della sua vita.
Non può sapere che, sfruttando il campo di forza dell'Arena per vincere i Giochi, Haymitch ha sfidato involontariamente Capitol City. E che non sempre sono i Vincitori ad essere puniti in prima persona per le loro azioni.
-Non mi lasciare più.
Sorride, radiosa e bella nonostante il viso magro e il semplice, liso abito color crema di una ragazza di modesta famiglia. Haymitch pensa che non la lascerà davvero più, che l'incubo sia finito. Ma neanche lui sa, neanche lui sa.
-Non lo farò. Non hai assolutamente nulla di cui preoccuparti.
Mani che si cercano e si stringono, dita che accarezzano la pelle, labbra che si incontrano. L'idillio di due innamorati che si ritrovano per la prima volta dopo essere scampati da quella che sembrava la promessa di una morte dolorosa e inevitabile.
È finita, non c'è più nulla da temere. Questo è quello che credono.
Ma non sanno. Haymitch non sa che non la bacerà mai più. Karlene non sa che il saluto che si scambiano dietro il cortile di quella casa, circondati dall'aria fresca della sera che hanno scelto per incontrarsi, sarà l'ultimo.
Non lo sanno.

Urla, mentre mani d'acciaio la trattengono e la trascinano lungo il corridoio della sua stessa casa.
Cosa sta succedendo? Non è possibile che siano venuti a prelevarla nel cuore della notte. Non è possibile, lei non ha mai fatto niente di male...
Il buio si dirada all'improvviso, e Karlene riesce a scorgere i volti spietati e impassibili di un gruppo di Pacificatori che l'attornia. Uno di loro, avvolto in un abito scuro e con il viso deformato da un ghigno, sta levando in alto una lama lucente. Mentre la fissa dritto negli occhi.
Ed è in quel momento che Karlene sa.
Sa che vincere gli Hunger Games non basta per vivere una vita normale. Sa che la vittoria lascia sempre delle ferite che non potranno più richiudersi. Sa che non rivedrà mai più il suo ragazzo.
E, soprattutto, sa e comprende che la crudeltà di Panem nei confronti di un ribelle è molto più grande di quanto lei abbia mai potuto immaginare prima di quel momento.
Il momento in cui, per vendicare il gesto di Haymitch, quella lama cala verso il suo collo per recidere la sua vita.

Note.

Stavo per scrivere "Hunger Games" invece di "Note." Vuol dire che sto ufficialmente rincoglionita, yep.xD
Comunque. Non ho molto da dire su questa fanfiction, se non che parla della ragazza di Haymitch, che venne uccisa per punire il gesto di ribellione del ragazzo. Secondo me Haymitch non era completamente consapevole di ciò che faceva... ok, ha avuto l'idea di sfruttare il campo di forza dell'Arena, ma non poteva immaginare che sarebbe stato giudicato un atto di sfida meritevole di una punizione.
Mi fa quasi male rileggere la mia storia e sapere che questa povera Karlene (Nome inventato.) morirà.ç_ç E non potranno mai essere felici.ç_ç
Mi auguro che la storia vi sia piaciuta. Partecipa ad un contest, spero bene.:3 A presto!







   
 
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