-Ti prego, Haymitch, non andare...
Le braccia di Karlene lo stringono
forte come non hanno mai fatto, mentre le lacrime che scorrono lungo
le guance della ragazza finiscono per bagnarli il viso.
Anche Haymitch vorrebbe piangere, ma
non può. Non ora che è iniziata la silenziosa
sfida tra la sua vita
e la morte, ora che dimostrarsi forti è la cosa
fondamentale.
Dimostrarlo all'intera Panem, ai suoi cari e soprattutto a se stesso.
Perché lui non è sicuro di essere così
forte.
-Devo farlo.- mormora, sollevando lo
sguardo e incrociando gli occhi grigi di Karlene, ancora brillanti
per le lacrime. -Ti prometto che tornerò.
Ma quale Tributo del Distretto 12, in
cinquant'anni, è mai tornato dagli Hunger Games?
Hanno avuto un unico Vincitore molto
tempo fa, durante le prime edizioni dei Giochi, e Karlene lo sa.
È
per questo motivo che Haymitch legge nel suo sguardo solo paura,
sconforto, la muta rassegnazione di chi vede la persona che ama
andare a morire.
-Vinci per me, ti prego...- mormora, la
voce strozzata, ma dal suo tono sembra che non creda davvero a
ciò
che dice.
-Lo farò per te.
Haymitch la bacia, cerca di godere
della pressione morbida delle labbra di Karlene che si muovono
disperate, come se levassero l'ardente, vana implorazione di rimanere
lì con lei, di non lasciarla mai più. Potrebbe
essere l'ultima
volta che si baciano.
Poi la porta si spalanca, e Haymitch ha
solo il tempo di scostarsi piano, di forzare un sorriso e mormorare:
-Tornerò, dolcezza. Non devi preoccuparti.
-Il vostro tempo è scaduto.
Karlene si alza, il viso ancora bagnato
di lacrime. A differenza di come farebbero altre ragazze, ora che le
ordinano di andarsene non scoppia più in singhiozzi, non
urla e non
chiede di restare. Semplicemente lo fissa ancora per un secondo, con
un solenne dolore nell'espressione disperata ma ora più
ferma.
Non parla più mentre si volta ed esce
dalla stanza, scortata da un Pacificatore. Haymitch sa che, una volta
passato quello sfogo iniziale, ha accettato l'inevitabile. Sa che da
oggi lo sguardo di Karlene si volgerà al televisore ogni
volta
possibile. Sa che lei ha paura, ma che continuerà a sperare
con
tutte le sue forze, ad attendere che lui torni a casa e che la
riabbracci.
Perché dietro quel viso dolce Karlene
è una delle persone più decise che lui abbia mai
incontrato, ed è
soprattutto per questo che Haymitch, nonostante tutte le ragazze che
gli puntano gli occhi addosso e che lui potrebbe avere, ha iniziato
ad innamorarsi proprio di lei.
È per questo che, nonostante la paura,
non vuole permettere che la crudeltà di Panem spezzi la sua
vita.
Karlene ha sbagliato nel temere. Perché
lui è davvero tornato.
Karlene ha sperato, ma non poteva
davvero sapere che, tra Haymitch e una Favorita del Distretto 1,
sarebbe stato lui a sopravvivere.
Karlene non poteva davvero sapere che
il suo ragazzo sarebbe stato più astuto di tutti gli altri.
Karlene non può sapere la gioia che
sta godendo è effimera.
Perché non è stato in quella stanza
nel Palazzo di Giustizia che ha potuto baciare Haymitch per l'ultima
volta. L'ultima volta è arrivata molto prima di quanto lei
sospetti,
ma Karlene non può saperlo. Ride con le
lacrime agli occhi
mentre lo abbraccia, e non può sapere che non
sentirà mai più
quella solida presa intorno al suo corpo. Non può sapere che
Haymitch non le sfiorerà più i capelli e non si
rivolgerà più a
lei con il suo sorriso, chiamandola “dolcezza.” Non
può sapere
che il bacio che si stanno scambiando non è solo l'ultimo
tra di
loro, ma anche l'ultimo della sua vita.
Non può sapere che, sfruttando il
campo di forza dell'Arena per vincere i Giochi, Haymitch ha sfidato
involontariamente Capitol City. E che non sempre sono i Vincitori ad
essere puniti in prima persona per le loro azioni.
-Non mi lasciare più.
Sorride, radiosa e bella nonostante il
viso magro e il semplice, liso abito color crema di una ragazza di
modesta famiglia. Haymitch pensa che non la lascerà davvero
più,
che l'incubo sia finito. Ma neanche lui sa, neanche lui sa.
-Non lo farò. Non hai assolutamente
nulla di cui preoccuparti.
Mani che si cercano e si stringono,
dita che accarezzano la pelle, labbra che si incontrano. L'idillio di
due innamorati che si ritrovano per la prima volta dopo essere
scampati da quella che sembrava la promessa di una morte dolorosa e
inevitabile.
È finita, non c'è
più nulla da
temere. Questo
è quello che
credono.
Ma non sanno.
Haymitch non sa che non la bacerà mai più.
Karlene non sa che il
saluto che si scambiano dietro il cortile di quella casa, circondati
dall'aria fresca della sera che hanno scelto per incontrarsi,
sarà
l'ultimo.
Non lo sanno.
Urla, mentre mani
d'acciaio la trattengono e la trascinano lungo il corridoio della sua
stessa casa.
Cosa sta succedendo? Non
è possibile che siano venuti a prelevarla nel cuore della
notte. Non
è possibile, lei non ha mai fatto niente di male...
Il buio si dirada
all'improvviso, e Karlene riesce a scorgere i volti spietati e
impassibili di un gruppo di Pacificatori che l'attornia. Uno di loro,
avvolto in un abito scuro e con il viso deformato da un ghigno, sta
levando in alto una lama lucente. Mentre la fissa dritto negli occhi.
Ed è in quel momento che Karlene
sa.
Sa che vincere gli Hunger Games non
basta per vivere una vita normale. Sa che la vittoria lascia sempre
delle ferite che non potranno più richiudersi. Sa che non
rivedrà
mai più il suo ragazzo.
E, soprattutto, sa e comprende che la
crudeltà di Panem nei confronti di un ribelle è
molto più grande
di quanto lei abbia mai potuto immaginare prima di quel momento.
Il momento in cui, per vendicare il
gesto di Haymitch, quella lama cala verso il suo collo per recidere
la sua vita.
Note.
Stavo per scrivere "Hunger Games" invece di "Note." Vuol dire che sto ufficialmente rincoglionita, yep.xD
Comunque. Non ho molto da dire su questa fanfiction, se non che parla della ragazza di Haymitch, che venne uccisa per punire il gesto di ribellione del ragazzo. Secondo me Haymitch non era completamente consapevole di ciò che faceva... ok, ha avuto l'idea di sfruttare il campo di forza dell'Arena, ma non poteva immaginare che sarebbe stato giudicato un atto di sfida meritevole di una punizione.
Mi fa quasi male rileggere la mia storia e sapere che questa povera Karlene (Nome inventato.) morirà.ç_ç E non potranno mai essere felici.ç_ç
Mi auguro che la storia vi sia piaciuta. Partecipa ad un contest, spero bene.:3 A presto!
Note.
Stavo per scrivere "Hunger Games" invece di "Note." Vuol dire che sto ufficialmente rincoglionita, yep.xD
Comunque. Non ho molto da dire su questa fanfiction, se non che parla della ragazza di Haymitch, che venne uccisa per punire il gesto di ribellione del ragazzo. Secondo me Haymitch non era completamente consapevole di ciò che faceva... ok, ha avuto l'idea di sfruttare il campo di forza dell'Arena, ma non poteva immaginare che sarebbe stato giudicato un atto di sfida meritevole di una punizione.
Mi fa quasi male rileggere la mia storia e sapere che questa povera Karlene (Nome inventato.) morirà.ç_ç E non potranno mai essere felici.ç_ç
Mi auguro che la storia vi sia piaciuta. Partecipa ad un contest, spero bene.:3 A presto!