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Autore: Silver dawn    06/09/2012    2 recensioni
“Facciamo volare un maiale!”
David, Rick e Nick si scambiarono occhiate sorprese, chiedendosi di cosa diavolo stesse parlando il loro bassista.
"You know that I care what happens to you and I know that you care for me too"
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra – Dicembre 1976
Meredith stava facendo acquisti con la madre per la città, la affascinavano tutte le luci colorate nei negozi e nelle vetrine, i profumi che provenivano dalle pasticcerie, osservare la frenesia delle persone che si muovevano da un negozio all’altro con borse colorate e i venditori ambulanti nella strada.
Uscendo da un negozio, Meredith si strinse nel cappottino, faceva freddo e minacciava di cominciare a piovere da un momento all’altro, buttò gli occhi al cielo plumbeo e vide qualcosa molto in alto, che si spostava velocemente, forse un aereo, anche se sembrava un dirigibile rosa!
 
Aeroporto di Heathrow – Dicembre 1976
John David Galloway era un pilota di aerei di linea con una pluriennale carriera, stava per atterrare con l’aereo proveniente da Monaco, quando a diverse centinaia di metri, in linea d’aria, distante da lui c’era qualcosa che somigliava a un dirigibile rosa con le sembianze di un maiale.
Sorvolò l’area per un po’ aspettando che quel “maiale volante” si allontanasse per poi decidersi ad atterrare. Non fece rapporto ai superiori per paura che la commissione interna contro le droghe e l’abuso di alcol aprisse un’inchiesta.
 
Ashford – Contea di Kent (Inghilterra) – Dicembre 1976
Ronald Kemp si asciugò alcune perline di sudore che si erano formate sulla fronte per lo sforzo, nonostante l’aria fredda dicembrina gli sferzasse il viso. La moglie aveva insistito affinché sistemasse l’aiuola davanti casa, ormai incolta e invasa dalle erbacce, fu interrottò da sua figlia Jacqueline di cinque anni che arrivò correndo verso di lui e strillando tutta eccitata: “UN MAIALE! PAPA’ CORRI PRESTO VIENI A VEDERE IL MAIALE” Che cosa poteva mai essere successo ai maiali, in cascina, pensò Ronald, per eccitare tanto sua figlia Jacqueline.
 
Islington – Studi di Britannia Row – Novembre 1976
Sotto pressione da parte della casa discografica, i Pink Floyd avevano finalmente trovato un nome per il loro prossimo disco, “Animals” stava per essere ultimato, anche se mancava ancora la copertina, dopo che si erano rifiutati di utilizzare un’idea dello studio Hipgnosis.
Erano arrivati tutti di buon mattino: Rick, David, Nick e lo staff dello studio, mancava solo lui: Roger!
La figura allampanata di Waters comparve più tardi sulla porta dello studio, si tolse la sigaretta dalle labbra, aspirandone prima una boccata ed esordì rivolto agli altri membri della band: “Facciamo volare un maiale!”
David, Rick e Nick si scambiarono occhiate sorprese, chiedendosi di cosa diavolo stesse parlando il loro bassista, notando l’espressione stupita sui loro volti, si affrettò a precisare: “Come ogni mattina sono passato in auto davanti alla vecchia centrale elettrica di Battersea, e così mi sono detto perché non facciamo innalzare un maiale aerostatico tra le ciminiere, chiederemo a Storm di scattare una foto e quella sarà la copertina del disco!” aggiungendo infine “Nessuno l’hai mai fatto prima!”
 
Ashford – Contea di Kent (Inghilterra) – Dicembre 1976
Ronald seguì sua figlia che trotterellava davanti a lui, conducendolo verso il grande campo incolto e ghiacciato dietro la fattoria. Un gigantesco dirigibile a forma di maiale era adagiato in mezzo al suo campo, ne aveva sentito parlare al telegiornale serale, qualche giorno addietro, si avviò verso casa per telefonare alle autorità competenti.
 
Islington – Studi di Britannia Row – Novembre 1976
Roger compose il numero telefonico dello studio Hipgnosis, cercando di mettersi in contatto con Storm Thorgerson.
“Storm? Ciao sono Roger, Roger Waters, Pink Floyd, per la copertina del nuovo disco voglio far volare un maiale!”
Dall’altro capo rispose una voce cortese e ferma, senza nascondere una vena d’ironia: “Roger che piacere sentirti! Posso procurarti una foto di un maiale mentre grugnisce o si rotola nel fango, un allevamento di maiali se preferisci, oppure una foto di prosciutti o salsicce… insomma il prodotto finale usato dal consumatore, ma come tu ben sai i maiali non hanno ali, ne consegue che non possono e non sanno volare!”
Roger visibilmente stizzito, sotto lo sguardo attonito degli altri, rispose:“Il mio maiale non avrà bisogno di ali per volare!”
“Cos’hai in mente questa volta?” riuscì solo a replicare Storm, uno dei fondatori dello studio Hipgnosis.
 
Ashford – Contea di Kent (Inghilterra) – Dicembre 1976
“Ronnie perché abbiamo un dirigibile a forma di maiale nel nostro campo?” esordì la signora Kemp, uscendo dalla cucina, asciugandosi le mani al grembiulino.
“E’ una pubblicità Clarice!” rispose caustico l’uomo.
“Questi allevatori non sanno più cosa inventare” sbottò Clarice Kemp.
“No Clarice, è di una band rock o qualche scempiaggine simile, giovinastri capelloni, ne hanno parlato anche in televisione”
“Musicisti? E cosa se ne fanno di un maiale gonfiabile?” ribatté la donna.
 
Londra – Centrale elettrica di Battersea – 03 dicembre 1976
“Dove diavolo è il tiratore?” sbottò Roger, visibilmente irritato, gettando per terra il mozzicone di sigaretta e schiacciandolo con il tacco dello stivale.
A causa del maltempo la seduta fotografica era già stata rimandata di un giorno, il tiratore scelto che avrebbe dovuto abbattere il truculento maiale aerostatico in caso di problemi non era ancora arrivato. Tutti d’accordo decisero di cominciare senza di lui.
Storm cercava di combinare lenti e pellicole, per ottenere il meglio da ogni inquadratura, Roger lo seguiva per assicurarsi che non lo deludesse.
Mentre Nick e Rick conversavano amabilmente seduti su alcune casse improvvisate come panchina, godendosi lo spettacolo di “Algie”, così era stato ribattezzato il maiale gonfiabile, che s’innalzava tra le imponenti ciminiere di Battersea, un urlo riempì l’aria: “GILMOOOOOOUR! Dove sei? Cosa diavolo stai facendo? Vieni qua a dare una mano a me e a Storm!” ruggì Roger.
Il chitarrista provò a replicare fiaccamente, faceva freddo, aveva le mani intirizzite, aveva dimenticato i guanti e insomma… lui con le mani ci lavorava, a questo pensiero e al probabile doppio senso, sorrise tra sé.
“Storm, Storm ti prego guarda quell’imbecille di Gilmour che ride da solo, mentre io sono qui a lavorare e faticare per questo album.” Ripetè Roger.
A un tratto un terrificante suono metallico, simile a un boato riempì l’aria, nessuno ebbe il coraggio di guardare verso la cima delle ciminiere, se l’avessero fatto, avrebbero visto il dirigibile maialesco librarsi liberamente nell’aria per andare a fare un giretto.
 
Piccola postilla: “Animals” è il mio album preferito dei Pink Floyd, una storia su questa storica copertina era d’obbligo per me. Non è ovviamente tutto frutto della mia immaginazione e tanti sono i reali riferimenti all’accaduto, una parte del merito va anche a Nicolino, Nick Mason che con la biografia sul gruppo, mi ha dato certamente le informazioni necessarie per iniziare. Spero vi sia piaciuta, lasciate una recensione positiva o negativa, con suggerimenti o consigli. Se volete passare da me per leggere le altre demenzialità che ho scritto, siete i/le benvenuti/e !!! :)

You know that I care what happens to you
And I know that you care for me too
So I don't feel alone
Or the weight of the stone
Now that I've found somewhere safe
To bury my bone
And any fool knows a dog
needs a home
A shelter from pigs on the wing


 

  
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