Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: AngelinaSpring    07/09/2012    5 recensioni
Liam è il migliore amico di Zayn. Zayn è innamorato di Liam. Anche Liam in realtà ama Zayn. Sembrerebbe tutto perfetto, vero? C'è solo un piccolo problema, una variabile che non avete preso in condireazione.. i due sono un po' scemi.
- ZIAM . Dal terzo capitolo -
“Allora.. un paio di giorni fa ne ho letta una che avrebbe messo in imbarazzo persino degli attori porno, ma quella in assoluto più porca.. credo sia stata una tra me e te, Zayn.”
Un brivido mi percorre la schiena all’idea di Liam sdraiato nel suo letto, la sera tardi che legge una fan fiction diversamente casta con me e lui come protagonisti. Mi immagino la sua mano che raggiunge il cavallo dei pantaloni per..
“Accidenti Zayn, tu stai alle fan fiction porche come la rondine sta alla primavera!” scherza Harry.
“Cosa ci posso fare se spruzzo sesso da tutti i pori, e se sono probabilmente ciò che di più sexy avrete il piacere di vedere?” dico atteggiandomi per scherzo.
“Come ho già detto prima, ad ognuno il suo: e io ho questo, il sex appeal” continuo e mentre lo dico guardo solo Liam. Gli sorrido inclinando leggermente la testa, e lui arrossisce.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Liam Payne, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Ma Harry, sono un must!”
“Nì, lo sono solo per te forse, sei un buco nero..”
“Se li metti, però, ci deve essere anche il prosciutto!”
Guardo sorridendo Harry e Lou, seduti sul divano, che discutono con Niall, spalmato sulla poltrona, riguardo all’essenziale importanza dei funghi sulla pizza.
“Ragazzi, nella sala prove, adesso.”
Urla Greg affacciato alla porta della sala in cui ci troviamo, interrompendoli.
Il riccio si alza e si stiracchia, porge una mano a Lou e lo aiuta a tirarsi su, si incamminano verso la porta. Nì li segue sbadigliando.
Liam, in piedi accanto al divano, mi sorride, fa un paio di passi verso di me, mi poggia una mano sulla spalla.
“So, vas happanin man?”
Mi prende in giro sorridendo.
“Cretino!”
Gli do’ un leggero colpetto sul braccio.
“Scusami. Seriamente, tutto okay amico?”
Lo guardo alzando un sopracciglio, il suo viso si è fatto serio.
“Uhm.. certo, certo. Ti pare di no?”
Gli chiedo, e mi auguro il mio tono di voce sia almeno un po’ convincente.
“Vedi, è un paio di giorni che ti vediamo un po’ strano.. ti perdi con lo sguardo nel vuoto, parli meno del solito.. ci chiedevamo se  fosse tutto in ordine..”
Lo guardo negli occhi, e lo vedo che è preoccupato per davvero. Mi accarezza la spalla con fare comprensivo e per un attimo mi passa per la mente di dirgli la verità, di rispondergli che no, non sto bene. Ma un barlume di sanità mentale mi porta a chiedermi ironicamente: come glielo dico al mio migliore amico che mi sono innamorato di lui senza sconvolgerlo? Come glielo spiego che quando mi è accanto il mio cuore batte a mille, e ho paura che mi salti fuori dal petto, e quando parliamo trattengo quasi il fiato?
“Zayn, parla con me..”
Arrivo alla più semplice delle conclusioni, non glielo dico, non glielo spiego. Faccio finta di nulla, e mi tengo tutto dentro.
“Sto bene Liam, sono un po’ stanco, si, forse per questo mi perdo nel vuoto e per quanto riguarda il parlare.. non sono mai stato un grande chiaccheratore, lo sai, no?! Non ti preoccupare, davvero.”
Sorrido.
“Non lo so.. non me la racconti giusta.”
Afferma con un sopracciglio alzato, incrocia le braccia sul petto e mi guarda con la testa leggermente inclinata.
“Siamo tutti un po’ stanchi, ma tu hai qualcosa di diverso.. quando ti andrà di parlarmene, ci sarò. Sai che ci sono sempre.”
Conclude con un bellissimo sorriso sulle labbra. E io mi sento morire. Se solo sapesse.
“È tutto apposto, ma grazie comunque.”
Mi abbraccia, con una mano mi accarezza la schiena, con l’altra gioca con i miei capelli, tirandomeli leggermente. Mi godo il calore del suo corpo, il suo buon profumo.
“Andiamo alle prove, dai, prima che Greg venga a prenderci!”
Scioglie l’abbraccio, mi circonda le spalle e ci avviamo assieme verso la sala dove gli altri già ci aspettano.
“Alla buon’ora voi due!”
Ci riprende Louis.
“Piantala di fare la prima donna offesa e spostati.”
Dico con fare giocoso spingendolo leggermente di lato per sedermi sul divano accanto a lui, mi tira uno schiaffo in testa e si alza.
“Che ti siedi a fare, alzati principessa, aspettavamo solo te per iniziare.”
“Ma se siamo arrivati due minuti dopo di voi!”
Ribatto.
“Due minuti di troppo!”
Mi prende in giro.
Alla fine, nonostante quello che mi tengo dentro mi faccia soffrire, non c’è altro posto in cui vorrei trovarmi ora, non ci sono altre persone con cui vorrei vivere la mia vita.
Niall mi si para davanti, mi da la mano e mi tira su.
“Grazie Blondie.”
Rido e gli metto una mano attorno alle spalle, avvicino il mio viso al suo e strofino il naso sulla sua guancia per irritarlo ulteriormente. So quando detesti essere chiamato “Blondie”, ma non riesco a resistere,  il suo visino offeso mi fa impazzire.
“Ma quando la pianterai, si può sapere?”
Come non detto, mi riprende con voce fintamente offesa.
“Oh, mai probabilmente, lo sai quanto ti adoro quando mi fai il broncio, no?!”
E ride. Che bella risata ha Niall.
“Sei un cretino senza speranze.”
Mi da un bacio sulla guancia, si sottrae alla mia presa e si mette accanto a Louis nel semicerchio che creiamo sempre per provare.
Mi schiarisco la voce, metto le cuffie e, con Harry sulla mia sinistra che continua a cercare di farmi il solletico al fianco, aspetto l’attacco della base.
Proviamo senza sosta per due ore, Louis è un maledetto pignolo, di solito la cosa non mi crea alcun problema, perché anche io sono un perfezionista; se faccio qualcosa ci tengo che sia fatta bene, ma oggi sono particolarmente stanco, reduce da una notte di sogni poco tranquilli, oggi cantare “Gotta be  you” è doloroso, oggi non va proprio. È lui insite per ripeterla almeno cinque volte.
Non ho mai associato il canto al dolore, al contrario è l’unico modo che conosco oltre allo sport per sfogarmi, e dimenticare ogni cosa. Certo, fino ad oggi, la prima volta nella mia vita in cui cantare mi fa sentire male, e non vedo l’ora di finire. Guardo Liam cercando di restare concentrato, è bello lui senza dubbio, ma quando canta è semplicemente meraviglioso.
“It’s gotta be youu..”
Mi guarda negli occhi e sorride leggermente.
“Only youu..”
Mi sento mancare, quello sguardo e quelle parole.. mi sembrano per un momento davvero rivolte a me. Sorrido triste, sono consapevole che per lui non sono altro che un amico, certo un amico importante, ma non la persona con la quale vorrebbe condividere un tipo di affetto diverso da quello fraterno. Il dolore al petto diventa più acuto ad ogni battuta, mi chiedo se ci sia un limite oltre il quale non si percepisca più nulla.
“Complimenti ragazzi, per oggi abbiamo finito.”
Ci liquida Louis con il viso illuminato da un bellissimo sorriso. Mi chino a raccogliere la borsa che ho abbandonato a terra e quando raddrizzo la schiena mi ritrovo a due centimetri dalla faccia di Harry. Mi viene un mezzo infarto e faccio un passo indietro.
“Zayn, questa sera io, tu e gli altri a casa mia, xbox.”
Mi dice riavvicinando il suo viso al mio, come se fosse strettamente necessario essere naso contro naso per comunicarmi chiaramente il messaggio. Non faccio in tempo ad aprire la bocca per rispondergli, che proprio non sono in vena, che proprio per questa sera non mi va e non voglio, che mi poggia un dito sulle labbra, mi intima di restare in silenzio.
“Ah, e non inventarti scuse, tu ci sei, punto.”
Aggiunge e poi prendendo il suo zaino e trascinandosi Niall e Louis dietro si incammina verso l’uscita dell’edificio, salutandomi con uno sventolio della mano, senza degnarmi di uno sguardo.
“Grazie per avermi dato la possibilità di replicare amico.”
Dico a me stesso con un sospiro, visto che loro sono già tutti fuori e non posso sentire.
“Lo sai com’è fatto, no?!”
Mi giro, Liam è un passo dietro di me, ovviamente ha sentito quello che ho detto, sorride divertito
“Tu ci vai?”
Gli chiedo rigirandomi per evitare di guardarlo negli occhi.
“Certo, non sia mai che qualcuno provi a dire di no ad Harry, ma arrivo tardi, prima ho un impegno con..”
Si interrompe come se stesse per dire una parolaccia davanti ad un bambino e strabuzza leggermente gli occhi. Potrei giurarci che si è morso la lingua.
“Marta.”
Concludo io per lui, con il tono di chi fa un affermazione non una domanda, con un sorriso tirato sulle labbra. Non dice nulla, con la coda dell’occhio vedo che annuisce. Arrivato all’uscita in silenzio religioso, mi fermo, aspetto che mi sia di fianco, gli do’ una pacca sulla spalla.
“Beh, divertiti amico, e a questa sera.”
Dico sfoggiando poi un sorrisone, che bravo sei Zayn. Continua così.
“Ehm, si.. grazie. Ci vediamo più tardi da Harry.”
Il suo tono di voce è insolito, triste quasi, completamente diverso da quello che ha usato mentre parlavamo prima. Sembra quasi che mi voglia dire “Senti mi dispiace, ma ci devo uscire con Marta, ma non ti preoccupare, cercherò di divertirmi il meno possibile.” Inarco un sopracciglio, non capisco.
“Perfetto, a dopo allora.”
Non indago, tiro fuori le chiavi dell’auto dalla tasca dello zaino, e mi dirigo verso casa. Ho almeno quattro ore prima di dover andare da Harry, faccio in tempo ad andare in palestra. Posteggio, scendo, entro in casa, raccolgo il borsone nero della Adidas, ci infilo dentro le Free Run 3.0 nuove, i pantaloni della tuta e una canottiera bianca. Metto le cuffie al collo e risalgo in auto, destinazione palestra. Lascio l’auto in uno dei posteggi vicino all’entrata, il parcheggio è quasi vuoto, buon segno, vuol dire che c’è poca gente in palestra. Prendo il borsone ed entro nello stabile.
“Piccolo teppista, anche oggi qua? Non starai esagerando forse?!”
Mi chiede la simpatica signora che sta dietro al bancone all’entrata della palestra, e controlla che tutti abbiano la tessera.
“Buon giorno anche a lei signora Mayer, è un piacere rivederla.”
Dico sorridendo alla cara signora, e dirigendomi verso gli spogliatoi. Mi cambio velocemente, chiudo la borsa e gli altri vestiti nell’armadietto e dopo aver riempito la borraccia d’acqua fresca entro in palestra.
“Zayn, come mai anche oggi qui? Non esagerare mi raccomando, ieri hai fatto tanto.”
“Robert, non ti preoccupare, oggi solo pesi.”
Sorrido al grande e grosso armadio a due ante che mi accoglie.
Adoro questa palestra, non troppo lontana da casa, ben attrezzata sia dal punto di vista dei macchinari per gli esercizi sia dal punto di vista umano: non solo la segretaria che si preoccupa per me come se fossi suo figlio, anche se mi chiama sempre teppista, o screanzato o musone, ma anche tutti i personal trainer che mi seguono e si preoccupano non solo per la mia forma fisica. Liberare la mente in un posto in cui ci si sente come a casa, non si può volere di meglio.
“Oh mio dio, lo hai visto?! Oggi se è possibile è ancora più bello di ieri.”
“Guarda che spalle.. e che culo! Aww.. le ie ovaie!”
Sento dire alle mie spalle. Mi giro e le due ragazze arrossiscono all’istante. Sorrido leggermente.
“Buon allenamento signorine.”
Dico usando un tono di voce basso di proposito, mi giro e prima di aver infilato le cuffie e acceso la musica le sento ancora ridacchiare eccitate.
“Come può essere tanto meraviglioso?!”
Sono perfettamente cosciente dell’effetto che faccio alle persone, e ad essere sincero mi diverto pure ogni tanto ad atteggiarmi un po’.
Mi sdraio sulla panchina imbottita e inizio il mio allenamento, con la musica che mi isola nel mio piccolo mondo. Tra una serie di sollevamenti e l’altra faccio sempre 30 secondi di pausa, respiro a fondo, mi asciugo il sudore e bevo un po’. E ovviamente penso a Liam, a quanto sia bello, a quanto mi piacerebbe che fosse lui a guardarmi con lo sguardo sognante delle due ragazze di prima. E poi penso a lui e a Marta, e la mia pausa finisce, metto altri pesi sul bilanciere che mi sembra improvvisamente fin troppo leggero.
La musica risuona forte nelle cuffie finché..
“Ragazzino basta, tu per oggi hai finito.”
Robert mi leva le cuffie e il bilanciere dalle mani e lo appoggia sull’attrezzo.
“Si, stavo proprio finendo.”
“No no, hai proprio finito. Non voglio che ti strappi un muscolo o ti faccia male in qualche modo. Fai stretching e vai a farti la doccia.”
Mi alzo sentendo la schiena leggermente indolenzita, mi asciugo il sudore dal viso e ringrazio mentalmente Marta, grazie a lei ho fatto uno degli allenamenti più soddisfacenti di sempre.
“Si capo!”
Dico con fare scherzoso, portandomi la mano tesa a toccare la fronte, come se facessi un saluto militare.
“Ma non fare il coglione, va!”
E la risposta che ricevo, insieme ad uno schiaffetto in testa. Rido. Sono stanco e soddisfatto.
“Ah! Non voglio vedere la tua brutta faccia domani, sia chiaro.”
Mi trascino sui tappetini sul lato della palestra, stendo l’asciugamano e inizio a stirare i muscoli della schiena e delle spalle, mi rialzo e continuo stirando il resto del corpo. Che personaggio Robert penso mentre rilasso e stiro anche i muscoli del collo, alto e muscoloso, con la pelle color cioccolato al latte e gli occhi di caramello, una vera delizia.
“Guarda un po’ chi si rivede!”
Mi volto verso la direzione dalla quale proviene la voce e mi ritrovo a poco più di un passo da un bel ragazzo biondo dai grandi occhi azzurri. Inclino la testa e lo osservo con un sopracciglio alzato. Ha le labbra rosse e carnose, un piccolo dilatatore nero ad entrambi i lobi ed un tatuaggio sul petto che si intravvede per metà dalla canottiera. Ha un che di famigliare, ma non riesco a ricordare il suo nome o altro.
“Non ci credo che non ti ricordi di me.. super pop star dei miei stivali..”
Dice con tono fintamente offeso, mi fa una linguaccia e vedo il piercing luccicare.
“Karl!”
Esclamo e lo vedo sorridere con le braccia incrociate sul largo e muscoloso petto. Che fatica riconoscerlo, quando facevamo canottaggio assieme, ai tempi delle medie e del liceo, era un bimbo, adesso invece e il doppio rispetto a me.
“Allora qualcosa in questa testolina mora funziona ancora signor Malik?!”
Mi prende in giro spettinandomi i capelli. Faccio un passo in avanti nella sua direzione e lo abbraccio, ricambia senza un attimo di esitazione.
“Ma non smetterai mai di crescere tu?”
Gli dico sciogliendo l’abbraccio, faccio un passo indietro e lo guardo dalla desta ai piedi con stupore, il suo corpo dall’ultima volta che l’ho visto è notevolmente cambiato; avrà messo su almeno quindici chili di muscoli, tutti più che ben distribuiti sulla grande superficie del suo corpo, e sarà cresciuto di almeno 10 centimetri.
“Sai, il coach continua a dire che sembro una ragazzina di undici anni che fa danza, allora cerco di mettermi al pari con gli altri della squadra.”
Mi fa l’occhiolino in segno di intesa, anche io facevo parte di quella squadra, prima della formazione dei One Direction, la popolarità e tutto il resto, che nostalgia.
“Quella vecchia mummia, ha sempre avuto qualcosa da ridire anche su di me.”
Dico ridendo, e ripensando con gioia agli allenamenti, ai compagni e alle belle esperienze vissute con loro.
“Ora te lo assicuro, non avrebbe nulla da ridire, ci scommetterei!”
Mi sorpassa in direzione della panchina che ho appena lasciato libera, e mi tira un sonoro schiaffo sul sedere.
“Ma..”
Faccio per dire sorpreso, ma lo vedo che se la ride compiaciuto, non dico nulla, mi limito a sorridergli scuotendo il capo a destra e a sinistra. È molto che Karl non mi vede, ma temo che sia riuscito a comprendermi meglio di persone che mi vedono tutti i giorni. Gli sorrido, lo saluto e raccolgo le mie cose.
Sono da solo nello spogliatoio, posso fare la doccia con tutta la calma del mondo, cosa che adoro. Prendo la borsa dall’armadietto, tiro fuori l’asciugamano e il sapone per il corpo. Lancio un’occhiata anche al cellulare, non sia mai che gli altri abbiano deciso di cambiare il programma per questa sera. Ho ricevuto un messaggio da parte di Harry -Mezza sega, porta le birre, please-, rido, solito coglione -Certo principessa, per te questo e altro- rispondo velocemente. L’altro messaggio è di Liam -Amico, ho deciso di lasciare Marta, ero nel pallone perché non sapevo esattamente come fare oggi.. tienimi i crocini affinché non mi uccida. See ya later-.
Non rispondo, blocco di nuovo il cellulare e lo rimetto nella tasca del borsone. Il tutto con un sorriso ebete stampato sulla faccia. Lo conosco quel detto “Non ridere delle disgrazie altrui.” e solitamente cerco di rispettarlo.. ma quando la disgrazia di Marta è una grazia per me, mi si può perdonare una sghignazzata.
Mi tolgo la tuta e la canottiera zuppi di sudore, e mi rilasso sotto il getto d’acqua calda. Una vera goduria. Mi insapono con cura i capelli e poi mi dedico al corpo. Passo la mano aperta sugli addominali, risalgo fino ai pettorali, delineati ma sui quali sono convinto di dover ancora lavorare. Sfioro uno dei capezzoli e un brivido mi percorre la spina dorsale e il pensiero va istintivamente a Liam. E per un attimo, un attimo solo lui è qui con me, è sul mio petto c’è la sua mano..
“Merda!”
Sussurro, guardando verso i miei piedi e constatando che è arrivata l’ora della doccia fredda. Finisco di sciacquarmi velocemente, esco fuori con l’asciugamano tenuto fermo intorno alla vita.
“Guarda che quella secondo me ci stava.. hai visto come ti guardava il pacco?!”
“Si, la prossima volta me la faccio, vedrai..”
Ci sono due tipi nello spogliatoio che parlano in modo tale non mi risulta difficile intuire il loro quoziente intellettivo. Mi asciugo in fretta, lascio i capelli leggermente umidi, infilo tutte le mie cose nella borsa ed esco dallo spogliatoio per non dovermi sorbire un secondo di più i due ingegneri.
“Le auguro una buona serata signora Mayer.”
“Fai il bravo piccolo teppista.”
Alcune cose non cambieranno proprio mai. Fuori dallo stabile della palestra ormai è già buio, infilo il cappuccio della felpa per non prendermi un accidenti dato che ho i capelli ancora bagnati e raggiungo l’auto. Lascio la borsa sul sedile del passeggero e prima di mettere i moto controllo il cellulare. Una chiamata persa da parte di mia madre, un messaggio da parte della mia sorellina -Fratellone puzzone, oggi ho visto una vostra intervista in televisione! Sei sempre bellissimo, come me. Ti voglio bene-. Che meraviglia l’innocenza dei bambini, quella di quella sfrontata di mia sorella poi -Ciao mostro, grazie. Si si, ho preso da te questo mio brutto muso. Ti voglio bene anche io, saluta a casa e dì alla mamma che chiamo domani-. Faccio per rimettere via l’iphone quando lo schermo si illumina, Liam -Porta la vodka, almeno ci bevo sopra-. Non capisco perché tutti i miei amici abbiano il vizio di scambiarmi per un distributore di alcolici e cibo. Quante volte mi scrivono “Zayn, non è che ti fermeresti a comperarci..” e io a fare da corriere e mulo. Ma ora mi dmando, se è Liam a chiedermelo, con Marta non deve essere finita nel migliore dei modi. -Che gusto?- Sono curioso da morire di sapere come sia andata, ma non ho assolutamente intenzione di chiederglielo via messaggio, inoltre me lo racconterà lui se vorrà. -Quello che preferisci, mi fido di te-. Non si smentirà mai quel ragazzo. Lui vuole ubriacarsi, o come dice lui “berci sopra” e a me tocca scegliere con cosa?! Io il da bere glielo porto, ma spero che si contenga almeno nel limite della decenza, perché se poi si concia da buttar via so già che mi sentirò in colpa e responsabile.
“Cazzi suoi.”
Liquido i miei pensieri, anche se non ci credo nemmeno io a quello che ho detto. Metto in moto, mi dirigo verso la stazione centrale, è l’unico posto in cui a quest’ora vendono ancora alcolici.


Carissimi lettori, avevo già pubblicato questa storia, ma ho deciso di rivederla, l'ho quindi eliminata, e adesso pian piano la sto rivisitando e ripubblicando. Mi auguro nessuno resti deluso, spero i cambiamenti non siano stati del tutto vani. Vi abbraccio forte forte, vi adoro <3

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: AngelinaSpring