Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Assasymphonie    07/09/2012    2 recensioni
Un sogno.
Era stato un sogno eppure così reale, insieme al profumo del mare.
{ PortSpa }
Genere: Dark, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo del capitolo: Crownless.
Personaggi: Antonio Fernandez Carriedo { Spagna } / Portogallo.
Rating: Giallo.
Note dell'autore: Flash-fic /  Introspettiva / Storica
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.


.Crownless.


Il tintinnio del metallo caduto contro il marmo del pavimento pervarse la grande sala, ora vuota e scura per colpa delle ombre della sera. La luce della luna filtrava lenta e pigra dalle aperture degli archi moreschi e i colori, che di giorno animavano il palazzo, ora erano spenti e senza vita.
Un singulto spaventato seguì il rumore melodioso, il suono di qualcuno rattrappito su un trono troppo grande. Era forse un sogno?
Fino a pochi attimi prima si trovava sul suo letto, se lo ricordava bene, a fissare le coltri del baldacchino e ora... dov'era, quel posto? Perché sentiva il rumore del mare così vicino, come se potesse soverchiarlo in un istante?
E perché aveva addosso i vestiti delle udienze? Velluto nero e oro, calzoni a sbuffo e pizzi ai polsi, mantello di porpora che scendeva anche sulle scale della predella del trono. Occhi verdi, forse un po' infantili, si guardarono attorno serrandosi per cercare di vedere che cosa avesse provocato il suono. Che strano, si sentiva la testa più leggera.
Ebbe davvero il tempo di pensarci? Provò ad alzarsi, puntellando le mani sui braccioli di quel trono di cui non riconosceva le forme, ma qualcosa lo teneva talmente ancorato al metallo da fargli quasi male al centro del petto. Le gambe, le membra, erano così pesanti, come se fossero fuse a quel sedile di tortura.
Era in trappola, in un posto buio, senza sapere minimamente come arrivarci. Provò ad urlare, aprì le labbra ma nessun suono ne uscì, e fu allora che Antonio si spaventò davvero. Chi poteva venire in suo soccorso, chi gli avrebbe teso una mano per rialzarsi e risollevato la voce fino a renderla udibile come lo squillo di una tromba?
La risposta sopraggiunse in fretta, accompagnata da passi ritmati, pesanti come quelli di chi calza alti stivali. Qualcuno, forse una guardia? Volle urlare di nuovo, palesare la sua presenza  quel qualcuno che era entrato, lo aveva udito fermarsi sulla soglia. Stava... osservando? Vedeva bene il riverbero chiaro degli occhi, puntati su qualcosa a terra. Uno scintillio, oro forse? Sì, era oro, ora lo riconosceva, ma perché quando prima aveva guardato da quella parte nulla era apparso?
Sentì quel qualcuno muoversi, insieme al lieve frusciare delle vesti, e lo stesso suono rimbombare nel momento in cui egli si concesse di prendere la corona, trascinandola per un breve tratto a terra; il suono lo fece diventare minuscolo lì dove si trovava, gli occhi puntati di fronte a sé, fieri nonostante la paura.
Come era giovane, Spagna. Giovane ma con memorie, perché riconobbe bene il profilo che si andava stagliando contro la luce della luna ora. Lunghi capelli castani, naso affilato, occhi profondi come l'oceano e una cicatrice a solcarne il destro, aratro in un campo erboso e fiero. Riconosceva gli abiti, la curva del suo corpo, il profumo penetrante di sale che lo aveva accompagnato sempre, durante un'infanzia che ora non ricordava più. E quell'uomo si avvicinava, saliva i gradini con un sorriso sbieco sul volto così bello, così fiero da uomo del mare. Si era inginocchiato, possibile? Voleva dirgli di non farlo, voleva dirgli che non era necessario, non tra di loro, non ora.
Ma non poteva parlare, non riusciva, e fu costretto ad accettare di nuovo -?- quel fardello dorato, gli occhi di lui così vicini da potersene innamorare perdutamente oppure lasciare che l'odio per essi lo consumasse, inevitabilmente. E tutto andava svanendo, diventava bianco, spaventoso cominciava ad avvicinarsi alla figura. Ma lui non parve preoccuparsene, nonostante l'angoscia negli occhi di Antonio. Con un occhiolino egli sparì, e le lacrime bagnarono il cuscino.
Un sogno.
Era stato un sogno eppure così reale, insieme al profumo del mare.
« ... Hermano mìo... *»
Salato sulla pelle.


.Fine.
_____________________________________________________________

Solo per Sara, ovvio. (L)
* fratello mio
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Assasymphonie