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Autore: xthanksharry    07/09/2012    3 recensioni
Da un mese circa a questa parte, si era trasferito nel palazzo di fronte, un ragazzo.
Ogni giorno, potevo sentire la sua radio-sveglia suonare a tutto volume, lui imprecargli contro, per poi spegnerla con poca delicatezza, sferrandogli un pugno.
Riuscivo a vedere con quale lentezza si tirava su dal letto, ed entrava in bagno, nel quale stava circa un quarto d'ora.
Poco dopo sarebbe uscito sbattendo la porta del bagno, avrebbe aperto l'anta del grande armadio marrone e avrebbe cercato nel grande mucchio di vestiti qualcosa da mettere.
Sapeva anche lui che quella ricerca sarebbe stata quasi vana, dato che avrebbe scelto dei vestiti molto simili a quelli del giorno precedente.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Small bump.



"I'll whisper quietly,
I'll give you nothing but truth,
I'll hold you tightly,
I'll give you nothing but truth,
If you're not inside me,
I'll put my future in you."




4 Aprile.
7.15
Come di mia abitudine, spensi la sveglia velocemente, scostai le coperte da un lato e mi alzai.
Mi diressi verso la finestra, ancora tutta addormentata, e mi affacciai.
Da un mese circa a questa parte, si era trasferito nel palazzo di fronte, un ragazzo.
Ogni giorno, potevo sentire la sua radio-sveglia suonare a tutto volume, lui imprecargli contro, per poi spegnerla con poca delicatezza, sferrandogli un pugno.
Riuscivo a vedere con quale lentezza si tirava su dal letto, ed entrava in bagno, nel quale stava circa un quarto d'ora.
Poco dopo sarebbe uscito sbattendo la porta del bagno, avrebbe aperto l'anta del grande armadio marrone e avrebbe cercato nel grande mucchio di vestiti qualcosa da mettere.
Sapeva anche lui che quella ricerca sarebbe stata quasi vana, dato che avrebbe scelto dei vestiti molto simili a quelli del giorno precedente.
Poso lo sguardo sull'orologio a muro nella mia stanza.
7.26
Corro in bagno, mi lavo e mi vesto con la velocità di un razzo, se non mi fossi sbrigata avrei rischiato di non trovarlo nel solito bar.
Non appena esco dal bagno, prendo un giacchettino e la borsa, esco di casa e corro verso il bar.
Lo vedo attraverso la parete di vetro, bellissimo come sempre, intento a fissare il suo solito caffè ristretto molto zuccherato. Sorrido inconsciamente e apro la porta, facendo si che lo scacciapensieri faccia il suo lavoro.
Come ogni mattina, a quel suono, si volta verso la porta, e sorride di sfuggita, tornando al suo caffè.
Sorrido abbassando lo sguardo, mi dirigo verso il bancone, ordino il mio solito caffè, prendo la tazzina e mi accomodo nel tavolo davanti al suo.
Non ero ancora riuscita a parlargli, non sapevo neanche come si chiamava, o quanti anni aveva.
Mi sembrava di conoscerlo molto bene, ma in realtà non era affatto così.
Certo, conoscevo tutte le sue abitudini, gusti nel fare colazione la mattina, o nel vestire.
Ero una buona osservatrice, mi bastava molto poco per capire una persona.
Ed eccolo che si alza dal tavolo, mi rivolge un'ultima occhiata distratta, si avvicina alla cassa, paga ed esce.
Finisco il mio cappuccino, pago ed esco, direzione?
Fermata dell'autobus.
Era solito prendere l'autobus delle 7.45, e io, avendo il lavoro a due passi dalla femata, entravo in negozio e lo guardavo imprecare contro il suo cellulare, passarsi una mano tra i ricci, infilare le mani in tasca, ed esultare nel vedere l'autobus arrivare. Sempre la solita routine, ogni giorno.


5 Aprile.
7.15
La sua radio-sveglia suona ancora, mi alzo, e lo vedo alzarsi lentamente dal letto.
Questa volta prende i vestiti dall'armadio subito, lasciandone cadere alcuni a terra, e senza pensare di raccoglierli, si chiude in bagno.
Faccio lo stesso, prendo la borsa, il giacchettino ed esco.
Lo trovo al bar, stessa occhiata di sfuggita, stesso caffè ristretto zuccherato tra le sue mani.
Mi siedo nel solito tavolo, e noto che questa mattina se ne va prima rispetto agli altri giorni, così mi affretto a bere il mio caffè, pago ed esco.
Lo trovo li, in fermata, così gli passo davanti, sento il suo sguardo su di me, ma non mi giro.
Proseguo fino al negozio di libri dove lavoro, entro, mi posiziono dietro la cassa e lo guardo.
Stessi movimenti, impreca contro il cellulare, si tocca i capelli, mani in tasca, sorrisone, e scompare dentro l'autobus.


6 Aprile.
7.15
Ed ecco che la sua radio-sveglia si fa sentire.
Mi alzo, mi affaccio, ma è ancora nel suo letto.
Scuoto appena la testa, pensando che è strano, solitamente a quest'ora dovrebbe essere in bagno.
Presi i vestiti, e mi chiusi in bagno.
Anche se la sua giornata non era ancora iniziata, la mia lo era e come.
Presi la borsa, il giacchetto, e come tutti i giorni uscii di casa.
Ogni giorno era sempre uguale al precedente, avevo bisogno di una scossa, che mi facesse scordare quella monotonia.
Arrivo in quello squallido bar, ordino il solito caffè e mi siedo.
Sento qualcuno correre, e aprire la porta velocemente.
- Di nuovo in ritardo.. - mormora, guardando il barista.
- Il solito. - dice semplicemente.
Cerca con lo sguardo un posto libero, finchè non arriva al mio tavolo.
- Posso? - domanda, sedendosi.
- Oh, certo. - abbasso lo sguardo sul mio caffè.
Sorride, e aspetta che il barista si avvicini e gli porti il caffè.
- Comunque io sono Sarah. -
Dopo un mese, ero riuscita a presentarmi. Diamine, è un grande passo avanti.
Abbassa lo sguardo, scuote la testa e ride nervosamente.
- Comunque io sono Harry. - sorride, imitando il mio tono di voce.
Sorrido di rimando, sentendo il cuore esplodere.
- Adesso devo andare, ci vediamo domani, giusto? - dice, posando una mano sulla mia.
- Stessa ora, mi raccomando. - rido appena, notando un leggero rossore comparire sulle sue gote.
Fa per alzarsi, ma si ferma e torna seduto, con lo sguardo fisso su di me.
- Non sai per quanto tempo ho aspettato questo momento, Sarah. -

  
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