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Autore: Jayden Akasuna    08/09/2012    0 recensioni
Raccolta di one-shot, scritte così, di getto, con nessuna attinenza con la trama del manga.
Solo piccole storie senza pretese, con la speranza di riuscire a comunicare il mio modo di vedere i personaggi, in una luce diversa da quella consueta. Ad ogni mese è associato un ninja, spero vi piaccia questo particolare calendario!
1 cap. Gennaio-Per amore di un assassino [Hidan]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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Gennaio.


Dolore.

Nient'altro che dolore.

E' come un lungo brivido, che scuote tutto il mio corpo e mi spinge alla fuga.

Ma allora, perchè diamine ho ancora gli occhi fissi nei suoi?

Quegli occhi, così freddi, spietati, senza un briciolo di umanità...

No, non può essere umano. Non lo è.

Eppure, sono qui bloccata, i miei muscoli non sembrano avere intenzione di assecondare le urla silenziose che mi stanno esplodendo nella mente.

Ma c'è anche qualcos'altro che mi impedisce i movimenti...

Il suo corpo, pallido e bianco, disteso sul mio, in un contatto glaciale, come quello di due nemici costretti a condividere uno stesso, microscopico spazio; ma dentro me so che ribellarsi non ha senso, è competamente inutile. Non posso competere con la forza delle sue braccia, fasci di muscoli asciutti che mi tengono incatenata a lui, con una velata minaccia di farmi provare un dolore tanto forte da desiderare di mettere fine alla mia stessa vita. Mi arrendo così, come un agnello con il pastore che giunge per condurlo al macello, ed ancora una volta guardo fisso in quegli occhi, che emanano un lieve scintillìo di desiderio.

"Tu sei malato..." sussurro, con la voce ridotta a un bisbiglio appena udibile, così piano da poter sperare che lui non abbia sentito...

Macchè.

Le sue mani smettono improvvisamente di indugiare sul mio corpo, e per un fragile istante oso sperare che la tortura non abbia luogo affatto, che per una notte io possa essere libera da ciò che sta dividendo la mia anima a metà. Una metà che vuole fuggire lontano, via da questo mondo infernale che non ha pietà nemmeno per una misera prigioniera in una cella claustrofobica, da cui filtrano solo pochi raggi, e solo nella notte di plenilunio. Come questa.

Le sue labbra si avvicinano lentamente al mio orecchio, mormorando con aria di sfida

"Si, sono malato. Ma tu sei mia, e ora te lo dimostrerò."

Prevedibile.

Getto una rapida occhiata ai miei vestiti, che giacciono insieme ai suoi sul pavimento di pietra. Che, per la cronaca, non è affatto comodo, ma non è di certo un luogo in cui posso permettermi cuscini di piume. Anche se fosse, non migliorerebbero la situazione, immagino.

Il suo dito scorre con delicatezza seguendo i lineamenti del mio viso, poi sul collo, e infine scende sul mio petto, in mezzo ai seni che avevo sempre avuto vergogna di mostrare. Ma per lui, io non posso avere segreti. Mi ha privato di ogni dignità. Affondo le unghie nella sua schiena, per tenermi occupata mentre lui fa i suoi schifosi comodi. Sperando che, almeno questa notte, risultino schifosi davvero.

Un sorriso increspa le sue labbra, mentre mi costringe ad aprire le gambe e a stringermi di più a lui, controvoglia. O forse no?

"Non ti farò nulla finchè non sarai tu stessa a pregarmi"

Ah già, ora ricordo perchè odio il plenilunio.

Perchè c'è sempre un momento in cui perdo ogni controllo di me, e ogni mia cellula brama l'essere un tutt'uno con il mio aguzzino, con colui che ora sta aspettando, con aperta impazienza, un mio segno di cedimento.

Questo silenzio è ancora peggio delle sofferenze che sono costretta a patire ogni giorno da quando mi hanno catturata; passano secondi, minuti, e non accade nulla.

No, non voglio. Voglio che succeda.

Con una mano tremante, avvicino il suo viso al mio, sfiorando i suoi capelli d'argento illuminati dal bagliore spettrale della luna, e lo bacio, piano, poi con più trasporto...

Chiudo gli occhi...lui risponde al bacio, ma si stanca ben presto e scende a baciarmi ogni centimetro di pelle, la sua lingua esperta accarezza le mie forme...

Sento una fitta di dolore acuto al basso ventre...ma no, non voglio che smetta...

Lascio che penetri in me, con forza, per assaporare quel piacere proibito che tanto brama..ma non posso mentire a me stessa, lo vogliamo entrambi...

Le sue spinte si fanno sempre più rapide, il dolore quasi svanisce lasciandomi in balìa di un piacere maledetto, mentre il suono dei nostri gemiti copre il consueto ticchettìo dei miei pensieri, annullando ogni altra sensazione. La lussuria mi ha condotto qui..in questo tunnel senza uscita, o forse ce l'ha, ma perchè dovrei trovarla? Voglio continuare a godere, si, ancora di più...

E finalmente sento il mio corpo esplodere, all'apice del piacere, e l'assassino che me lo sta procurando viene dentro di me, completando il quadro di un momento meravigliosamente perverso.

Nulla può spiegare la sensazione di pienezza che averto vedendo il suo ghigno soddisfatto, mentre si riveste e mi getta un'occhiata distratta, prima di uscire dalla cella richiudendomi dietro le sbarre e sibilando un "A presto" con una voce suadente, che mi fa sentire profondamente sporca dentro, nella mia anima, dove lui non guarderà mai.

Già, i pluriricercati non hanno tempo per queste smancerie.

Ma in fondo, io stessa ho accettato di andare incontro a questo destino.

Dal giorno in cui ho incrociato i suoi occhi magnetici e sfuggenti.

Il modo per uscire da questa cella, ormai lo conosco a memoria. Ogni passo, ogni centimetro che mi divide dalla mia libertà; ma sono consapevole che non lo utilizzerò mai.

Per amore di un assassino.

  
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