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Autore: emme30    08/09/2012    11 recensioni
Raccolta di Daddies!Seblaine per la Seblaine Week organizzata su tumblr.
#1 Ricordi della Dalton; #2 Litigi; #3 Troppo vecchi per certe cose; #4 La popolarità non fa bene alla famiglia; #5 Il discorso del Diploma; #6 Addio Papillon; #7 Bwein e Scebascia
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Daddies!Seblaine'
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"Papà, non vogliamo dirle addio..."

 

Tommy, sbrigati, muoviti, muoviti!

Sto andando più veloce che posso, non ho intenzione di fare un incidente!”

Muoviti!”

Annie, non sei l'unica in ansia, per favore calmati.”

Muoviti che è verde!

Tommy si mangiò un'imprecazione prima di schiacciare il pedale dell'acceleratore e ripartire; Annie era accanto a lui sull'orlo di una crisi di pianto, i pugni stretti e senza neanche la cintura di sicurezza addosso, tanto era stata la fretta di ripartire dopo scuola per arrivare a casa. Non avevano avuto il tempo neanche di salutare Lucy e Michael; non appena Blaine li aveva chiamati erano sfrecciati a casa, in pensiero e completamente devastati dalla notizia che aveva dato loro il padre. Annie sentì una lacrima scivolarle lungo la guancia e non si preoccupò neanche del mascara che si scioglieva e colava: contava solo i secondi che la tenevano lontana dalla loro dimora.

Tommy rischiò due incidenti per la fretta ma, alla fine, arrivarono a casa. Annie non aspettò neanche che parcheggiasse bene; non appena furono sul vialetto, aprì la portiera e si catapultò fuori, abbandonando la borsa e qualunque altra cosa all'interno dell'abitacolo per affrettarsi verso l'uscio.

Non ebbe neanche il tempo di suonare al campanello, Blaine li aveva visti arrivare e aprì la porta ad una Annie trafelata con le guance bagnate, seguita da Tommy che aveva lasciato la macchina in mezzo ai piedi, pure lui con gli occhi lucidi e in ansia.

Siamo arrivati in tempo?” chiese Annie mentre entrava in casa guardandosi intorno, temendo la risposta del padre e sperando di essere stati abbastanza veloci.

Lui annuì triste ai due ragazzi, per poi sospirare affranto e passarsi una mano tra i capelli.

In salotto,” mormorò sconsolato, seguendo entrambi che si erano precipitati nel vano senza neanche togliersi le giacche di dosso.

Annie cercò di ricacciare indietro le lacrime, ma non ci riuscì quando entrò nella stanza e i suoi occhi caddero sul divano dove era seduto Sebastian.

Lui guardò i figli triste, ma non si alzò, visto che aveva la testa di Papillon adagiata sulle gambe e le stava accarezzando la schiena lentamente e con tutta la dolcezza possibile.

Non appena i ragazzi entrarono, il cane se ne accorse e provò anche ad alzare il capo dal grembo di Sebastian, ma non ci riuscì e ricadde contro le gambe dell'uomo, guaendo dal dolore.

Shhhh bella, stai giù, sono arrivati i ragazzi, stai tranquilla,” le sussurrò tenero Sebastian, grattandole dietro l'orecchio, mentre lei manifestava l'apprezzamento di avere Annie e Tommy a casa scodinzolando un poco.

I due ragazzi si avvicinarono veloci al divano, sedendosi ai piedi di esso per andare a coccolare Papillon che, ormai, non riusciva più a muoversi.

Annie si inginocchiò accanto alle gambe di Sebastian e, mentre calde lacrime le rigavano in volto, cominciò ad accarezzare la testa del cane, sorridendo debolmente ai suoi tentativi di mostrare che era contenta che fosse lì.

Ehi, ciao amore,” riuscì a dire la ragazza, ingoiando tutto il dolore che sentiva nel petto nel vederla così debole e indifesa.

Era cominciato tutto un mese prima, quell'incubo.

Papillon aveva cominciato a non mangiare più, a lasciare sempre più crocchette nella ciotola, per poi passare le giornate a dormire senza avere più la voglia di andare a fare le passeggiate in giro per il quartiere. Tutti in casa sapevano che era vecchia; erano passati dieci anni da quando era entrata nelle loro vite, ma nessuno di loro aveva mai pensato di doverle dire addio così presto.

Ci aveva pensato il veterinario a riportarli alla realtà quando erano andati a fare il controllo, confermando che la loro ormai non più cucciola era malata e che, purtroppo, non avrebbero potuto fare nulla per lei.

Sebastian e Blaine erano rimasti devastati dalla notizia; quando erano arrivati a casa e avevano adagiato Papillon nella sua cuccia in soggiorno – non se la sentivano proprio di farla dormire in giardino – , i nervi di entrambi erano ceduti e avevano aspettato il ritorno dei ragazzi per comunicar loro la brutta notizia.

Annie non l'aveva presa male, di più. Aveva pianto come non piangeva da anni quando le avevano detto che a Papillon restava ancora un mese lì in casa con loro. Aveva anche strillato arrabbiata con il mondo e poi si era addormentata tra le braccia di Sebastian, mentre le lacrime le rigavano ancora le guance.

Tommy invece, al contrario della sorella, non aveva fatto scenate, forse perchè più grande, forse perchè maschio, forse perchè Papillon dormiva quasi sempre in camera sua quando pioveva; si era ammutolito completamente. Si era sdraiato nella cuccia accanto a lei ed era rimasto a coccolarla, piangendo in silenzio fino che non si era addormentata.

E in quel mese d'inferno, i due ragazzi avevano fatto di tutto per rimanere il più possibile vicini alla loro Papillon, coccolandola e viziandola fino all'inverosimile e, con loro, anche Blaine e Sebastian.

Ne avevano parlato tanto in quel periodo, e nessuno dei due sembrava in grado di accettare la cosa, insomma, Papillon era una parte della famiglia, poco importava fosse un cane e non un essere umano; per loro era quasi come una figlia.

L'avevano allevata, accudita, addomesticata e amata con tutto il cuore in quei dieci anni. Era sempre stata l'animale da compagnia perfetta e, soprattutto, aveva dato loro l'amore che solo un cane era in grado di dare.

Poi quel mese era passato, e Blaine aveva chiamato Annie al cellulare quel giorno dicendole di andare a casa il prima possibile per salutarla, perchè poi sarebbero andati dal veterinario.

Annie fece scorrere le dita tra i ciuffi ispidi di pelo di Papillon, mentre lei tirava fuori la lingua per leccarle l'altra mano.

Shhh buona amore, siamo qua adesso. Andrà tutto bene,” la rassicurò la ragazza, mentre dai suoi occhi sgorgavano grossi lacrimoni che non si preoccupò neanche di asciugare.

Papillon fece un piccolo verso prima di ruotare la testa e guardare Tommy, seduto accanto ad Annie con le guance bagnate. “Ehi, bella, sono qui, siamo tutti qui,” mormorò lui con un singhiozzo.

Blaine raggiunse Sebastian sul divano, sedendosi accanto a lui e stringendogli forte la mano, i suoi occhi lucidi come quelli di tutti gli altri occupanti della stanza.

Vi ricordate,” sussurrò Annie senza smettere di accarezzarla e di piangere, mentre sulle sue labbra comparì un minuscolo sorriso. “Di quella volta che era piccola piccola e l'abbiamo beccata sotto il letto di papà a mangiarsi i suoi mocassini?”

I miei mocassini preferiti,” commentò Blaine, asciugandosi gli occhi. “Certo che me li ricordo, ma era un cucciolo ancora... non potevo arrabbiarmi più di tanto.”

Io mi ricordo di tutte le volte che abbiamo lasciato qualcosa sul tavolo da mangiare e dieci minuti dopo era già magicamente scomparso,” commentò Sebastian, ridacchiando e passando una mano sulla schiena di Papillon, che aveva cominciato a scodinzolare.

E quella volta che è saltata addosso alla ragazza di zio Coop? Mamma mia che ridere, ti ricordi Paps?” Annie fece strofinare il naso con quello del cane, che tirò fuori la lingua per leccarla piano, muovendo la coda per tutto quell'amore che sentiva nell'aria.

Rimasero tutti in silenzio per un paio di attimi, persi nei proprio ricordi senza riuscire a smettere di coccolare il cane, fino a quando un guaito più pronunciato da parte di Papillon non ruppe quella quiete.

Blaine, dobbiamo andare.”

No papà, no, ti prego!” Annie si rivolse a Sebastian con la voce rotta dal pianto. “Ti prego papà, no.”

Tesoro,” anche Sebastian si stava commuovendo, si asciugò le lacrime dal volto e le passò una mano sulla guancia. “Sta male, sta molto male. Dobbiamo andare.”

Annie fissò il padre con gli occhi pieni di lacrime, prima di lasciarsi andare a un pianto a dirotto mentre abbracciava Papillon e la stringeva a sé. “Ti voglio bene Paps, te ne voglio tantissimo. Ti prometto che andrà tutto bene.”

Il cane le leccò la faccia e chiuse gli occhi, facendole capire quanto anche lei le volesse bene.

Tommy era una devastato almeno quanto la sorella, abbracciò forte Papillon sussurrandole qualcosa che nessuno riuscì a capire, ma le sue lacrime e la sua faccia parlarono per lui.

Poi Sebastian si alzò e, con moltissima cura e con l'aiuto di Blaine e Tommy, prese il cane in braccio per portarla in macchina. La fecero adagiare su una coperta nel bagagliaio mentre lei li guardava con due occhi spalancati che avrebbero fatto piangere chiunque.

Quando Annie e Tommy la salutarono per l'ultima volta, provò a scodinzolare ma non ci riuscì, quindi cominciò anche lei a piangere piano, aumentando il dolore che sentivano tutti.

Sebastian chiuse il bagagliaio mentre Blaine abbracciava Annie che non riusciva a darsi una calmata, per poi avvicinarsi a Tommy e al resto della famiglia.

Andiamo solo noi, torniamo presto. Rimanete a casa,” mormorò, lasciando un bacio sulla fronte della figlia e cercando la mano di Blaine.

I due uomini salirono in macchina e, un minuto dopo, erano spariti dalla loro vista, portandosi dietro Papillon.

Nessuno dei due ragazzi ebbe il coraggio di rientrare in casa; rimasero seduti sul gradino fuori dall'uscio, a tenersi la mano e a piangere, immersi in un silenzio interrotto soltanto dai singhiozzi di Annie.

Sai a cosa sto pensando?” mormorò Tommy all'improvviso.

N-no.” Annie si strofinò gli occhi neri dal mascara che le era ormai colato dappertutto.

Alla prima giornata che abbiamo passato con lei, a come abbiamo scelto il suo nome, a come papà non la voleva e poi siamo riusciti a convincerlo. Quanti anni avevamo?”

Io sette, tu nove. Me lo ricordo anche io... è stata una delle giornate più belle della mia vita.”

Tornò il silenzio, ma le lacrime di Annie diminuirono, soprattutto grazie alla voce calma e protettiva del fratello e al suo palmo che non accennava a lasciarla andare.

Si tennero per mano fino a quando non tornarono a casa Sebastian e Blaine, entrambi con gli occhi rossi e il viso triste. Si abbracciarono tutti e quattro e rientrarono in casa, cercando di non pensare troppo al fatto che un pezzo importante della loro famiglia non c'era più, ma che, sicuramente, sarebbe vissuta ancora nei loro ricordi.

 

 


Beh, il prompt era Angst... quindi non guardatemi così! Dovevo scrivere qualcosa di tristissimo e che spezzava il cuore e beh... ormai si sa che sono un po' una baldracca, quindi va bene!
Nonostante io sia molto cattiva spero che vi sia piaciuta, e niente, a domani con l'ultima, sigh.

Marti

   
 
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