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Autore: Ariacqua    08/09/2012    2 recensioni
Una goccia mi solca la guancia,
mischiandosi fra le mie lacrime
un calcio mi colpisce dall’interno della mia pancia
ed è proprio in quel momento,
sotto la pioggia in un freddo pomeriggio di Novembre,
che lancio un ultimo grido.

- I prensieri di Annie Cresta dopo la morte di Finnick.
NB. Questa non è una FF normale, si avvicina al genere poetico.
LE RIPETIZIONI SOLO ASSOLUTAMENTE VOLUTE.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimo grido.

Sabbia bagnata sotto i miei piedi
Onde che prolungano il loro frangente sino a bagnarli completamente.
Ho freddo,
tanto non m’importa
non posso rimediare
nemmeno le più pesanti delle lane potrebbero rendermi calda
e ora dimmi tu come è possibile.
Tutto è spento
Tutto è buio
Da quando tu non ci sei
Stringo me stessa in una felpa
Nella tua felpa
Ricordi quando l’avevi addosso e mi stringesti, amore?
Ero cieca prima d’incontrarti, e lo sono ancora di più
Perché tu sei andato via,
via da tutto,
via dal mondo,
via da me.
E tu dimmi ora come fare
A recuperare quel briciolo di ragione,
quel briciolo di ragione che lottava contro la pazzia infuriata fra le mie membra,
quel briciolo di ragione che solo tu potevi farmi recuperare,
ogni volta che scivolavo via da quella che voi chiamate realtà,
ogni volta che davanti a me c’eri tu ma i miei occhi erano impegnati a ricordare quanto sangue colava da quelle teste mozzate.
Un po’ come ora sai, amore?
Davanti a me c’è il mare, ma vedo solo te.
Realtà buffa, realtà crudele.
Ora vedo solo te, anche se cerco di non ricordare
Ma tanto si sa che più cerchi di non pensarci, più la tua mente ci pensa,
trovando un divertimento perverso a portarti sempre più verso la pazzia.
Ora avrei solo bisogno dei tuoi abbracci
mai come ora un tuo abbraccio significherebbe mille parole dolci per il mio cuore infelice.
Ogni volta che aiutavi la mia mente a ragionare
ogni volta che aiutavi il mio corpo a combattere contro i ricordi
ogni volta ci avvolgeva silenzio,
ma quel silenzio era tutt’altro che opprimente
dopotutto si sa, il silenzio parla quando le parole mancano
e quant’è vero.
Le lenzuola impregnate del tuo profumo
mi ricordano che ci sei sempre stato,
anche e, soprattutto, nei momenti più difficili;
e ora, ora perché non sei qui?
Perché non sei qui a stringermi forte fra le tue braccia?
Ti hanno portato via da me,
ti hanno portato via da me brutalmente
ma se sei morto,
se sei morto davvero
non lo sei stato invano
e per quanto la mia mente combatte per sostenere questa tesi
il mio cuore non la pensa così.
Il mio cuore.
Il mio cuore ormai ridotto in condizione misere
Il mio cuore riempito solo da quelle che a me sembrano schegge di vetro.
Sai cosa si prova, vero, amore?
Una mano nella tasca
poi l’altra
un piccolo foglio di carta viene percepito dal mio tatto;

 
“Annie. I tuoi occhi verdi, i tuoi capelli neri come la pece che emanano sempre quel profumo si salsedine che a me piace tanto, la tua pelle candida, la tua purezza d’animo. 
Ricordo ancora come fosse ieri il giorno in cui ti incontrai la prima volta. Eri seduta su quello scoglio solitario, la punta dei tuoi piedi erano bagnate dall’acqua salata di mare. Volgesti il tuo sguardo verso di me, ed è stato allora che li vidi. I tuoi occhi, verdi quasi come i miei. Quei tuoi occhi che mi colsero di sorpresa.
Ecco un raggio di sole che colpisce il mio foglio, il primo di quella che sarà una micidiale giornata. “Mietitura” la chiamano. Settantacinquesimi Hunger Games. La verità è che ho paura, ma ormai sono così abituato a nasconderla. Ho paura, Annie, di non riuscire più a tornare da te. Ho paura di lasciarti sola e farei di tutto, tutto ciò che è nelle mie possibilità, per non farlo accadere. 
Ti vedo qui, vicino a me che dormi. Ti vedo qui vicino a me, eppure sembri già così lontana. 
La tua tenerezza è quasi disarmante, Annie. Vorrei restare qui per sempre, ma il mondo gira, il mondo cambia, e a me sembra che diventi sempre più spietato e crudele ogni giorno che passa.
Non so se riceverai queste misere parole, parole di sfogo, parole inutili. Ma se un giorno le leggerai, ed io sarò lontano, ricordati in cuor tuo che io non me ne sono mai andato, che io sarò sempre al tuo fianco.
 
Ti amo,
Finnick”
 

Lanciato con tutta la forza che posseggo,
 un sasso riesce a bucare la quiete del mare
un rumore sordo, al quale se ne aggiungono altri.
Singhiozzo,
singhiozzo strozzato,
ed una lacrima salata riesce a fuggire dal mio controllo
unendosi alla salinità del mare.
In cielo minaccia di piovere
ma cosa importa se in corpo mio piove già?
Lacrime ormai copiose graffiano il mio viso
lo tagliano come fossero lame.
Oh, dove sei in questo pomeriggio di Novembre?!
Ricordi continuano ad infrangere il piccolo limite imposto dalla mia mente,
ricordi minacciano di farmi uscire dal senno,
di nuovo amore,
e ancora,
e ancora.
Sferzo un calcio all’acqua,
la ragione è ormai una cosa irraggiungibile
quanto lo sei tu.
Una goccia mi solca la guancia,
mischiandosi fra le mie lacrime
un calcio mi colpisce dall’interno della mia pancia
ed è proprio in quel momento,
sotto la pioggia in un freddo pomeriggio di Novembre,
che lancio un ultimo grido
prima di capire che in realtà non sono sola.


 

Angolo creato per merà di Aria e per metà di Acqua.  
L'ANGOLO DI ARIACQUA.

Ssssssalve!
E' parecchio triste, lo so, ma cosa possiamo farci... Ho solo cercato di "mettere su carta" le sue emozioni ed i suoi pensieri.
Se non vi sono chiare alcune cose, non esitate a chiedere!
Con la speranza che questa misera cosetta vi sia piaciuta,
Ariacqua (ex Rosie_posy) vi saluta calorosamente, invitandovi a recensire. (:

 

  
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