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Autore: SFLind    08/09/2012    3 recensioni
- Non credere mai a quel tizio – disse. Guardava in basso da dietro il bancone, asciugando l’interno di un bicchiere.
- Non porta niente di buono! -.
Non era irritato. Più che altro sembrava chiedermi disperatamente di seguire il suo consiglio.

[Personaggi Principali: Fem!RomanoVargas/South Italy, Male!Belgium]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belgio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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COME ARRIVAI AD ODIARE LA PANNA
 
Introduzione.
 
 
- Non credere mai a quel tizio – disse. Guardava in basso da dietro il bancone, asciugando l’interno di un bicchiere.
- Non porta niente di buono! -.
 
Non era irritato. Più che altro sembrava chiedermi disperatamente di seguire il suo consiglio.
 
- Quindi non dovrei credere nemmeno a tutti i suoi complimenti? – chiesi io allora.
Neanche io ero nervosa – non avrei ceduto alla avance di quel tipo nemmeno in un milione di anni – ma la mia voce suonò leggermente più infastidita di quanto avessi pianificato.
 
Rimase un po’ così, gli occhi verdi fissi su di me, e contemporaneamente nel vuoto.
- Certo che no – rispose con cortesia – Forse i complimenti sono quelle sole volte in cui è sincero -.
Abbassò gli occhi ancora, tornando al suo bicchiere.
La divisa da cameriere non gli donava un gran ché e i capelli biondi che gli cadevano sul viso erano visibilmente bagnati.
La fronte e il mento brillavano di sudore.
 
- Bene – mi limitai a dire.
Perché di parole in mente non ne avevo tante, e faceva troppo caldo per pensarne di nuove.
 
 
Quella piccola cioccolateria a Bruxelles fu solo una delle tante tappe di quell’estate.
Partii di Giugno, con solo un borsone e un trolley, tornai di Settembre, con lo stesso borsone e lo stesso trolley.
Avevo girato parecchio in Europa, fermandomi un po’ ovunque: Bruxelles, Parigi, Madrid, Lisbona, risalendo verso l’Inghilterra e la Scandinavia, virando poi di nuovo verso Sud.
 
Verso Roma.
 
Avete mai sentito il detto “Tutte le strade portano a Roma”?
Beh, io e il mio maggiolino le abbiamo le abbiamo percorse tutte, in lungo e in largo.
Un minuscolo rottame anni 70’ che non so nemmeno io per quale Santo ancora cammini.
Mi ha accompagnato ovunque, senza mai lasciarmi a piedi (tranne una volte, a Parigi, dove ho dovuto chiedere l’autostop).
Il mio primo giorno di scuola, il giorno della Maturità, al mio sedicesimo compleanno e poi al mio diciottesimo.
Era sempre lì, con il Nonno alla guida e Feli sul posteriore.
 
Una volta me la feci prestare dal Nonno per portare Feli a scuola. Avevo appena preso la patente e già mi sentivo un adulto responsabile.
Eppure, mi erano bastati solo due minuti di “Non mi va di andare a scuola oggi” che già avevo fatto inversione.
Quel giorno ce ne andammo in campagna.
Mi ricordava tanto una di quelle giornate giù in Sicilia, a trovare la Nonna.
E io immaginavo di essere un po’ come lei; tenevo d’occhio Feli e le ripetevo di non allontanarsi, o di stare attenta, quasi non sapessi che mia sorella aveva già sedici anni.
 
Poi, però, mi rendevo conto immediatamente che la Nonna non avrebbe mai nemmeno pensato tutte le parolacce che le sparavo contro quando invece non mi stava a sentire…
   
 
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