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Autore: willow11    08/09/2012    7 recensioni
Santana in un piccolo viaggio in nave conosce Brittany.
-Parlami di te…-
Santana si destò nuovamente, possibile che quella ragazza la interrompesse ogni volta che la sua mente la riportava tristemente a Quinn?
La ballerina a quel punto smise di guardare il cielo e si girò verso di lei.
-Cosa vuoi sapere?-Domandò curiosa
-Quello che vuoi…- Rispose semplicemente.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Anche se era inizio autunno
ieri ero in nave, in viaggio
e mi annoiavo
buona lettura
C


Anche se era inizio autunno





-Si… Si…- ripeté seccata –sto solo prendendo una cazzo di nave mamma…- Urlò facendo girare un paio di automobilisti fermi in fila.

Sbuffò seccata e si girò a guardare il molo –Va bene, ti mando un messaggio quando parto…-sospirò rassegnata continuando a seguire il passo degli altri passeggeri.

-Mamma quando arrivo sarai ancora a ronfare come un trapano…- Tuonò nuovamente incrociando gli sguardi divertiti di un gruppo di ragazzi con gli zaini e i sacchi a pelo.

-Addio Fernanda- Decretò chiudendo repentinamente la chiamata.

Santana soffiò rumorosamente e posò il telefono nella borsa.

Poi si guardò intorno.

Fortunatamente, nessuno parlava la sua lingua.

In teoria.

Diversi minuti dopo, la fila riprese a muoversi e, finalmente, entrò.




-Santana Lopez- enunciò la latina mostrando la propria prenotazione.

L’uomo prese il foglio cominciando a digitare i dati al computer.


-Io dico che è meglio il ponte 9- cominciò una delle ragazze del gruppo coi sacchi a pelo.

Santana si girò sentendo parlare inglese.

-Ma paperotta è l’ultimo, vanno sempre tutti li, rimaniamo qui avremmo più privacy- rispose il ragazzo dai tratti orientali facendogli una carezza.

-Ma così saremo più in alto… Voglio andare a vedere le stelle cadenti Mike-
 

-Miss. Lopez- la richiamò l’uomo distogliendola dai suoi pensieri -la sua cabina è la 8113, ponte 8 a sinistra-

-Grazie- si sforzò la ragazza cercando di pronunciare la parola il più corretto possibile.

-A lei- rispose l’uomo cordialmente.

La mora prese la tessera magnetica e si girò alla ricerca del gruppo di prima che, era magicamente sparito.


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-Si… pa…iti…. tto ok… on… pre… nde- pronunciò a intermittenza per poi staccare definitivamente il suo cellulare.


-Hai una mamma premurosa-

-Cosa?- Chiese titubante la latina dopo aver riconosciuto la ragazza delle stelle cadenti.

-Sei americana no?- Domandò ovvia la ragazza bionda sedendosi nella poltroncina accanto a lei.

-Ce l’ho scritto in fronte?-

La bionda allora fece uno scatto verso di lei.

Santana automaticamente indietreggiò ma poté sentirne il profumo, sapeva di primavera.


-Non mi pare che ci sia scritto niente…- Rispose poi la ragazza.

La latina allora aggrottò le sopracciglia perplessa.

-Ti ho sentita parlare inglese e allora ho supposto… Anche io sono americana- esclamò sorridente.

Santana continuò a guardarla non capendo dove quella ragazza volesse arrivare, ma era così, bizzarra.

-Senti posso farti una domanda?-

La latina annuì in un misto tra il divertito e il basito.

-Perché tua madre ti chiama in continuazione? Voglio dire, intanto spenderà tantissimo a chiamarti da laggiù…-

L’ispanica continuò a seguirla confusa pensando a quanto buffa fosse quella situazione.

La bionda sembrò non curarsene minimamente e continuò -e poi mi sembri un po’ grandicella per dare conto a tua madre… Avrai la mia età suppongo…-


-Britt vieni! Tina ha preso i panini…- Urlò il ragazzo di prima.

La bionda si girò verso l’amico e gli fece un cenno con la mano.

-Hai mangiato? Vuoi unirti a noi?-

-No grazie non ho fame…-Rispose imbarazzata la latina.

-Ok, allora ci vediamo dopo…-Sorrise.

Santana la guardò allontanarsi saltellando e scosse la testa scombussolata.

Un pensiero le attraverso la mente così velocemente che non ebbe il tempo di censurarlo.

Quella ragazza era davvero bella.


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Dopo essersi concessa un gelato al pistacchio (non era a dieta, ma i parenti spagnoli da cui aveva passato un’infinita settimana per poco non le servivano un toro intero con le corna), decise di uscire a prua.

Dopo un paio di passi si appoggiò alla ringhiera e guardò giù.

Non riuscì a non sorridere amara.



-Allontanati da li, non farò il leonardo di caprio della situazione- intimò la latina.

-Perché no?- Chiese l’altra con un ghigno divertito, mentre saliva sulla ringhiera.

-Perché rischieresti di lasciare orfana la tua figlia illegittima- replicò senza spostarsi di un millimetro.

-Sei sempre la solita guastafeste Lopez- la guardò l’altra storcendo il muso.

La mora non se lo fece ripetere due volte, fece uno scatto e la strinse da dietro.

-Non vale usare quel musetto con me- le sussurrò all’orecchio prima di morderlo mentre guardava il sole scomparire all’orizzonte.

-Preferiresti che lo usassi con qualcun'altra forse? Effettivamente la ragazza alla reception non era niente male- replicò provocatoria facendole un occhiolino.

La mora allora annullò le distanze con un bacio per niente casto.

-Non osare neanche pensarlo, tu sei mia Fabray-



-Sei sempre così… Solitaria?-

Riconoscendo la voce, Santana si girò verso la bionda, che probabilmente doveva chiamarsi Brittany, abbandonando i suoi pensieri.

-E tu sei sempre così… Chiacchierona?- Replicò facendole il verso.

-In realtà no… Ma siamo in viaggio da due settimane e mi sono stancata dei miei amici, non fraintendermi, gli voglio bene, ma sono sempre le stesse persone- spiegò indicandoli.


L’ispanica guardò il gruppetto dei ragazzi con i sacchi a pelo e gli zaini, riconoscendo l’orientale di prima.


-Stiamo girando l’Europa in sacco a pelo, divertente no?-Continuò la bionda.

Santana annuì continuando a squadrare il gruppo individuando un’altra asiatica, un ragazzo alquanto buffo con la cresta, uno che sembrava il fratello maggiore di Justin Bieber, e infine una strana tizia vestita leopardata, una che sembrava avesse poco a che fare con tende e roba del genere.

-Così sembra-

-E tu? Come mai viaggi dalla Spagna all’Italia?- Chiese la ragazza guardandola negli occhi.


Santana notò come quell’azzurro risultasse così limpido e luminoso nonostante la notte, e si perse per qualche secondo.


-Ho qualcosa negli occhi?-

-No… io…- Si affrettò a giustificarsi la mora completamente imbarazzata –Sono stata a trovare dei parenti in Spagna con mia madre- spiegò la latina.

-Quindi le costa meno…-

La mora annuì con un sorriso stupito –già…-

-E adesso lei dov’è?-

-Ancora a Granada, avevo bisogno di una pausa e allora sono saltata sulla prima nave disponibile… E poi volevo approfittarne per vedere Roma, non ci sono mai stata e…-

-E’ magnifica…-

-Ci sei già stata?- Chiese la mora incuriosita.

-Si, ci ho fatto una tournée un paio di anni fa…-

La latina la squadrò per bene, notando il fisico tonico e gli arti affusolati.

-Sei una ballerina?-

La bionda annuì e indicò l’orientale poco distante da lei –si, io e Mike balliamo insieme da una vita-

-Bhe è bello quando nelle relazioni si condividono le passioni- disse accorgendosi troppo tardi di averle chiesto indirettamente se era fidanzata.


Ma che le prendeva? Stava Flirtando forse?


Sua madre sarebbe stata felice.

La ballerina scoppiò a ridere –Mike è praticamente un fratello maggiore per me-

La mora si sentì, stranamente, sollevata.

-Anche se tecnicamente sono più grande io di qualche mese… Ma lui è così… Protettivo-

Santana sorrise, chiedendosi come fosse possibile non esserlo con quell’essere così singolare e… Affascinante?

Si, stava flirtando.


-BrittBritt ti metti a parlare con le belle ragazze e non me le presenti?- Le interruppe il ragazzo con la cresta avvicinandosi a loro mentre mangiava con gli occhi la latina.

-Sempre il solito, Noah lei è… Ops, non ti ho chiesto come ti chiami- constatò la ragazza.

-Santana, mi chiamo Santana- le sorrise la latina porgendo la mano al ragazzo senza però filarselo più di tanto.

-Noah Puckerman, ma tu puoi chiamarmi come vuoi dolcezza-

La bionda alzò gli occhi al cielo come se quella scena l’avesse vista migliaia di volte.

-Puck andrà più che bene…-

Il ragazzo alzò un sopracciglio soddisfatto –la tua amica è simpatica Britt, ti dispiace se te la rubbo per offrirle qualcosa da bere? E poi Sugar e Sam stanno salendo per vedere le stelle, non eri tu quella che voleva vederle?-

Alla bionda le si illuminarono gli occhi cosa che Santana trovò estremamente adorabile.

Da quanto tempo non sorrideva per qualcun altro?

Qualcuno che non fosse Beth.

Anche se Beth aveva sei anni.

Chi non sorrideva ad una biondissima bambina di sei anni?


-Ci vediamo dopo Santana?-

La latina annuì interrompendo il dolce & amaro filo dei suoi pensieri.

Poi si girò verso il ragazzo con la cresta che la guardava beffardo e accolse l’invito a tenerlo a braccetto.

Il ragazzo fece l’occhiolino al gemello di Bieber e s’incamminò verso l’interno della nave.

-Devo avvertirti di una cosa Puck-

-Tutto quello che vuoi dolcezza-

-Non verrò a letto con te…-




-Ehy ci avete messo poco- Constatò il ragazzo che a detta di Puck doveva chiamarsi Sam.

Noah scrollò le spalle un po’ deluso.

-Grazie per la birra Puck…- disse la ragazza avvicinandosi verso la ballerina che aveva adocchiato nell’oscurità.

Puck le sorrise prendendo posto accanto a Sam.

-Siamo circondati amico!-



-Ehy…-

-Ehy…-rispose la bionda felice di rivederla.

-E’ caduta qualche stella?- Chiese sorridente la latina, felice all’idea di passare altro tempo con lei.

Non le succedeva da tanto.

-No macché proprio non ne vogliono sapere di lasciare il cielo…- rispose delusa Brittany.

-Hai dei desideri da esprimere?- Chiesa la mora.


Ecco che continuava a filtrare.


-C’è sempre qualcosa da desiderare, ma non posso farti neanche un esempio se no non si realizzano- spiegò continuando a fissare in alto.

La latina prima sorrise e poi starnutì.

-Hai freddo… Vieni…-

Senza neanche rispondere, l’ispanica si ritrovò vicinissima a lei sotto il sacco a pelo che stava usando come coperta.


Ed ecco di nuovo quel sapore di primavera.


Si lasciò cullare da quel profumo per qualche secondo, poi aprì gli occhi e realizzò.

Era sulla parte più alta di una nave diretta in Italia, stretta ad una sconosciuta con la quale aveva parlato fino a quel momento, e stava li, sotto un sacco a pelo a guardare le stelle cadenti.

-Tutto bene San?- Chiese, come se le avesse letto nel pensiero.

La latina sussultò sentendosi chiamare in quel modo.

-Posso chiamarti San vero? Santana è troppo lungo… Ma mi piace- si affrettò a dire vedendo la mora cambiare espressione.

-E’ok… E’ solo che mi hai ricordato una persona…- Spiegò accennando un sorriso.

-Oh… Spero sia stato un pensiero piacevole-

L’spanica annuì –E’ bionda come te, ma ha sei anni…-

Alla ballerina brillarono gli occhi –Adoro i bambini, e come si chiama?-

-B… Beth- balbettò la mora, come gelosa di quel nome.


-Guarda San! L’hai vista?-

La latina si fece distrarre nuovamente, ormai la sua mente non ne voleva sapere di pensare a lei per più di dieci secondi.

Così alzò la testa cercando la stella, che ovviamente era passata.

-Si l’ho vista- mentì procurando un sorriso sul volto dell’altra.

Per attimo pensò che l’avrebbe voluta vedere davvero per desiderare di vedere Brittany sorridere di nuovo.

Il suo sorriso, non sa come, ma la faceva stare bene.

Dopo tanto tempo, forse troppo.

-Parlami di te…-

Santana si destò nuovamente, possibile che quella ragazza la interrompesse ogni volta che la sua mente la riportava tristemente a Quinn?

La ballerina a quel punto smise di guardare il cielo e si girò verso di lei.

-Cosa vuoi sapere?-Domandò curiosa

-Quello che vuoi…- Rispose semplicemente.


L’ispanica smise di pensare e cominciò a parlare.

Le raccontò di Yale, della sua vita al dormitorio e della sua tesi in economia mai consegnata; le raccontò di quando era al liceo che era la cheerleader più temuta della scuola, cosa che suonò incredibile alla bionda che la trovava semplicemente adorabile (parola che difficilmente associavano alla latina).

Le raccontò di sua madre, spiegandole che dopo la “perdita” si era presa cura di lei e dopo due anni di apatia l’aveva letteralmente presa di peso dal divano costringendola a fare quel viaggio per svagarsi.

Brittany s’incupì un po’ avvertendo che doveva essere stato un brutto periodo per quella latina appena conosciuta, ma riprese subito a ridere quando Santana le spiegò come era riuscita a scappare dai parenti spagnoli per venire a prendere quella nave diretta a Civitavecchia.

“Le sarebbe piaciuto vederla” disse poi, donandole per la prima volta un pezzo in più di lei.

“avrebbe voluto tanto sedersi ad un caffè per ordinare del bacon a colazione”

“penso che lo farò io per lei”

Brittany parlò molto poco, più che altro ascoltava, ma le piaceva, le piaceva molto ascoltare Santana che sembrava avesse la voce degli angeli.


-Scusa- disse l’ispanica dopo aver sbadigliato.

-Tranq…- non riuscì a finire che sbadigliò pure lei.

-Si è fatto tardissimo- constatò la latina guardando l’orologio –i tuoi amici si staranno chiedendo che fine hai fatto…-

-Non credo abbiano problemi...- rispose alzandosi e eaiutando la mora a fare lo stesso –però domani è una giornata lunga… Forse è meglio tornare alla base-



-Alla fine non siete in questo piano…-

La bionda si strinse le spalle –tu invece? Hai una cabina?-

Santana annuì un po’ in imbarazzo mentre rigirava la card magnetica tra le mani.

Brittany la guardò per un attimo, poi bisbigliò qualcosa, fece uno scatto, e la baciò sulle labbra.

L’ispanica rimase così, inerme, come lo era stata fino a quel momento con Brittany.

-‘notte San… Spero di esserti stata d’aiuto- le sussurrò all’orecchio prima di allontanarsi.

Entrò in camera e si mise a letto, ancora scombussolata dalla lunga chiacchierata con Brittany e dalle sensazioni provate.

Stranamente non si sentiva in colpa.

Si addormentò senza troppi pensieri, forse uno, diverso dal solito, ma le bastò a farla sorridere.


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-Buongiorno Santana… Dormito bene?-

-Puck… Buongiorno…- Rispose la latina mentre faceva la fila per il caffè –posso ricambiare la birra di ieri?- Chiese arrivando alla cassa.

-Bhe così rischi di non essermi più debitrice a vita…-

La mora scosse la testa e pagò l’ordinazione al ragazzo continuandosi a guardare intorno.

-Puck dov’è Brittany?-

-Chi?-

-Brittany…- ripeté la mora sorseggiando il caffè.


Il ragazzo la guardò perplesso.


-Bionda, occhi color cielo, fisico perfetto- Spiegò Santana volendo stare al gioco.

-Penso che se ci fosse stata una ragazza del genere ci avrei provato… Un po’ come ho fatto con te dolcezza!-


-Noah andiamo!!- Urlò la ragazza con l’abito leopardato.


Il ragazzo con la cresta si girò verso il gruppo per poi riguardare Santana.

-Se per caso cambi idea…- disse il ragazzo baciandole la guancia e lasciandole un foglietto in mano.

La latina annuì sotto shock, guardando il gruppo di ragazzi allontanarsi senza Brittany.


Aprì lentamente il foglietto con su scritto un numero di telefono e Puck.

Scivolò sulla sedia senza capire.

Poi ad un tratto si ricordò:


La bionda si strinse le spalle –tu invece? Hai una cabina?-

Santana annuì un po’ in imbarazzo mentre rigirava la card magnetica tra le mani.

Brittany la guardò per un attimo e sussurrò –perdonami Quinn-

fece uno scatto, e la baciò sulle labbra.


Strinse forte il foglietto al petto realizzando,
sempre che ci fosse da realizzare qualcosa.

Non sapeva bene se avesse visto un angelo, o se fosse stata semplicemente un’allucinazione ma per la prima volta si sentì leggera.


Scese dalla nave respirando profondamente e sentì la primavera.

Anche se era inizio autunno.






  
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