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Autore: feedez    08/09/2012    3 recensioni
E se quattro ragazzi si ritrovassero improvvisamente catapultati nel futuro? Cosa potrebbe succedere?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.





Londra, 3 Settembre 1923.


Era un monotono pomeriggio di Londra, grandi nuvole scure popolavano il cielo, minacciando pioggia. Nonostante ciò, le strade erano piene di persone, che con aria indaffarata, camminavano frettolosamente, del tutto immerse nei loro pensieri e nella loro vita frenetica quotidiana.
Il parco vicino alla scuola elementare del quartiere, era pieno di bambini che correvano a destra e a sinistra, senza mai stancarsi, mentre venivano rincorsi da madri troppo premurose che urlavano loro di mettersi il cappotto o il maglione.
L'ampia finestra del bar, dava su una piccola piazza vicino al parco, e Elisabeth guardava i passanti con occhi sognanti.
Lavorava in quello stupido covo per vecchi da più di sette mesi, per riuscire a pagare l'affitto della casa che aveva preso con la sua migliore amica.
Un piccolo appartamento, dotato di cucina, salottino, un bagno e due stanzette.
Appena l'avevano visto, se ne erano innamorate.
Lei e Hilary, avrebbero finalmente vissuto insieme.
Il suono cigolante della porta del bar che si chiudeva, la svegliò dal suo star sovrappensiero.
- Buonasera signor Richardson, le preparo il solito cappuccino? - domandò Elisabeth, ad un vecchio dall'aria stanca, che si era seduto su un divanetto blu del locale.
- Grazie Liz, troppo gentile. Come va la scuola? - chiese l'anziano, dopo aver aperto il giornale.
- Benone, grazie mille. A parte l'insegnante di biologia, che mi odia. - gli rispose la ragazza, porgendogli la tazza e due bustine di zucchero.
- Non dire così, magari è solo stupida. Comunque, ho fatto ieri i controlli del colesterolo, ne metterò una sola di bustina, “da oggi devo cambiare abitudini alimentari”, come ha detto il dottore.
- Signor Richardson, lei è in forma e i dottori sono tutti dei pazzi, come mi accennava lei qualche settimana fa. 
- Si, lo sono tutti. - le sorrise, versando lo zucchero nella bevanda.
Nonostante tutto, era simpatico. 
Non era come tutti gli altri vecchietti, tutti mezzi morti. 
Ralph Richardson era un settantenne dalla vita movimentata.
Andava a ballare il charleston insieme alla moglie, ogni giorno andava a giocare con gli amici a carte, e ovunque andasse non prendeva mai la macchina, diceva che era inutile, nonostante ne avesse una. Era molto raro incontrare qualcuno che ne possedesse una e non la usasse.
Prese un panno e cominciò ad asciugare i bicchieri che aveva lavato poco prima, mentre entrò una signora anziana piuttosto grossa.
- Buonasera Signora Connor, oggi cioccolata calda al latte o semplice?
- Ciao cara, oggi al latte, non è stata una bella giornata. - le rispose con aria triste la signora.
- Cosa è successo?
- Ci sono stati i funerali della zia della cognata del fioraio, una brava donna. 
Elisabeth era sempre più scioccata dalla Connor, non era una con le rotelle a posto. Frequentava tutti i funerali, anche quelli degli sconosciuti, in cerca di un qualche vedovo ricco da rimorchiare.
Era una povera sessantacinquenne sola, con due gatti.
A Elisabeth un po' faceva anche pena.
- Che peccato... - le disse la ragazza, cercando di sembrare davvero dispiaciuta.
- Pazienza, la morte prima o poi ci colpisce a tutti.
- Meglio poi, vero Signora Connor?
- Certamente! - rispose la donna, mentre Elisabeth le serviva la cioccolata.
Stampò lo scontrino al Signor Richardson, e prese il telefono del locale, componendo un numero.
- Chiami il tuo ragazzo? - si intromise la grassona, con un sorrisetto furbo stampato sulle labbra sottili, coperte da uno strato di rossetto rosso.
- No, la mia migliore amica. - le rispose, cercando di essere gentile.
Ma la Signora Connor non si faceva mai i fatti suoi?
- Pronto, Hilary! - disse, rispondendo al telefono.
- Ciao Liz! Come va al bar?
- Tutto bene, una giornata come le altre... 
- Entusiasmante! Senti, questa sera andiamo a ballare?
- Certo! 
- Perfetto! Ci vediamo a casa appena finisci il turno!
- Okay, baci.
Chiuse la chiamata, e ripose la cornetta al suo posto.
- Oggi farai conquiste, quindi!
- Signora Connor, i ragazzi non guardano una come me.
- Ma zitta! Sei bellissima, prova solo a truccare un po' quegli occhietti verdi che ti ritrovi, e magari arricciarti i capelli, o a raccoglierli, e anche a comprare una gonna Chanel, e forse una maschera per il viso...
- Può direttamente dirmi che faccio schifo, insomma! - la interruppe Elisabeth.
- No, sei bella ma non ti curi abbastanza.
Era la centesima volta che se lo sentiva ripetere, insieme a “Curati di più!” oppure “Chi bella vuole apparire un poco deve soffrire”. 
E in effetti per Elisabeth, cotonarsi o arricciarsi i capelli era una vera e propria tortura.
La ragazza sospirò e stampò lo scontrino alla Connor, che uscì dal locale accompagnata dal ticchettio che facevano i tacchi a contatto con il pavimento.

- Hilary, sei a casa? - chiese Elisabeth, chiudendo la porta dell'appartamento.
- No, in realtà io sono alle Hawaii, questo è il mio fantasma.
- Spiritosa lei!
- Andiamo, smettila con le chiacchiere e vatti a vestire, subito! - urlò con aria si superiorità la moretta.
- Sissignore! - le rispose con lo stesso tono Elisabeth, per poi scoppiare a ridere.
Hilary era semplicemente fantastica.
Aveva un ottimo gusto nel vestire, quando andavano insieme a fare compere, entrava sempre nei negozi più famosi, uscendo con almeno sei buste piene di gonne fino al ginocchio e cappottini beige e crema, quelli che andavano di moda.
E comprava sempre delle camicette deliziose a fiori o dai colori tenui. Un vero spettacolo.
I suoi capelli castani erano sempre perfetti, e li teneva corti a caschetto e ondulati. 
Tutto il contrario di Elisabeth, che non badava neanche ad acconciare i suoi capelli biondi, sempre a caschetto. Inoltre odiava fare shopping, la cosa per lei era alquanto terrificante.
La biondina si avviò nella sua stanza, alla ricerca di qualcosa da mettersi. Aprì l'armadio, tirò fuori un vestito a tubino nero.
- Ta dah! - disse uscendo dalla stanza per mostrarsi all'amica, dopo averlo indossato.
- No, no e no! Non ci siamo! Questa sera andiamo a ballare con i ragazzi, non puoi metterti questo! - le urlò Hilary, entrando nella sua stanza.
Elisabeth non ne indovinava una. Era capace di mettersi le cose meno adatte in tutte le circostanze. Se non fosse stato per l'amica, ora non avrebbe neanche il lavoro.
- Cosa mi metto allora? 
- Dunque... - meditò la moretta, aprendo il suo armadio e cercando tra le migliaia di vestitini dalle mille forme - Questo è perfetto! - aggiunse, tirando fuori un abitino a frange color crema.
- Va bene. - rispose Elisabeth con aria sottomessa, mentre si infilava il vestitino.
- E poi... Mettiti questo! - le disse Hilary lanciandole una fascia decorata con una piuma bianca e delle perline.
La biondina si fissò la fascia sulla testa, e si guardò allo specchio.
- Sembro un fantasma, aiutami tu con il trucco.
- Aspettavo che mi chiedessi di truccarti da un secolo! Vieni qui, ci penso io a trasformarti in una diva del cinema! - esclamò Hilary, con la cipria, la matita e il rossetto rosso in mano.
Sembrava davvero eccitata, erano rare le volte che Elisabeth le chiedeva un consiglio, e soprattutto, era raro che chiedesse di essere aiutata.
Le cosparse la polvere chiara sulla pelle, le contornò gli occhi di nero e le passò il rossetto rosso fiammeggiante sulle labbra sottili.
- Et voilà! Uno splendore! - disse Hilary, con un sorriso a 32 denti.
- Al buio! 
- Ma smettila! 
Scoppiarono a ridere.
Qualcuno bussò alla porta.
- Vado io! - urlò Elisabeth precipitandosi all'entrata e aprendo la porta, e comparirono due ragazzi castani in completo.
- Ma che chiccheria, Liz! - disse Andrew, baciandole la mano bianca.
- Troppo gentile, Andy!
- Ora è il mio turno! Buonasera signorina, posso avere l'onore di portarla a braccetto? - si intromise Louis, sorridendo e imitare ciò che aveva fatto l'amico poco prima.
- Certamente! Andremo non appena Hilary finisce di truccarsi, è un po' lunga su queste cose... 
- Eccomi, vestita, lavata e truccata! - la interruppe la moretta, uscendo di casa e chiudendo la porta.
- Allora, questa sera tutti a ballare il charleston? - aggiunse poi, appena usciti nel vialetto.
- Si, nel locale che hanno appena aperto qua vicino. - le rispose Louis, che camminava a braccetto con Elisabeth.
- Ci sarà da divertirsi! - esclamò poi Andrew, facendo lo stesso con Hilary. - Già, seratina movimentata! Non vedo l'ora! - disse Elisabeth.

Il locale era vicino alla casa delle ragazze, ed era subito diventato famoso poiché era un punto d'incontro dei giovani, che si divertivano a prendere qualcosa da bere o a ballare.
Di solito, davanti ad esso c'era sempre una grande folla di adolescenti che chiacchieravano con gli amici.
Entrarono e si sedettero ad un tavolino, vicino alla pista da ballo piena di ragazzi che ballavano il charleston a ritmo di note allegre.
- Vado ad ordinare da bere, cosa volete? - domandò Louis.
- Credo che vada bene per tutti la Coca-Cola! - gli rispose Elisabeth, sorridendo.
- Vada per la Coca-Cola! - ripeterono tutti in coro ridendo.
Louis si affacciò al bancone del bar, e sedendosi su uno sgabello chiese alla commessa: - Mi può preparare quattro bicchieri di Coca-Cola?
- Certamente! - esclamò lei, stampandogli lo scontrino e posando i quattro bicchieri su un vassoio.
- Grazie mille. - disse, pagando e prendendo i bicchieri.
Si avviò al tavolo, quando una ragazza dai capelli neri gli venne addosso.
- Scusa. - balbettò lei, posando le mani sulle bevande, per non farle cadere.
- Stai più attenta! - le urlò Louis, mentre la vide correre verso l'uscita.
Continuò il suo tragitto verso il tavolo, facendo attenzione a non rovesciare tutto a terra, quando un uomo lo spinse per farsi spazio tra la folla.
- Fai attenzione! - lo rimproverò il ragazzo, ancora in piedi e con i bicchieri magicamente intatti e diritti sul vassoio.
- Non ti è caduto niente, neanche una goccia. Hai visto una ragazza con i capelli e occhi neri, per caso?
- Si, mi è venuta prima addosso e ora è andata verso l'uscita, da quella parte. - rispose Louis, indicando con lo sguardo e un piccolo movimento della testa la porta.
- Dannazione! - disse tra i denti l'uomo, riprendendo a correre.
“Che gente strana” pensò il moretto.
Arrivato al tavolo, posò il vassoio e si sedette tra gli amici.
- Finalmente! Pensavamo fossi morto! - scherzò Andrew, cominciando a bere la Coca-Cola.
- Mi è venuto addosso mezzo mondo! 
- Davvero Lou? 
- Si Liz, comunque, finiamo di bere e poi andiamo a ballare, che ne dite?
- Certo! - esclamò allegra Hilary, finendo la bevanda.

Ballarono, per tutta la sera, sembravano instancabili.
Ad un tratto Elisabeth sentì una fitta allo stomaco.
- Andy, non mi sento molto bene.
- Liz, neanche io, mi fa malissimo la testa.
Si andarono a sedere in un tavolino, dove stavano già Louis, che si teneva la testa tra le mani, e Hilary.
- Anche voi vi sentite male? - domandò Elisabeth.
- Si, Louis vede “tutto il mondo girare”, a me viene da vomitare...
- Capisco, Lou, Hilary, andiamo a casa. - la interruppe Andrew.
Si alzarono e uscirono a fatica dal locale, e incominciarono ad incamminarsi verso la casa delle ragazze.
Poi una macchina spuntò dal fondo della via, andava ad una velocità eccessiva.
Li stava per travolgere.
Elisabeth urlava.
Hilary si era accasciata a terra.
Louis proteggeva con il suo corpo, quello della moretta.
Andrew tentò di scappare.


Poi il buio.
Il nulla più assoluto.






Salve bella gente! Questa è una fanfiction un pò diversa dalle altre, mi piaceva l'idea di scrivere qualcosa più sul genere... giallo?
È da parecchio che volevo pubblicarla, e... ta-daah! Ci sono riuscita!
Cosa accadrà mai a questo gruppo di amici? Lo scopriremo solo nella prossima puntata! (ok, non ho un cervello).
Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate :3
- feedez

  
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