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Autore: Miriam Lay    08/09/2012    0 recensioni
I colori possono coprire tutta la tristezza che è in noi, ma neanche una volta riusciranno ad eliminarla del tutto.
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per scrivere questa flashfic mi sono ispirata al libro di Italo Calvino "Le città invisibili", ho immaginato di essere nella case di una delle città immaginarie che l'autore descrive nel suo libro. Mi scuso se non ho potuto pubblicarla tra le fanfiction ma non ho trovato il nome dell'autore.
 

Io vivo a Despina, una città diversa dalle altre. Sono fiera di essere nata qui, perché quando le persone di altre città mi hanno parlato del deserto o del mare, io ne ho sempre saputo senza essere stata al di fuori di questo luogo. La mia casa attuale, dicono, si trovi nel punto migliore, perché, in lontananza, i marinai la vedono come un grappolo d’uva che sta su una delle gobbe del cammello, mentre i cammellieri la vedono come un gabbiano vicino al comignolo di una nave. Io la vedo com’è: la mia casa, costruita da mio padre appositamente per me. Questo fu il discorso che mi fece mio padre quando mi informò di aver costruito una casa per me: “ Lei è come una persona, ha il tuo stesso nome ed è dipinta con i tuoi colori preferiti. Entrando dentro, c’è la cucina, dove preparerai piatti appetitosi. Per cucinare hai bisogno di un’aspirazione e ciò che ti può ispirare è tutto quello che hai intorno: un’insieme di colori caldi che ti faranno sentire in compagnia anche quando sarai sola ed isolata da tutto. Camminando per la tua casa sembra di essere sopra ad un arcobaleno, dove tutto è colorato, è allegro, tutto è come deve andare, non c’è niente che vada storto. Niente è triste e ostile in quella casa, ogni cosa si basa sulla felicità e sulla positività. Il bagno si può paragonare ad un confetto, è tutto rosa e profumato. Nel salotto non ci sono televisioni o computer ma un’immensa libreria fatta di colori, per la tua tutela, dato che io voglio il meglio per te.” Alcuni pensano: “ E’ la casa ideale, quella che tutti sognano!” . Beh, vi assicuro che non è così! Questa è la descrizione che mi ha fatto mio padre quando aveva appena finito di costruirla e purtroppo, con le sue parole, aveva comprato anche me, perché non mi aveva detto, come io non ho detto a voi, che la mia casa non ha finestre e neanche una porta, l’unico spazio da cui può uscire dell’aria per farmi respirare e dal quale mi portano la spesa, è coperto da una grata ed è logico che io, da lì, non posso uscire. Sono una vera e propria prigioniera, non solo di questa casa, ma anche della gelosia di mio padre. Tutto il suo lavoro deriva proprio da questo bruttissimo sentimento, che mi ha rovinato la vita. Lui aveva paura che un giorno potessi sposarmi e magari avere anche dei figli, sono sempre stata la sua bambina e non voleva che nessuno si appropriasse di me. Adesso sono qui, ho consumato le mie lacrime con gli anni e mentre scrivo aspetto soltanto di morire. Questo dimostra che i colori possono coprire tutta la tristezza che è in noi, ma neanche una volta riusciranno ad eliminarla del tutto.
  
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