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Autore: courage_    09/09/2012    1 recensioni
L’orgoglio gli impediva di accettare. L’orgoglio. Aveva vinto sempre in lui. Quanto aveva perso per seguirlo! Quanto di questo non sarebbe mai tornato! E ora, per seguirlo ancora, stava per rinunciare alla libertà.
Roteò gli occhi, come faceva quando capiva di non poter far nulla per vincere questa volta, lasciò le redini del cavallo ed entrò in casa chiudendosi la porta alle spalle.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Pride always wins.

Appena Thor azionò il Tesseract una nube azzurra comparve e circondò i due fratelli.
L’ultima cosa che Loki vide di Midgard furono gli sguardi dei vincitori, soddisfatti di vedere il proprio nemico sconfitto andare verso una morte certa.
Ma la nebbia si dissolse improvvisamente, e Loki potè riconoscere lo sguardo malinconico del proprio fratello. La museruola gli faceva male. Sentiva il sapore del sangue in bocca, ma non l’avrebbe mai dato a vedere a Thor, non in questa vita almeno. Era sempre stato coerente alle sue scelte e, fino alla morte, non sarebbe cambiato.
Heimdall li guardò mentre attraversavano il ponte dell’arcobaleno. Il guardiano sembrava indifferente, ma non lo era davvero. Era lieto della cattura di quel principe che tanto aveva disubbidito al volere del padre degli dei e aveva tradito il proprio regno. Ma niente di strano, dopotutto. Loki se lo aspettava. Tornare a casa ,anche se in realtà casa sua non era, eguagliava a ritrovarsi davanti gli sguardi inquisitori e appagati degli Asgardiani, pronti a vederlo morire per espiare i peccati commessi.
Thor lo spingeva per farlo camminare attraverso il ponte. Lo trattava come un animale catturato, credeva di poter avere la meglio su di lui. “D’accordo, Thor.” pensò con rabbia.
Strinse i pugni, le manette lo stringevano, gli tiravano e graffiavano la pelle. “Fai come credi”. Le parole di Loki rimanevano solo nella sua mente, ben chiare, ma Thor non le avrebbe mai sentite.
-          Non avresti dovuto farlo, fratello.- sussurrò il futuro re.
“Io non sono tuofratello.”
-          Sai, pensavo che alla fine sarebbe prevalso il tuo buonsenso. – .
Loki accennò a fermare il passo, ma Thor lo tirò vicino a sé con forza per farlo camminare.
-          Non sai cosa ti aspetta ora. – Loki lo guardò. Credeva che non ci avesse pensato quando erano partiti da Midgard? Alla punizione che gli avrebbe toccato? A cosa gli sarebbe aspettato una volta tornati ad Asgard?  “Lo so bene, invece.” .
-          Non avrei mai voluto arrivare fino a questo punto. – disse con un sospiro.
Quanto era fastidioso, con quel suo finto rammarico. Lo odiava,  si sforzava di odiarlo il più possibile.
Varcato il cancello della maestosa Asgard, al contrario di come Loki si era aspettato, non trovarono nessuno ad accoglierli, o meglio, ad accogliere il Dio del Tuono che riportava il traditore in patria.
- Ti avrebbe dato fastidio se ti avessero visto tutti così, vero? – disse ad un tratto Thor, come se fosse una domanda retorica che non aspettava una risposta, mentre attraversavano il lastricato che conduceva alle porte del palazzo. Loki si rese conto del perché non ci fosse stato nessuno ad accoglierli, e pensò che quell’uomo che gli stava accanto lo conosceva tanto bene quanto lui, o forse anche di più.
“Siamo stati allevati insieme, siamo cresciuti insieme.” le parole che Thor aveva detto a Loki sulla Terra gli riecheggiarono inaspettatamente nella testa, e fece di tutto per mettere a tacere questo ricordo che, anche se non ne sapeva il motivo, gli fece nascere un profondo vuoto nel cuore, qualcosa simile a nostalgia.  
Ad un certo punto venne risvegliato dai pensieri da una voce familiare.
-          Loki, ci siamo. -  Il moro alzò lo sguardo e si ritrovò davanti l’imponente ingresso del palazzo, fermando di colpo il passo. Thor lo guardò sorpreso, cercando di smuovere il fratello come quando, da piccoli, giocavano scherzando insieme.
-          Fratello - si arrese, poi. - Per favore. –.
Loki lo guardò, anche se Thor sapeva quanto gli desse fastidio venir chiamato in quel modo, non smetteva. Ma, da un sguardo, il Dio del Tuono riuscì a capire le paure che stavano affliggendo l’animo di Loki.
Il fratello cambiò espressione appena si accorse che Thor improvvisamente decise di cambiare direzione e non entrare a palazzo.
Loki non riuscì a trattenere la sorpresa.
“Thor, dove vai?!” avrebbe voluto dirgli, mentre lui lo stava tirando con sé, lasciandosi alle spalle l’ingresso.
-          Vieni con me. – gli disse soltanto.
  Thor portò Loki nelle scuderie, dove prese un cavallo. Aiutò il fratello a montare dietro di lui, dato che aveva le manette. Loki lo malediceva con lo sguardo. Ma Thor nemmeno lo guardava, sembrava troppo impegnato in quello che stava facendo e avrebbe fatto in seguito. Come se stesse disegnando un piano nella propria mente.
Il cavallo partì e Loki vedeva allontanarsi insieme a loro la sua prigionia tra le mura di Asgard. Attraversarono il bosco che la circondava e ad un tratto Thor si fermò davanti una piccola casa in pietra. Sembrava antica e cadente. Scese da cavallo aiutando il fratello che si stava ancora guardando intorno non riuscendo a capire cosa gli passasse per la testa.   
-          Loki. – Thor lo guardò con uno sguardo che il fratello riconobbe dopo tanti anni. Gli pareva di vederlo, da bambino, mentre giocavano insieme. Si rincorrevano, gridavano, lottavano, scherzavano. – Ti ricordi di questo posto? – .
Loki osservò la costruzione, mentre Thor aveva aperto la porta per indicargli di entrare, se voleva.
-          L’abbiamo scoperto in una delle nostre uscite di nascosto dal palazzo. – disse con un sorriso, come compensando la risposta del fratello ammutolita a causa della museruola.
  Thor si accorse del velato sorriso di Loki, anche se nascosto, perché vide scintillare i suoi occhi chiari che ben conosceva.
“E quindi? Perché mi hai portato qui?” si chiese il più piccolo.
Il Dio del Tuono sembrava esitare, come se avesse avuto qualcosa da dire e stesse pensando a come esprimerla, perché improvvisamente diventò serio.
-          Loki. Io… Io non voglio che ti imprigionino. Non voglio che succeda. Non lo vuoi nemmeno tu. –
“Ma succederà, Thor.”
-          Non avrei voluto riportarti indietro, qui ad Asgard. Ma Padre… -
“Thor, deve succedere.”
-          Quel che è fatto è fatto. – disse ad un certo punto con voce più determinata, dopo aver portato il suo sguardo in quello di Loki.  
“Allora? Cosa c’è?”
-          Non ti riporto a palazzo, Loki. – asserì deciso.
Il Dio della Discordia era sorpreso. Sorpreso di Thor, di quello che aveva appena detto. Voleva disubbidire così tanto all’amato padre? Aveva davvero intenzione di tenerlo nascosto in quella casa? Fino a quando, poi? Per sempre, forse?
Il suo magnanimo, perfetto, buon fratello che, data la propria infinita generosità e gentilezza, aveva deciso di risparmiargli la prigione. Loki non avrebbe minimamente pensato di accettare.
Non ci rifletté troppo su e si diresse verso il cavallo fermo, con arroganza. Come se non avesse prestato ascolto ad una sola parola.
-          Loki! Cosa fai?!- gli gridò Thor. Ma lui non accennava a volersi fermare. Il biondo lo raggiunse e lo tirò a sé, e poté vedere il suo sguardo deciso.
-          Loki, per favore. – Era la seconda volta in pochi minuti che lo pregava.
-          Lo sto facendo per te, lo sai! Disubbidire agli ordini e tutto il resto. Voglio il tuo bene. –
“Sono certo che il mio bene non lo avrai rinchiudendomi in un rudere.”
-          So che non è uno dei posti migliori, ma almeno sarai libero. -  disse, come dopo avergli letto il pensiero.
Sarebbe valsa la propria libertà fare come l’odiato fratello gli proponeva? Loki avrebbe perso il proprio orgoglio?
Passò un momento in cui entrambi tacquero, Thor lo guardava in attesa di una risposta, ma Loki no.
L’orgoglio gli impediva di accettare. L’orgoglio. Aveva vinto sempre in lui. Quanto aveva perso per seguirlo! Quanto di questo non sarebbe mai tornato! E ora, per seguirlo ancora, stava per rinunciare alla libertà.
Roteò gli occhi, come faceva quando capiva di non poter far nulla per vincere questa volta, lasciò le redini del cavallo ed entrò in casa chiudendosi la porta alle spalle.

- Ricorda di renderti invisibile a Heimdall! – gli urlò il fratello prima di andar via.
 
                                                          ***
- Thor! Mio grande amico! – una voce grossa rimbombò tra le pareti dorate del palazzo, risvegliando il dio dai propri pensieri.
- Volstagg! – rispose con un sorriso, trovandosi davanti il suo grande, di nome e di fatto, amico.
- Vieni da Midgard, non è vero? – disse l’Asgardiano, dando una poderosa pacca alla spalla dell’amico.
- Esatto, Volstagg. – asserì soddisfatto.
- Come è andata? – chiese l’altro, curioso.
- Abbiamo vinto. – ribatté il biondo.
- E dimmi, Loki? –
Loki? Come? Non aveva ancora pensato a cosa avrebbe potuto inventarsi per giustificare l’assenza del fratello.
- Thor? Perché non parli? -
- Loki purtroppo è scappato appena siamo stati trasportati qui. – disse senza rifletterci troppo.
- Come scappato?! – si sbigottì Volstagg, strabuzzando gli occhi.
- Sì, ahimè. Appena il Tesseract ha compiuto il teletrasporto, non ho avuto nemmeno il tempo di accorgermene e non l’ho visto più. –
- Per Odino! E ora? Come facciamo? – il compagno era abbastanza preoccupato e Thor cominciò a chiedersi se si fosse inventato una scusa adatta.
 - Bisogna subito riferire al Padre degli Dei! – urlò. – Hai già provveduto? -.
- Ehm, no. Ancora no. Temo la sua reazione in proposito. –
- Hai ragione, amico mio. Andrò a parlagli oggi io stesso. – detto questo, Volstagg si girò e si allontanò correndo, fiero e al tempo stesso preoccupato dell’incarico presosi, proprio mentre Thor si accorgeva della gravità di ciò che aveva appena detto senza pensare a cosa avrebbe scatenato.
                                                               ***
 
- Come?! Loki scappato?! –
- Purtroppo è la verità, Padre degli Dei. – affermò sconvolto Volstagg, dopo aver riferito ciò che era venuto a conoscenza.
Odino si alzò in piedi di scatto dal trono.
- Tutto ciò è inconcepibile. – cominciò a dire, mentre camminava in tondo per riflettere.
- Era con Thor prima di fuggire, hai detto? –
- Sì, Sire. Ma, vi prego, non prendetevela con lui. Loki è un abile mago, e Thor è sconvolto quanto noi dell’accad… -.
- Silenzio! – lo interruppe Odino. – Thor ne aveva la responsabilità e ora si addosserà le proprie colpe! –.
Volstagg, da in ginocchio com’era, si alzò, pronto a prendere parola. Ma fu nuovamente interrotto.
-  Ora quel che importa è Loki! Si deve assolutamente ritrovare al più presto. –
- Ritrovare al più presto, sì. – gli fece eco il suddito, ubbidiente, che nel frattempo uscì defilato dalla stanza del trono per evitare qualche ramanzina, mentre il Padre degli Dei chiamava a sé le guardie. 




***Angolo dell'autrice***
Ok, so che avrei anche un'altra storia da completare, ma non ho resistito.
Se state leggendo questo significa che vi siete sorbiti il capitolo, vi ringrazio :*
Aggiornerò presto, anche perchè ho già finito di scrivere! :3
A presto... E , vi prego, lasciatemi qualche recensione, così posso sapere se continuare ad aggiornare o no, e se vi è piaciuta o è un disastro totale! xD
  
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