09/09/2012
4 recensioniDisclaimer: Dragon Ball Z © Akira Toriyama
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Pain.
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Pain.
Una nube di fumo intenso, mischiato a polvere sottile, ricomparve all'improvviso; lì, proprio dove pochi istanti prima Cell era scomparso insieme a Goku.
Poi un fascio di luce perforò quella nube, andando a trafiggere, inaspettatamente, il petto di Trunks.
Fu un attimo, e il ragazzo cadde a terra con un tonfo, mentre la sua vita abbandonava inesorabilmente il suo corpo. La sua vista si oscurò e ora, intorno a lui, non vi era altro che il buio, le tenebre più profonde, la morte.
Sui visi di tutti si dipinse un'espressione di sgomento, di puro terrore. Sui visi di tutti, anche su quello, all'apparenza, sempre freddo e inflessibile di Vegeta.
Non appena vide il figlio immerso in una chiazza vermiglia e il suo corpo esanime, rimase pietrificato, mentre lentamente la consapevolezza di aver perso il suo primogenito si fece spazio tra le sue viscere, annebbiandogli la mente e rendendolo incapace di qualsiasi pensiero razionale, perché nessuno doveva osare strappargli via il suo primogenito.
In quel preciso istante, nacque in lui un desiderio di vendetta, rendendo sempre più consci, non solo nella sua mente, ma anche nel suo cuore, quei sentimenti che provava verso Trunks.
Fu allora la prima volta in cui la verità venne a galla, facendosi spazio tra l'insormontabile orgoglio; la prima volta in cui, lentamente, sorse in lui la convinzione che perdere un figlio fosse una delle cose più atroci che potesse mai capitargli. Comprese che un uomo, per quanto portatore di un titolo regale come il suo e proveniente da una razza di mercenari spietati come i saiyan, non poteva vivere nutrendosi di sola boria.
Bastarono pochi e brevi istanti, e ogni cosa intorno a lui svanì: i rumori, gli sguardi pesanti, la paura.
La rabbia lo invase. Nelle sue vene, ora, scorreva puro odio, un odio incontrollato, che lo rivestì di quell'oro che per anni aveva cercato e che, per la prima volta, derivava dal vero dolore.
Le vene sulle tempie si gonfiarono, pulsando a un ritmo incontrollato, mentre sentì crescere in lui una forza mai posseduta prima d'ora e, senza pensarci un istante di più, si avventò pieno di rancore e incurante del pericolo, contro il nemico.
"Non avresti dovuto fare del male a mio figlio, te ne farò pentire".