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Autore: doyoularry    09/09/2012    6 recensioni
Gli One Direction sono divertenti. Le freddure anche. Perché non metterli insieme?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata! Rallegratevene! (O magari no, fate come volete)
Questa è una raccolta di dieci drabble perfette (100 parole spaccate a drabble, baby!) con i Larry come protagonisti, alle prese con l'ultima delle mie ossessioni: le freddure. Ogni drabble è su una freddure diversa, e ho un paio di cose da dire su ognuna di queste, quindi - rullo di tamburi - elenco puntato!

  • Troia è semplicemente la mia preferita, perché Harry e scocciato e perché le troie mi piacciono. (?!)
  • Ginocchia sbucciate è una sorta di vendetta nei confronti di un mio caro amico (Ti voglio bene, Tì ♥) che ha passato l'estate a tormentarmi con la storia del "Un bambino si è sbucciato il ginocchio. Poi l'ha mangiato" e niente, mi ha rotto così tanto le palle che ho voluto metterci in mezzo Harry e Louis. XD
  • Settimana bianca è una cazzata. Seriamente. Mi piace solo perché si accenna all'odio represso di Louis nei confronti del caffè.
  • Perché mi ami? è l'unica drabbe fluff ed è adorabile, perché Harry e Louis si amano e niente, è bello. 
  • Google Earth è nata dopo un quarto d'ora di risate e lacrime provocate da una battuta che ho letto su Facebook. Mi diverto con poco :D
  • Solare è fantastica (come sono modesta ♥) perché Harry è acido ed è bellissimo 
  • Non c'è nessuno nasce da una real life experience: la cazzona che è mia cugina che mi dice che a casa sua non c'è nessuno, io che credo che sia un bene così possiamo farci i fatti nostri in pace, vado a casa sua, e non c'è nessuno. Cazzona.
  • Ho dimenticato Niall non nasce perché soffro d'amnesia XD, ma perché una volta ho fatto una gaffe epica: ho detto a mia madre che avrei portato il cane a spasso e poi, munita di cappellino parasole, sono tranquillamente uscita di casa e mi sono avviata per la mia strada. Venti minuti dopo sono tornata indietro incazzata nera perché e a metà strada mi sono accorta di aver lasciato il cane a casa. Quando incontro mia madre mi chiede cosa sia successo. Io rispondo che "ho dimenticato il cane" e poi lo vedo. Seduto in fondo alle scale che mi guarda con un'espressione tristissima.
  • Paura di volare tratta di Louis e la sua infinita sassyness. Ed è anche questa per vendetta perché da bambina avevo paura dell'aereo, e la gente mi chiedeva se avessi paura di volare. E io mi incazzavo da morire.
  • 'sto cazzo è l'ultima drabble ed è la più demenziale. Nient'altro da dire.
Okay, woah, le note sono quasi più lunghe di tutte le drabble XD Signori e signore, ecco a voi il mio capolavoro di fine vacanze! (Sigh T_T)




Troia


Se i suoi calcoli sono giusti, questa è la quattordicesima ragazza che ci prova con lui. Ora, normalmente chiunque si sentirebbe lusingato da tutte queste attenzioni, ma lo sanno tutti che Harry non è uno qualsiasi, infatti “sai, mi fai pensare ad una città antica” dice alla ragazza, sorridendole fintamente, forse riuscendo a farle credere di essere interessato a lei. “Oh, a quale?” fa quella, squittendo come uno di quei giochini per cani e sorridendo tanto che la maschera di trucco scricchiola sopra al sorriso. “A Troia” risponde Harry, prima di congedarsi e sparire tra la folla.

Ginocchia sbucciate


Louis gliel'ha detto di stare attento, ma Harry non ha voluto dargli ascolto: da perfetto fidanzato accorto, Louis si è premurato di ricordargli che non è capace di fare le acrobazie sullo skateboard, ma Harry ha voluto fare di testa sua e adesso si trova a terra a piagnucolare, cercando di ottenere aiuto da Louis, perché si è fatto male.
Naturalmente Louis si rifiuta di aiutarlo, anche se si sente male perché Harry soffre, ma resiste per puro orgoglio, e “ora che ti sei sbucciato il ginocchio mangialo, no?” ammicca, prima di sederglisi comunque accanto ad aspettare i soccorsi.

Settimana bianca


Harry è seduto affianco a Louis e lo guarda con occhi increduli, perché apparentemente quella mattina si è svegliato con voglia di caffè; naturalmente sta versando chili di zucchero nel liquido dall'odore forte, fino a quando s'interrompe e “una formica!” grida.
A quel punto Harry, scacciando l'insetto con una mano e incoraggiandolo ad andare avanti, “sai cosa ci faceva sul tuo zucchero?” gli chiede, non rendendosi conto di starlo distraendo; “che cosa?” s'informa l'altro tornando a lavoro
“La settimana bianca” risponde innocentemente Harry, ridendo rassegnato quando Louis abbandona definitivamente il caffè per mandarlo a quel paese.

Perché mi ami?


“Lou, perché mi ami?” gli chiede Harry, tra le sue gambe, carezzandogli le ginocchia.
Quasi a farlo apposta, Louis non ha dormito la notte scorsa solo per pensarci: perché?
“Quando piango, piangi con me” sussurra, tirandogli un riccio; “quando sorrido, sorridi con me” preme la guancia contro la sua, facendolo ridere, “e ti amo perché se mai dovessi cadere” lascia la frase in sospeso, stringendolo forte, “cadrei con te?” si sorprende Harry, strofinando il naso contro quello dell'altro, e “no” aggrotta le sopracciglia Louis, “saresti lì a prendermi, perché mi ami anche tu”.

Google Earth


Fuori sta crollando il cielo: pioggia e vento si alternano senza tregua da ore, tutti e cinque i ragazzi sono bloccati a casa di Zayn, e Louis, costretto a sottostare agli ordini restrittivi di Liam nei confronti di Harry e con l'umore determinato dal pessimo tempo, sta andando fuori di testa. E come se non fosse abbastanza, la corrente gioca a nascondino.
“Era un lampo, quello?” chiede ad un tratto Harry dopo l'improvviso illuminarsi del salotto colorato.
“No” lo fulmina Louis con lo sguardo, un'espressione folle sul viso; “era il flash della macchina fotografica di Google Earth”.

Solare


Harry sta avendo uno di quei giorni in cui detesta tutto e tutti; così, semplicemente. Ogni più piccolo dettaglio lo infastidisce, e di solito lo porta a reagire con sguardi agghiaccianti. Perché Harry ha degli occhi talmente magnetici che ti si attaccano all'anima, la colpiscono senza davvero fare nulla.
Per questo, siccome è una di quelle giornate che non sono colpa di nessuno ma di cui tutti pagano le conseguenze, quando l'intervistatore gli chiede “come ti definiresti, con una parola, Harry?”, quello neanche ci pensa, e “solare” risponde; “perché giuro che se vi avvicinate troppo vi incenerisco”.

Non c'è nessuno


“Sono appena arrivato” aveva scritto Louis a Harry, contento, subito dopo aver messo piede a Holmes Chapel, avendo ricevuto l'invito a passare del tempo con la famiglia di Harry, ora che il tour era finito, e “che fortuna” gli aveva risposto Harry, “a casa mia non c'è nessuno”.
Ora, invece, “fanculo, Harold” lo maledice Louis, sedendosi sugli scalini freddi sul portico perché è davanti a casa di Harry, ha appena passato un quarto d'ora a suonare il campanello, aspettando che qualcuno gli andasse ad aprire, prima di rendersi conto che davvero non c'è nessuno. Neanche Harry.

Ho dimenticato Niall


“Lou, vado ad accompagnare Niall da Liam!” annuncia in fretta Harry, sbattendo la porta, lasciando intendere che tornerà presto e in fretta, magari perché Louis è sdraiato sul divano mezzo nudo e ancora umido dalla doccia.
Louis ride, ma successivamente si sente di averlo sottovalutato, perché trenta secondi dopo Harry riappare in soggiorno, camminando a testa bassa e a passi piccoli e veloci; “che succede?” gli fa Louis, confuso. “Ho dimenticato Niall” risponde Harry calmo, puntando lo sguardo sul diretto interessato, che è ai piedi delle scale, con la giacca già indosso e un'espressione tristissima in viso.

Paura di volare


Louis odia le domande idiote, come quella che gli fa l'intervistatrice di quest'oggi quando all'improvviso si volta verso Louis con un'espressione da pazza sul viso e “Louis, abbiamo saputo che da piccolo ti spaventava prendere l'aereo; avevi paura di volare?” gli chiede, sorridendo troppo, risultando perfino inquietante.
E Louis per un attimo rimane impassibile, incapace di riconoscere se la ragazza stia scherzando o meno. Quando alla fine si rende conto che è serissima, decide di prenderla sullo scherzo, perché potrebbe seriamente mollare tutto e allontanarsi sconvolto, e “no, cara” le sorride ipocrita, “avevo paura delle hostess, naturalmente”.

'sto cazzo!


Harry non sopporta le interruzioni.
Per questo si altera quando “hanno suonato al citofono” gli soffia Louis sulle labbra, scivolando giù da divano e gattonando fino alla porta; “chi è?” chiede poi, schiarendosi la voce, forse provando a renderla più maschile, e subito un “'sto cazzo!” echeggia attraverso la cornetta del citofono, facendo accaldare Louis, che “in culo te lo piazzo!” risponde, riappendendo la cornetta e mettendo su il broncio.
“E io?” gli fa Harry, allora, sinceramente spaesato, facendo ridere a crepapelle Louis, che si dimentica di tutto e riprende da dove si era fermato.

  
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